“Green Printing Services”, sono venti le aziende riconosciute da Erion Professional

“Green Printing Services”, sono venti le aziende riconosciute da Erion Professional

Lanciato nel 2023 il percorso di qualifica valorizza l’attenzione verso l’ambiente dei Dealer che, insieme ai Produttori del Consorzio, aderiscono al Programma Exceed Printing

Dalla Campania fino al Trentino Alto Adige: sono venti le aziende che hanno ricevuto da Erion Professional la certificazione “Green Printing Services” il percorso di qualifica sviluppato per valorizzare l’attenzione verso l’ambiente dei Dealer che, insieme ai Produttori consorziati, aderiscono al programma Exceed Printing.

 

I requisiti per ottenere la qualifica di “Green Dealer”

Lanciato nel gennaio del 2023, “Green Printing Services” contraddistingue, su tutto il territorio nazionale, i distributori e i rivenditori di Exceed Printing che, attraverso una particolare attenzione alla gestione dei RAEE Professionali, dimostrano quotidianamente il loro impegno verso il raggiungimento dei target fissati dall’Unione Europea per la raccolta e il riciclo di questa tipologia di rifiuti. Per ricevere la qualifica di “Green Dealer”, le aziende aderenti Exceed Printing devono rispondere a precisi requisiti operativi. Il primo è quello di aver conferito, entro l’anno solare, più di 5.000 kg di Rifiuti di stampanti integre tramite il programma di Erion Professional. Gli altri due requisiti sono quelli di essere iscritti nella Categoria 3/bis dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali e di aver avere un’adeguata e comprovata conoscenza delle tematiche ambientali.

Le venti aziende certificate da Erion Professional

Diventare “Green Dealer” di Exceed Printing dà diritto a una serie di plus, come la visibilità sul sito di Erion Professional dove – in una pagina dedicata – saranno riportati tutti i punti vendita più virtuosi. I “Green Dealer” ricevono, inoltre, i materiali di “Green Printing Services” per comunicare il proprio impegno ambientale: da loghi, banner, immagini e gif da inserire nei propri canali online, fino agli adesivi da apporre alle vetrine e sui mezzi di trasporto aziendali. Ecco le venti aziende che fino ad oggi hanno ricevuto la qualifica da parte del Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei RAEE Professionali: Amonn Office Srl (Bolzano), Blu 3 Programma Ufficio Srl (Castellanza), Bruno Sistemi Srl (Torino), Coper Srl (Brescia), Copy Lab Srl (San Giuliano Terme, PI), Effezeta Due Srl (Casalecchio di Reno, BO), Imago Srl (Roma), Imprimis S.R.L. (Cabiate, CO), La Tecnocopie (Reggio Emilia), Marka Service (Vittorio Veneto, TV), Multicopia Arreda Ufficio Srl (Ferrara), Printyway Spa (Bolzano), Repro Ufficio Srl (Verona), S.A.E. Srl (Napoli), Studio Copia Srl (Porto S. Elpidio, FM), Sviluppo Ufficio Srl (Caserta – Fraz Tuoro), Tecnoffice Srl (Roma), Tecnoprint Group Srl (Roma), Tecnoservice Snc (Ferrara), Umbria Ufficio 2000 Srl (Perugia).

Ilaria Nizzetto: “Le aziende più sensibili verso le tematiche dell’economia circolare”

“L’aumento dei Green Dealer sul territorio italiano evidenzia l’impegno dei Produttori di Erion Professional e dei loro partner a seguire protocolli operativi ideati per contribuire al raggiungimento dei target di raccolta e alla tutela dell’ambiente. – ha dichiarato Ilaria Nizzetto, Operations Expert di Erion Professional Siamo felici di notare come il nostro percorso di qualifica richiami sempre più operatori del settore che, oltre a conferire importanti flussi di RAEE Professionali, dimostrano di essere ogni giorno più sensibili alle tematiche dell’economia circolare e del riciclo delle Materie Prime”.

Il settore AEE e RAEE e le competenze per la circolarità. La nostra survey

Il settore AEE e RAEE e le competenze per la circolarità. La nostra survey

Nell’ambito del progetto “Training for Circularity”, una survey indaga necessità ed aspettative delle aziende rispetto alla circolarità e alla sostenibilità del settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) e dei loro rifiuti (RAEE). Ecco i risultati

Quale atteggiamento e quali aspettative hanno le aziende del settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, e della gestione dei rifiuti che ne derivano, rispetto all’utilità di attuare pratiche orientate alla sostenibilità e di dotarsi delle competenze necessarie? Quali sono in particolare le competenze che il settore percepisce come più utili in questa fase? Per scoprirlo, EconomiaCircolare.com ha chiesto a un gruppo di aziende di rispondere a una serie di domande sul tema nell’ambito del progetto Training for Circularity – Borse di studio WEEE edition, il programma formativo promosso insieme a Erion WEEE, consorzio del sistema Erion dedicato alla gestione dei RAEE, CDCA – Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali e al Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA.

I risultati emersi dalle 25 risposte ricevute forniscono un quadro chiaro delle esigenze e delle priorità del settore, evidenziando sia le competenze che le aziende ritengono da potenziare per supportare l’economia circolare, sia le sfide da affrontare per integrarle efficacemente nei propri processi. Dal design sostenibile alla gestione delle catene di approvvigionamento, dall’innovazione nei modelli di business alla valutazione delle performance ESG, queste aree critiche sono quelle su cui la formazione dovrà focalizzarsi per colmare il gap tra le competenze attualmente disponibili e quelle richieste, per favorire l’integrazione dell’economia circolare lungo tutti i processi, dalla produzione al fine vita.

SCARICA GRATUITAMENTE IL REPORT  “The Green Job. Dal tech ai RAEE: le nuove competenze del mercato del lavoro”

Il fabbisogno di competenze del settore AEE/RAEE: parola alle imprese

Le organizzazioni che hanno partecipato al questionario operano principalmente a livello internazionale e variano in dimensione, con una maggioranza di PMI (Piccole e medie imprese) seguite da micro-imprese e da alcune aziende di grandi dimensioni.

Survey sulle competenze: livelli di operatività e dimensioni delle aziende partecipanti

 

Le attività delle organizzazioni partecipanti sono piuttosto diversificate, ma si osserva una marcata focalizzazione nell’ambito della produzione (44%), seguita dallo sviluppo (16%), ricondizionamento e riciclo (16%) e logistica (12%).

Survey sulle competenze: ambito di attività delle imprese

 

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Nasce l’innovativo impianto di riciclo di magneti permanenti che permetterà di ridurre la dipendenza da Russia e Cina

Nasce l’innovativo impianto di riciclo di magneti permanenti che permetterà di ridurre la dipendenza da Russia e Cina

Saranno trattate oltre 20 tonnellate di magneti da cui recuperare oltre 5 tonnellate di composti di REE (Rare Earth Elements), con un piano di industrializzazione che, a regime, permetterà di trattare fino a 2.000 tonnellate all’anno, equivalenti a quelle presenti in più di 600.000 motori elettrici e ibridi. Un progetto finanziato da EIT RawMaterials, coordinato da Erion, che vede la collaborazione di Itelyum, OSAI, KU Leuven, Treee, Smart Waste Engineering, Glob Eco e Università degli Studi dell’Aquila. Presente all’inaugurazione anche Legambiente che sceglie l’impianto per la 20esima tappa della campagna “I Cantieri della Transizione Ecologica” dedicata ai progetti e alle innovazioni che hanno avviato un percorso virtuoso per contrastare la crisi climatica e costruire un futuro migliore

È stato inaugurato oggi, presso lo stabilimento Itelyum Regeneration di Ceccano (FR), l’innovativo impianto pilota capace di trattare in un anno oltre 20 tonnellate di magneti permanenti (PM), materiali ampiamente utilizzati nei dischi rigidi dei computer e nei meccanismi di azionamento di motori elettrici e ibridi.

Una struttura nata nell’ambito del progetto europeo New-RE

Si tratta del progetto europeo New-RE, supportato da EIT RawMaterials, volto a migliorare la circolarità delle Terre Rare a livello europeo, garantendo una maggiore sostenibilità economica e ambientale della filiera. Il programma triennale (2022-2024) è sviluppato da un Consorzio coordinato da Erion e formato da altri sette partner: ItelyumOSAIKU LeuvenTreeeSmart Waste EngineeringGlob Eco e Università degli Studi dell’Aquila. In questa cornice, si è svolta anche la 20esima tappa della campagna nazionale di Legambiente “I Cantieri della Transizione ecologica”, un viaggio itinerante lungo tutta la Penisola, partito a maggio dello scorso anno con l’obiettivo di raccontare cantieri, progetti ed esperienze che hanno avviato un percorso virtuoso per contrastare la crisi climatica, promuovere l’economia circolare e costruire un futuro migliore. Progetti che meritano di essere replicati e che sono riportati anche sul sito – cantieridellatransizione.legambiente.it – con schede, approfondimenti, foto e video.

Ecco come opererà la nuova struttura di Ceccano

La nuova infrastruttura di Ceccano tratterà PM derivati dal disassemblaggio sia di motori elettrici (effettuato da Glob Eco), sia dai RAEE provenienti dagli impianti di trattamento (come Treee), nonché dalla linea di smontaggio automatizzato di hard disk realizzata da OSAI e KU Leuven, integrata nel dimostratore stesso, e che si avvale di tecnologie di IA. Nell’impianto pilota verranno trattate oltre 20 tonnellate all’anno di magneti permanenti grazie a un processo idrometallurgico, sviluppato e brevettato dall’Università degli Studi dell’Aquila, che prevede una pulitura (lisciviazione) a basso impatto ambientale delle Terre Rare, attraverso soluzioni acide organiche riutilizzabili fino a cinque volte.

Il progetto europeo INSPIREE

Le tecnologie messe in campo nell’impianto New-RE saranno impiegate per uno scale-up industriale nell’ambito di un altro importante progetto denominato INSPIREE, finanziato da CINEA all’interno del programma LIFE e partecipato da un Consorzio formato da ItelyumErionEIT RawMaterialsGlob Eco e Università degli Studi dell’Aquila. INSPIREE sfrutterà il processo idrometallurgico sostenibile con l’obiettivo di trattare, a regime, fino a 2.000 tonnellate di magneti permanenti all’anno, equivalenti a quelle presenti in più di 600.000 motori elettrici e ibridi. Da questi materiali potranno essere recuperate oltre 500 tonnellate di composti di REE (Rare Earth Elements, ovvero Terre Rare). Considerando che la produzione europea di magneti permanenti annua è di 1.600 tonnellate, l’Italia sarebbe già in grado di sviluppare una catena del valore circolare del riciclo degli stessi all’interno dei confini europei, riducendo così la dipendenza dalle importazioni extra-UE, soprattutto da Russia e Cina.

Itelyum: “La sfida sul recupero delle Terre Rare è un’opportunità per l’Italia.”

“La sfida strategica del recupero delle Terre Rare – dichiara il CEO di Itelyum, Marco Codognola – rappresenta un’opportunità cruciale per l’Italia e l’Europa nella transizione ecologica. Il riciclo delle Terre Rare, attraverso pratiche come l’urban mining e l’idrometallurgia, può ridurre la vulnerabilità geopolitica, limitare l’impatto ambientale e favorire l’indipendenza economica. Per centrare gli obiettivi del Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea le aziende innovative saranno centrali, favorendo l’indipendenza dell’Europa dalle importazioni e la nascita di un’industria del riciclo competitiva a livello globale. L’Italia, con il suo tessuto industriale dinamico e innovativo, può giocare un ruolo di primo piano in questo processo, contribuendo a costruire una filiera europea delle Terre Rare e rafforzando la propria leadership nella transizione ecologica”.

Erion: “L’impianto che si inaugura a Ceccano si candida ad essere un modello di sostenibilità ed innovazione.”

“Per Erion è un motivo d’orgoglio aver sviluppato un progetto che sicuramente apporterà benefici ambientali ed economici non solo all’Italia, ma anche ad altri Paesi europei” – dichiara Marco Sala, Direttore Generale di Erion Compliance Organization. “L’impianto che oggi si inaugura a Ceccano si candida ad essere un modello di sostenibilità e di innovazione nei processi di riciclo e recupero delle Terre Rare che, lo ricordiamo, rappresentano elementi fondamentali ai processi di produzione in diversi comparti industriali. Da sempre Erion si impegna nel diffondere in Italia una cultura della circolarità e quello che abbiamo compiuto oggi rappresenta un bel passo verso lo sviluppo di questo nuovo modello”.

Legambiente: “La nuova frontiera su cui puntare in Italia e in Europa è la ‘miniera urbana’.”

“Con la nostra campagna itinerante vogliamo far conoscere i progetti più innovativi sul fronte della transizione ecologica affinché vengano replicati, creando una vera e propria rete virtuosa di esempi nel campo dell’economia circolare, mobilità sostenibile, qualità dell’aria e conversione energetica – dichiara Stefano Ciafani, Presidente nazionale Legambiente – Ci auguriamo che il progetto New-RE sia il primo di una lunga serie di programmi innovativi per il recupero delle Terre Rare da componenti elettriche ed elettroniche, un percorso anche in grado di invertire la tendenza verso l’attività estrattiva di materie prime critiche. La nuova frontiera su cui bisogna puntare in Italia e in Europa è la ‘miniera’ urbana, ad esempio aumentando la raccolta di RAEE e favorendo la realizzazione di più impianti di riciclo, anche attraverso l’accelerazione degli iter autorizzativi”.

Rifiuti elettronici, nel mondo se ne generano cinque volte di più di quelli che si riciclano

Rifiuti elettronici, nel mondo se ne generano cinque volte di più di quelli che si riciclano

Lo rivela l’edizione 2024 del Global E-Waste Monitor 2024 dell’ONU, secondo il quale nel 2022 sono stati prodotte 62 milioni di tonnellate di RAEE, un peso superiore dell’82% rispetto a quello del 2010

Il mondo è sempre più saturo di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Lo svela il Global E-Waste Monitor 2024 dell’ONU, secondo il quale la produzione mondiale di rifiuti elettronici sta aumentando cinque volte più velocemente rispetto al loro riciclo.

Nel 2022 generate 62 milioni di tonnellate di RAEE

Il monitor delle Nazioni Unite, arrivato alla sua quarta edizione, precisa che nel 2022 sono state generate in tutto il mondo 62 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, con un aumento dell’82% rispetto al 2010. Nel 2030 – sostengono gli analisti – si prevede un ulteriore incremento del 32%, fino a 82 milioni di tonnellate. Un problema ambientale, ma anche economico visto che la sottrazione dei rifiuti dalla catena del riciclo causa la perdita di miliardi di dollari di risorse strategicamente preziose che, annualmente, vengono sprecati e gettati in discarica. Il risultato è che, attualmente, solo l’1% della domanda di elementi di terre rare è soddisfatta dal riciclaggio dei rifiuti elettronici.

Persi 62 miliardi di dollari di risorse naturali

Secondo il rapporto dell’Unione internazionale delle comunicazioni (ITU) e dell’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (UNITAR), i 62 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici generati nel 2022 riempirebbero 1,55 milioni di camion da 40 tonnellate: una quantità sufficiente a formare una linea della lunghezza dell’equatore. Nel frattempo, meno di un quarto (22,3%) della massa di rifiuti elettronici dell’anno è stato documentato come adeguatamente raccolto e riciclato nel 2022, lasciando senza traccia 62 miliardi di dollari di risorse naturali recuperabili e aumentando i rischi di inquinamento per le comunità di tutto il mondo.

La produzione annuale di RAEE nel mondo

I rifiuti elettronici, ovvero tutti i prodotti a fine vita con una spina o una batteria, se non gestiti correttamente rappresentano un pericolo per la salute e per l’ambiente, in quanto contengono additivi tossici o sostanze pericolose come il mercurio. In tutto il mondo la produzione annuale di rifiuti elettronici aumenta di 2,6 milioni di tonnellate all’anno e le prospettive di circolarità non sembrano affatto buone. Il rapporto prevede, infatti, un calo del tasso di raccolta e riciclo dal 22,3% del 2022 al 20% entro il 2030. Un gap che gli analisti impuntano alla crescente differenza tra gli sforzi di riciclo e la crescita vertiginosa della produzione di rifiuti elettronici in tutto il mondo.

Le cause del gap tra produzione e riciclo dei rifiuti elettronici

Le sfide, che contribuiscono all’aumento del divario tra la quantità di rifiuti elettronici prodotti e quella riciclata, includono: il progresso tecnologico, l’aumento dei consumi, le limitate opzioni di riparazione, i cicli di vita più brevi dei prodotti, la crescente presenza della tecnologia della società, le carenze di progettazione e l’inadeguatezza delle infrastrutture di gestione dei rifiuti elettronici. Il Rapporto sottolinea che, se i Paesi riuscissero a portare i tassi di raccolta e riciclaggio dei rifiuti elettronici al 60% entro il 2030, i benefici – anche attraverso la riduzione dei rischi per la salute umana – supererebbero i costi di oltre 38 miliardi di dollari. Inoltre, il mondo “rimane incredibilmente dipendente” da pochi Paesi per quanto riguarda gli elementi delle terre rare, nonostante le loro proprietà uniche cruciali per le tecnologie future, tra cui la generazione di energia rinnovabile e la mobilità elettrica.

Comunicazione e cultura alleate per la circolarità: ecco come

Comunicazione e cultura alleate per la circolarità: ecco come

Se è vero che c’è ancora molto da fare in Italia sulla raccolta dei RAEE è altrettanto innegabile che si pensa poco all’apporto che la comunicazione può dare. Una ricerca della borsista Chiara Iannacone ha creato diverse campagne di sensibilizzazione per informare le persone sulle diverse possibilità di conferimento

Il Global E-waste Monitor 2024, che fornisce analisi e tendenze sulla quantità di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) prodotti nel mondo, mostra che nel 2022 l’Italia ha generato circa 1.100 milioni di kg di RAEE, equivalenti a 19 kg per abitante. Di questa quantità, solo 461,6 milioni di kg, circa il 41%, sono stati raccolti e riciclati. Una cifra che è ancora molto inferiore rispetto alla minima del 65% indicata dall’Ue, e quindi anche al target del 85% da raggiungere entro il 2030.

Risulta dunque necessario intervenire su più fronti. Da un lato, è fondamentale potenziare le infrastrutture di raccolta e riciclo, migliorando l’accessibilità e l’efficienza dei centri di smaltimento mentre, in modo parallelo, si implementano politiche più rigorose e incentivi economici che spingono sia le aziende che i consumatori a seguire pratiche di gestione sostenibile dei RAEE. Dall’altro lato, è indispensabile un forte impegno nella sensibilizzazione e informazione dei cittadini e delle cittadine, affinché comprendano l’importanza di conferire correttamente i propri RAEE e rifiuti di batterie (RB).

Leggi anche: Rifiuti elettronici, ancora in calo la raccolta

Come la comunicazione serve la circolarità

Nell’ambito del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)”, promosso dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE e il Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali di ENEA, con il supporto di EconomiaCircolare.com, la ricerca condotta dalla borsista Chiara Iannaccone sotto la supervisione degli esperti Matteo Civiero e Alessandra De Santis ha avuto l’obiettivo di creare campagne di sensibilizzazione per informare le persone sulle diverse possibilità di conferimento dei RAEE e dei RB. A partire dall’analisi del comportamento dei consumatori rispetto alla gestione del prodotto nuovo e del rifiuto, si è deciso di sviluppare alcune campagne digitali, di cui una accompagnata anche da una campagna locale OOH (Out-of-Home, con materiale posto negli spazi fisici), in corso di realizzazione.

Si tratta di quella ideata e sviluppata per Erion nell’ambito del progetto europeo ECOSWEEE volto a valutare pro e contro di diverse strategie per incentivare il conferimento di queste tipologie di rifiuti.

Nell’ambito del progetto, che attualmente coinvolge le municipalizzate Amsa, Ama, CEM e tre sedi di Poste Italiane, e che nei prossimi mesi si estenderà anche ad altri punti strategici nella città di Milano, la campagna di comunicazione ha l’obiettivo testare diverse strategie di coinvolgimento, dal deposito su cauzione al nudging che attraverso una “spinta gentile”, rappresentata in questo caso da  un buono acquisto, invita le persone a conferire correttamente i loro device e batterie a fine vita.

L’impegno comunicativo si è concentrato sulla necessità di rendere le persone più consapevoli delle potenzialità legate alla raccolta e al riciclo del massimo quantitativo possibile di apparecchiature elettriche ed elettroniche, del valore dell’eco-contributo reso visibile e delle opzioni disponibili per agevolare il conferimento:

  • Il cosiddetto “1 contro 0”, che permette di conferire gratuitamente RAEE di piccole dimensioni (fino a 20 cm) presso i rivenditori con superficie di oltre 400 mq, senza dover acquistare nulla in cambio;
  • L’1 contro 1, che permette di restituire gratuitamente i RAEE di qualsiasi dimensione al momento dell’acquisto di un prodotto equivalente, sia nei negozi fisici sia nel caso si acquisti online.

 

di Vittoria Moccagatta

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Dalla discarica alla stampante 3D: il viaggio della plastica dei RAEE

Dalla discarica alla stampante 3D: il viaggio della plastica dei RAEE

Grazie al riciclo meccanico la plastica dei RAEE può essere trasformata in un filamento per la stampa 3D utilizzabile per creare prototipi, parti di ricambio, prodotti e non solo. Una ricerca prova a capire quale sia il processo più efficiente. “Ci sono ampi margini di miglioramento” afferma il borsista Enrico Bassi

materiali plastici contenuti nei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) hanno peculiari caratteristiche fisiche e chimiche che li rendono riciclabili e valorizzabili in diversi modi. Uno di questi è il riciclo meccanico, che trasforma la plastica in un filamento per la stampa 3D utilizzabile per creare prototipi, parti di ricambio, prodotti e non solo. Tuttavia ci sono limitazioni tecnologiche e pratiche all’applicazione su larga scala di questa tipologia di riciclo: la difficoltà di ottenere semilavorati di alta qualità, l’incertezza nella caratterizzazione delle miscele iniziali e l’eterogeneità dei lotti di produzione sono solo alcuni esempi.

Nella cornice del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)”, promosso dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE ed ENEA – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali, la ricerca condotta dal borsista Enrico Bassi sotto la supervisione dei ricercatori dell’ENEA Letizia Tuccinardi e Riccardo Tuffi ha avuto l’obiettivo di confrontare diversi processi di trasformazione della plastica recuperata da un impianto di trattamento RAEE del Centro Italia per valutare quale fosse quello più efficiente e maggiormente impiegabile.

Grazie alla strumentazione del laboratorio T4RM (Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali) è stato inoltre possibile testare la qualità dei filamenti in plastica riciclati meccanicamente dai RAEE mediante estrusione a filo e valutarne la stampabilità con tecnologia a deposizione fusa (FDM). Questa particolare tecnologia di riciclo viene indicata come una di quelle che più facilmente può essere implementata e replicata anche su larga scala, e che quindi può contribuire a modificare la percezione del valore, sia in termini di utilità che in termini ambientali e di fine vita, dell’uso di plastica riciclata dai RAEE.

Leggi anche: La seconda vita della plastica delle apparecchiature elettriche ed elettroniche

Come si trasforma la plastica in filamento per la stampa 3D

Stampare 3D tramite la produzione di filamenti è un processo che consiste nella trasformazione delle plastiche dei RAEE in un filamento con diametro esattamente di 1,75mm (la precisione è cruciale per garantire la qualità del risultato) per creare oggetti personalizzati con grande accuratezza e dettagli complessi. Questa qualità complessiva è difficile da raggiungere con altre tecniche di riciclo, che richiedono invece attrezzature e stampi più costosi e spesso non riescono a gestire geometrie diverse con la stessa facilità e velocità.

Risulta quindi una tecnologia di riciclo particolarmente adatta e utile per le aziende che necessitano di prototipi funzionali o piccole serie di prodotti personalizzati senza grandi investimenti (oltre quello iniziale, infatti, i costi operativi sono generalmente bassi), dal momento che permette di testare e iterare rapidamente idee innovative, facilitandone lo sviluppo. La stampa 3D viene definita una tecnologia additiva, per cui il materiale viene aggiunto strato per strato solo dove necessario, evitando di generare scarti come succede invece per i processi sottrattivi, come la fresatura, che rimuovono man mano il materiale da un blocco solido.

di Vittoria Moccagatta

 

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L’economia circolare dei RAEE? A mancare è il contributo del pubblico

L’economia circolare dei RAEE? A mancare è il contributo del pubblico

Per le apparecchiature elettriche ed elettroniche è indispensabile promuovere pratiche di raccolta, recupero e riutilizzo, in modo da evitare l’estrazione di materie prime. A che punto siamo in Italia? Una ricerca del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)” prova a fare il punto

La corretta gestione dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) è indispensabile sotto ogni punto di vista: sociale, ambientale ed economico. Infatti i RAEE possono contenere sostanze pericolose che per l’essere umano e l’ambiente risultano tossiche, e che perciò devono essere trattate in maniera specifica. Ma questi stessi rifiuti contengono anche un’ampia gamma di materiali preziosi e non – come le terre rare, i metalli ferrosi e le plastiche –  che, se recuperati e valorizzati, possono essere immessi nuovamente nel ciclo produttivo evitando l’estrazione di materie prime vergini, quindi a beneficio di un’economia circolare.

Ma quanto si sta diffondendo in Italia e in Europa l’economia circolare per il settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE)? La ricerca condotta dai borsisti Giacomo SeravalliMariarita Paciolla e Francesca Ferrero – sotto la supervisione dei ricercatori dell’ENEA Tiziana BeltraniMarco La MonicaSilvio Viglia e Francesca Ceruti – ha l’obiettivo di indagare lo stato dell’arte, il livello di maturità, i limiti e gli ostacoli alla replicabilità di azioni nazionali ed europee volte a valorizzare le risorse e minimizzare la dispersione di materia ed energia durante i processi produttivi.

Il quadro che emerge è quello di un’Italia ancora poco circolare, con solo il 7% di buone pratiche relative al settore AEE/RAEE messe in campo da imprese private (principalmente nel Nord Italia) in riferimento al fine vita dei prodotti. Tra queste buone pratiche emergono quelle relative al recupero delle materie prime critiche, risorse che sono state approfondite da Giacomo Seravalli dal punto di vista economico per comprendere la convenienza dell’estrazione rispetto a quella del riutilizzo.

La ricerca fa parte del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)” promosso dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE ed ENEA – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali.

 

di Vittoria Moccagatta

 

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Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Si rafforza il vertice del più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore con l’impegno di rendere più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa

Il Sistema Erion conferma l’impegno nel rendere sempre più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa, con la costituzione della nuova Direzione Sviluppo e Relazioni Istituzionali affidata a Danilo Bonato – manager con vent’anni di esperienza nel settore e già Direttore di Consorzio Remedia e di Erion Compliance Organization (ECO). Grazie al nuovo assetto organizzativo, Erion assicurerà un maggior coinvolgimento non solo dei soggetti istituzionali e dei decisori politici, ma anche dei partner internazionali costruendo alleanze e stimolando la partecipazione di attori del mondo associativo, accademico e dei media.

Marco Sala, nuovo Direttore Generale di Erion Compliance Organization

Un’evoluzione organizzativa importante che, in casa Erion, sarà accompagnata dalla nomina dell’Ing. Marco Sala che succederà a Bonato nel ruolo di Direttore Generale di Erion Compliance Organization, la società di servizi che supporta il funzionamento dei sei consorzi del sistema multi-consortile. Sala, che è entrato in Erion a gennaio 2024 nel ruolo di Direttore Operativo, ha già maturato significative esperienze in ANIE, Vaillant Group Italia, Candy Elettrodomestici. Non solo, il nuovo Direttore – già precedentemente Operation Manager del Consorzio Ecodom – vanta una conoscenza approfondita della filiera dei rifiuti tanto da aver sviluppato in soli tre anni uno dei più innovativi impianti di trattamento delle plastiche in Italia (Stena Recycling).

Danilo Bonato: “Un compito per dare risposte alle sfide del nostro tempo”

Il compito che mi è viene affidato sarà quello di orientare i modelli di Responsabilità Estesa del Produttore verso una nuova fase capace di dare risposte alle sfide del nostro tempo come il contrasto al cambiamento climatico, l’uso sostenibile delle risorse e la riduzione della dipendenza dall’estero per le nostre materie prime strategiche.” – dichiara Danilo Bonato“Per fare ciò servono consorzi senza fini di lucro, espressione delle aziende e non di operatori commerciali, che mettano al primo posto etica, trasparenza e attenzione al ruolo sociale di pubblica utilità che essi sono chiamati a svolgere. I moderni sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” – spiega Bonato – “Sono attivi in un’ampia gamma di settori per abilitare economie di scala, adottano un modello operativo orientato all’efficienza e alla qualità del servizio ai cittadini ed investono in progetti di ricerca e innovazione per costruire modelli economici più circolari”.

Marco Sala: “Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina”

“Il prossimo ottobre Erion compirà quattro anni. Dall’inizio delle sue attività il Sistema è cresciuto in modo esponenziale: sono nati nuovi Consorzi attivi in diversi settori, l’organigramma si è ampliato e sono stati creati servizi sempre più vicini ai nostri Produttori. Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina restando fedele ai valori e alla missione di Erion: essere il miglior Sistema di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia.”– dichiara Marco Sala“È una sfida che credo potremo vincere come team, valorizzando quanto di buono abbiamo costruito fino ad adesso e impegnandoci quotidianamente per sostenere in modo ottimale le strategie di sviluppo dei nostri consorzi e migliorare costantemente la qualità e l’efficienza dei servizi forniti”

Economia Circolare, nascerà nel Lazio un impianto all’avanguardia per il recupero delle Materie Prime Critiche

Economia Circolare, nascerà nel Lazio un impianto all’avanguardia per il recupero delle Materie Prime Critiche

Presentato a Roma il progetto INSPIREE: 500 tonnellate di Terre Rare recuperate nell’impianto itelyum in provincia di Frosinone. Danilo Bonato, Direttore Generale Erion Compliance Organization: “Siamo lieti di poter mettere a disposizione le specifiche competenze che abbiamo maturato grazie al progetto NEW-RE, finanziato dall’ente europeo EIT Raw Materials”

Nascerà a Ceccano (Frosinone) presso il sito industriale di Itelyum Regeneration l’impianto all’avanguardia per il recupero di Terre Rare per rispondere alla sfida geopolitica delle Materie Prime Critiche strategiche.

L’impianto che nascerà a Ceccano

A partire dall’ obiettivo europeo di una sostanziale autonomia nell’approvvigionamento delle Terre Tare è stato progettato INSPIREE, il primo impianto in Europa per la produzione di ossidi e carbonati di Terre Rare (neodimio, praseodimio e disprosio) da riciclo chimico di magneti permanenti esausti, estratti da hard disk e motori elettrici a fine vita. La Commissione europea ha dichiarato un’urgenza nell’affrontare la dipendenza europea dal resto del mondo di materie fondamentali in sempre più settori, in seguito al quale il Governo italiano ha recentemente approvato il decreto-legge “Materie prime critiche”, che recepisce il regolamento Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea. Oggi il progetto LIFE INSPIREE ha preso ufficialmente il via con la presentazione a Roma, alla presenza dell’Assessore della Regione Lazio all’Ambiente Elena Palazzo, e all’Assessore al Bilancio e Programmazione Economica Giancarlo Righini. “Siamo una regione di molto eccellenze e ci candidiamo a diventare campioni di green economy, con un’attenzione alla sostenibilità, coniugando sviluppo, protezione ambientale e attenzione alle nostre comunità” ha dichiarato all’Assessore all’Ambiente Elena Palazzo.

L’impianto potrà trattare 2000 tonnellate all’anno di magneti permanenti

Lo scale-up industriale dell’impianto avverrà grazie a un processo a due livelli: il primo step prevede il disassemblaggio dei magneti, mentre il livello successivo consiste nel recupero di ossalati di REE (Rare Earth Elements) tramite idrometallurgia. Itelyum è capofila di un progetto all’avanguardia – spiega Marco Codognola, AD Itelyumche mette insieme le migliori competenze Made in Italy. L’economia circolare e la sostenibilità fanno parte del nostro DNA ed è un onore metterle a disposizione nella costruzione di nuove filiere, di importanza strategica nazionale ed europea, con partner di alto valore’. L’impianto di smontaggio potrà trattare 1.000 tonnellate all’anno di rotori elettrici e l’impianto idrometallurgico a regime potrà trattare 2.000 t/anno di magneti permanenti ottenuti da diverse fonti tra cui anche hard disk, piccoli e grandi motori elettrici con il conseguente recupero di circa 500 t all’anno di ossalati di REE, una quantità sufficiente al funzionamento di 1 milione di hard disk e lap top e 10 milioni di magneti permanenti per applicazioni varie nell’automotive elettrico.

Danilo Bonato, Direttore Generale Erion Compliance Organization: “Abbiamo l’opportunità di costruire la value chain del riciclo delle Terre Rare”

Sono partner del progetto: EIT Raw Materials, il più grande Consorzio nel settore delle materie prime a livello mondiale; Erion, il Sistema multi-consortile no profit per la gestione di differenti tipologie di rifiuti e la valorizzazione delle materie prime seconde; Glob Eco, azienda con pluriennale esperienza nella raccolta e nel trattamento di RAEE; Università degli studi dell’Aquila, che ha sviluppato, brevettato e ottimizzerà la tecnologia idrometallurgica. “Siamo lieti di poter mettere a disposizione le specifiche competenze che abbiamo maturato grazie al progetto NEW-RE, finanziato dall’ente europeo EIT Raw Materials” – ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Compliance Organisation“Per approvvigionamento delle Materie Prime Strategiche l’Europa dipende ancora troppo da Paesi terzi, nonostante gli sforzi in atto per rendere più circolare la nostra economia. Ora però abbiamo l’opportunità di costruire la value chain del riciclo delle Terre Rare, attraverso la realizzazione di impianti con tecnologie innovative e strategie più efficaci per massimizzare la raccolta dei rifiuti tecnologici”.

Sfide e opportunità per il riciclo delle materie prime critiche in Italia

Sfide e opportunità per il riciclo delle materie prime critiche in Italia

Non solo estrazioni: le materie prime critiche necessarie per la transizione ecologica e digitale sono ottenibili anche col riciclo. Ma qual è la situazione attuale degli impianti in Italia? Una ricerca del progetto Training for circularity fa il punto. “Risulta necessaria innanzitutto una semplificazione della normativa”

Le materie prime critiche sono risorse a rischio di approvvigionamento nelle catene di fornitura europee. Litio, tungsteno, fosforo e cobalto: sono soltanto alcune di queste materie che risultano fondamentali per lo sviluppo economico dei settori strategici delle energie rinnovabili, della mobilità elettrica, dell’elettronica, dell’aerospazio e della difesa. Poiché si tratta di risorse scarse e concentrate in pochi Paesi, l’economia circolare gioca un ruolo fondamentale per il loro recupero e riutilizzo, anche se esistono ancora barriere molto complesse da superare di natura sociale, economica, geografica e infrastrutturale, nonché relative all’interconnessione di questi aspetti tra di loro.

Per contribuire a superare le barriere economiche e infrastrutturali, la ricerca condotta dalla borsista Fiore Montini, con la supervisione delle ricercatrici dell’ENEA Roberta De Carolis e Federica Forte, ha indagato quali fossero le materie prime critiche e/o strategiche rilevanti nelle filiere di produzione italiane oltre che le buone pratiche di economia circolare messe in campo per recuperarle nel contesto della filiera italiana delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. La ricerca fa parte del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)” promosso dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE ed ENEA – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali.

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Il fabbisogno di rame e litio

ICESP è la piattaforma italiana degli attori per l’economia circolare promossa da ENEA come iniziativa speculare e integrata a ECESP, che agisce a livello europeo, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’economia circolare, mapparne le buone pratiche e favorire il dialogo multistakeholder. Agli attori di ICESP – in particolare a quelli del ristretto sottogruppo tematico delle apparecchiature elettriche ed elettroniche – è stato sottoposto un questionario per identificare quali fossero le materie prime critiche e/o strategiche essenziali alla loro attività economica, i prodotti in cui vengono utilizzate e i Paesi da cui l’Italia dipende per l’importazione. Un lavoro, questo, che è stato di supporto anche alle attività previste dal Tavolo Tecnico Materie Prime Critiche.

 

di Vittoria Moccagatta

 

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