“Materia Viva. Le sfide de Critical Raw Materials Act per un futuro sostenibile”

“Materia Viva. Le sfide de Critical Raw Materials Act per un futuro sostenibile”

Il 13 giugno 2023 si è tenuto a Roma l’evento di presentazione del terzo Bilancio di Sostenibilità di Erion. Al centro della giornata c’è stato il tema delle Materie Prime Critiche, esplorato nel nuovo Studio di The European House – Ambrosetti per Erion che aggiorna, e integra, quello realizzato nel 2022, anche alla luce del “Critical Raw Materials Act” della Commissione Europea

“Come Sistema Erion sentiamo l’esigenza di presentare il nostro Bilancio di Sostenibilità. Credo che sia molto interessante rendicontare il lavoro di un anno dal punto di vista della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Noi siamo Innovazione, in quanto rappresentiamo un sistema multi-consortile capace di garantire ai Produttori efficacia rispetto alla gestione di vari aspetti relativi alla loro Responsabilità Estesa”. È stato l’intervento di Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, a dare il benvenuto a tutti gli ospiti di “Materia Viva. Le sfide de Critical Raw Materials Act per un futuro sostenibile”, l’evento organizzato da Erion il 13 giugno 2023 a Roma per presentare il Bilancio di Sostenibilità 2022.

 

I numeri di Erion nel 2022
L’evento, ospitato nella splendida cornice di Palazzo Brancaccio, ha riunito oltre 150 stakeholder del Sistema per un confronto su alcuni dei temi più caldi del settore, a partire dalle performance del Sistema nel 2022.  Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organization, ha aperto i lavori con una relazione introducendo il tema delle Materie Prime Critiche, per poi arrivare ai numeri più importanti relativi alle attività di ECO e dei Cinque Consorzi del Sistema: Erion WEEE, Erion Professional, Erion Energy, Erion Packaging ed Erion Care. “Il rapporto annuale è frutto di un lavoro molto dettagliato di analisi dei numeri. Sono indicazioni che richiedono tempo e risorse per essere portate a voi. Anche il 2022 ha fatto segnare risultati notevoli in quanto a quantitativi di rifiuti raccolti, a benefici ambientali ed economici, e a contributi per lo sviluppo dell’economia circolare”, ha spiegato Bonato. Nel 2022 Erion ha gestito su tutto il territorio italiano 257.705 tonnellate di E-Waste di cui 246.246 tonnellate di RAEE Domestici (il 68% del totale nazionale), 10.092 tonnellate di Rifiuti di Pile e Accumulatori e 1.367 tonnellate di RAEE Professionali. Grazie al lavoro di Erion, è stato possibile recuperare e reimmettere nei cicli produttivi 220.224 tonnellate di Materie Prime Seconde (pari a circa l’89 del totale RAEE Domestici gestiti), di cui 125.501 tonnellate di ferro (quantità necessaria per costruire 17 Tour Eiffel), 35.571 tonnellate di plastica (pari a 13 milioni di sedie da giardino), 5.571 tonnellate di rame (equivalenti al rivestimento di 60 Statue della Libertà) e 5.164 tonnellate di alluminio, necessarie per produrre oltre 323 milioni lattine. Un lavoro efficiente che ha permesso, inoltre, di evitare l’immissione in atmosfera di quasi 1,8 milioni di tonnellate di CO2eq (corrispondenti alle emissioni prodotte da un’auto che percorre circa 200 mila giri intorno all’equatore), e di risparmiare 380 milioni di kWh (pari al consumo medio di energia elettrica di circa 140 mila famiglie italiane in un anno).

 

“Vi avevamo detto che restare fermi, per noi di Erion, non era un’opzione; che avremmo continuato a fare strada, rimanendo fedeli agli elementi costitutivi del nostro DNA: concretezza, evoluzione, autorevolezza e determinazione. Così è stato…”

Guarda il video completo.

 

L’aggiornamento dello Studio di Ambrosetti
Nel 2022 The European House – Ambrosetti insieme a Erion ha realizzato uno Studio dedicato al tema elle Materie Prime Critiche (CRM). Oggi, anche alla luce del conflitto Russo-Ucraino e della crescente contrapposizione tra blocco occidentale e orientale, le CRM sono una delle priorità chiave dell’Agenda politica nazionale ed europea”, ha detto Lorenzo Tavazzi, Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence di The European House – Ambrosetti, presentando lo Studio dal titolo “Le opportunità per la filiera dei RAEE all’interno del Critical Raw Materials Act. “Le Materie Prime Critiche sono elementi imprescindibili di nove tecnologie chiave che rientrano in quattro settori strategici per il futuro: Energie rinnovabili, Mobilità elettrica, Digitale, Difesa e Aerospazio. Il tema è vitale per l’Europa che, per un terzo delle CRM censite, dipende totalmente dalle importazioni i Paesi terzi. La dipendenza, unita alla crescente domanda e alla rilevanza di tali Materie per il settore produttivo, rende vulnerabili le catene del valore”, ha spiegato Tavazzi. L’esperto ha inoltre ricordato che: L’Europa ha attualmente censito 34 Materie Prime Critiche, mentre erano solamente 14 nel 2011. Su questo perimetro allargato va ad inserirsi il Critical Raw Materials Act (CRMA) con l’obiettivo di definire un quadro normativo per garantire un approvvigionamento più sicuro, diversificato e sostenibile delle CRM, rafforzando la circolarità all’interno della catena del valore”. Un passo fondamentale se si pensa che la produzione industriale italiana dipende, infatti, per 686 miliardi di euro (pari al 38% del PIL al 2022) da Paesi terzi per l’approvvigionamento dei materiali strategici. Uno scenario che mette in evidenza criticità e rischi se si pensa che, in un solo anno, tale esposizione è cresciuta del 22% (nel 2021 erano 564 miliardi di euro con un’incidenza complessiva sul PIL di circa il 33%). “Se per l’Europa questi temi sono vitali – ha aggiunto Tavazzi – per l’Italia lo sono ancor di più. Siamo il primo Paese nell’Ue-27 per incidenza delle Materie Prime Critiche sulla produzione industriale”.

 

La riflessione degli esperti
La tavola rotonda, moderata da Emilio Cozzi, Giornalista, Autore e divulgatore scientifico, ha riunito importanti esperti della sostenibilità e dell’economia circolare. Barbara Clementi, Dirigente Divisione III – Energie rinnovabili del MIMIT, ha illustrato il lavoro del tavolo nazionale sulle Materie Prime Critiche: “Un team interistituzionale che riunisce i principali attori coinvolti nel mondo delle CRM e che ha obiettivi sfidanti affidati a quattro gruppi di lavoro denominati, rispettivamente Fabbisogni, Mining, Ecodesign e Urban Mining”. Claudia Brunori, Vicedirettore per l’Economia Circolare di ENEA, ha messo in evidenza il fenomeno della mancanza di impianti di trattamento RAEE in grado di garantire il riciclo di CRM. “Un caso che non riguarda solo l’Italia, ma che si estende a tutti gli Stati dell’Ue. Per produrre CRM abbiamo bisogno di impianti più piccoli basati su tecnologie idrometallurgiche”. Per Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE: “Quando, sui RAEE, l’Italia raggiungerà i volumi di raccolta dei principali Paesi europei, contribuirà per il 25% al fabbisogno di Materie Prime Critiche. Come ci arriviamo? Il primo passo è comunicare, perché gli italiani non sanno cosa sono i RAEE e come si fa la raccolta differenziata di questi rifiuti; il secondo è semplificare e amplificare le modalità e i loghi di raccolta; il terzo passo è rendere la normativa italiana sui RAEE praticabile e semplice. Abbiamo bisogno, infine, di controlli su tutta la filiera per limitare le azioni illecite o illegali”. Pier Luigi Franceschini, Innovation Hub Director, EIT RawMaterials CLC South, ha evidenziato come in Europa ci si stia muovendo troppo lentamente sul tema delle Materie Prime Critiche, ricordando l’operato dell’European Raw Materials Alliance (ERMA). “A livello globale – ha detto Franceschini – entro il 2030, avremmo bisogno di 2,5 tonnellate di carbonato di litio, delle quali 800 mila solo in Europa. Se i progetti identificati da ERMA fossero implementati, potremmo arrivare a soddisfare fino al 40% della domanda europea di litio”.

 

Il “grazie” del MASE e l’approfondimento di ENEA
Al termine della tavola rotonda, Silvia Grandi, Direttore Generale della Direzione Economia Circolare del MASE, ha ringraziato Erion per la sua azione e la scelta di presentare il proprio Bilancio di Sostenibilità. “Il tema – ha detto Grandi – è integrato con politiche come quella della certificazione che ci suggerisce di andare oltre i numeri per dirigerci verso modelli capaci di offrire una visione completa del Sistema Italia. Alla fine, non è il risultato, ma il percorso che conta, non solo per le aziende, ma anche per le amministrazioni pubbliche”. In chiusura dei lavori, Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di ENEA, è ritornato sugli scenari geopolitici riguardanti le Materie Prime Critiche affrontando il tema della dipendenza dalla Cina: “Un Paese – ha dichiarato Morabito – che ha sviluppato una politica industriale aggressiva. Lo si nota, soprattutto, se si guarda al settore della mobilità elettrica che ha necessità di litio, cobalto e grafite: materiali che importiamo, rispettivamente da Australia, Repubblica Democratica del Congo e Cina. Il litio australiano – ha precisato Morabito – viene lavorato in Cina, che detiene il 70% della produzione mondiale di litio raffinato. Sulle 17 miniere di cobalto in RDC ben 15 sono cinesi. Lo strumento per garantire l’indipendenza si chiama Critical Raw Materials Act che, però, dev’essere molto più ambizioso quando stabilisce che almeno il 15% delle CRM deve venire da attività di recupero e riciclo. Credo che questa percentuale debba essere molto più elevata”.

 

Rivedi on-demand l’evento del 13 giugno 2023.

Erion Energy e le sfide del Regolamento europeo sulle batterie

Erion Energy e le sfide del Regolamento europeo sulle batterie

Intervista a Laura Castelli, Direttore Generale del Consorzio, sulle prospettive e gli obiettivi fissati dalla normativa che nei prossimi anni regolerà uno dei settori chiave della transizione energetica. “Dobbiamo creare un sistema efficiente in grado di gestire l’enorme ondata di rifiuti che si genererà, e migliorare le performance di raccolta e riciclo delle batterie a fine vita”. Per questo abbiamo creato il progetto “Raccoglile TUtte!”

L’Unione europea è pronta ad approvare in via definitiva il nuovo Regolamento Europeo sulle Batterie, una norma che promette di rivoluzionare uno dei settori strategici della transizione energetica. Erion Energy ha seguito da vicino l’iter legislativo della misura proposta dalla Commissione europea, promuovendo anche uno Studio sul tema realizzato dalla società di consulenza dss+. A pochi giorni dall’ultimo riesame sul testo della proposta da parte del Consiglio Ue, ErioNews ha intervistato Laura Castelli, Direttore Generale di Erion Energy, per conoscere le prospettive e le iniziative del Consorzio in vista di questo storico cambiamento.

 

Dopo anni di attese, lo scorso 14 giugno il Parlamento Europeo ha avviato il primo passaggio di approvazione del Regolamento, che dovrà ora passare l’esame del Consiglio e poi sarà pubblicato definitivamente. Potremmo essere di fronte, al 99%, a quello che sarà il testo definitivo. Che cosa cambierà nel settore con l’entrata in vigore del nuovo pacchetto di norme?
Il D.Lgs. 188/2008, che attua la Direttiva 2006/66/CE, costituisce oggi la normativa di riferimento in Italia sulle batterie. Tale strumento normativo regolamenta solo parzialmente la filiera concentrando i principali adempimenti sulla gestione del fine vita e sul contenuto di alcune sostanze chimiche all’interno dei prodotti. Il Regolamento, invece, disciplinerà l’intero ciclo di vita delle batterie: dalla culla alla culla.

Quali sono le novità più importanti previste dalla Commissione?
La prima è sicuramente la modifica dello strumento utilizzato dall’Unione europea: si passa da una Direttiva a un Regolamento, scelta che garantirà applicazioni delle prescrizioni più uniformi per tutti gli operatori economici dell’Ue e maggiore omogeneità del mercato interno.
Allineandosi alla transizione energetica in atto, il Regolamento introduce una nuova classificazione delle batterie che aggiunge alle attuali tre categorie (portatili, per autoveicoli e industriali) altre due strettamente collegate all’evoluzione della tecnologia degli ultimi anni: batterie per le auto elettriche (electric vehicles, EV) e per i mezzi di trasporto leggeri (light means of transport, LMT).

Come saranno le batterie del futuro?
Il Regolamento introduce requisiti importanti: di sostenibilità ambientale, come la dichiarazione dell’impronta di carbonio, gli obiettivi minimi di contenuto riciclato e parametri di prestazione e durabilità; di etichettatura, marcatura e informativi come il Digital Product Passport; di due diligence per garantire un’etica nella catena di approvvigionamento delle materie prime; di gestione del fine vita come i nuovi obiettivi per i tassi di raccolta, per l’efficienza del riciclaggio e il recupero dei materiali.

Si cambia da subito?
Non proprio. La timeline di applicazione delle misure previste dal Regolamento è molto variegata: si partirà, nel 2024, con la Carbon Footprint Declaration per le batterie EV e il Battery Management System, e si finirà nel 2031 con il contenuto minimo riciclato all’interno dei prodotti. È una strada lunga, con tanti step, e riguarda tutti: dai produttori agli impianti di trattamento. Tutti noi attori della filiera ci aspettiamo inoltre che vengano introdotti strumenti normativi nazionali di armonizzazione tra la vecchia e la nuova normativa.

Quali sono le principali novità che il Regolamento introdurrà nella filiera dei Rifiuti di Pile e Accumulatori della quale Erion Energy fa parte?
Le più importanti sono due. La prima riguarda l’obiettivo di raccolta delle pile portatili, che andrà dall’attuale 45% dell’immesso sul mercato, al 73% entro il 2030. Il secondo grande impatto riguarda il tasso di ritorno delle batterie LMT (una delle nuove classi introdotte dal Regolamento), che partirà da 0 e dovrà arrivare al 61% entro il 2031.

Cosa pensa Erion Energy dei cambiamenti previsti dalla nuova normativa e quali sono le prospettive che immagina?
Il sistema che gestisce il fine vita delle batterie in Italia oggi non è efficace: si raccolgono ancora pochi rifiuti rispetto ai volumi immessi sul mercato e gli impianti di trattamento gestiscono quantità e chimiche limitate. Nei prossimi anni, anche in vista della crescita della e-mobility, verranno vendute milioni di batterie e questo ci deve incoraggiare a creare un sistema efficiente e più efficace in grado di gestire l’enorme ondata di rifiuti che si genererà. Dall’altro lato è necessario migliorare le performance di raccolta e riciclo dei rifiuti che ci sono già, ma che non riusciamo a intercettare, come quelli delle pile portatili. È fondamentale sensibilizzare i cittadini al corretto conferimento e migliorare la gestione dell’intero sistema. Il nuovo Regolamento può sicuramente rappresentare uno strumento per rivoluzionare questi scenari.

Erion Energy sta già promuovendo questo cambiamento l’iniziativa “Raccoglile TUtte!”. Di che cosa si tratta?
È un programma che nasce con l’obiettivo di rispondere in modo concreto e proattivo agli importanti target di raccolta imposti dall’attuale normativa e che, nei prossimi anni, diventeranno ancora più sfidanti con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento. “Raccoglile TUtte!” comprende due iniziative strategiche: “Energia al cubo” che mira a sensibilizzare i cittadini sui comportamenti virtuosi e “Una Pila al giorno” che punta ad incrementare la raccolta di Rifiuti di Pile e Accumulatori portatili (RPA-P) proveniente dal canale volontario, ovvero quello costituito dai Produttori e dai partner di Erion Energy su tutto il territorio nazionale.

Partiamo da “Energia al Cubo”.
Si tratta di un progetto sperimentale partito nel 2022 in diversi Comuni italiani, grazie alla collaborazione con aziende municipalizzate attive sui territori coinvolti nell’iniziativa. L’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza dei cittadini sull’importanza del corretto conferimento e del riciclo delle pile portatili a fine vita. Abbiamo creato diverse tipologie di eventi: attività di formazione, informazione e gioco all’interno delle scuole elementari e medie, per sensibilizzare le nuove generazioni e le loro famiglie. Quest’anno stiamo cercando di fare un passo in più, portando Energia al Cubo” in altre città e altri istituti scolastici dove riproporremo le iniziative che hanno riscosso maggior successo nel 2022.

Cosa puoi dirci di “Una Pila al giorno”?
L’iniziativa è stata lanciata all’inizio del 2023 con l’obiettivo di aumentare la raccolta volontaria dei Rifiuti di Pile e Accumulatori portatili. Il progetto coinvolge i Produttori del Sistema Erion, ai quali abbiamo fornito delle colonne brandizzate da collocare all’interno delle loro sedi allo scopo di organizzare una raccolta responsabile dei RPA-P insieme ai loro dipendenti. “Una Pila al giorno” comprende un’attività di formazione e sensibilizzazione rivolte a questi ultimi, ai quali è stata consegnata la scatolina “Energia al Cubo” per facilitare la raccolta domestica delle pile a fine vita. Il progetto promette bene e presto accoglierà nuovi soggetti che hanno espresso l’interesse a partecipare.

CIRC-UITS, CE-RISE e Parsival: Erion entra i tre nuovi progetti europei di ricerca

CIRC-UITS, CE-RISE e Parsival: Erion entra i tre nuovi progetti europei di ricerca

Nel corso dei prossimi anni, il nostro team Strategic Development & Innovation sarà impegnato, all’interno di importanti partnership internazionali, nello sviluppo di soluzioni tecnologiche per migliorare la riciclabilità dei RAEE

Contribuire all’innovazione tecnologica nella filiera dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e dei Rifiuti di Pile e Accumulatori, per ottimizzare la riciclabilità delle materie prime in essi contenuti e il loro impiego in nuovi cicli produttivi. È uno degli obiettivi del team Strategic Development & Innovation (SDI) di Erion, che ha aperto il 2023 aggiudicandosi tre nuovi progetti di ricerca europei in partnership con prestigiose Università internazionali e importanti imprese del comparto tecnologico.

CIRC-UITS: migliorare il riciclo e il riutilizzo dei semiconduttori contenuti nelle schede elettroniche dei RAEE e nella componentistica del settore automotive
Si intitola CIRC-UITS (acronimo di Circular Integration of independent Reverse supply Chains for the smart reUse of IndusTrially relevant Semiconductors) ed è il progetto co-finanziato dalla Commissione Europea con il programma Horizon Europe che punta a sviluppare e testare soluzioni innovative per il riciclo e il riutilizzo dei semiconduttori contenuti nelle schede elettroniche dei RAEE e nella componentistica del settore automotive. Coordinato dal Politecnico di Milano, CIRC-UITS impegnerà, fino al 2026, venti partner internazionali in una serie di progetti pilota con l’obiettivo di sperimentare l’utilizzo di tecnologie digitali nei processi di recupero dei semiconduttori. In particolare, verranno sfruttate le potenzialità di sistemi come l’Intelligenza Artificiale, il Digital Twin e la Blockchain, per aumentare la circolarità e la sostenibilità della catena di valore dei semiconduttori. All’interno del progetto Erion sarà responsabile di un’azione pilota che riguarderà la selezione automatizzata delle schede elettroniche obsolete in un impianto di trattamento e lo studio di un loro possibile riutilizzo come pezzi di ricambio per nuove apparecchiature.

CE-RISE: aumentare la quantità di Materie Prime Critiche riciclate dai RAEE
Il progetto CE-RISE (Circular Economy Resource Information System), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon Europe, vedrà impegnati ben 22 partner internazionali, tra cui le Università di Oslo, Berlino e Leiden, fino al 2027, in una ricerca che punta ad aumentare la quantità di Materie Prime Critiche (CRM) riciclate dai RAEE. Alla base del progetto c’è l’idea di sviluppare e testare un sistema digitale informativo di raccolta e condivisione dati capace di valutare quali prodotti o componenti contenenti CRM possano essere riutilizzati, riparati o riciclati così come sarà richiesto dall’introduzione del Digital Product Passport. Il team SDI sarà coinvolto principalmente nelle attività pilota necessarie a testare le funzionalità del sistema CE-RISE per le filiere dei prodotti ICT, HVAC (riscaldamento, ventilazione e aria condizionata), pannelli fotovoltaici e batterie.

Parsival: consolidare una filiera di riciclo dei rifiuti fotovoltaici in Puglia ed Estremadura
Durerà fino al 2025 il progetto Parsival (PAnels Recycling to create SIlicon VALue chain) che vedrà impegnato il team SDI di Erion, insieme a otto differenti partner, nel test di tecnologie innovative volte a reintrodurre il materiale riciclato dai pannelli fotovoltaici in nuovi cicli produttivi. Focus del progetto sarà il riutilizzo del silicio riciclato in tre diverse applicazioni: batterie, produzione di ferroleghe e di nuovi pannelli fotovoltaici. Finanziato da EIT Raw Materials e coordinato dalla start-up 9-TECH, Parsival ha l’obiettivo di consolidare una filiera dedicata ai pannelli fotovoltaici in Puglia e nella Comunità autonoma di Estremadura, in Spagna. Territori, questi, entrambi caratterizzati da un’intensa presenza di pannelli fotovoltaici. Secondo le previsioni dei ricercatori di Parsival, nei prossimi 15 anni, la Puglia potrebbe generare circa 300.000 tonnellate di rifiuti fotovoltaici, mentre sarebbe di circa 380.000 tonnellate la stima relativa all’Estremadura. Parsival punta alla verifica di nuove tecnologie dedicate sia alla preparazione per il riutilizzo sia al riciclo dei pannelli fotovoltaici a fine vita. Gli esperti di Erion si occuperanno principalmente di studiare la qualità, la quantità e le previsioni future dei flussi di rifiuti, collaborando, inoltre, alla valutazione della fattibilità di un impianto di ricondizionamento e riciclo dei rifiuti fotovoltaici.

Erion Energy: una mattinata di plogging al parco di Monza in nome dell’ambiente

Erion Energy: una mattinata di plogging al parco di Monza in nome dell’ambiente

Il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti di Pile e Accumulatori ha promosso, insieme a quattro partner, una gara di raccolta dei rifiuti fra gli studenti delle scuole medie del territorio. Il Direttore Generale, Laura Castelli: “Differenziare i rifiuti è un dovere di tutti noi”

“Dentro le batterie ci sono materie prime il cui riutilizzo è importantissimo. Raccoglierle e differenziale in modo corretto quando diventano rifiuti è un dovere di tutti noi per evitare danni all’ambiente”. Lo ha detto Laura Castelli, Direttore Generale di Erion Energy, agli oltre 100 studenti delle scuole medie che lunedì 20 marzo 2023 si sono dati appuntamento al parco di Monza per una gara di plogging, attività sportiva che unisce la corsa alla raccolta dei rifiuti.

Quattro squadre, un solo obiettivo: ripulire l’ambiente dal littering.
L’evento, intitolato “Cercatori di risorse”, è stato organizzato da Erion Energy, Rotary di Monza, Comune di Monza, Reggia di Monza e CoopErica, con l’intento di sensibilizzare i giovanissimi studenti sull’importanza della tutela ambientale e della differenziazione dei rifiuti. Al loro arrivo i partecipanti sono stati divisi in quattro squadre e muniti di un kit per la raccolta formato da pinze, guanti e sacchi di diversi colori per affrontare l’attività di pulizia accompagnati dai volontari del Rotary di Monza, di CoopErica e di Erion Energy, che ha partecipato attivamente alla raccolta al fianco dei giovani ploggers con 14 delle sue persone. Prima della gara, svoltasi in quattro differenti aree del grande parco monzese, gli organizzatori hanno spiegato le regole principali da seguire: “ogni rifiuto raccolto contribuisce a dare punti alla propria squadra, se si raccolgono pile abbandonate il punteggio si raddoppia”. Un bonus, quest’ultimo, in linea con le attività di Erion Energy che, dal 2022, promuove in diversi comuni italiani il progetto “Energia al Cubo” con l’obiettivo di incrementare le quantità di Rifiuti di Pile portatili raccolte da parte dei cittadini coinvolti nell’iniziativa.

I risultati della gara di plogging
Durante le quasi due ore di gara, i giovani ploggers di “Cercatori di risorse” hanno affrontato il loro compito con grande impegno e grande entusiasmo, mettendo una cura minuziosa nella collezione dei rifiuti incontrati sul loro cammino che, a mano a mano, sono stati differenziati nei sacchi di diverso colore. Alla pesa finale della raccolta, i partecipanti hanno portato di tutto: da bottiglie di plastica a mozziconi di sigaretta, qualche pila, che ha aumentato il punteggio, fino al telaio arrugginito di una vecchia bicicletta che qualcuno aveva abbandonato fra i cespugli del parco. Il risultato finale è stato di tutto rispetto con una raccolta totale di 72 chilogrammi di rifiuti e 115 chilometri percorsi complessivamente da tutti i partecipanti. Numeri che, secondo i calcoli di CoopErica, hanno permesso di risparmiare una quantità pari a circa 118 kg di CO2 equivalente. Inoltre, la squadra vincitrice della gara parteciperà a una gita messa in palio da Erion Energy presso uno dei più importanti impianti di trattamento in Italia per imparare sul campo come vengono riciclati i Rifiuti di Pile e Accumulatori. Oltre a questi i risultati misurabili, “Cercatori di risorse” si è dimostrata essere una vera e propria esperienza di sostenibilità capace di lasciare nelle studentesse e negli studenti che vi hanno preso parte, il ricordo di una giornata passata all’aria aperta a far qualcosa di davvero utile per l’ambiente.

“Rethink batteries!” Erion Energy ed EconomiaCircolare.com premiano i migliori concept sulle batterie sostenibili

“Rethink batteries!” Erion Energy ed EconomiaCircolare.com premiano i migliori concept sulle batterie sostenibili

Si intitolano “Batterygame”, “Batterise” e “Lion” i tre progetti premiati nell’ambito del corso di alta formazione promosso da Erion Energy ed EconomiaCircolare.com, con il patrocinio dell’ISIA Roma Design e dell’ADI – Associazione per il Design Industriale. Laura Castelli, Direttore Generale di Erion Energy: “Stiamo vivendo una rivoluzione energetica in questo momento e questo corso rappresenta la voglia di formare gli studenti nel modo giusto per affrontarla al meglio”

Il 25 marzo 2023 l’ADI Design Museum di Milano ha ospitato “Rethink batteries!”, la cerimonia di premiazione di “Ecodesign The Future: Batteries Edition”, il corso di alta formazione promosso da Erion Energy e EconomiaCircolare.com e patrocinato dall’ISIA Roma Design e dell’ADI – Associazione per il Design Industriale.
Svoltosi dall’ottobre 2022 al gennaio 2023, il corso ha impegnato 30 studenti provenienti dalle Università di tutta Italia, in un programma di 50 ore, suddiviso tra lezioni frontali e un workshop progettuale, pensato allo scopo di rispondere alla forte carenza di figure specializzate nel settore e realizzare proposte di progetto e prototipi sul tema delle batterie e dei sistemi di ricarica.

Laura Castelli, DG Erion Energy: “Stiamo vivendo una rivoluzione energetica”
La giornata è stata aperta da Laura Castelli, Direttore Generale di Erion Energy che ha ricordato ai presenti: “Stiamo vivendo una rivoluzione energetica in questo momento e questo corso rappresenta la voglia di formare gli studenti nel modo giusto per affrontarla al meglio”. Raffaele Lupoli, Direttore Editoriale EconomiaCircolare.com, ha introdotto la tavola rotonda dell’evento, precisando che “oggi si parlerà di batterie per capire quale sarà il futuro di questo settore”. Primo ospite di giornata è stato Luciano Galimberti, presidente ADI – Associazione per il Disegno Industriale, per il quale “lo sviluppo inteso come ricerca e innovazione è l’unico modo per conservare la nostra libertà”. Silvia Bodoardo, Docente e responsabile del gruppo di elettrochimica, DiSAT – Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia al Politecnico di Torino, ha dichiarato: “La batteria non è un vuoto a perdere, ma un contenitore di materie importantissime, come il litio, che noi possiamo recuperare per nuovi prodotti senza impattare sull’ambiente. È il momento di essere nella rivoluzione e imparare a sviluppare un modo diverso di pensare, anche nel settore delle batterie”.

Le altre voci della tavola rotonda
Nel suo intervento, Stefano Sordelli, Future Mobility Director, Volkswagen Group Italia, ha annunciato l’impegno ambientale della casa automobilistica tedesca per far sì che “da qui al 2030 il 60% delle nostre vetture sia totalmente elettrico”. Per Alessandro Danesi, Direttore Commerciale e Sviluppo S.E.VAL Group, “oggi stiamo iniziando a riciclare le nuove batterie a ioni di litio che devono essere trattate con grande attenzione attraverso macchinari a raggi X”. Marco Pietrosante, designer e docente universitario ha ripercorso le tappe del workshop ricordando come “la cosa più difficile non è stata trovare le risposte, ma le domande ai problemi che la contemporaneità ci pone. Individuare queste domande permette di trovare le soluzioni ai problemi”. Elisa Delli Zotti, Service and graphic designer, ha sostenuto: “In questo percorso abbiamo imparato a gestire il tempo. La frustrazione di non riuscire a dare una risposta veloce rispetto alla contemporaneità ha dato ancora più valore ai progetti che sono stati sviluppati dagli studenti”. Infine, Silvia Grandi, Direttrice generale Economia Circolare MASE, che in collegamento da Roma, ha parlato del nuovo Regolamento europeo sulle batterie che “avrà il pregio di essere immediatamente applicabile a tutti i Paesi dell’Unione. Bisogna trovare uno spazio di dialogo con le imprese per affrontare le grandi sfide che questa nuova normativa introdurrà nella filiera delle batterie. È una sfida che dobbiamo accettare per il bene dell’ambiente e delle future generazioni”.

I concept di Ecodesign the future
Il workshop progettuale “Ecodesign the future: batteries edition” si è concluso con la realizzazione di sei eco-concept, tutti presentati nel corso dell’evento. I team di lavoro hanno affrontato il tema della circolarità della filiera di batterie, pile, accumulatori e sistemi di gestione, da diversi punti di vista: dal design dei sistemi, passando per servizi e prodotto, sino ad arrivare alla comunicazione. Il primo concept presentato è stato Battery Supply Chain 2.0: immaginato come un upgrade della filiera attuale di raccolta e riciclo delle batterie, basato sull’approccio di System Design. Digital Battery Platform, è il progetto di una piattaforma digitale volta a consolidare l’attuale second life market e a favorire il reperimento e il riciclo delle materie prime e del prodotto finito. Sundrop Charge, sfrutta la tecnologia innovativa della cogenerazione per offrire punti di ricarica posizionati in luoghi pubblici e pronti all’utilizzo da chiunque abbia bisogno di ricaricare i propri dispositivi elettronici.

I tre progetti vincitori
Sul terzo gradino del podio, fra i progetti più innovativi del corso, si è piazzato il concept dal titolo Lion che si propone come il  posacenere del futuro per facilitare il corretto conferimento delle batterie provenienti dalle vapes (e-cig), le sigarette elettroniche usa e getta. In seconda posizione troviamo BATTERISE piattaforma di ricarica, alimentata da pannelli fotovoltaici di batterie modulari che permettono di alimentare i piccoli elettrodomestici, all’interno di un sistema basato sul concetto di multiciclicità. Infine, Battery Game, giudicato dalla Commissione di esperti come il miglior progetto del corso. Si tratta di un’idea che punta all’installazione in punti strategici della città di bidoni smart per il conferimento delle batterie a fine vita, con uno schermo che permette l’interazione con l’utente. “Siamo orgogliosi – ha affermato Laura Castelli di aver promosso Ecodesign the future: batteries edition. Un’iniziativa importante che ha trasmesso, alle studentesse e agli studenti coinvolti, strumenti e conoscenze per affrontare i cambiamenti che ci aspettano nel prossimo futuro”. Per Raffaele Lupoli: “Con l’edizione di Ecodesign the future dedicata al mondo delle batterie abbiamo messo a disposizione di un nutrito gruppo di giovani un percorso multidisciplinare e pratico di approfondimento e costruzione di soluzioni possibili”.

L’esperienza e la dedizione sono il nostro punto di forza

L’esperienza e la dedizione sono il nostro punto di forza

Il team Operations di Erion coordina le attività di raccolta e riciclo dei rifiuti gestiti dai Consorzi del Sistema su tutto il territorio nazionale. Come funziona e quali sono le caratteristiche principali di questa squadra? Ce lo racconta in questa intervista Niccolò Nocentini, Operations Manager

Il team Operations di Erion è il gruppo di lavoro incaricato di organizzare e controllare, per tutti i Consorzi del Sistema Erion, ogni aspetto legato all’organizzazione e lo svolgimento dei ritiri di competenza dei Consorzi stessi; lavoro che – nel caso dei rifiuti derivanti dai prodotti elettronici, pile ed accumulatori, imballaggi – permette di assicurarne il corretto riciclaggio e quindi il recupero delle Materie Prime Seconde da re-introdurre in nuovi processi produttivi, secondo i principi dell’economia circolare. Alla guida della squadra c’è Niccolò Nocentini che in questa intervista racconta le attività quotidiane e i punti di forza del suo gruppo di persone.

Il team Operations è l’organo del Sistema Erion interamente dedicato alle operazioni di logistica dei rifiuti. Quali sono i plus che il tuo gruppo garantisce ai Produttori del Sistema?
Il team Operations è una delle aree nevralgiche del Sistema Erion. Non si occupa soltanto dell’organizzazione e del controllo delle operazioni di logistica, ma anche della gestione dei Fornitori che eseguono, per conto dei vari Consorzi, i servizi di gestione dei rifiuti. Per ciascuno dei Consorzi Erion garantiamo che le missioni vengano svolte in modo conforme rispetto ai Livelli di Servizio (LdS) previsti, sia che si tratti di LdS contrattuali tra i Consorzi e i Fornitori, sia di quelli relativi a regolamenti operativi come quello del Centro di Coordinamento RAEE. Inoltre, assicuriamo che tutte le fasi della nostra attività avvengano nel pieno rispetto della normativa ambientale, per sua natura articolata e complessa; queste attività sono garantite sia nell’organizzazione e nel monitoraggio dei Fornitori diretti di logistica e trattamento, come nel caso di Erion WEEE e di Erion Energy, sia con il nostro main contractor, Interzero Italy, per quel che riguarda l’operatività di Erion Professional ed Erion Packaging, Consorzio che è stato appena riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Da quante persone è attualmente composto il team Operations?
Siamo in 11 e ci occupiamo dell’operatività di tutti i nostri Consorzi: Erion WEEE, Professional, Energy, Packaging e Care.

Quali sono i punti di forza del tuo team?
Il primo è sicuramente quello di essere formato da professionisti che lavorano nel settore da molto tempo. Il cuore del team Operations è impegnato, fin dalla nascita di Erion, soprattutto sull’operatività di Erion WEEE, il Consorzio di gestione dei RAEE. Conosciamo e mettiamo in essere quotidianamente, quindi, tutte le buone pratiche necessarie ed abbiamo la consapevolezza di dover gestire un’operatività molto complessa che, nel corso degli anni, è stata sviluppata, migliorata e consolidata; da Ecodom e Remedia, prima; da Erion, poi. L’altro plus del team Operations è quello di avere una dedizione al lavoro che denota, da parte delle ragazze e dei ragazzi del team, una partecipazione davvero sentita e perfettamente in linea con gli obiettivi di Erion. Siamo consapevoli che il nostro lavoro è solo una parte, per quanto centrale, di un Sistema molto più grande. In ogni momento di questo lavoro, dalla predisposizione della reportistica al rapporto quotidiano con i Fornitori, sappiamo di rappresentare Erion; è con questo spirito che portiamo avanti oneri e onori della nostra attività.

Nel bilancio di sostenibilità presentato nel giugno 2022, le nostre persone hanno individuato quattro valori precisi di Erion: concretezza, evoluzione, autorevolezza e determinazione. In quale di questi si riconosce maggiormente il tuo team?
Come team Operations ognuno di questi valori ci rappresenta e ci guida. La concretezza è insita nel nostro lavoro: se non fossimo concreti non potremmo svolgerlo al meglio. L’evoluzione è uno dei tratti a cui siamo chiamati a ispirarci dal momento che, seppur nati nel settore dei RAEE e dei RPA, ci siamo ritrovati a gestire, nel tempo, anche flussi di rifiuti diversi: dobbiamo necessariamente evolvere per portare il nostro know-how anche in questi nuovi settori. Autorevolezza è quello spirito di rappresentanza di cui parlavo prima: se non fossimo autorevoli, non potremmo servire al meglio la mission di Erion e non potremmo contribuire adeguatamente allo sviluppo del Sistema nel quale lavoriamo. La determinazione è rappresentata dalla dedizione del team al suo lavoro. Dobbiamo essere determinati nel sapere chi siamo, e che dobbiamo necessariamente svolgere il nostro lavoro al meglio; questo, perché il Sistema Erion ha un’importanza cruciale per i settori nei quali opera, e quando siamo chiamati a interloquire e confrontarci con i Produttori nostri associati, Fornitori, Competitor, Istituzioni o Consumatori, dobbiamo garantire un’immagine e un’operatività di Erion che sia, ogni giorno, perfetta.

 

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Batterie, la corsa dell’Ue per l’autosufficienza: ora servono le gigafactory

Batterie, la corsa dell’Ue per l’autosufficienza: ora servono le gigafactory

Riciclo dei materiali e seconda vita delle batterie sono la via maestra. Se però l’Europa vuole stare al passo con la transizione energetica, deve aumentare drasticamente la produzione. Una panoramica dei progetti di gigafactory, gli impianti dove verranno costruite: c’è ottimismo, ma restano incognite e mancano informazioni certe. E già si assiste ai primi intoppi. Come in Italia con Italvolt

L’elettrificazione dei trasporti causerà un’impennata nella domanda globale di batterie. Le stime attuali prevedono una crescita di addirittura il 25% all’anno fino al 2030. Un cambiamento epocale che l’Unione europea ha cominciato ad affrontare dal punto di vista normativo con il Regolamento batterie. E se in altri articoli abbiamo esaminato quanto sarà importante nei prossimi anni investire sul riciclo e la seconda vita delle batterie, la stessa produzione porta con sé sfide enormi.

L’Unione Europea rappresenta attualmente il 7% del mercato mondiale di batterie per veicoli elettrici, ma ha l’ambizione di migliorare fino a rendersi autosufficiente entro il 2025 e coprire insieme agli Stati Uniti un quarto della capacità mondiale di produzione di sistemi di accumulo di energia entro la fine del decennio. Sebbene alcuni studi suggeriscono sia sulla buona strada per raggiungere il traguardo, se facciamo il confronto con la Cina, appare indietro nella corsa.

Pechino ha attualmente una capacità di produzione annua di 465 GWh, pari al 78% del totale mondiale. Il timore di un dominio cinese in un settore strategico come quello delle batterie non è infondato. Se da un lato il Regolamento batterie interviene su questo aspetto dal punto di vista normativo, richiedendo requisiti di qualità e di due diligence sul prodotto che le aziende cinesi spesso non riescono a garantire, aumentare la produzione è imperativo.

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Le gigafactory in Europa: una panoramica dei progetti

La Commissione europea stima che l’Ue avrà bisogno di 400 GWh di capacità di batterie entro il 2025. Per riuscirci, ci vorranno molti investimenti: uno studio citato dal Financial Times li ha calcolati intorno a 78,2 miliardi di dollari. Ci sono molte aziende che stanno lavorando in Europa. Alcune sono piccole startup specializzate nella produzione di batterie sostenute da investimenti pubblici e privati, come NorthvoltVerkorFreyr o Italvolt in Italia, altri sono progetti gestiti dalle case automobilistiche affermate, come VolkswagenNissan e Tesla.

Su tutto il territorio dell’Unione europea più il Regno Unito sono previste in tutto 33 gigafactory operative entro il 2035, l’anno in cui diventerà obbligatorio il passaggio all’elettrico nel settore dei trasporti. Almeno sette dovrebbero essere pronte già entro la fine del 2023: tra queste CATL in Germania, uno stabilimento in Ungheria di SK Innovation e due tra Germania e Francia di Automotive Cells Company, una nuova società sostenuta da Saft, Stellantis e Mercedes.

Se tutti i progetti saranno realizzati senza intoppi, la società Benchmark Mineral Intelligence (Bmi) calcola una capacità produttiva annua di 789 GWh, ben al di sopra delle attese di Bruxelles. Ma gli annunci sulla capacità di produzione si riferiscono agli ultimi stadi di sviluppo dei progetti, quindi non è ben chiaro quale sarà la capacità definitiva in GWh.

Le più grandi gigafactory in Europa sono lo stabilimento polacco della coreana LG Chem, che punta a 65 GWh di capacità produttiva all’anno, e quello di tedesco di CATL, fino a 100 GWh. Northvolt, la gigafactory che finora ha ottenuto più capitali in Europa, ha già un impianto attivo in Svezia e ha dichiarato di voler aumentare la capacità fino a 110 GWh. Sta inoltre lavorando a una seconda gigafactory in Germania, nazione leader in Europa con ben 12 progetti in cantiere. In Francia, Spagna, Italia, Ungheria e Regno Unito tra i Paesi extra Ue, sono previste tre gigafactory per ciascuna nazione.

batterie gigafactory

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Le gigafactory italiane: a che punto siamo

In Italia c’è lo stabilimento di Teverola, in provincia di Caserta, della società Faam, del gruppo Seri Industrial. La produzione attuale è di circa 33 MWh all’anno, ma sono in corso lavori per realizzare una seconda linea produttiva da 8,5 GWh. Di dimensioni sicuramente più rilevanti c’è la gigafactory di Italvolt a Scarmagno, vicino Ivrea negli ex stabilimenti dell’Olivetti. Dovrebbe avere una capacità produttiva di 40-45GWh annui nel 2024, che equivalgono a batterie per circa 550.000 automobili, e arrivare a 70 GWh nel 2030. Infine Stellantis a Termoli, una gigafactory in collaborazione con la casa di produzione di batterie Saft. Capacità produttiva prevista di 40 GWh entro il 2030.

“In Italia prevediamo una domanda di 120 GWh all’anno di batterie entro il 2035”, afferma Veronica Aneris, responsabile per l’Italia dell’associazione Transport&Environment: “Quindi se sommiamo quanto previsto dalle gigafactory l’Italia sulla carta dovrebbe essere indipendente”. Sulla carta. Se fin qui siamo agli annunci, a volte con toni perfino eccessivamente trionfalistici, nell’ultimo anno diversi progetti hanno, infatti, già registrato i primi intoppi.

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di Tiziano Rugi

 

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Batterie, perché conviene pensare alla seconda vita (anche oltre il riciclo)

Batterie, perché conviene pensare alla seconda vita (anche oltre il riciclo)

Dare una seconda vita alle batterie quando non vanno più bene per le automobili è un’opportunità che permette di sprecare meno risorse e inquinare meno. I possibili impieghi sono tanti: dalla stabilizzazione della rete elettrica all’accumulo di energia, in chiave ecosostenibile. E più va avanti la transizione ecologica, più diventerà fondamentale farlo

Ci saranno circa 300 milioni di veicoli elettrici nelle strade di tutto il mondo entro il 2030 secondo le stime dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) e per lo spropositato numero di batterie agli ioni di litio che verranno prodotte il riciclo non sarà sufficiente a garantire un’economia circolare nel settore. Prima di arrivare al recupero di materiali contenuti all’interno come il litio, il cobalto e altri metalli attraverso il riciclo, le case automobilistiche e i produttori di batterie stanno quindi pensando a soluzioni alternative per allungare il ciclo di vita delle batterie e allontanare nel tempo il momento in cui non potranno più essere utilizzate.

Dopo la fine della “prima vita”, gli accumulatori conservano, infatti, una capacità di carica residua superiore all’80%, inadeguata per alimentare un veicolo elettrico, ma ideale per tutta una serie di altri impieghi, dando una seconda vita alle batterie. Un’opzione è la riconversione (repurposing), in cui diversi gruppi adeguati di batterie sono selezionati e combinati in base allo stato residuo e alla capacità. La rimessa a nuovo dei gruppi è una seconda opzione praticabile. Essenzialmente i gruppi vengono smontati e le singole celle vengono ricondizionate e re-imballate in nuovi moduli.

Le batterie possono essere così usate per altri dieci anni, fino a quando raggiungeranno una capacità residua del 60%. Ad esempio, in applicazioni stazionarie che vanno dalla stabilizzazione della rete elettrica a tecnologie innovative per lo stoccaggio dell’energia in chiave ecosostenibile e di efficienza energetica.

Perché conviene pensare a una seconda vita delle batterie

 Il riciclo in sé non è un processo senza impatti ambientali. I processi pirometallurgici per estrarre le materie prime sono, infatti, ad alta intensità energetica e sono associati a emissioni tossiche e di gas serra, mentre quelli idrometallurgici richiedono enormi quantità d’acqua: per estrarre una sola tonnellata di litio, per esempio, servono circa 1900 tonnellate d’acqua. L’utilizzo di sostanze chimiche durante la lavorazione può inoltre generare sottoprodotti contaminati da inviare in discarica.

Questo non significa che il riciclo non vada bene: gli studi sul ciclo di vita delle batterie dimostrano che il trattamento a fine vita rappresenta solo una piccola parte degli impatti totali della produzione delle batterie, inferiore al 5%, e può limitare in maniera sostanziale gli impatti rispetto alla produzione primaria perché riduce il fabbisogno di materie prime e l’inquinamento derivante dalle emissioni legate ai processi di produzione. Inoltre, anche con le batterie in seconda vita le materie prime potranno essere recuperate solo dopo altri dieci anni di utilizzo.

Insomma, puntare sul repurposing non è solo un modo più efficiente di gestire le risorse, ma contribuisce a ridurre l’impronta di carbonio della batteria, distribuendola tra la prima vita in ambito automotive e la seconda in ottica stazionaria, peraltro in un intervallo di tempo raddoppiato. In poche parole, rende le batterie più sostenibili. Il riutilizzo e la riconversione, secondo recenti studi accademici, riducono le emissioni rispettivamente di 0,27 kgCO2eq/kWh e di 0,22 kgCO2eq/kWh, contribuendo ad abbassare del 16% l’impatto delle batterie sul cambiamento climatico e del 25% sull’acidificazione degli oceani.

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Stabilizzare la rete elettrica sarà fondamentale per la transizione energetica

 A rendere necessario un mercato delle batterie in seconda vita sarà la stessa transizione energetica e l’aumento del ricorso a fonti di energia rinnovabili che rende inevitabile trovare soluzioni per la stabilizzazione della rete elettrica. Le linee di distribuzione dell’elettricità trasportano l’energia elettrica nei punti di domanda e consumo, come industrie, uffici, case, centri commerciali. Non è, però, un processo costante, perché ci sono picchi e momenti in cui il bisogno è ridotto e quindi l’energia prodotta viene immagazzinata per utilizzarla successivamente. Il metodo più immediato ed efficace è farlo con le batterie.

Di fronte alla crescita nei prossimi decenni di parchi eolici e solari, il problema però si presenta ingigantito rispetto a una centrale elettrica tradizionale. Il sole non splende 24 ore su 24 e il vento non soffia in maniera costante: questo significa che gli impianti eolici e solari producono energia in forma discontinua e nei momenti di massimo funzionamento potrebbero produrla in quantità superiore alla capacità di assorbimento della rete: in pratica c’è più elettricità di quella che serve e quindi va immagazzinata. Ecco allora l’utilità delle batterie in seconda vita.

Mettendo insieme gruppi di batterie ricondizionate è possibile stoccare rapidamente energia per rispondere agli sbalzi di potenza e diminuire o evitare del tutto gli eventi di riduzione di carico e blackout. È quello che già avviene, ad esempio nell’impianto idroelettrico di pompaggio di Herdecke, in Germania, dove da poco Audi ha completato in collaborazione con la società di gestione dell’energia la costruzione di un mastodontico sistema di stoccaggio con 60 moduli batteria, molti dei quali ricondizionati, del peso di circa 700 chili ciascuno; oppure a Melilla, enclave spagnola in Marocco, dove Enel, in collaborazione con Nissan, ha realizzato un progetto simile, in una centrale elettrica a gas.

Tanti altri impieghi per le batterie in seconda vita

Lo stesso concetto può essere applicato anche in altri ambiti. In Italia Enel X è al lavoro per un sistema di stoccaggio da impiegare nell’aeroporto romano di Fiumicino per assorbire l’eccesso di energia prodotta dall’impianto solare in fase di costruzione e coprire gli eventuali picchi serali di domanda di energia dell’aeroporto. In tanti avranno sentito parlare dello stadio di calcio di Amsterdam, alimentato con 150 batterie al litio, molte delle quali in seconda vita.

Un’altra interessante soluzione è utilizzare le batterie riconvertite per garantire continuità nell’erogazione della corrente anche in caso di blackout, con il vantaggio di non aver bisogno di fonti esterne di alimentazione per funzionare come gas o carburanti liquidi con i quali lavorano i tradizionali generatori. Le batterie in seconda vita possono essere vendute anche per impieghi molto più semplici: per fornire illuminazione agli uffici, nei magazzini di cibi freschi o per uso domestico, per esempio per stoccare l’energia elettrica dei pannelli solari sul tetto di una casa.

Più aumentano le batterie a disposizione, più progetti simili proliferano. Le case automobilistiche come Volkswagen e Stellantis hanno cominciato a realizzare o progettare punti di ricarica rapida per automobili elettriche da alimentare con pannelli solari e con sistemi di accumulo con gruppi di batterie in seconda vita provenienti dai veicoli elettrici. Jaguar sta sviluppando batterie di avviamento portatile utilizzando batterie in seconda vita.

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di Tiziano Rugi

 

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La rubrica del Presidente – Alessandro Frigerio: “Dobbiamo creare valore e condivisione delle conoscenze. Il Nuovo Regolamento europeo sulle batterie è l’occasione per farlo”

La rubrica del Presidente – Alessandro Frigerio: “Dobbiamo creare valore e condivisione delle conoscenze. Il Nuovo Regolamento europeo sulle batterie è l’occasione per farlo”

L’entrata in vigore della normativa rivoluzionerà un settore chiave dell’economia circolare

Nel corso di una sessione plenaria del marzo 2021, il Parlamento europeo definì le batterie come “un elemento critico della transizione dell’UE verso un’energia pulita”. Tale affermazione arrivò a pochi mesi di distanza dal 10 dicembre 2020, giornata in cui la Commissione presentò una proposta di Regolamento europeo sulle batterie, approvata con largo consenso dal Parlamento nel marzo del 2022 e che potrebbe entrare in vigore già nel primo semestre del 2023.

Si tratta di una rivoluzione normativa, pensata per disciplinare in modo strategico quella altrettanto chiara che si sta compiendo nella società, sempre più proiettata verso sistemi di consumo circolari e sostenibili come l’impiego di fonti energetiche green. Dagli smartphone ai mezzi di mobilità elettrica, dalla domotica agli impianti di stoccaggio di energia rinnovabile, le batterie sono presenti ovunque nella nostra quotidianità e la loro diffusione è destinata a espandersi in modo esponenziale nei prossimi anni.
Si stima, infatti, che la domanda globale salirà del 25% all’anno fino al 2030 e che l’Unione europea dovrebbe occupare una quota crescente del mercato mondiale passando dal 17% al 26% entro il 2030.

Circolarità e sostenibilità diventano le parole chiave del Nuovo Regolamento che sostituirà l’attuale norma di riferimento – la Direttiva europea sulle pile (2006/66/CE) – puntando sul triplice compito di rafforzare il funzionamento del mercato unico, promuovere l’economia circolare e ridurre l’impatto ambientale e sociale in tutte le fasi del ciclo di vita delle batterie.
La scelta di regolare “dalla culla alla culla” la vita delle batterie è una delle maggiori novità del Regolamento che, se da una parte fa leva su strumenti tipici dell’economia circolare come il riutilizzo, il ricondizionamento e il riciclaggio (quest’ultimo considerato fondamentale per assicurare l’autosufficienza dell’Unione in termini di approvvigionamento di materie prime critiche), dall’altra punta alla produzione di batterie più circolari, stabilendo requisiti obbligatori per quelle immesse sul mercato europeo. Sono definiti requisiti di sostenibilità, ad esempio, la dichiarazione dell’impronta di carbonio dei nuovi prodotti, gli obiettivi di contenuto riciclato minimo e i parametri di prestazione e durabilità.

Tra le caratteristiche che le nuove batterie dovranno rispettare ci sono anche quelle informative sulla marcatura e sull’etichettatura, pensate per assicurare la trasparenza e favorire il loro ricircolo. Si inserisce in questa lista la grande novità del Passaporto digitale (in inglese, Digital Product Passport, DPP) che accompagnerà alcune tipologie di batterie vendute in Europa e conterrà una serie di informazioni utili alle autorità di sorveglianza, agli operatori economici e ai consumatori. Tali dati, che verranno condivisi in un sistema centralizzato a disposizione degli Stati membri dell’Ue, forniranno dettagli tecnici sulla composizione delle batterie, ma anche sulla cura del prodotto, sulla riparabilità, sulla durata, sull’aggiornabilità e sulle istruzioni per la fine del ciclo di vita.

L’impegno del Regolamento si spinge fino all’attenuazione degli impatti sociali delle batterie, regolando le fasi che ne anticipano la produzione e stabilendo per i Produttori requisiti di due diligence volti a promuovere una catena di approvvigionamento etico delle materie prime e la creazione di politiche di controllo verificate da parti indipendenti.
Vengono introdotti, infine, nuovi requisiti di gestione del fine vita che stabiliscono target di raccolta e riciclo più sfidanti per la filiera ed estendono l’ambito di applicazione della Responsabilità Estesa del Produttore a nuove categorie di batterie, come, ad esempio, quelle derivanti da operazioni di preparazione per il riutilizzo, per il cambio d’uso o la rifabbricazione.
Ancor prima della sua entrata in vigore, il Nuovo Regolamento europeo sulle batterie pone in chiaro che lo sviluppo di questo settore, per definirsi realmente circolare e sostenibile, deve necessariamente coinvolgere tutti noi attori della filiera, a partire dai Produttori fino ai consumatori.

Proprio in questa direzione si inseriscono due recenti e importanti iniziative promosse da Erion Energy, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti di Pile e Accumulatori di cui sono Presidente. La prima è la pubblicazione dello studio “Il Regolamento europeo sulle batterie e le sfide per la catena del valore”, realizzato dal team di Federico Magalini, Director Sustainability Services UK & Italy dss+, che analizza da vicino il contesto geoeconomico europeo alla vigilia dell’entrata in vigore della nuova normativa, le prospettive di crescita e le novità principali che riguarderanno la filiera in tutta l’Unione. Si tratta di un documento importante sia perché rappresenta il primo edito sul tema in Italia, sia perché esprime la volontà del Consorzio di fare rete mettendo a disposizione di tutta la filiera uno Studio di altissimo livello che indaga sui prossimi cambiamenti del settore.

La seconda iniziativa, di cui vado particolarmente fiero poiché rivolta proprio ai consumatori, è la campagna “Energia al Cubo”, lanciata nell’estate 2022 su diversi territori italiani per sensibilizzare i cittadini al corretto conferimento delle proprie pile portatili. Lo abbiamo fatto insieme a sei partner distribuendo oltre 160.000 scatole di cartone per la raccolta domiciliare delle pile in 20 città, ma anche installando 510 colonnine per la raccolta stradale, indicendo gare di raccolta a premi fra le scuole, informando con volantini, flyer, manifesti pubblici, organizzando un evento speciale e allestendo uno stand dedicato alla grande fiera della sostenibilità di Ecomondo.

Sono scelte che facciamo guidati dal motto che ci contraddistingue “fare un lavoro che fa bene al mondo” e lo facciamo in un contesto – come quello delle batterie – che sappiamo essere strategico per il futuro di tutti noi, Pianeta compreso. Credo che la nuova frontiera di azione dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore sia proprio questa: creare valore e spazi di condivisione delle conoscenze per promuovere azioni virtuose e cambiamenti reali. Per noi di Erion Energy non è un’opzione, ma una scelta chiara verso la ricerca di un vivere ambientalmente ed economicamente sostenibile.

 

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Andrea Fluttero: “I sistemi consortili devono essere no-profit e gestiti da Produttori in una prospettiva di economia circolare”

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Il 16 dicembre 2022 il Presidente di Erion Compliance Organization è intervenuto alla Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo

“La consapevolezza dei consumatori riguarda tutto lo sforzo che come europei stiamo facendo per concretizzare la transizione ecologica e, in particolare, per quanto riguarda il riciclo di materia, l’economia circolare”, lo ha detto Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, intervenendo al panel dal titolo “L’industria del riciclo: risultati, potenzialità e prospettive” organizzato, il 16 dicembre a Milano, da Fondazione per lo sviluppo sostenibile in occasione della Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo.

“Quando si compra un prodotto si paga per una serie di servizi”
Parlando di consapevolezza dei consumatori rispetto al riciclo post-consumo dei prodotti, Fluttero ha ricordato come dall’osservatorio di un Sistema multiconsortile come Erion si riescano a vedere da vicino i problemi e i limiti di questa specifica filiera. “Tra il 2022 e il 2023 – ha detto Fluttero – Erion WEEE, che è il Consorzio per la gestione dei RAEE domestici, investirà milioni in comunicazione, perché c’è davvero bisogno di informare i cittadini su diversi temi riguardanti i RAEE. Si pensi all’eco-contributo sul prezzo del prodotto che, a differenza di ciò che avviene per i pneumatici, non è evidente, ma internalizzato. Il consumatore non lo vede e non è consapevole che insieme al prodotto compra anche un servizio per la gestione del post-consumo. Peraltro, penso che sia necessario sapere che quando si compra un prodotto si copre il costo della materia prima, quello del progetto, della realizzazione, della commercializzazione e della corretta gestione del post-consumo”.

Il modello deproduttivo per la gestione del post-consumo
Fluttero ha poi evidenziato che: “Chi sta dentro al mondo dei sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore, non gestisce flussi indifferenziati di rifiuti, ma flussi omogenei di prodotti post-consumo”. Per il Presidente di ECO sarebbe opportuno andare verso un’interpretazione speculare del mondo produttivo, ovvero considerare “un mondo deproduttivo che deproduce centinaia di prodotti post-consumo, ricavando la materia prima. Da questo punto di vista – ha aggiunto Fluttero – è indispensabile l’eco-progettazione, perché non si può chiedere ricerca e innovazione sul riciclo, o sulla preparazione per il riuso, senza pensare al mondo della deproduzione. Stiamo parlando di un modello che si sta evolvendo verso un sistema industriale in cui il ruolo dei Consorzi è centrale”.

“Per assicurare trasparenza i sistemi consortili devono essere realmente senza fini di lucro”
Per Fluttero, i sistemi consortili sono strumenti cardini anche nell’assicurare trasparenza nei confronti del consumatore: Tutti i sistemi consortili dovrebbero pubblicare i propri eco-contributi, per garantire trasparenza e consentire al consumatore di conoscere l’ammontare degli oneri per la corretta gestione del fine vita del prodotto. Per assicurare una gestione efficiente e trasparente del fine vita dei prodotti, senza conflitti di interesse nella filiera, i sistemi consortili devono essere realmente senza fini di lucro e gestiti dai produttori dei diversi regimi EPR, in una prospettiva di economia circolare”.