Aggiornamento: Il 24 aprile, dopo la pubblicazione del presente articolo, il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria (con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni) il Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Prima di essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale Ue e entrare in vigore, l’accordo dovrà essere approvato formalmente anche dal Consiglio dell’Ue.
“No ai rifiuti creati dagli imballaggi, sì al riciclo e al riutilizzo!”. Con questo messaggio, diffuso su X lo scorso 15 marzo la Presidenza belga del Consiglio dell’Ue ha annunciato l’approvazione all’unanimità da parte dei rappresentanti permanenti dei 27 paesi membri (Coreper) del testo del Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi di revisione e abrogazione delle tre attuali Direttive in vigore.
L’accordo, che ha dato un importante spinta all’entrata in vigore del nuovo Regolamento, punta ad affrontare – ha chiarito la presidenza – “L’aumento dei rifiuti di imballaggio, armonizzando al tempo stesso il mercato interno e promuovendo l’economia circolare”. Una sfida importante viste le quantità crescenti dei rifiuti di packaging nell’UE, passate dalle 66 milioni di tonnellate nel 2009 alle 84 milioni di tonnellate nel 2021. “Ogni europeo – spiega in una nota il Parlamento europeo – ha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio nel 2021, una cifra che dovrebbe aumentare fino a 209 kg nel 2030 senza misure aggiuntive”.
Il peso sociale ed economico che il nuovo Regolamento avrà sulle filiere del packaging in Europa è stato reso palese da una lunga fase negoziale da parte del trilogo conclusasi lo scorso 4 marzo con un accordo provvisorio raggiunto, dopo dieci ore di trattative, tra Parlamento e Consiglio dell’Ue. Il testo concordato dalle due istituzioni, successivamente approvato dal Coreper il 15 marzo, è passato poi alla votazione della Commissione Ambiente (ENVI). L’ultimo passaggio dell’iter sarà la votazione nella plenaria del Parlamento Ue, attesa per la settimana del 22 aprile, ma che con tutta probabilità sarà in capo alla Legislatura che si formerà con le elezioni del prossimo giugno.
Il testo dell’accordo prevede progressivi target di riduzione del packaging: del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, richiedendo anche una riduzione generale dei rifiuti degli imballaggi di plastica. Inoltre, il testo approvato prevede che alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura fresca non trasformata, imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati nei bar e nei ristoranti, porzioni individuali (ad esempio condimenti, salse, panna, zucchero), siano vietati dal 1° gennaio 2030 così come il packaging in miniatura per i prodotti da toilette e la pellicola termoretraibile per le valigie negli aeroporti. Per prevenire danni alla salute è stato anche introdotto il divieto di impiegare nel packaging dei prodotti alimentari le cosiddette “sostanze chimiche per sempre” (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o PFAS)
Il testo fissa nuovi obiettivi vincolanti di riutilizzo per il 2030 e obiettivi indicativi per il 2040. I target variano a seconda del tipo di imballaggio utilizzato dagli operatori: bevande alcoliche e analcoliche (dovrà essere riutilizzabile almeno il 10% degli imballaggi entro il 2030. Sono esclusi vino e vini aromatizzati, liquori, latte e altre bevande altamente deperibili) imballaggi per il trasporto e la vendita (esclusi gli imballaggi utilizzati per merci pericolose o attrezzature di grandi dimensioni e gli imballaggi flessibili a diretto contatto con gli alimenti) e imballaggi multipli. L’accordo raggiunto dal Parlamento e dal Consiglio Ue ha superato l’impasse iniziale generato da posizioni politiche che favorivano il riutilizzo al riciclo. Tra i principali oppositori di questa strategia figura da sempre l’Italia che da anni esprime percentuali di riciclo del packaging superiori alla media europea. La trattativa in seno al trilogo ha sbloccato lo stallo prevedendo la facoltà per gli Stati membri di concedere deroghe sugli obiettivi di riutilizzo agli operatori dei settori coinvolti se le percentuali di riciclo dei singoli materiali di imballaggio supereranno di almeno 5 punti percentuali gli obiettivi definiti Bruxelles.
Erion Packaging, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione degli imballaggi dei prodotti tecnologici, ha seguito da vicino tutto l’iter che ha accompagnato la stesura del testo provvisorio del nuovo Regolamento, auspicando una soluzione che non penalizzasse la filiera del riciclo. Roberto Magnaghi, Direttore Generale del Consorzio, ha commentato così l’ultima versione del testo: “Parlamento e Consiglio hanno raggiunto una posizione ragionevole che tiene conto dell’eccellenza di Paesi come l’Italia nel campo del riciclo degli imballaggi. In trent’anni abbiamo sviluppato un know-how che ci permette di essere efficienti nel trattamento di tutti i materiali di imballaggio e di essere sistematicamente al di sopra della media europea in questo settore. Attenuare gli obblighi sul riuso introducendo una deroga per coloro che dimostrano di raggiungere alti tassi di riciclo degli imballaggi è una buona strategia per contribuire alla crescita dell’economia circolare senza danneggiare soggetti virtuosi e impegnati da anni su questo fronte.”
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