MENUMENU
“La generazione SPREK.O. non ha età, ma solo una missione: incentivare il consumo responsabile, il riciclo e il riuso”. Cittadinanzattiva definisce così la rete nazionale per la lotta allo spreco che per due anni ha promosso e attuato in tutta Italia l’esigenza di un cambiamento significativo degli stili di vita e dei modelli di produzione e consumo. Un progetto che arriva al termine della programmazione, “Ma che continuerà ancora per molto a ispirare le persone” secondo quanto affermato dai promotori nel corso del webinar “Storia di una comunità sostenibile”, organizzato lo scorso 6 settembre.
Cento buone pratiche in tutta Italia
“Generazione SPREK.O.” è stato raccontato dalle voci dirette di chi lo ha ideato e sostenuto per 24 mesi, partendo da Tiziana Toto, Responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, che ha introdotto i tre panel del webinar sostenendo che l’idea del progetto si colloca all’interno dell’obiettivo 12 dell’agenda 2030 (Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili). La parola d’ordine che ha animato il programma è stata “empowerment”: grazie a molti cittadini italiani sono state sviluppate oltre 100 buone pratiche di sostenibilità in tutte le Regioni. “È un progetto di grande concretezza e di relazione con le persone e i consumatori” ha aggiunto Barbara Terenghi, Chief Sustainability Officer di Edison, uno dei main partner di Generazione SPREK.O.
Da chi è composta la generazione SPREK.O.? Lo dice una survey
Si pronuncia rigorosamente “spre kappa o”, ha ricordato Francesco Testa (PhD Associate Professor for Sustainable Management della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna-Istituto di Management) che ha presentato una recentissima survey (luglio 2021) effettuata su un campione di 1000 persone comprese tra i 18 e i 70 anni allo scopo di investigare le tendenze di comportamento orientate all’economia circolare e identificare e quantificare la Generazione SpreK.O. “Siamo partiti – ha detto Testa – dai piccoli comportamenti quotidiani legati all’efficienza delle risorse che sono diventati patrimonio degli italiani. Abbiamo notato più propensione all’acquisto di beni con maggiore efficienza energetica e con packaging sostenibile per l’ambiente. Ben il 40% degli intervistati è orientato a comprare beni prodotti con materiale riciclato. Inoltre, dopo la pandemia, si sono sviluppati ulteriormente modelli di consumo come la condivisione e l’acquisto di seconda mano. Esiste la generazione SpreK.O. – ha concluso Testa – e rappresenta circa il 26% della popolazione italiana compresa tra i 18 e i 70 anni. Se approfondiamo l’identikit possiamo collocare la maggioranza dei suoi componenti tra quelli di genere femminile, di giovane età, con un titolo di studio avanzato e un reddito medio-alto”.
Il ruolo dei cittadini consumatori
Il primo panel del webinar, moderato da Marco Frey, Direttore Laboratorio Sum – Sant’Anna, Scuola Universitaria Superiore Pisa, si è aperto con l’intervento di Leonardo Becchetti, Presidente di Saturdays for future che ha ribadito come “La sensibilità dei cittadini all’acquisto responsabile è aumentata nel corso della pandemia, perché questo evento ci ha fatto capire di essere sotto lo scacco di mali pubblici locali e che si esce dalla crisi grazie all’interdipendenza che c’è fra di noi. Così è stato anche per temi storici quale il riscaldamento climatico, le emissioni climalteranti e la produzione di rifiuti”. Bruno Molea, Presidente nazionale di AICS, ha messo in risalto la connessione tra sport e sostenibilità: “Mettiamo in campo iniziative nazionali che avvicinano una popolazione che si aggira intorno ai 20mila sportivi praticanti a temi importantissimi come il risparmio risorse idriche, la scelta di abbigliamento tecnico sostenibile, un miglior uso delle risorse energetiche. Per Generazione SpreK.O. abbiamo sviluppato Rifliuthlon una campagna che ha coinvolto sui temi della sostenibilità più di 2mila giovani sei regioni italiane”. Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva, ha chiuso il primo panel di lavori portando l’attenzione su “Un nodo critico che emerso dalla survey. Le persone che fanno scelte virtuose – ha detto Mandorino – sono quelle che hanno titolo di studio e reddito elevato e ciò apre una riflessione sulla necessità di superare le disuguaglianze anche per avvicinare i cittadini a un tema come quello dell’economia circolare che richiede consapevolezza e capacità di informazione”.
Città a prova di sprechi
Il secondo panel, incentrato sui nuclei urbani, si è aperto con l’intervento di Filippo Brandolini Vice Presidente vicario di Utilitalia che ha spiegato come “L’azione rivolta alle città è strategica perché esse occupano il 2% delle terre emerse, ma dal punto di vista di produzione del Pil, dei gas climalteranti, e de rifiuti rappresentano il 70% del Pianeta. Lavorare sulle città significa dunque raggiungere prima gli obiettivi di neutralità climatica. Un contributo importante ai comportamenti virtuosi del cittadino è dato da servizi di qualità nel settore rifiuti e in quello idrico, in primis. Migliorare la reputazione e l’efficienza delle imprese che offrono questi servizi è fondamentale per favorire il comportamento corretto dei cittadini”. Gian Battista Scarfone, Membro della Giunta Esecutiva di ASSTRA ha affrontato il tema della mobilità collettiva ricordando come si stia “Sviluppando un passaggio dal concetto di trasporto pubblico a quello di mobilità sostenibile. Abbiamo – ha detto Scarfone – L’obiettivo da qui al 2025 di dismettere la trazione diesel e sviluppare autobus a trazione elettrica, metano e biometano. L’esigenza è quella di tornare a una mobilità migliore”. Lidia Capparelli, Responsabile Green Procurement di Consip, ha affrontato il tema degli acquisti green della Pubblica Amministrazione, “Spese – ha detto Capparelli – che devono essere compiute al termine di un accurato studio sulle fonti scientifiche e tecniche a riguardo. Ciò vale per i prodotti a materiale riciclato, per i mezzi di trasporto sostenibile e ogni altro tipo di bene pubblico. Ci sono prodotti ad altissima efficienza energetica che se sfruttati male annullano i vantaggi, per questo motivo il processo di acquisto deve nascere da un lavoro di approfondimento su documenti scientifici che devono essere analizzati in modo da trovare la migliore soluzione e i migliori prodotti”.
L’impresa della sostenibilità
Giovani imprese italiane nate e cresciute all’insegna della sostenibilità ambientale sono state le protagoniste del terzo panel di giornata. Antonio di Giovanni, Fondatore di Funghi Espresso che coltiva funghi sfruttando le proprietà organolettiche dei fondi di caffè “applicando dunque – ha detto – quello che è il concetto base della natura secondo cui tutto viene rigenerato”. Gregory Eve, CEO & co-founder di greenApes ha spiegato che la mission della sua azienda, promuovere stili di vita sostenibili, è alimentata dai “comportamenti virtuosi dei cittadini e dallo scambio di buone pratiche fra di essi”. Noemi de Santis, CMO & co-founder di Junker App ha raccontato i risultati della sua impresa, uno degli esempi migliori di economia circolare: “Le nostre parole chiave sono state empowerment e sostenibilità. Abbiamo creato un’app che riconosce il codice a barre di un prodotto e dice come va scomposto e smaltito. Abbiamo sviluppato un database con 1,6 milioni di prodotti raggiungendo quasi due milioni di utenti in oltre mille comuni italiani”. Infine Nicolas Denis, Co-founder di Reware: “Nasciamo da un problema che è quello dello spreco nel mondo della tecnologia che comporta uno consumo di risorse naturali immenso. Il lavoro che facciamo noi è quello di cercare computer dismessi dalle grandi aziende (che li cambiano a ritmi velocissimi rispetto ai privati) rigenerarli e rimetterli in vendita. Reware è un progetto che offre diversi vantaggi: alle imprese che non devono pagare i costi di smaltimento sui computer che ci dà; a noi che creiamo e manteniamo posti di lavoro; alla società che preserva risorse naturali come le terre rare, riduce i RAEE e argina il fenomeno del digital divide”.
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