Dalla discarica alla stampante 3D: il viaggio della plastica dei RAEE

Dalla discarica alla stampante 3D: il viaggio della plastica dei RAEE

Grazie al riciclo meccanico la plastica dei RAEE può essere trasformata in un filamento per la stampa 3D utilizzabile per creare prototipi, parti di ricambio, prodotti e non solo. Una ricerca prova a capire quale sia il processo più efficiente. “Ci sono ampi margini di miglioramento” afferma il borsista Enrico Bassi

materiali plastici contenuti nei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) hanno peculiari caratteristiche fisiche e chimiche che li rendono riciclabili e valorizzabili in diversi modi. Uno di questi è il riciclo meccanico, che trasforma la plastica in un filamento per la stampa 3D utilizzabile per creare prototipi, parti di ricambio, prodotti e non solo. Tuttavia ci sono limitazioni tecnologiche e pratiche all’applicazione su larga scala di questa tipologia di riciclo: la difficoltà di ottenere semilavorati di alta qualità, l’incertezza nella caratterizzazione delle miscele iniziali e l’eterogeneità dei lotti di produzione sono solo alcuni esempi.

Nella cornice del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)”, promosso dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE ed ENEA – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali, la ricerca condotta dal borsista Enrico Bassi sotto la supervisione dei ricercatori dell’ENEA Letizia Tuccinardi e Riccardo Tuffi ha avuto l’obiettivo di confrontare diversi processi di trasformazione della plastica recuperata da un impianto di trattamento RAEE del Centro Italia per valutare quale fosse quello più efficiente e maggiormente impiegabile.

Grazie alla strumentazione del laboratorio T4RM (Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali) è stato inoltre possibile testare la qualità dei filamenti in plastica riciclati meccanicamente dai RAEE mediante estrusione a filo e valutarne la stampabilità con tecnologia a deposizione fusa (FDM). Questa particolare tecnologia di riciclo viene indicata come una di quelle che più facilmente può essere implementata e replicata anche su larga scala, e che quindi può contribuire a modificare la percezione del valore, sia in termini di utilità che in termini ambientali e di fine vita, dell’uso di plastica riciclata dai RAEE.

Leggi anche: La seconda vita della plastica delle apparecchiature elettriche ed elettroniche

Come si trasforma la plastica in filamento per la stampa 3D

Stampare 3D tramite la produzione di filamenti è un processo che consiste nella trasformazione delle plastiche dei RAEE in un filamento con diametro esattamente di 1,75mm (la precisione è cruciale per garantire la qualità del risultato) per creare oggetti personalizzati con grande accuratezza e dettagli complessi. Questa qualità complessiva è difficile da raggiungere con altre tecniche di riciclo, che richiedono invece attrezzature e stampi più costosi e spesso non riescono a gestire geometrie diverse con la stessa facilità e velocità.

Risulta quindi una tecnologia di riciclo particolarmente adatta e utile per le aziende che necessitano di prototipi funzionali o piccole serie di prodotti personalizzati senza grandi investimenti (oltre quello iniziale, infatti, i costi operativi sono generalmente bassi), dal momento che permette di testare e iterare rapidamente idee innovative, facilitandone lo sviluppo. La stampa 3D viene definita una tecnologia additiva, per cui il materiale viene aggiunto strato per strato solo dove necessario, evitando di generare scarti come succede invece per i processi sottrattivi, come la fresatura, che rimuovono man mano il materiale da un blocco solido.

di Vittoria Moccagatta

 

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L’economia circolare dei RAEE? A mancare è il contributo del pubblico

L’economia circolare dei RAEE? A mancare è il contributo del pubblico

Per le apparecchiature elettriche ed elettroniche è indispensabile promuovere pratiche di raccolta, recupero e riutilizzo, in modo da evitare l’estrazione di materie prime. A che punto siamo in Italia? Una ricerca del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)” prova a fare il punto

La corretta gestione dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) è indispensabile sotto ogni punto di vista: sociale, ambientale ed economico. Infatti i RAEE possono contenere sostanze pericolose che per l’essere umano e l’ambiente risultano tossiche, e che perciò devono essere trattate in maniera specifica. Ma questi stessi rifiuti contengono anche un’ampia gamma di materiali preziosi e non – come le terre rare, i metalli ferrosi e le plastiche –  che, se recuperati e valorizzati, possono essere immessi nuovamente nel ciclo produttivo evitando l’estrazione di materie prime vergini, quindi a beneficio di un’economia circolare.

Ma quanto si sta diffondendo in Italia e in Europa l’economia circolare per il settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE)? La ricerca condotta dai borsisti Giacomo SeravalliMariarita Paciolla e Francesca Ferrero – sotto la supervisione dei ricercatori dell’ENEA Tiziana BeltraniMarco La MonicaSilvio Viglia e Francesca Ceruti – ha l’obiettivo di indagare lo stato dell’arte, il livello di maturità, i limiti e gli ostacoli alla replicabilità di azioni nazionali ed europee volte a valorizzare le risorse e minimizzare la dispersione di materia ed energia durante i processi produttivi.

Il quadro che emerge è quello di un’Italia ancora poco circolare, con solo il 7% di buone pratiche relative al settore AEE/RAEE messe in campo da imprese private (principalmente nel Nord Italia) in riferimento al fine vita dei prodotti. Tra queste buone pratiche emergono quelle relative al recupero delle materie prime critiche, risorse che sono state approfondite da Giacomo Seravalli dal punto di vista economico per comprendere la convenienza dell’estrazione rispetto a quella del riutilizzo.

La ricerca fa parte del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)” promosso dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE ed ENEA – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali.

 

di Vittoria Moccagatta

 

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Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Si rafforza il vertice del più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore con l’impegno di rendere più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa

Il Sistema Erion conferma l’impegno nel rendere sempre più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa, con la costituzione della nuova Direzione Sviluppo e Relazioni Istituzionali affidata a Danilo Bonato – manager con vent’anni di esperienza nel settore e già Direttore di Consorzio Remedia e di Erion Compliance Organization (ECO). Grazie al nuovo assetto organizzativo, Erion assicurerà un maggior coinvolgimento non solo dei soggetti istituzionali e dei decisori politici, ma anche dei partner internazionali costruendo alleanze e stimolando la partecipazione di attori del mondo associativo, accademico e dei media.

Marco Sala, nuovo Direttore Generale di Erion Compliance Organization

Un’evoluzione organizzativa importante che, in casa Erion, sarà accompagnata dalla nomina dell’Ing. Marco Sala che succederà a Bonato nel ruolo di Direttore Generale di Erion Compliance Organization, la società di servizi che supporta il funzionamento dei sei consorzi del sistema multi-consortile. Sala, che è entrato in Erion a gennaio 2024 nel ruolo di Direttore Operativo, ha già maturato significative esperienze in ANIE, Vaillant Group Italia, Candy Elettrodomestici. Non solo, il nuovo Direttore – già precedentemente Operation Manager del Consorzio Ecodom – vanta una conoscenza approfondita della filiera dei rifiuti tanto da aver sviluppato in soli tre anni uno dei più innovativi impianti di trattamento delle plastiche in Italia (Stena Recycling).

Danilo Bonato: “Un compito per dare risposte alle sfide del nostro tempo”

Il compito che mi è viene affidato sarà quello di orientare i modelli di Responsabilità Estesa del Produttore verso una nuova fase capace di dare risposte alle sfide del nostro tempo come il contrasto al cambiamento climatico, l’uso sostenibile delle risorse e la riduzione della dipendenza dall’estero per le nostre materie prime strategiche.” – dichiara Danilo Bonato“Per fare ciò servono consorzi senza fini di lucro, espressione delle aziende e non di operatori commerciali, che mettano al primo posto etica, trasparenza e attenzione al ruolo sociale di pubblica utilità che essi sono chiamati a svolgere. I moderni sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” – spiega Bonato – “Sono attivi in un’ampia gamma di settori per abilitare economie di scala, adottano un modello operativo orientato all’efficienza e alla qualità del servizio ai cittadini ed investono in progetti di ricerca e innovazione per costruire modelli economici più circolari”.

Marco Sala: “Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina”

“Il prossimo ottobre Erion compirà quattro anni. Dall’inizio delle sue attività il Sistema è cresciuto in modo esponenziale: sono nati nuovi Consorzi attivi in diversi settori, l’organigramma si è ampliato e sono stati creati servizi sempre più vicini ai nostri Produttori. Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina restando fedele ai valori e alla missione di Erion: essere il miglior Sistema di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia.”– dichiara Marco Sala“È una sfida che credo potremo vincere come team, valorizzando quanto di buono abbiamo costruito fino ad adesso e impegnandoci quotidianamente per sostenere in modo ottimale le strategie di sviluppo dei nostri consorzi e migliorare costantemente la qualità e l’efficienza dei servizi forniti”

Economia Circolare, nascerà nel Lazio un impianto all’avanguardia per il recupero delle Materie Prime Critiche

Economia Circolare, nascerà nel Lazio un impianto all’avanguardia per il recupero delle Materie Prime Critiche

Presentato a Roma il progetto INSPIREE: 500 tonnellate di Terre Rare recuperate nell’impianto itelyum in provincia di Frosinone. Danilo Bonato, Direttore Generale Erion Compliance Organization: “Siamo lieti di poter mettere a disposizione le specifiche competenze che abbiamo maturato grazie al progetto NEW-RE, finanziato dall’ente europeo EIT Raw Materials”

Nascerà a Ceccano (Frosinone) presso il sito industriale di Itelyum Regeneration l’impianto all’avanguardia per il recupero di Terre Rare per rispondere alla sfida geopolitica delle Materie Prime Critiche strategiche.

L’impianto che nascerà a Ceccano

A partire dall’ obiettivo europeo di una sostanziale autonomia nell’approvvigionamento delle Terre Tare è stato progettato INSPIREE, il primo impianto in Europa per la produzione di ossidi e carbonati di Terre Rare (neodimio, praseodimio e disprosio) da riciclo chimico di magneti permanenti esausti, estratti da hard disk e motori elettrici a fine vita. La Commissione europea ha dichiarato un’urgenza nell’affrontare la dipendenza europea dal resto del mondo di materie fondamentali in sempre più settori, in seguito al quale il Governo italiano ha recentemente approvato il decreto-legge “Materie prime critiche”, che recepisce il regolamento Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea. Oggi il progetto LIFE INSPIREE ha preso ufficialmente il via con la presentazione a Roma, alla presenza dell’Assessore della Regione Lazio all’Ambiente Elena Palazzo, e all’Assessore al Bilancio e Programmazione Economica Giancarlo Righini. “Siamo una regione di molto eccellenze e ci candidiamo a diventare campioni di green economy, con un’attenzione alla sostenibilità, coniugando sviluppo, protezione ambientale e attenzione alle nostre comunità” ha dichiarato all’Assessore all’Ambiente Elena Palazzo.

L’impianto potrà trattare 2000 tonnellate all’anno di magneti permanenti

Lo scale-up industriale dell’impianto avverrà grazie a un processo a due livelli: il primo step prevede il disassemblaggio dei magneti, mentre il livello successivo consiste nel recupero di ossalati di REE (Rare Earth Elements) tramite idrometallurgia. Itelyum è capofila di un progetto all’avanguardia – spiega Marco Codognola, AD Itelyumche mette insieme le migliori competenze Made in Italy. L’economia circolare e la sostenibilità fanno parte del nostro DNA ed è un onore metterle a disposizione nella costruzione di nuove filiere, di importanza strategica nazionale ed europea, con partner di alto valore’. L’impianto di smontaggio potrà trattare 1.000 tonnellate all’anno di rotori elettrici e l’impianto idrometallurgico a regime potrà trattare 2.000 t/anno di magneti permanenti ottenuti da diverse fonti tra cui anche hard disk, piccoli e grandi motori elettrici con il conseguente recupero di circa 500 t all’anno di ossalati di REE, una quantità sufficiente al funzionamento di 1 milione di hard disk e lap top e 10 milioni di magneti permanenti per applicazioni varie nell’automotive elettrico.

Danilo Bonato, Direttore Generale Erion Compliance Organization: “Abbiamo l’opportunità di costruire la value chain del riciclo delle Terre Rare”

Sono partner del progetto: EIT Raw Materials, il più grande Consorzio nel settore delle materie prime a livello mondiale; Erion, il Sistema multi-consortile no profit per la gestione di differenti tipologie di rifiuti e la valorizzazione delle materie prime seconde; Glob Eco, azienda con pluriennale esperienza nella raccolta e nel trattamento di RAEE; Università degli studi dell’Aquila, che ha sviluppato, brevettato e ottimizzerà la tecnologia idrometallurgica. “Siamo lieti di poter mettere a disposizione le specifiche competenze che abbiamo maturato grazie al progetto NEW-RE, finanziato dall’ente europeo EIT Raw Materials” – ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organisation“Per approvvigionamento delle Materie Prime Strategiche l’Europa dipende ancora troppo da Paesi terzi, nonostante gli sforzi in atto per rendere più circolare la nostra economia. Ora però abbiamo l’opportunità di costruire la value chain del riciclo delle Terre Rare, attraverso la realizzazione di impianti con tecnologie innovative e strategie più efficaci per massimizzare la raccolta dei rifiuti tecnologici”.

Sfide e opportunità per il riciclo delle materie prime critiche in Italia

Sfide e opportunità per il riciclo delle materie prime critiche in Italia

Non solo estrazioni: le materie prime critiche necessarie per la transizione ecologica e digitale sono ottenibili anche col riciclo. Ma qual è la situazione attuale degli impianti in Italia? Una ricerca del progetto Training for circularity fa il punto. “Risulta necessaria innanzitutto una semplificazione della normativa”

Le materie prime critiche sono risorse a rischio di approvvigionamento nelle catene di fornitura europee. Litio, tungsteno, fosforo e cobalto: sono soltanto alcune di queste materie che risultano fondamentali per lo sviluppo economico dei settori strategici delle energie rinnovabili, della mobilità elettrica, dell’elettronica, dell’aerospazio e della difesa. Poiché si tratta di risorse scarse e concentrate in pochi Paesi, l’economia circolare gioca un ruolo fondamentale per il loro recupero e riutilizzo, anche se esistono ancora barriere molto complesse da superare di natura sociale, economica, geografica e infrastrutturale, nonché relative all’interconnessione di questi aspetti tra di loro.

Per contribuire a superare le barriere economiche e infrastrutturali, la ricerca condotta dalla borsista Fiore Montini, con la supervisione delle ricercatrici dell’ENEA Roberta De Carolis e Federica Forte, ha indagato quali fossero le materie prime critiche e/o strategiche rilevanti nelle filiere di produzione italiane oltre che le buone pratiche di economia circolare messe in campo per recuperarle nel contesto della filiera italiana delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. La ricerca fa parte del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)” promosso dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE ed ENEA – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali.

Leggi anche: Il ministero dell’Ambiente definisce le priorità politiche sull’economia circolare

Il fabbisogno di rame e litio

ICESP è la piattaforma italiana degli attori per l’economia circolare promossa da ENEA come iniziativa speculare e integrata a ECESP, che agisce a livello europeo, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’economia circolare, mapparne le buone pratiche e favorire il dialogo multistakeholder. Agli attori di ICESP – in particolare a quelli del ristretto sottogruppo tematico delle apparecchiature elettriche ed elettroniche – è stato sottoposto un questionario per identificare quali fossero le materie prime critiche e/o strategiche essenziali alla loro attività economica, i prodotti in cui vengono utilizzate e i Paesi da cui l’Italia dipende per l’importazione. Un lavoro, questo, che è stato di supporto anche alle attività previste dal Tavolo Tecnico Materie Prime Critiche.

 

di Vittoria Moccagatta

 

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Exceed, aumentano le adesioni al programma (+23%) e i ritiri di RAEE B2B (+71%)

Exceed, aumentano le adesioni al programma (+23%) e i ritiri di RAEE B2B (+71%)

Il programma generazionale lanciato da Erion Professional ha chiuso il mese di giugno 2024 in crescita rispetto ai dati dell’anno precedente. Luciano Teli, Direttore Generale di Erion Professional: “Una crescita che è frutto dello spirito proattivo dei nostri Produttori”

Erion Professional chiude la prima metà del 2024 in crescita in quanto a numero di ritiri di RAEE Professionali e numero di adesioni di Produttori al programma Exceed. È quanto rivelano i dati di esercizio, aggiornati al 30 giugno 2024, secondo i quali, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si è registrato un incremento del +23,8% delle adesioni all’iniziativa avviata nel 2022. Una crescita ancora maggiore, in termini percentuali, è quella relativa alle quantità di RAEE Professionali ritirati, in aumento del +71,3% rispetto al 2023.

La crescita di Exceed Printing e Exceed Clima

L’incremento generale delle adesioni e dei ritiri è stato trainato dai risultati dei programmi Exceed Printing (+26,6% nelle adesioni e +81,4% nei ritiri) ed Exceed Clima (+20% adesioni e +25% ritiri), dedicati rispettivamente alla gestione dei RAEE Professionali del settore Printing (stampanti, copiatrici, stampanti multifunzione, fotoprinter, stampanti 3D, scanner e plotter) e del comparto della climatizzazione (split, pompe di calore, chiller, terminali idronici ecc.). “La crescita di Exceed è frutto dello spirito proattivo dei nostri Produttori che hanno sempre creduto in questo programma che innova l’approccio alla gestione dei RAEE Professionali, Da sempre Erion Professional punta a raccogliere questi rifiuti facendo rete con gli installatori di tutta Italia per garantire una gestione rapida e un corretto trattamento in impianti certificati”, ha dichiarato Luciano Teli, Direttore Generale di Erion Professional.

La formazione ambientale di Erion Professional

Durante il mese di maggio, il Consorzio ha inoltre continuato sulla strada della formazione ambientale con l’organizzazione, in collaborazione con il Centro Studi Galileo, di tre webinar dedicati ai centri di assistenza tecnica e agli installatori afferenti alla rete Exceed. I corsi dedicati al nuovo Regolamento europeo 2024/573 sui gas fluorurati a effetto serra, hanno avuto una durata di 4 ore l’uno e hanno affrontato il tema degli adempimenti che hanno una ricaduta diretta sulle attività dell’operatore come l’estensione degli obblighi di certificazione, il controllo delle perdite, la gestione degli f-gas a seguito di manutenzioni e smantellamento delle apparecchiature a fine vita, la progressiva stretta dell’immissione sul mercato.

“Riciclo, l’Europa deve collaborare. Non ha più senso dire: il mio Paese e le mie risorse“

“Riciclo, l’Europa deve collaborare. Non ha più senso dire: il mio Paese e le mie risorse”

Intervista a Naoko Tojo, Associate Professor in Environmental Product Law and Policy all’International Institute for Industrial Environmental Economics (IIIEE) della Lund University, Svezia, sull’evoluzione della Responsabilità Estesa del Produttore. “Le iniziative di monitoraggio e controllo sono largamente insufficienti. Se le istituzioni pubbliche responsabili non cambiano il loro approccio, perché i produttori dovrebbero impegnarsi per raggiungere i target?”

Naoko Tojo, è una delle più grandi esperte mondiali sul tema della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR – Extended Producer Responsibility), il principio sviluppato in ambito europeo che impone alle aziende di essere responsabili di tutto il ciclo di vita dei prodotti che immettono sul mercato, anche al momento in cui questi divengono rifiuti. L’idea nasce negli anni Novanta dall’intuizione del professor Thomas Lindhqvist e, nel corso degli anni, è diventata uno dei pilastri della transizione ecologica europea, nonché fondamenta di Sistemi consortili come Erion. Abbiamo chiesto alla Professoressa Tojo – che di Lindhqvist è stata allieva prima di specializzarsi nella progettazione e implementazione di sistemi EPR per vari flussi di prodotto in Europa e Asia – di raccontarci come si è trasformata negli anni l’applicazione dell’EPR. 

Gli addetti ai lavori conoscono molto bene il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore. È tempo di farlo capire ai consumatori. Come glielo spiegherebbe?
Penso che si potrebbe spiegare loro semplicemente la logica alla base del concetto di EPR, ovvero perché affidiamo la responsabilità della gestione del fine vita dei prodotti ai Produttori. La risposta è che diamo loro tale compito perché essi progettano i prodotti e, quindi, li conoscono meglio di chiunque altro. Le aziende hanno, inoltre, la possibilità di apportare modifiche a monte ai prodotti che immettono sul mercato in modo che sia più facile ripararli, riutilizzarli e riciclare le materie che essi contengono. Ci affidiamo, pertanto, alla loro esperienza per facilitare la chiusura del cerchio dei materiali da parte degli altri attori della catena di approvvigionamento.

Raccontare l’importanza del riciclo delle materie prime può essere un buon modo di spiegare la logica dell’EPR?
Probabilmente non conviene focalizzarsi più di tanto sui dettagli dei processi di riciclaggio in sé, ma parlare piuttosto del motivo per cui attribuiamo la responsabilità ai produttori, ovvero la loro capacità di creare cambiamenti a monte della filiera. I riciclatori hanno certamente una competenza straordinaria quando si tratta di differenziare le materie: loro sanno quali materiali possono essere riciclati e il modo migliore per farlo. Ciò che non hanno la possibilità di fare è di determinare che cosa entrerà nel flusso dei rifiuti. Senza modifiche dei prodotti a monte le possibilità di migliorare le azioni a valle sono limitate. Avere materiali e prodotti migliori ci permette di avere una società più circolare.

Com’è cambiato dagli anni Novanta il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore?
Il concetto in sé non è cambiato, rimane solida una delle sue migliori peculiarità, quella di poter essere applicato in molti modi. Paesi diversi adottano approcci diversi, responsabilizzano i produttori in maniere differenti a seconda della tipologia di prodotti: imballaggi, elettronica, automobili, ecc. Quindi non credo che il concetto, che è relativamente semplice, sia mutato, ma che la parte implementativa continui a renderlo complicato e difficile da realizzare.

Quindi ad essere cambiata è l’applicazione del modello.
Esattamente. Nel corso del tempo l’applicazione ha subito cambiamenti volti a motivare i Produttori ad apportare modifiche a monte della filiera. Mi riferisco, esempio, al concetto di eco-design che è stato difficile da sviluppare.

Parliamo dei Sistemi EPR come Erion. In che modo possono contribuire, secondo Lei, alla tutela dell’ambiente e avere buoni impatti sulla società e l’economia?
Penso che ci siano due obiettivi principali per quanto riguarda l’applicazione della Responsabilità Estesa del Produttore. Il primo, come già detto, riguarda il tema dei cambiamenti a monte, ovvero la modifica del design dei prodotti e dei suoi componenti, in modo da renderli più facili da riparare, riutilizzare e riciclare. L’altro obiettivo è avere sistemi di gestione del fine vita più performanti. Possiamo sfruttare le competenze dei Produttori per arrivare a tassi di raccolta dei rifiuti più elevati, avere un trattamento di qualità, raggiungere una maggiore efficienza delle risorse attraverso il riutilizzo e il riciclaggio. Ciò significherebbe avere meno necessità di ottenere le materie dall’attività mineraria. Invece di estrarre materie, le si ricava dai prodotti esistenti. L’efficienza delle risorse è una delle questioni chiave che i sistemi EPR cercano di affrontare. Finora l’attenzione dei sistemi EPR si è concentrata principalmente sul riciclaggio, sarebbe molto positivo se i Sistemi come Erion iniziassero a facilitare anche le attività di riutilizzo e riparazione.

Attraverso l’EPR la nostra economia è capace di reimmettere sul mercato Materie Prime Seconde e, quindi, disaccoppiare parte della produzione dallo sfruttamento delle risorse vergini. Cosa si può fare per rendere questo processo ancora più efficiente, diciamo definitivo?
È da 30 anni che parliamo di questo tema e oggi possiamo chiederci se abbiamo fatto progressi sufficienti. Un risultato che i sistemi EPR, in diversi Paesi, sono riusciti a raggiungere relativamente bene è stato quello di differenziare rifiuti specifici dagli altri flussi. Anche quando guardiamo ai tassi di raccolta possiamo notare che ci sono stati cambiamenti notevoli. Rimane, invece, ancora tanto da fare sul versante della chiusura del cerchio dei materiali e su quello dell’uso effettivo delle risorse riciclate nei nuovi prodotti. Bisogna guardare oltre i Sistemi di EPR e capire cosa succede con i materiali che escono dagli impianti di trattamento. Sono davvero utilizzati? E, se sì, in che modo? Stiamo riciclando i prodotti in modo da avere Materie Prime Seconde di qualità o stiamo procedendo a un downcycling? Rispondere a queste domande è obbligatorio per raggiungere i veri obiettivi della Responsabilità Estesa del Produttore.

Esiste il rischio che il downcycling delle materie diventi un processo organico?
Per alcuni materiali è inevitabile un processo di downcycling (il riciclaggio dei rifiuti in cui il materiale riciclato è di qualità e funzionalità inferiori rispetto al materiale originale ndr) e quindi una perdita di qualità. Il punto è che non si dovrebbe, mai, puntare in prima battuta al downcycling. È fondamentale, invece, trovare un modo migliore per garantire un’alta qualità dei materiali riciclati. Quando parliamo con i Produttori, questo tema rappresenta un collo di bottiglia. A loro non dispiacerebbe usare materiali riciclati, ma se utilizzano materie prime vergini hanno una garanzia di qualità. In questo caso, dunque, non c’è bisogno di verificare ogni singolo lotto di materiale proveniente dalla stessa fabbrica. Un controllo, questo, che attualmente va fatto, quando si parla di materiali riciclati, poiché non esiste un sistema di garanzia della qualità. La verifica di ogni singolo lotto è un processo che richiede tempo ed è anche piuttosto costoso. Ciò ci riporta all’inizio del nostro ragionamento: per consentire un riciclo di qualità è necessario disporre di buoni materiali già in partenza.

È una rete o dipende solo da pochi attori come, per esempio, istituzioni, Sistemi EPR, cittadini?
I produttori di materiali e i riciclatori devono necessariamente collaborare con i produttori di prodotti e viceversa. Ciò rende evidente che esistono dei collegamenti, una rete. Se parliamo dei consumatori, non possiamo non evidenziare che il loro ruolo più importante è quello di assicurarsi di fare una corretta raccolta differenziata. In questo caso le informazioni devono essere fornite non solo dai comuni, ma anche dai Produttori.

È d’accordo con l’adozione di “un approccio pan europeo” al riciclo delle materie, proposto nel nuovo Regolamento europeo sulle Materie Prime Critiche?
I Paesi europei, alcuni grandi, altri piccoli, possono collaborare tra loro per sfruttare le economie di scala. Un approccio simile è stato promosso anche in Asia in seguito a un dialogo tra i Paesi del continente. Sono originaria del Giappone, Stato molto impegnato nella promozione di questa circolarità all’interno dei confini asiatici. Non ha più senso dire “il mio Paese e le mie risorse”; bisogna avere un approccio più ampio proprio come quello pan-europeo.

Quali sono, oggi, gli elementi imprescindibili per gestire al meglio la Responsabilità Estesa del Produttore? Cosa devono fare i Sistemi EPR per garantire piena conformità alle aziende?
Quando parliamo di Responsabilità Estesa del Produttore, secondo l’attuale interpretazione, ci riferiamo alla gestione del fine vita dei prodotti e al coinvolgimento delle aziende sia in cambiamenti a monte che a valle della filiera produttiva. Ogni azienda deve essere in grado di possedere e fornire informazioni sui prodotti immessi sul mercato, come, ad esempio, quelle relative alla loro composizione, al contenuto di materiale riciclato, alla riparabilità: tutti dati che potrebbero favorire migliori processi di riutilizzo, riparazione e riciclo e quindi permettere di chiudere il ciclo dei materiali. Per quanto riguarda la piena conformità delle aziende, penso che gli Stati debbano avere la volontà politica di migliorare le condizioni in cui agiscono i Sistemi EPR. In molti Paesi le iniziative di monitoraggio e controllo sono largamente insufficienti. Ad esempio, nel caso della Svezia, il tasso di riciclo degli imballaggi in plastica non ha rispettato lo standard per molti anni e non è successo nulla, nemmeno una sanzione minima ai Produttori. Se le istituzioni pubbliche non cambiano il loro approccio, perché i produttori dovrebbero impegnarsi per raggiungere i target? I decisori politici dovrebbero avere più voglia di migliorare questa situazione, anche se garantire la piena conformità è una cosa estremamente complessa.

Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Studio commissionato da Erion alla società di consulenza dss+. Bonato: Sistemi di Responsabilità Estesa dei Produttori per colmare il gap tra obiettivi di sostenibilità e l’approvvigionamento risorse strategiche

Dipendiamo troppo da materie prime vergini, in primis critical raw materials come litio e palladio, per sostenere la transizione ecologica. Una tradizionale prospettiva estrattivista non sarà sufficiente a colmare il gap tra bisogni e disponibilità, soprattutto perché alcuni materiali cruciali per le nuove tecnologie – quelle digitali e quelle green – sono nelle disponibilità quasi esclusive di una manciata di Paesi. Una delle soluzioni a questa impasse arriva dallo studio “Erion Vision 2050: Passato, Presente e Futuro dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” commissionato da Erion alla società di consulenza dss+ e presentato ieri in occasione dell’evento “Forum sulla Responsabilità Estesa del Produttore. La nuova generazione europea dei Sistemi Collettivi” a Firenze.

Ripensare il ruolo dell’EPR: “Vettore di approvvigionamento e ottimizzazione delle risorse”

I Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nati negli anni 90 sia per organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti, sia per stimolare una migliore progettazione dei prodotti, si trovano ora ad affrontare una sfida importante: colmare il gap tra gli obiettivi programmatici di sostenibilità e l’approvvigionamento di risorse strategiche per l’Unione Europea” ha spiegato Danilo Bonato, direttore generale di Erion Compliance Organization. “È quindi fondamentale ripensare il ruolo dell’EPR all’interno dell’UE, in particolare in risposta alle urgenti richieste di materie prime critiche e all’imperativo di decarbonizzare l’economia in un quadro di coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Alcuni dati aiutano a capire perché, secondo Erion, questa svolta è necessaria.

La domanda di materie primeIl consumo medio pro capite globale di risorse è di circa 12,5 tonnellate all’anno: “È evidente che le attuali politiche non risultino essere sufficienti a ridurre l’uso di materie prime, la cui domanda crescerà – rispetto al 2000 – di 2,5 volte entro il 2050”.  Le dimensioni del mercato delle materie prime critiche (MPC), necessarie per la transizione energetica, ha raggiunto i 320 miliardi di dollari nel 2022, rendendoli uno dei focus dell’industria mineraria. Si stima infatti che entro il 2030 la domanda globale di critical raw materials (CRM), necessaria per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla Commissione Europea, crescerà di 3,5 volte superando le 30 milioni di tonnellate (fonte: IEA – Net Zero Emissions by 2050 Scenario).

La fame di litio e cobalto. Nel settore clean-tech (le tecnologie pulite) la domanda di litio è passata dal 30% del totale della domanda globale del 2017 al 56% del 2022. Quella di Cobalto dal 17% al 40%.

 

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Erion: oltre l’87% del consumo di risorse nell’Ue dipende ancora da Materie Prime Vergini con una forte dipendenza da Paesi terzi

Erion: oltre l’87% del consumo di risorse nell’Ue dipende ancora da Materie Prime Vergini con una forte dipendenza da Paesi terzi

Uno nuovo Studio spiega come i Sistemi di Responsabilità Estesa dei Produttori rappresentino un’alternativa per ridurre il rischio di approvvigionamento e la dipendenza dalle importazioni

Nonostante gli sforzi compiuti nell’ambito dell’economia circolare, oltre l’87% del consumo di risorse nell’Unione europea dipende ancora da materie prime vergini. A fronte di un consumo medio pro capite globale di risorse di circa 12,5 tonnellate all’anno, è evidente che le attuali politiche non risultino essere sufficienti a ridurre l’uso di materie prime, la cui domanda crescerà – rispetto al 2000 – di 2,5 volte entro il 2050. Davanti a questo scenario ricopre particolare importanza il ruolo dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore che oltre a essere uno strumento di prevenzione e gestione dei rifiuti diventeranno anche un vettore di approvvigionamento e ottimizzazione delle risorse.

Lo studio di dss+ sulla Responsabilità Estesa del Produttore

È quanto emerge dallo Studio “Erion Vision 2050: Passato, Presente e Futuro dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” commissionato da Erion alla società di consulenza dss+ e presentato il 20 giugno 2024 in occasione dell’evento “Forum sulla Responsabilità Estesa del Produttore. La nuova generazione europea dei Sistemi Collettivi” presso il Teatro della Pergola di FirenzeAll’evento hanno partecipato Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organisation, Danilo Bonato Direttore Generale di Erion Compliance Organization, Naoko Tojo, Prof.ssa presso l’International Institute for Industrial Environmental Economics, Lund University, Federico Magalini Director of Sustainability Services UK and Italy di dss+. Sono inoltre intervenuti nella tavola rotonda: Claudia Brunori, Direttrice del Dipartimento Sostenibilità di Enea, Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente, Marco Imparato, Direttore Generale di Applia Italia, Christian Ludwig, CEO di WEEE Europe, Pedro Nazareth, CEO del Consorzio portoghese ELECTRAO, Davide Rossi, Consigliere Delegato dell’EuCER Council, Eric Ruyters, Segretario Generale di Eucobat e Katarzyna Sulisz, Sustainability Policy Officer di FESI.

Danilo Bonato, DG Erion Compliance Organization: “Bisogna ripensare il ruolo dell’EPR all’interno dell’UE”

I Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nati negli anni 90 sia per organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti, sia per stimolare una migliore progettazione dei prodotti, si trovano ora ad affrontare una sfida importante: colmare il gap tra gli obiettivi programmatici di sostenibilità e l’approvvigionamento di risorse strategiche per l’Unione Europea” – Afferma Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organization. “È quindi fondamentale ripensare il ruolo dell’EPR all’interno dell’Ue, in particolare in risposta alle urgenti richieste di Materie Prime Critiche e all’imperativo di decarbonizzare l’economia in un quadro di coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.” Di fronte a questo scenario, per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 sarà necessario, in primo luogo, promuovere un mercato unico per il recupero delle Materie Prime Critiche (CRM – palladio, neodimio, cobalto, litio, tantalio, ecc.) e garantire efficienza del riciclo su scala europea, assicurando l’approvvigionamento ai principali siti di produzione. Basti pensare che nel settore clean-tech la domanda di litio, rispetto alla domanda globale è passata dal 30% del 2017 al 56% del 2022 e quella di Cobalto dal 17% al 40%. Di conseguenza, la sempre più pressante necessità di CRM ha portato a un aumento delle attività di esplorazione e degli investimenti nelle infrastrutture minerarie che sono così aumentati del 30% nel 2022 (fonte IEA). Le dimensioni del mercato di questi materiali, necessari per la transizione energetica, ha raggiunto i 320 miliardi di dollari nel 2022, rendendoli uno dei focus dell’industria mineraria. Si stima infatti che entro il 2030 la domanda globale di CRM, necessaria per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla Commissione Europea, crescerà di 3,5 volte superando le 30 milioni di tonnellate (fonte: IEA – Net Zero Emissions by 2050 Scenario).

 I target del nuovo Regolamento sulle CRM

“Incoraggiare le aziende a fare leva sull’ecodesign e utilizzare materiali riciclati nei loro nuovi prodotti è essenziale per supportare la chiusura dei cicli e ridurre la dipendenza da nuove risorse naturali. – continua Bonato“La promozione di modelli di business innovativi, come il product as a service può orientare positivamente il comportamento del consumatore e spostare l’attenzione economica dalla proprietà all’utilizzo promuovendo la sostenibilità in un mercato in forte evoluzione”.  Inoltre, i Sistemi Collettivi dovranno necessariamente avere il ruolo di garante del rispetto degli obblighi di legge per consentire il corretto conferimento dei rifiuti da parte dei consumatori ed il recupero di Materie Prime Seconde. Per fare questo sarà anche necessario un aumento capillare delle reti di raccolta sia per garantire un recupero ottimale dei rifiuti, sia per consentire ai Sistemi Collettivi stessi di supportare gli enti locali nel raggiungimento dei tassi di raccolta fissati dall’Unione Europea. Considerando che il nuovo Regolamento Europeo sulle Materie Prime Critiche richiede che, entro il 2030, il 25% del consumo annuo provenga dal riciclo così da rendere l’Europa meno dipendente dai Paesi Terzi, sarà ancora più importante migliorare l’efficienza e la circolarità delle risorse. Ad oggi, purtroppo, i modelli di business innovativi dell’economia circolare in Europa registrano una penetrazione media tra il 5-10%. I materiali riciclati rappresentano solo l’8,6% dei materiali in ingresso e la quota di rigenerazione di prodotti rispetto alla nuova produzione è ferma all’1,9%.

Il concetto di eco-modulazione 

Dal punto di vista del prodotto sarà importante ottimizzare il suo ciclo di vita a partire proprio dalla progettazione: il Parlamento Europeo, lo scorso 23 aprile ha introdotto il concetto di eco-modulazione, all’interno del nuovo Regolamento sull’eco-design per i prodotti sostenibili (ESPR) che prevede l’introduzione di requisiti di eco-progettazione e standard minimi in materia di durabilità, riparabilità, efficienza energetica e riciclo dei beni. Questo permetterà di contrastare le pratiche di obsolescenza prematura attraverso modifiche al design e facendo leva sulla condivisione delle criticità della gestione dei rifiuti per migliorare la riciclabilità e l’impatto ambientale dei prodotti. I prodotti di imballaggi rappresentano un caso d’eccellenza di come l’EPR abbia portato alla dematerializzazione, alla riduzione dei tipi di plastiche utilizzate, dello spessore stesso e delle sostanze pericolose presenti.

Federico Magalini, Director of Susainability UK di dss+: “Necessario incentivare il mercato dei materiali riciclati”

Ultimo, ma non ultimo i consumatori devono essere incentivati e incoraggiati verso pratiche corrette di dismissione, in particolare per i prodotti con cicli di vita molto brevi o molto lunghi. Sono necessarie campagne di sensibilizzazione per aumentare la partecipazione del pubblico alle iniziative di raccolta dei rifiuti e per stimolare il loro interesse verso la preferenza di prodotti ecosostenibili, nonché la consapevolezza rispetto all’impatto ambientale di una gestione non corretta dei rifiuti (ad esempio l’abbandono dei filtri delle sigarette). “Anche il Legislatore deve fare la sua parte, per allinearsi alla Vision 2050 pretendendo un maggiore rispetto degli standard qualitativi per la raccolta e trattamento, riducendo le dispersioni dei materiali e garantendo un riciclo di alta qualità. – dichiara Federico Magalini, Director of Sustainability UK di dss+È necessario poi incentivare il mercato dei materiali riciclati con requisiti obbligatori per l’impiego di materiale riciclato in nuovi prodotti, dando priorità alla qualità del materiale recuperato rispetto ai meri quantitativi di rifiuti riciclati.”

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

Lo ha detto Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, ai microfoni di RDS Green, il podcast di RDS dedicato ai grandi temi dell’ambiente. Riascolta l’intervento

Lo scorso 5 giugno, in occasione della giornata mondiale per l’ambiente, Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, è intervenuto ai microfoni del Podcast RDS Green per parlare delle singole azioni quotidiane che portano a risultati sorprendenti nella gestione di un’economia circolare.

“Puntare su prodotti di ecodesign”

Il primo punto di riflessione affrontato da Fluttero è stato quello sulle abitudini di acquisto dei consumatori che sono ogni giorno di più chiamati a seguire la traccia dell’ecodesign. “Abbiamo – ha detto Fluttero – una quota di responsabilità nel capire come comprare prodotti che siano più sostenibili, più durevoli, più riciclabili e poi, quando quel prodotto arriva a fine vita, conferirlo bene. Potremmo costruire questo modello di economia circolare che sicuramente ci garantirà un miglioramento dal punto di vista ambientale e sociale.”

L’impegno di Erion per la sostenibilità

Fluttero ha poi ripercorso il 2023 del Sistema Erion annunciando i risultati di raccolta, le performance di riciclo e quelle ambientali legati al lavoro dei Consorzi: “Nel 2023 abbiamo gestito e governato oltre 250mila tonnellate di rifiuti nei vari settori in cui siamo presenti, garantendo una significativa riduzione di emissioni di CO2, una quantità importante (più di 200 mila tonnellate) di Materie Prime Seconde recuperate ed evitato il consumo di un milione di metri cubi di acqua”.

 

Il 2023 di Erion è ampiamente dettagliato nel Bilancio di Sostenibilità 2023, disponibile nel sito www.erionesseresostenibili.org