Soluzioni digitali per una circolarità del settore elettronico

Soluzioni digitali per una circolarità del settore elettronico

Frutto della collaborazione tra l’International Telecommunication Union (ITU), il WEEE Forum, GSMA e Sofies Group, il report “Digital Solutions for a Circular Electronics Value Chain” esplora l’attuale applicabilità e la portata delle tecnologie digitali nel consentire la transizione circolare della catena del valore dell’elettronica.

Il documento delinea le principali tendenze della digitalizzazione mettendone in evidenza tutti i passaggi della filiera: materie prime, produzione di dispositivi, raccolta, logistica e trattamento dei rifiuti elettronici post-consumo fino alla gestione e al monitoraggio del sistema complessivo dei RAEE.

A supporto vengono presentati vari esempi che spaziano da applicazioni di raccolta mobile, al riconoscimento dei rifiuti elettronici abilitato dall’intelligenza artificiale, a cui si uniscono casi di studio che forniscono uno sguardo più approfondito sulle applicazioni delle tecnologie digitali nel mondo reale.

Una catena di valore dell’elettronica circolare

Un approccio circolare nella catena del valore dell’elettronica è considerato come necessario per allontanarsi dall’attuale modello lineare di consumo. “A New Circular Vision for Electronics” il report realizzato da PACE e dal World Economic Forum in collaborazione con la E-Waste Coalition delle Nazioni Unite, ha delineato tre obiettivi per l’economia circolare nel settore dell’elettronica:

  1. più contenuti riciclati e riciclabili nei nuovi prodotti;
  2. un utilizzo duraturo dei prodotti e dei loro componenti;
  3. raccolta e riciclo dei dispositivi a fine vita secondo standard elevati.

Dal punto di vista politico e normativo, gli ultimi due decenni hanno visto la formalizzazione di sistemi di gestione dei rifiuti elettronici, spesso basati sul principio della responsabilità estesa del produttore (EPR). Nell’ambito dei rifiuti elettronici, molti paesi hanno sviluppato leggi che impongono che ritiro, raccolta, trattamento, riciclo e recupero vengano attuati in modo che abbiano un impatto sociale, economico e ambientale positivo.
Inoltre, gli standard internazionali forniscono anche una guida e un quadro di riferimento per implementare la circolarità in tutta la catena del valore dell’elettronica

 

Le sfide

La spinta verso un’economia circolare ha fornito agli stakeholder di tutta la catena del valore uno slancio per avviare miglioramenti sistematici e investire in infrastrutture e sensibilizzazione.

Di seguito sono elencate alcune delle sfide affrontate dalle parti interessate nella catena del valore.

 

  1. Dati insufficienti e inaffidabili sui flussi di rifiuti elettronici

Dati accurati sull’importazione, l’esportazione, la generazione, la raccolta e il riciclo dei RAEE sono fondamentali per la definizione di regolamenti e politiche eque ed efficaci, obiettivi di raccolta realistici e programmi di gestione su misura.

Avere i dati giusti, infatti, permette ai legislatori di fissare obiettivi e monitorare meglio gli sforzi di gestione nel tempo.

 

  1. Asimmetrie informative

Secondo quanto emerge dalla ricerca, le asimmetrie informative, come quelle tra produttori e riciclatori sulla composizione dei prodotti, o tra riparatori e i riciclatori sui componenti del prodotto, sono una questione importante da considerare e che può verificarsi a causa di mancanza di canali preposti e sicuri.

 

  1. Flussi informali e illegali

Un settore non regolamentato può comportare gravi rischi per la salute dei lavoratori e della comunità a causa della mancanza di adeguate condizioni di sicurezza.

Metodi come combustione, lisciviazione e fusione dei RAEE per estrarre materie prime, non solo risultano inappropriati, ma danneggiano l’ambiente con inquinamento di aria, suolo e acqua, esponendo la comunità a fumi e particelle tossiche. Inoltre, i lavoratori spesso ricevono un compenso inadeguato e vertono in condizioni di lavoro inique.

 

  1. Partecipazione insufficiente dei consumatori

I consumatori giocano un ruolo chiave nella gestione dei rifiuti elettronici in quanto determinano la fase di “dirottamento” verso i canali appropriati di fine vita.

La ricerca identifica convenienza, costo e incentivi, come fattori determinanti nel coinvolgimento dei consumatori, insieme alla conoscenza e alla consapevolezza.

 

  1. Processi inefficienti di gestione dei RAEE

Gli attuali processi di gestione dei rifiuti elettronici, dalla raccolta al trattamento di fine vita, possono essere costosi e complicati con un’introduzione sempre maggiore di AEE sul mercato.

L’utilizzo di materiali secondari nella produzione può alleviare l’onere sulle fonti primarie e fornire un incentivo commerciale alle parti interessate ai rifiuti elettronici. Tuttavia, per chiudere il cerchio di un modello di business sostenibile è necessario un recupero più efficiente. Durante il riciclo, le materie prime critiche che hanno poco valore economico vengono spesso perse poiché viene data priorità al recupero di materiali di maggior valore.

 

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Leggi anche: Stati Generali della Green Economy: “Economia circolare: bisogna essere concreti”

La raccolta dei RAEE domestici continua: i dati del Centro di Coordinamento RAEE

La raccolta dei RAEE domestici continua: i dati del Centro di Coordinamento RAEE

Raccolte oltre 17.593 tonnellate di RAEE domestici rispetto al periodo gennaio-settembre 2020, pari a un incremento del 7%

Il trend di raccolta RAEE domestici nei primi tre trimestri del 2021 è decisamente positivo: lo testimoniano i dati del Centro di Coordinamento RAEE con un incremento omogeneo in tutta Italia: +6% per il Nord e +7% per le altre aree geografiche.

In un’ipotetica classifica vediamo al primo posto TV e monitor (R3) con un incremento dell’11% in seguito allo stanziamento del Bonus TV, seguiti da Grandi bianchi (R2) con +7% e Apparecchiature refrigeranti (R1) con +6%. Si attestano a +2% invece l’elettronica varia (R4) e le Sorgenti luminose (R5).

Per quanto riguarda i ritiri effettuati, tra luglio e settembre i Sistemi Collettivi ne hanno gestiti 57.456 sull’intero territorio nazionale, quasi il 9% in più rispetto ai due trimestri precedenti.

Nonostante l’incremento delle richieste di ritiro di televisori e monitor in crescita del 19% rispetto ai trimestri precedenti, il livello di puntualità è rimasto superiore al minimo stabilito attestandosi al 98,12% e confermando un alto grado di efficienza.

 

Leggi anche: RAEE, CDC e Unioncamere siglano un protocollo d’intesa per supportare la filiera

“I sistemi EPR non hanno stimolato ad intervenire sulla progettazione. È tempo che cambino ruolo”

“I sistemi EPR non hanno stimolato ad intervenire sulla progettazione. È tempo che cambino ruolo”

A Ecomondo, durante la presentazione del primo numero della collana di saggi editi della nostra rivista (I quaderni di EconomiaCircolare.com), emerge un limite dei sistemi di responsabilità estesa del produttore: efficienti nell’alimentare raccolta e riciclo, non hanno incoraggiato una progettazione sostenibile. Progettazione che oggi resta ancora lontana dall’essere ‘circolare’

Efficienti nel riciclo, meno nello spingere le imprese a cambiare la progettazione dei prodotti per renderli più durevoli e meglio riciclabili, dunque più sostenibili perché contribuiscono a ridurre i rifiuti – come chiede l’Europa e come ci auguriamo tutti.

Ai sistemi di responsabilità estesa del produttore (Extended Producer Responsibility-EPR)) – quelli che affidano appunto al produttore non solo l’immissione sul mercato dei prodotti, ma anche la gestione del loro fine vita – è stato dedicato il primo numero della collana di saggi editi della nostra rivista (I quaderni di EconomiaCircolare.com): la “Guida Strategica alla progettazione di Sistemi EPR” di Danilo Bonato (General manager di ERION Compliance Organization, consorzio di raccolta e riciclo di RAEE e batterie che sostiene Economia circolare.com).

La chiusura del ciclo sta nella progettazione

Nel volume si parla di fine vita ma anche di ecoprogettazione. Perché, come ha chiarito ad Ecomondo Claudia Brunori, vicedirettrice per l’economia circolare del Dipartimento sostenibilità̀ dei sistemi produttivi territoriali di ENEA, in occasione della presentazione dello studio, “la chiusura del ciclo dei prodotti sta nella progettazione e quindi è nelle mani dei produttori”. Progettazione e produzione devono mirare “non solo a mettere sul mercato prodotti facilmente riciclabili a fine vita – ha sottolineato – ma soprattutto prodotti che siano durevoli, riparabili, adatti ad economie di condivisione come il pay-for-service, cioè alla fruizione di un servizio piuttosto che all’acquisto del prodotto tesso”.

Da questo punto di vista, ha spiegato Bonato durante la presentazione del suo volume, “i sistemi EPR non hanno stimolato ad intervenire sulla progettazione del prodotto. Ora questo deve cambiare”. Non si tratta di un giudizio, ha precisato, ma di una “constatazione fatta sulla base dei risultati ottenuti. Risultati buoni sul miglioramento dei tassi di raccolta e riciclo, che oggi vantano performance adeguate. Per vari motivi, invece, si è fatta molta fatica ad avere risultati rilevanti proprio sull’aiuto ai produttori a migliorare le loro strategie di progettazione: l’attenzione è stata rivolta alla fase finale, nella logica di un’economia ancora lineare”.

Leggi anche: “L’Italia modello di responsabilità estesa in Europa, ma paghiamo i limiti del sistema Paese”

di Redazione EconomiaCircolare.com

 

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Stati Generali della Green Economy: “Economia circolare: bisogna essere concreti”

Stati Generali della Green Economy: “Economia circolare: bisogna essere concreti”

Lo ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion, durante l’incontro in corso a Rimini. “La strategia dev’essere concreta per dare un contributo reale al disaccoppiamento tra crescita e consumi”

“Sull’economia circolare bisogna essere concreti, semplici e rapidi”. È quanto proposto il 27 ottobre da Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion, nel corso dell’incontro “La strategia nazionale per l’economia circolare” organizzato nel corso degli Stati Generali della Green Economy.

Un piano d’azione concreto
Arienti ha aperto il suo intervento auspicando che “La strategia sia veramente un piano d’azione con le risorse allocate. Dove faccio gli impianti? Come faccio a superare l’impasse autorizzativo?”. Per il DG di Erion è necessario che la strategia “scenda nel concreto per dare un contributo reale al disaccoppiamento tra crescita e consumi. Non dev’esser un libro dei sogni, ma un dettagliato piano d’azione su come si fa ad andare avanti”.

Tempistiche rapide, soluzioni semplici
Arienti ha poi approfondito il tema delle tempistiche legate alla strategia italiana: “Spero che non ci si dimentichi che il meglio è nemico del bene. Dovremmo puntare su cose semplici, immediatamente applicabili che possano migliorare rapidamente la situazione esistente anche per allinearci alla tempistica imposta dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR). Dobbiamo fare in fretta. Quando leggo, nelle linee programmatiche per l’aggiornamento della strategia, che una delle idee è quella di fare un sistema informativo di completa tracciabilità, omnicomprensivo e omnisciente, mi chiedo se ci si sia già dimenticati del Sistri.”

Creare un mercato del ricondizionato
La terza proposta di Arienti per rendere concreta la strategia nazionale è, ha detto il DG, “Un po’ più specifica ed è relativa a un punto del documento che definisce necessario definire obiettivi minimi di riutilizzo dei beni altrimenti destinati a diventare rifiuti. Qui si parla di obiettivi minimi di preparazione al riutilizzo dei rifiuti. Io credo che questo sia non senso perché qualunque sia l’obiettivo, cento o diecimila pezzi, è tutto inutile se non c’è una domanda, se non c’è un mercato che vuole prodotti ricondizionati. Credo che uno dei compiti necessari sia, dunque, quello di creare il mercato: il che vuol dire educare al consumo, portare le persone a volere prodotti ricondizionati e, soprattutto, definire meccanismi fiscali per favorire e rendere competitive le attività di preparazione per il riutilizzo.”

I Quaderni di Economia Circolare

I Quaderni di Economia Circolare

Il 28 ottobre dalle 11.30 il magazine online promosso da Erion presenterà a Ecomondo la sua nuova collana di saggi. Il primo “Guida strategica alla progettazione di Sistemi EPR” è firmato da Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion

EconomiaCircolare.com arriva a Ecomondo per presentare “Guida strategica alla progettazione di Sistemi EPR”, il primo saggio firmato da Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion, che lancia una collana di approfondimento su alcune tematiche chiave legate al percorso europeo verso la transizione ecologica.

L’appuntamento è il 28 ottobre a Ecomondo
La nuova iniziativa editoriale di EC.com, verrà presentata giovedì 28 ottobre 2021 alle 11.30 presso la Sala Abete (padiglione A7) di Ecomondo, nel corso di un evento speciale trasmesso in diretta streaming sulla pagina facebook di Erion. Alla tavola rotonda, moderata da Nicola Saldutti, Caporedattore Economia del Corriere della Sera, parteciperanno l’autore Danilo Bonato, la Direttrice di EC.com Marica Di Pierri, Claudia Brunori, Vice Direttrice per l’Economia Circolare, Dip. Sostenibilità Sistemi Produttivi Territoriali – ENEA e autrice di una delle due prefazioni del saggio, Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization e Andrea Farì Avvocato e docente di Diritto dell′Ambiente Università RomaTre.

“Guida strategica alla progettazione di Sistemi EPR”
“Quale futuro attende i regimi EPR e le PRO? Che contributo potranno dare alla transizione ecologica? E come andranno progettati in futuro per favorire l’affermazione di modelli economici circolari?”. È questa la domanda che Bonato pone in apertura del suo saggio e sulla quale si articolano i contributi di numerosi esperti del settore tra cui figurano, oltre quelli di Brunori, Fluttero e Farì, anche quelli di Christa Schweng, Presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) e di Vito Fortunato, Direttore della divisione servizi di Samsung Electronics Italia. Nel primo Quaderno, distribuito gratuitamente sul sito del magazine, i lettori troveranno anche un’intervista esclusiva a Cillian Lohan, Vicepresidente del CESE, sull’armonizzazione normativa del settore EPR e sullo sviluppo di nuove strategie per prolungare il ciclo di vita dei prodotti.

 

Scarica gratuitamente il saggio “Guida Strategica alla progettazione di Sistemi EPR”. QUI

Al via gli Stati Generali della Green Economy

Al via gli Stati Generali della Green Economy

Dal 26 al 27 ottobre 2021 alla Fiera di Rimini si svolgerà la decima edizione della manifestazione promossa dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il MITE e il patrocinio della Commissione Europea

Gli Stati Generali della green economy compiono dieci anni di vita e si preparano a riunirsi dal 26 al 27 ottobre 2021 alla Fiera di Rimini (qui per registrarsi). L’evento, promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il MITE e il patrocinio della Commissione Europea, riunirà importanti esponenti delle istituzioni, dell’industria ed esperti del settore introno al tema del decennale della Green Economy in Italia, i risultati raggiunti e il ruolo strategico che si profila al 2030.

Dieci anni di Green Economy in Italia
Un’edizione importante quella del 2021 perché – sottolineano i promotori – “Si svolge alla vigilia della Cop 26 per il clima e coincide con l’avvio del Piano nazionale di ripresa e resilienza e, più in generale, con le misure di rilancio dell’economia italiana dopo la recessione causata dalla pandemia”. È un momento fondamentale per il futuro di tutta l’Europa che vede nella green economy il motore principale di un rilancio che guarda “A un Green Deal basato su un’economia decarbonizzata e circolare per far fronte alla crisi climatica e promuovere uno sviluppo resiliente, durevole e di buona qualità”. Da qui l’esigenza di affrontare la sfida verso la neutralità climatica rafforzando il dialogo e la cooperazione fra tutti i settori economici: energia, industria, trasporti, agricoltura, costruzioni e servizi.

Transizione ecologica: per l’86% degli italiani è necessaria
La transizione ecologica e la digitalizzazione vanno gestite in maniera integrata. Raggiungere un modello di produzione sostenibile per il pianeta, sostengono i promotori degli SGGE, “Richiede misure impegnative e adeguate risorse: è un’occasione da non perdere e può diventare una grande opportunità, ma va gestita con coerenza e con misure appropriate”. E a cercare sostenibilità sono gli stessi cittadini italiani che, secondo uno studio IPSOS che verrà presentato nel corso dell’evento, vedono la transizione ecologica non solo come una difesa contro i danni ambientali e climatici, ma anche (per 86% degli intervistati) come un’opportunità economica capace di ridurre i rischi climatici e ambientali e in grado di sviluppare investimenti, innovazione e nuova occupazione. “Per 3 su 4, il 75%, – si legge in un’anticipazione dello studio – si tratta di un cambiamento necessario e urgente dell’economia e della società per fermare la crisi climatica e il degrado dell’ambiente. Il 18% la ritiene un cambiamento necessario ma non prioritario e solo il 6% una moda alimentata dai media”. Il 26 ottobre il programma dell’evento prevede un intervento di Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion Compliance Organization.

La crescita rigenerativa è una questione di impegno comune

La crescita rigenerativa è una questione di impegno comune

Nel corso del talk show organizzato da MCE 2022, gli esperti del settore hanno spiegato le prospettive economiche e sociali legate allo sviluppo dell’economia circolare. Danilo Bonato: “I Sistemi EPR dovranno diventare delle cabine di regia della filiera del riciclo”

Nel nostro immaginario vorremmo che i prodotti vengano realizzati secondo i principi dell’economia circolare. Crediamo che questo sia un tema importante anche per il grado di interesse da parte delle istituzioni e per la grande quantità di investimenti che vengono fatti in nome della sostenibilità”. Sono le parole con cui Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia, ha aperto il talk show “Circular economy: modello di crescita rigenerativa” organizzato da MCE 2022 per aprire una riflessione a tutto tondo sulle principali tematiche legate alla strategia circolare di produzione e consumo dei beni e dei servizi.

 

L’economia circolare è economia del Re-Design
L’incontro, trasmesso in diretta streaming il 19 ottobre, si è aperto con l’intervento del professor Davide Chiaroni del Politecnico di Milano che ha spiegato le pratiche manageriali che le aziende possono applicare ai propri prodotti e servizi in chiave di circolarità. L’economia circolare non è economia del rifiuto ma del Re-Design” ha sostenuto Chiaroni, “Troppo spesso associamo al concetto del rifiuto quello di economia circolare, ma fare economia circolare significa riprogettare i prodotti e i servizi secondo nuove logiche di design. Il principio base è che noi traiamo valore da un prodotto quanto più siamo capaci di mantenerlo in vita operando la manutenzione, il riuso, il remanufactoring, e infine pensando al riciclo. Perché dobbiamo farlo? Tutti i dati sul consumo delle risorse ci dicono che se manteniamo invariato il livello attuale della domanda di beni e servizi, non saremo più capaci di restituire tali risorse al pianeta. Il che significa che o interveniamo sulla riduzione della domanda oppure dobbiamo intervenire sui prodotti per mantenerli vivi più a lungo”.

Prodotti circolari? Una questione di studio e impegno
Il cuore del risparmio, per Chiaroni, è collegato a pratiche come il design for remanufactoring, il design for disassembly e il take back dei prodotti. Concetti, questi, al centro dell’intervento del professor Marcello Colledani del Dipartimento di Meccanica del Politecnico. “Il remanufactoring dei prodotti può portare al riuso non solo dei materiali che lo compongono, ma anche delle funzioni per cui era stato progettato. Con il Polimi abbiamo partecipato a un progetto europeo FiberEUse, sull’utilizzo di materiali compositi in fase di produzione. La vera sfida su questi materiali, come la fibra di carbonio e la fibra di vetro, è quella di poter essere riciclati. Abbiamo pensato a otto prodotti che diano la possibilità di reimpiegare tali materie: dai piatti doccia, agli sci da neve, fino alla componentistica dei veicoli elettrici come i sedili e il pianale. Due aziende tedesche hanno progettato in termine di modularità e riutilizzabilità le componenti delle e-car, modificando il modello di business applicato finora e introducendo un concetto di Re-Design che ha portato a prodotti testati per durare fino a otto-nove cicli di vita e un milione di chilometri. La strada è lunga ma le aziende del comparto manifatturiero sono pronte alla sfida”.

Normativa e tecnologia, i due driver dei prodotti HVAC
Michele Albieri, Presidente Commissione Tecnica Assoclima, ha analizzato il ciclo di vita di un prodotto HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) realizzato secondo criteri di circolarità, evidenziando come il loro ciclo di vita medio possa arrivare fino a 20 anni. “I prodotti sono soggetti ad evoluzioni molto veloci e all’azione di due driver: la normativa e la tecnologia. La prima si è concentrata sulla messa al bando dei gas dannosi per l’ambiente e sulla riduzione degli impatti ambientali. L’evoluzione tecnologica si è innestata su questo panorama normativo portando alla disponibilità di componenti sempre più efficienti”. La domanda per Albieri rimane una: “Se il ciclo di vita di un prodotto è così lungo, è utile avere la possibilità di intervenire per aggiornalo in base alle normative? La risposta è ovviamente sì e noi dobbiamo imparare ad farlo sempre di più, a livello di componenti come compressori, scambiatori, software, inverter, ventilatori e refrigerante. Ad Assoclima stiamo lavorando in questa direzione”.

Il nuovo ruolo dei Sistemi EPR
“L’economia circolare è una chiave essenziale della lotta alla crisi climatica che è una minaccia seria alla nostra società”, ha detto in apertura del suo intervento Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion. “C’è il tema dell’estrazione non più sostenibile delle risorse naturali, c’è quello della possibilità per le nostre aziende di ottenere queste risorse senza dipendere eccessivamente dalle importazioni, e c’è infine l’opportunità di abilitare nuove filiere sostenibili e creare posti di lavoro green”. Il tema centrale – passare da rifiuto a risorsa – secondo Bonato, richiede “la comprensione di un passaggio logico: riconoscere che per sua natura l’economia circolare è rigenerativa e decarbonizzata”. E se la strategia europea indirizza il cambiamento culturale su vari livelli, non tralasciando concetti cardine come l’eco-design, riutilizzo e riciclo dei prodotti, per Bonato è necessaria un’evoluzione dei sistemi EPR. “Le aziende cercano in questi sistemi una cabina di regia capace di interagire con tutti gli attori della filiera della raccolta, il recupero e la valorizzazione dei prodotti a fine vita. In questa trasformazione i soggetti collettivi stanno acquisendo una dimensione europea, sviluppando nuove competenze sistemiche legate alla comprensione di modelli circolari più evoluti e allo sviluppo di soluzioni sostenibili da applicare su scala globale. L’innovazione è un punto centrale del processo di trasformazione che stiamo vivendo. Un esempio è il programma Exceed che Erion ha sviluppato per aumentare la raccolta dei RAEE professionali che a livello nazionale è attualmente inferiore al 10% su un target europeo fissato al 65%. Grazie a Exceed non aspettiamo più i rifiuti elettronici dalle aziende, ma li andiamo a cercare in tutta Italia, garantendo tracciabilità, rendicondazione, servizi web based e formazione della rete di raccolta. Questa è solo una delle strade su cui ci stiamo muovendo”.

Dalla durabilità all’upgrading: il prodotto circolare
Cosa rende circolare un prodotto e in che modo le aziende possono rimodellare, misurare e comunicare i propri processi nell’ottica della circolarità? Alla domanda ha risposto l’intervento di Nicola Moro dello Studio Fieschi specializzato nella valutazione degli impatti ambientali delle aziende. “Sulla base del nuovo piano d’azione per l’economia circolare – ha detto Moro – la risposta alla domanda è data da dati come quello sull’aumento della quantità di materia riciclata nei prodotti e sulla riduzione delle sostanze chimiche per favorire il riciclo. Ci sono poi parametri legati alla fase d’uso come l’aumento dell’efficienza energetica e di consumo delle risorse (l’acqua per le lavatrici), la limitazione dei prodotti monouso, l’allungamento della durabilità, la facilitazione dell’upgrading e la riparabilità e, infine, la possibilità di reimmettere nel circuito produttivo materiali di valore. Il concetto che abbiamo già visto, ma che mi preme sottolineare, è che tutti questi aspetti sulla circolarità del prodotto e del processo sono contenuti nell’ecodesign cioè stabiliti in fase di progettazione”.

La simbiosi industriale per le PMI
Le imprese possono adottare nuovi modelli di business che promuovono la crescita circolare. Per compiere questo percorso di transizione spesso le PMI si affidano all’assistenza offerta dalla Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, come ha evidenziato l’intervento di Palmina Clemente, Responsabile Ambiente e sviluppo. “Abbiamo colto l’opportunità di avviare una serie di progetti, o piccole iniziative, per invogliare a diffondere una maggiore cultura della sostenibilità in ambiti aziendali, partendo dalla consapevolezza che andare verso la strada della transizione ecologica digitale rappresenta una necessità. Abbiamo istituito uno sportello di accesso che è un primo orientamento alla cultura ambientale, un momento di incontro con le imprese con consulenze specialistiche sui temi al centro dell’incontro odierno. Nel 2021 abbiamo deciso di affrontare una strategia particolare dell’economia circolare che è quella della simbiosi industriale che evoca la logica della filiera e permette di creare uno scambio produttivo fra settori imprenditoriali che normalmente non comunicano fra di loro”.

Circular economy: modello di crescita rigenerativa

Circular economy: modello di crescita rigenerativa

Il 19 ottobre dalle 15 se ne parlerà nel corso di un webinar organizzato da MCE 2022. All’incontro parteciperà Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organization, con un intervento sull’importanza del riciclo e del riutilizzo dei prodotti elettronici per l’effettiva transizione ecologica in Europa

I vantaggi che l’Economia Circolare genera per l’ambiente e le aziende. È questo il tema che animerà martedì 19 ottobre 2021 il talk show Circular economy: modello di crescita rigenerativa” organizzato da MCE 2022 per riflettere su un paradigma economico che punti a limitare il dispendio di materie prime ed energia, minimizzando scarti e perdite, prevenendo esternalità ambientali negative e realizzando al contempo nuovo valore sociale e territoriale.

Il webinar, trasmesso in diretta streaming a partire dalle ore 15, suggerirà al settore HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) un cambio di prospettiva per passare da un sistema economico lineare a quello circolare, amplificando il concetto di sostenibilità attraverso la massimizzazione dell’uso e la valorizzazione del prodotto nella fase di fine vita.

All’incontro (leggi il programma) parteciperà Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organization, con un intervento sull’importanza del riciclo e del riutilizzo dei prodotti elettronici per l’effettiva transizione ecologica in Europa.

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Un anno di EconomiaCircolare.com

Un anno di EconomiaCircolare.com

L’11 ottobre il magazine online promosso da Erion ha ripercorso i suoi primi 365 giorni di attività nel corso di un webinar trasmesso dalla sede centrale della FNSI. Tra le novità annunciate ci sono un’ iniziativa editoriale e un workshop sull’ecodesign promosso da uno dei nostri Consorzi

Il magazine online EconomiaCircolare.com compie un anno di vita e lo ripercorre nel corso del webinar “L’inchiesta, l’analisi, la proposta: informare ai tempi della transizione ecologica”, trasmesso l’11 ottobre dalla sede centrale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

I numeri del primo anno di EC.com
“Siamo qui per festeggiare una testata giornalistica alla quale crediamo tanto”, ha dichiarato Marica Di Pierri, Direttrice Responsabile EconomiaCircolare.com. “In un anno abbiamo riunito oltre 30 fra collaboratori e collaboratrici, abbiamo pubblicato 13 speciali tematici, offerto in maniera gratuita oltre 600 tra articoli, approfondimenti e analisi, informato 2 milioni di lettori in tutto il mondo. Presto lanceremo ‘I quaderni di economia circolare’, una nuova iniziativa editoriale divisa in saggi e report che verrà inaugurata da una pubblicazione sui sistemi EPR a firma di Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion”. Si tratta di temi complessi che è importante raccontare ai cittadini e sui quali è importante fare informazione e formazione. Ed è proprio questa la seconda sfida futura del magazine annunciata dalla sua Direttrice: “Tra pochissimo partirà ‘Ecodesign the future: packaging edition’, il primo workshop promosso da EC.com ed Erion Packaging, pensato per formare i ragazzi sugli elementi di costruzione e progettazione”.

Una riunione di redazione
“Vivo questa giornata come una delle nostre riunioni di redazione” ha detto Raffaele Lupoli, Direttore Editoriale EconomiaCircolare.com e moderatore dell’evento. “In quest’anno sono accadute un po’ di cose: quella a cui abbiamo dedicato più attenzione è stato il nuovo report dell’IPCC sul clima che ha chiesto un cambiamento più radicale di quello che immaginassimo per la salvaguardia del Pianeta. Noi ci occupiamo di un aspetto di questa risposta: l’economia circolare. Può sembrare un tema ridotto, ma lavorandoci su abbiamo capito che è molto complesso. Per noi di EC.com conoscere i temi e conversare con le persone sono i presupposti per provare a costruire”. Lupoli ha poi introdotto gli ospiti, “specialisti con i quali ci confrontiamo ogni giorno”, partendo da Claudia Brunori, Vicedirettrice economia circolare Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di Enea, che ha dichiarato: “Questo progetto ci vede in prima fila perché in questo momento sentiamo l’esigenza di comunicare la scienza con qualità. Nel 2018, seguendo l’impulso della Commissione Europea, Enea ha lanciato la piattaforma italiana degli stakeholder dell’Economia Circolare (Icesp) che oggi conta 261 associazioni. L’obiettivo è creare dibattito e confronto su un modello economico circolare che punta a un uso più efficiente delle risorse, dall’acqua al cibo, passando per le materie prime e le biorisorse. Bisogna creare consapevolezza nei cittadini utilizzando un linguaggio comprensibile e messaggi coerenti e facili da capire. Pensate alla definizione stessa di rifiuto che gli inglesi chiamano “waste”, ovvero spreco. Il rifiuto non è negativo di per sé, ma perché genera uno spreco di risorse”.

Comunicare l’economia circolare
Claudio Perissinotti Bisoni, Technical project manager Innovazione e Sviluppo di UNI, ha sottolineato come “Il rapporto tra comunicazione e normazione è fondamentale e deve essere bidirezionale perché l’una è a favore dell’altra. Ci sono almeno un centinaio di definizioni di economia circolare e migliaia di indicatori, per questo motivo bisogna sapere quali scegliere. La comunicazione svolge un ruolo fondamentale sia che si parli di B2B che di B2C perché in entrambi i casi dà indicazioni fondamentali per effettuare delle scelte consapevoli. Le cosiddette asserzioni etiche – ethical claim – che leggiamo spesso nei prodotti plastic free, chilometro zero ecc., devono seguire specifiche tecniche come la UNI ISO/TS 17033 che garantiscano un percorso riconosciuto”. Marta Macchi, Communicaton Manager di Erion, ha ricordato i risultati operativi e ambientali raggiunti dal Sistema multi consortile nel 2020 precisando che: “Per un sistema EPR a prima vista non c’è niente di più lontano che sostenere un magazine, ma nessuno può prescindere dal contesto in cui si opera. Siamo in un momento molto produttivo, i giovani di tutto il mondo stanno scendendo in piazza chiedendoci di fare di più e questo è qualcosa che Erion prende molto sul serio. È stato un anno di grandi risultati: EC.com è diventato un punto di riferimento non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per tutte quelle persone che cercano risposte su un tema fondamentale. È un impegno che portiamo avanti quotidianamente con gli amici del magazine con i quali condividiamo la passione per quello che facciamo e la voglia di dare un contributo importante e innovativo al dialogo sull’economia circolare”.

Lavorare per i lettori
“I lettori di EC.com sono di due tipi” ha detto in apertura del suo intervento Letizia Palmisano, Giornalista e comunicatrice ambientale, “Ci sono le persone già interessate che vogliono sapere come fare di più, e coloro che sono incuriositi dai nostri temi, ai quali bisogna farla semplice. Mi sono sempre posta la domanda se fare l’articolo perfetto o quello che abbia una funzione, e negli anni sono diventata la giornalista del fare, colei che dice che l’alternativa è a portata di mano del cittadino comune. La mia sfida è verso quelli che ancora non ci leggono”. Silvia Ricci, Referente economia circolare Associazione Comuni Virtuosi, ha raccontato la sua esperienza con EC.com ripercorrendo in breve la sua carriera nel mondo della sostenibilità: “In passato mi sono resa conto che tutti i settori che puntano a sviluppare un modello di economia circolare erano mondi che vivevano in compartimenti stagni, in silos informativi, in particolare in Italia. Diversi Media riportavano in modo separato i punti di vista degli stakeholder, delle Ong ambientaliste, dei riciclatori, dei produttori. Negli anni il mio interesse è stato quello di far dialogare questi settori e organizzare campagne che vertevano sulla necessità di cambiare il modello di consumo e di riacquisire una visione sistemica del mondo che portasse a una collaborazione fra tutti gli stakeholder”.

Voci dalla redazione
L’incontro di EC.com è stato concluso dalle testimonianze di tre giornalisti in forza al magazine online. Per Andrea Turco “Questa testata ha rappresentato un cambio di passo nel mondo del giornalismo. Il nostro metodo di lavoro parte da una riflessione seria sulla notizia prima di offrirla al lettore. Per affrontare certi temi bisogna studiare, valutare il taglio e poi affrontarlo non solo con chi è sensibile a determinati temi, ma anche con chi si approccia per la prima volta agli stili di vita sostenibili”. Il caporedattore Luigi Politano ha aggiunto che “Il bello di questo giornale è che leggendolo si possono trovare delle notizie che sono anche una direzione. È un modo diverso di fare informazione, non abbiamo la presunzione di essere un punto di riferimento, ma di dare un valido contributo al panorama informativo”. Emanuele Profumi ha chiuso il giro di tavolo sostenendo che “Il magazine coniuga due aspetti importanti: uno è quello di prendere posizione sulla realtà stimolando uno spirito critico, l’altro è quello di sviluppare temi che sono non soltanto attuali ma anche urgenti, pensiamo a quello della crisi ecologica”.

RAEE, CDC e Unioncamere siglano un protocollo d’intesa per supportare la filiera

RAEE, CDC e Unioncamere siglano un protocollo d’intesa per supportare la filiera

L’obiettivo è avviare attività di sostegno alle imprese della filiera dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) attraverso analisi ed elaborazione dei dati in materia di AEE e di RAEE e di formazione degli enti di controllo

Il Centro di Coordinamento RAEE e Unioncamere hanno siglato un protocollo d’intesa per supportare la filiera dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche con attività di formazione e informazione dedicate alle imprese produttrici di AEE e agli organi di controllo, nonché con processi di analisi ed elaborazione dei dati in materia dei prodotti elettronici e dei rifiuti a essi associati. Lo comunicano, in una nota congiunta, l’organismo centrale che si occupa di ottimizzare la raccolta, il ritiro e la gestione dei RAEE in Italia – e l’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, precisando che il protocollo “Ha l’obiettivo di garantire il rispetto degli obblighi normativi per favorire la tutela del mercato e una equa concorrenza, realizzare una gestione corretta della filiera delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE)”.

Informazione e formazione
Attualmente in Italia sono 9.000 gli operatori iscritti nel Registro nazionale dei Produttori di AEE gestito dalle Camere di Commercio. Tutti loro sono soggetti alla disciplina dei RAEE “la cui valorizzazione – scrivono il CDC RAEE e Unioncamere – rappresenta un’opportunità importante in un’ottica di economia circolare, per il volume di materie di pregio che possono essere recuperate e riutilizzate nel medesimo settore produttivo”. Per questo motivo accompagnare le imprese nel rispetto dei propri adempimenti rappresenta il primo step per la valorizzazione delle risorse derivanti dai RAEE. Il protocollo prevede diversi ambiti di collaborazione che vanno dall’informazione e formazione per le imprese obbligate al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE sugli adempimenti previsti dalla normativa ambientale, alla formazione per gli enti di controllo (Agenzia delle dogane e dei monopoli e Guardia di Finanza), per agevolare la loro attività sul territorio, passando dall’assistenza alle imprese della filiera delle AEE per una applicazione corretta delle norme ambientali.

L’analisi della filiera attraverso i dati
Le attività di sostegno agli operatori sarà accompagnata – comunicano i due firmatari – “Da una lettura e analisi della filiera attraverso la valorizzazione e la condivisione delle proprie fonti di dati”. Unioncamere, con il supporto della propria società in house Ecocerved, effettuerà un’attività di studio sui dati provenienti dalla banca dati MUD integrati con informazioni presenti in altre banche dati del sistema camerale e con informazioni fornite dal CdC RAEE. “Il sistema camerale è da sempre vicino a tutte le imprese agendo sempre nel rispetto della trasparenza e regolazione del mercato”, ha dichiarato Giuseppe Tripoli, Segretario Fenerale di Unioncamere “E lo è soprattutto in questo momento delicato che le vede coinvolte nel traguardo alla transizione ecologica. Questo passaggio vede coinvolte tutte le imprese e quelle della filiera dei RAEE rappresenta un tassello importante in una logica di circolarità dei processi produttivi”. Il Centro di Coordinamento RAEE metterà a disposizione le fonti  destinate all’analisi dei dati della filiera dei RAEE; fornirà il supporto tecnico e promozionale necessario a realizzare attività di informazione e formazione a imprese ed enti di controllo; garantirà il supporto tecnico e la partecipazione ad attività di orientamento alle imprese. I risultati di questa attività potranno anche essere utilizzati dal MITE per le decisioni in materia di PNRR e di economia circolare. “Questo approccio di sistema e di collaborazione sinergica con Unioncamere è stato fortemente voluto dal Centro di Coordinamento RAEE” ha dichiarato Fabrizio Longoni, Direttore Generale del Centro di Coordina- mento RAEE “perché va nella direzione di unire le forze per contrastare il fenomeno del free riding consentendo così alle imprese della filiera dei RAEE di operare in un contesto competitivo equo e rispettoso delle norme”.