Rifiuti Tessili, l’Italia raccoglie solo 2,7 kg ad abitante all’anno

Rifiuti Tessili, l’Italia raccoglie solo 2,7 kg ad abitante all’anno

Un numero esiguo a fronte di un’immissione sul mercato di prodotti di abbigliamento, calzature, e tessuti per la casa pari a 23 kg pro-capite. Erion Textiles: “È importante iniziare ora a dialogare con il Governo per essere pronti al recepimento della revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti. Necessario presentare le istanze delle singole aziende e condividerle con le Istituzioni per impostare un modello di gestione dei rifiuti tessili guidato dai Produttori, sensibilizzare i consumatori e trovare soluzioni per il riciclo”

L’Italia è tra i paesi che immettono sul mercato il maggior numero di prodotti tessili a livello Europeo, con 23 kg per abitante ogni anno a fronte di una raccolta di soli 2,7 kg pro capite, che corrispondono a circa 160 mila tonnellate (di cui 80mila raccolte al Nord, 33,5mila raccolte nel Centro Italia e 46,7mila al Sud).

Dal 1° gennaio 2025 inizia la grande sfida di gestione del Tessile

Dal 1°gennaio 2025 tutti i Paesi membri affronteranno la grande sfida della gestione dei rifiuti tessili, che dovranno essere raccolti separatamente rispetto all’indifferenziato, ma che ad oggi registrano un tasso di riciclo mondiale pari solo all’1%. Considerando che il settore tessile è il quarto per maggiore impiego di materie prime e acqua, responsabile del 10% delle emissioni globali di gas serra, più dell’intero trasporto aereo e marittimo insieme, c’è ancora tanta strada da fare, soprattutto in Italia.

Luca Campadello, Manager SDI Erion: “Il 26 settembre un webinar per discutere del futuro della filiera.”

“È necessaria un’azione sinergica da parte di tutti gli attori per riuscire ad implementare la direttiva europea in modo da organizzare al meglio la filiera del fine vita, discutendone i requisiti con il MASE e Il MIMIT e allineandosi con tutti i consorzi per creare regole univoche e armonizzate nell’interesse dei Produttori” – afferma Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager di Erion  – “A seguito del Trilogo riceveremo le indicazioni definitive dall’Europa, è fondamentale essere presenti ora ai tavoli di lavoro nazionali per impostare insieme al Governo quello che sarà il sistema del futuro arrivando a regole condivise. Ne parliamo giovedì 26 settembre dalle ore 15.30 al webinar organizzato da Erion Textiles: “Tessile a un passo dalla norma EPR. Gli impatti economici e organizzativi per le aziende.”

Il ruolo dei futuri consorzi per il Tessile

“Promuovere una gestione efficiente dei rifiuti tessili” è il ruolo principale dei Consorzi nati su iniziativa volontaria dei Produttori come Erion Textiles. Sarà importante definire il modello di raccolta e selezione dei rifiuti tessili, così come chiarire il ruolo della distribuzione, sia tradizionale sia online. I Consorzi dovranno, poi, fornire supporto ai produttori per l’adesione alle regole del decreto, ma anche per identificare e sviluppare soluzioni innovative per migliorare la riparabilità, la riutilizzabilità e il riciclo dei materiali. Inoltre, organizzeranno campagne di sensibilizzazione verso il consumatore finale per la corretta dismissione dell’abbigliamento a fine vita e favoriranno il dialogo con tutti gli attori della filiera (comuni, rivenditori, selezionatori, riciclatori) per la definizione degli accordi di programma per migliorare la raccolta e garantire standard di qualità della selezione e del riciclo dei rifiuti tessili.

Gli eco-contributi sul Tessile. Si lavora alla definizione.

I produttori finanzieranno i consorzi tramite gli eco-contributi – Ad esempio, nel mercato francese, che è stato il primo a introdurre la normativa EPR per il settore tessile, un’azienda che commercializza 1 milione e mezzo di prodotti (tra abbigliamento, calzature, accessori e tessile per la casa) contribuisce ai costi di gestione del Consorzio Refashion per più di 100.000 euro. Considerati gli importi in gioco, Erion Textiles insieme ai suoi produttori sta svolgendo le simulazioni e gli scenari del mercato italiano per definire gli eco-contributi che i produttori dovranno prevedere a budget nelle collezioni dei prossimi anni.

Produttori più responsabili a partire dalla progettazione del prodotto stesso

A luglio 2023 la Commissione Europea ha proposto un regime di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) con l’obiettivo di responsabilizzare i produttori sull’intero ciclo di vita dei prodotti tessili e promuovere la gestione sostenibile dei rifiuti tessili in tutta l’Ue. Oltre a ciò, i produttori saranno anche invitati ad aumentare la circolarità dei prodotti progettandoli meglio fin dall’inizio: il Parlamento Europeo ha introdotto l’eco-modulazione degli eco-contributi che dovranno tenere in considerazione gli standard in materia di durabilità, riparabilità e riciclabilità. Questo permetterà di fare leva sulla condivisione delle criticità della gestione del fine vita dei prodotti per migliorarne la progettazione, la riciclabilità e l’impatto ambientale.

E le istituzioni?  

Ad oggi manca una forte governance per la gestione dei rifiuti tessili: nonostante esistano esperienze per la raccolta e la selezione non è stato costruito un sistema industriale per il riciclo. È in via di definizione la norma europea alla quale seguiranno i decreti nazionali che permetteranno agli attori della filiera di operare e agire attivamente. Quali sono le mancanze più gravi? Si potrebbe dire che non è ancora avvenuto un confronto franco con le istituzioni, i Comuni e gli operatori della filiera sul modello di gestione dei rifiuti tessili. Considerate le pochissime esperienze di riciclo della frazione di rifiuti tessili non riutilizzabili sarà necessario investire in ricerca per trovare soluzioni di riciclo. Sarà necessario garantire trasparenza e tracciabilità del percorso dei rifiuti tramite standard minimi di qualità per le attività di selezione e infine sensibilizzare i consumatori sulla corretta dismissione dei loro capi a fine vita.

Nell’UE raccolto solo il 27% dei rifiuti tessili. Per l’AEA servono più selezione e riciclo

Nell’UE raccolto solo il 27% dei rifiuti tessili. Per l’AEA servono più selezione e riciclo

Quasi tutti i Paesi Ue hanno già un sistema di raccolta dei rifiuti tessili, ma questi sistemi sono orientati esclusivamente al riutilizzo. Oltre alla raccolta differenziata, secondo l’agenzia, si deve urgentemente incrementare la capacità di selezione e riciclo

Le norme europee stabiliscono che dal 1 gennaio 2025 tutti i Paesi Ue dovranno praticare la raccolta differenziata dei rifiuti tessili, ma, come l’Italia, quasi tutte le nazioni europee hanno già avviato dei sistemi per intercettare i tessili gettati dai cittadini. Nonostante questo, segnala l’Agenzia Europea per l’ambiente (AEA) che su questo tema ha pubblicato un report (‘Management of used and waste textiles in Europe’s circular economy’) la maggior parte dei rifiuti tessili in Europa finisce  nei rifiuti misti. Solo il 10% in media viene infatti raccolto separatamente dagli altri rifiuti urbani. E secondo l’AEA, oltre alla raccolta differenziata vanno urgentemente incrementate capacità di selezione e riciclaggio, per garantire un uso più circolare dei prodotti tessili.

I dati (incerti) dei rifiuti tessili in Europa

La direttiva quadro sui rifiuti dell’UE impone agli Stati membri di dotarsi di sistemi di raccolta differenziata per i prodotti tessili usati a partire dal prossimo anno. La Commissione europea ha inoltre proposto una revisione mirata della direttiva per introdurre l’obbligo di responsabilità estesa del produttore (EPR) per i prodotti tessili in tutti gli Stati membri. Secondo un’indagine condotta dall’AEA nel 2023, la maggior parte degli Stati membri dell’UE disponeva già di sistemi di raccolta differenziata, “ma per lo più per raccogliere i prodotti tessili riutilizzabili”. Non per il riciclo, quindi.

Nel 2020 (ultimi dati disponibili) l’UE-27 ha generato un totale stimato di 6,95 milioni di tonnellate di rifiuti tessili: si tratta di circa 16 kg a persona. Di questi 16, solo 4,4 kg a persona sono stati raccolti separatamente (il 27,5%), mentre i restanti 11,6 sono finiti nei rifiuti domestici misti. Di tutti i rifiuti tessili, l’82% proveniva dai consumatori e il resto era costituito da rifiuti di produzione o da tessuti mai venduti.

 

Questi dati, avverte però l’Agenzia, “possono presentare delle discrepanze” dovute ai diversi sistemi di raccolta in ogni Stato e alle diverse interpretazioni delle categorie di rifiuti; in alcuni Paesi ad esempio, i prodotti tessili raccolti per il riutilizzo possono non essere classificati come rifiuti ma come prodotti. Un buco (quasi) nero riguarda gli scarti pre-consumo, quelli prodotti dalle aziende della filiera durante i processi di lavorazione: ”Gli Stati membri dispongono di dati minimi sulle percentuali di rifiuti tessili pre-consumo, come per i tessuti invenduti, generati nelle fasi di vendita al dettaglio”. Si stima infatti che il 4-9% di tutti i prodotti tessili immessi sul mercato in Europa venga distrutto prima dell’uso, per un totale valutato tra le 264.000 e le 594.000 tonnellate di prodotti tessili all’anno.

Il rapporto dell’AEA avverte che, oltre alla raccolta differenziata, è necessario “aumentare le capacità di selezione e riciclaggio in Europa per evitare che i prodotti tessili raccolti finiscano negli inceneritori, nelle discariche o vengano esportati in regioni al di fuori dell’UE”.

 

Continua a leggere su Economiacircolare.com iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato sulle novità!

Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Si rafforza il vertice del più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore con l’impegno di rendere più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa

Il Sistema Erion conferma l’impegno nel rendere sempre più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa, con la costituzione della nuova Direzione Sviluppo e Relazioni Istituzionali affidata a Danilo Bonato – manager con vent’anni di esperienza nel settore e già Direttore di Consorzio Remedia e di Erion Compliance Organization (ECO). Grazie al nuovo assetto organizzativo, Erion assicurerà un maggior coinvolgimento non solo dei soggetti istituzionali e dei decisori politici, ma anche dei partner internazionali costruendo alleanze e stimolando la partecipazione di attori del mondo associativo, accademico e dei media.

Marco Sala, nuovo Direttore Generale di Erion Compliance Organization

Un’evoluzione organizzativa importante che, in casa Erion, sarà accompagnata dalla nomina dell’Ing. Marco Sala che succederà a Bonato nel ruolo di Direttore Generale di Erion Compliance Organization, la società di servizi che supporta il funzionamento dei sei consorzi del sistema multi-consortile. Sala, che è entrato in Erion a gennaio 2024 nel ruolo di Direttore Operativo, ha già maturato significative esperienze in ANIE, Vaillant Group Italia, Candy Elettrodomestici. Non solo, il nuovo Direttore – già precedentemente Operation Manager del Consorzio Ecodom – vanta una conoscenza approfondita della filiera dei rifiuti tanto da aver sviluppato in soli tre anni uno dei più innovativi impianti di trattamento delle plastiche in Italia (Stena Recycling).

Danilo Bonato: “Un compito per dare risposte alle sfide del nostro tempo”

Il compito che mi è viene affidato sarà quello di orientare i modelli di Responsabilità Estesa del Produttore verso una nuova fase capace di dare risposte alle sfide del nostro tempo come il contrasto al cambiamento climatico, l’uso sostenibile delle risorse e la riduzione della dipendenza dall’estero per le nostre materie prime strategiche.” – dichiara Danilo Bonato“Per fare ciò servono consorzi senza fini di lucro, espressione delle aziende e non di operatori commerciali, che mettano al primo posto etica, trasparenza e attenzione al ruolo sociale di pubblica utilità che essi sono chiamati a svolgere. I moderni sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” – spiega Bonato – “Sono attivi in un’ampia gamma di settori per abilitare economie di scala, adottano un modello operativo orientato all’efficienza e alla qualità del servizio ai cittadini ed investono in progetti di ricerca e innovazione per costruire modelli economici più circolari”.

Marco Sala: “Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina”

“Il prossimo ottobre Erion compirà quattro anni. Dall’inizio delle sue attività il Sistema è cresciuto in modo esponenziale: sono nati nuovi Consorzi attivi in diversi settori, l’organigramma si è ampliato e sono stati creati servizi sempre più vicini ai nostri Produttori. Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina restando fedele ai valori e alla missione di Erion: essere il miglior Sistema di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia.”– dichiara Marco Sala“È una sfida che credo potremo vincere come team, valorizzando quanto di buono abbiamo costruito fino ad adesso e impegnandoci quotidianamente per sostenere in modo ottimale le strategie di sviluppo dei nostri consorzi e migliorare costantemente la qualità e l’efficienza dei servizi forniti”

Il futuro del Tessile sostenibile: Erion Textiles tra networking e nuove normative

Il futuro del Tessile sostenibile: Erion Textiles tra networking e nuove normative

Il 17 giugno 2024 il Consiglio dell’Unione europea ha espresso un orientamento generale sulla riforma della Direttiva Quadro sui Rifiuti. Ora la presidenza ungherese potrà avviare nuovi colloqui con l’Europarlamento per arrivare a un testo definitivo

Una primavera-estate 2024 ricca di appuntamenti per Erion Textiles che continua ad attendere l’approvazione della normativa europea di istituzione dei regimi di Responsabilità Estesa del Produttore per il settore tessile, partecipando a numerosi eventi nazionali e internazionali dedicati al tema.

Tre eventi di approfondimento con Luca Campadello

Il 23 maggio 2024, Luca Campadello, Manager SDI di Erion, è volato a Copenaghen per partecipare alla tavola rotonda “Paving the way for a separate collection of Textiles in 2025” organizzata in occasione del Global Fashion Summit 2024 svoltosi nella capitale danese. L’incontro ha riunito produttori e rappresentanti delle istituzioni europee per discutere dell’attuazione della raccolta differenziata dei tessili prevista per il 2025 e dell’introduzione dell’EPR nel contesto della revisione in corso della Direttiva Quadro sui Rifiuti. Durante la sessione, i partecipanti sono stati aggiornati sullo stato della raccolta nei diversi Stati Membri, sulle posizioni del Parlamento europeo e della Commissione europea e dei singoli Stati Membri sulla Direttiva e hanno condiviso le loro priorità chiave per l’EPR. Il 31 maggio sempre Campadello ha tenuto un intervento all’interno del webinar del percorso di formazione “Fiber4ward”, organizzato da Next Technology Tecnotessile di Prato, nell’ambito del progetto europeo Transitions. Nel corso del suo intervento, rivolto al personale di aziende del settore tessile, nonché agli studenti e ai docenti di moda, il manager ha affrontato tematiche chiave come la Responsabilità Estesa del Produttore, le nuove opportunità per la filiera, il Passaporto Digitale dei Prodotti e i sistemi di raccolta dei prodotti tessili a fine vita. Il 12 giugno, Campadello ha tenuto infine uno speech, nell’ambito del Green Med Expo & Symposium di Napoli, dal titolo “Il futuro ruolo dei Consorzi di Produttori” nel Convegno “Strategia europea per un Tessile sostenibile e circolare. La Comunicazione strumento essenziale per favorire il cambiamento”.

Prossimo appuntamento il 9 luglio a Milano

Erion Textiles sarà presente anche all’Assemblea Generale dell’ACIMIT (Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile) prevista per il prossimo 9 luglio a Milano. L’evento Riciclo e transizione sostenibile dell’industria tessile-moda. Il contributo delle tecnologie italiane” sarà un momento per riflettere sugli obiettivi di transizione ecologica dell’industria tessile e della moda e su come essi offrano ai fornitori di tecnologie l’occasione di inserire la propria capacità progettuale e produttiva in una nuova catena del valore globale. “ACIMIT – scrivono gli organizzatori – intende sostenere e valorizzare i progetti di innovazione delle proprie associate, favorendo il dialogo e la collaborazione tra queste e gli altri protagonisti dell’economia circolare: istituzioni, aziende tessili e brand, consorzi EPR, hub per il riciclo post-consumo, mondo della ricerca.”

Normativa sul tessile. A che punto siamo?

Erion Textiles segue molto da vicino i lavori dell’Unione europea sulla revisione della Direttiva Quadro che punta all’obiettivo generale di ridurre gli impatti ambientali associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari. Lo scorso 17 giugno il Consiglio dell’Ue ha adottato la sua posizione (“orientamento generale”) sulla revisione puntando, ha dichiarato Alain Maron, Ministro della transizione climatica, dell’ambiente, dell’energia e della democrazia partecipativa del governo della regione di Bruxelles-Capitale “a una prevenzione dei rifiuti prodotti dal fast fashion e a facilitare il riutilizzo. Dato che i comparti alimentare e tessile sono rispettivamente al primo e al quarto posto per intensità di risorse, l’accordo odierno rappresenta un passo fondamentale verso un’economia europea più sostenibile e circolare.” 

Come dovrebbe cambiare la filiera del post-consumo?

L’attuale Direttiva Quadro sui Rifiuti, già in vigore dal 2008, obbliga gli Stati Membri a garantire la raccolta differenziata dei prodotti tessili destinati al riutilizzo, alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio entro il 1º gennaio 2025. Secondo l’approccio generale, entro la fine del 2028 la Commissione europea valuterà la possibilità di fissare obiettivi specifici di prevenzione, raccolta, preparazione per il riutilizzo e riciclaggio del settore dei rifiuti tessili. La proposta di revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti prevede regimi armonizzati di Responsabilità Estesa del Produttore in virtù dei quali i marchi di moda e i produttori tessili saranno obbligati a finanziare i costi di gestione dei rifiuti tessili. Tali regimi potranno essere istituiti fino a 30 mesi (l’Europarlamento ha proposto 18) dopo l’entrata in vigore della suddetta Direttiva e il Consiglio ha convenuto di includere le microimprese nel loro ambito di applicazione. L’orientamento generale prevede poi che il livello dei contributi potrà essere modulato (con bonus e malus) sulla base della circolarità e delle prestazioni ambientali dei prodotti tessili (nota come eco-modulazione) tramite parametri che verranno definiti all’interno del pacchetto di norme del Regolamento per l’ecodesign dei prodotti sostenibili (ESPR). In maniera del tutto inaspettata, a seguito della forte richiesta di alcuni Ministeri tra cui quello francese, l’orientamento generale ha previsto che, in aggiunta ai requisiti definiti dall’ESPR, i singoli Stati Membri potranno volontariamente imporre tariffe più elevate alle imprese che seguono pratiche industriali e commerciali di fast fashion.  Esprimendo la sua posizione, il Consiglio ha introdotto “disposizioni specifiche per gli Stati Membri in cui vi è una significativa quota di prodotti tessili di seconda mano commercializzati. Tali Stati Membri potranno chiedere anche agli operatori commerciali che si occupano di rivendere i capi di seconda mano di finanziare i costi della gestione dei rifiuti, anche se in maniera inferiore rispetto ai Brand che commercializzano nuovi prodotti”. L’orientamento generale ha infine riconosciuto un ruolo ai soggetti dell’economia sociale (compresi gli enti di beneficenza, le imprese sociali e le fondazioni) all’interno dei sistemi di raccolta che verranno organizzati dai Consorzi.

L’iter legislativo e le prossime tappe

Il passaggio del Consiglio ha dato il via libera alla presidenza di turno (Ungheria) che ha posto all’interno delle sue priorità la definizione, entro il 31 dicembre 2024, di un testo di compromesso tra Parlamento e Consiglio sulla Direttiva Quadro sui Rifiuti. Secondo i dati pubblicati dal Consiglio l’Ue genera anche 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. L’abbigliamento e le calzature rappresentano da soli 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 12 kg di rifiuti per persona ogni anno. Attualmente solo il 22 % di tali rifiuti è raccolto separatamente per il riutilizzo o il riciclaggio, mentre il resto è spesso incenerito o smaltito in discarica”.

“Riciclo, l’Europa deve collaborare. Non ha più senso dire: il mio Paese e le mie risorse“

“Riciclo, l’Europa deve collaborare. Non ha più senso dire: il mio Paese e le mie risorse”

Intervista a Naoko Tojo, Associate Professor in Environmental Product Law and Policy all’International Institute for Industrial Environmental Economics (IIIEE) della Lund University, Svezia, sull’evoluzione della Responsabilità Estesa del Produttore. “Le iniziative di monitoraggio e controllo sono largamente insufficienti. Se le istituzioni pubbliche responsabili non cambiano il loro approccio, perché i produttori dovrebbero impegnarsi per raggiungere i target?”

Naoko Tojo, è una delle più grandi esperte mondiali sul tema della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR – Extended Producer Responsibility), il principio sviluppato in ambito europeo che impone alle aziende di essere responsabili di tutto il ciclo di vita dei prodotti che immettono sul mercato, anche al momento in cui questi divengono rifiuti. L’idea nasce negli anni Novanta dall’intuizione del professor Thomas Lindhqvist e, nel corso degli anni, è diventata uno dei pilastri della transizione ecologica europea, nonché fondamenta di Sistemi consortili come Erion. Abbiamo chiesto alla Professoressa Tojo – che di Lindhqvist è stata allieva prima di specializzarsi nella progettazione e implementazione di sistemi EPR per vari flussi di prodotto in Europa e Asia – di raccontarci come si è trasformata negli anni l’applicazione dell’EPR. 

Gli addetti ai lavori conoscono molto bene il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore. È tempo di farlo capire ai consumatori. Come glielo spiegherebbe?
Penso che si potrebbe spiegare loro semplicemente la logica alla base del concetto di EPR, ovvero perché affidiamo la responsabilità della gestione del fine vita dei prodotti ai Produttori. La risposta è che diamo loro tale compito perché essi progettano i prodotti e, quindi, li conoscono meglio di chiunque altro. Le aziende hanno, inoltre, la possibilità di apportare modifiche a monte ai prodotti che immettono sul mercato in modo che sia più facile ripararli, riutilizzarli e riciclare le materie che essi contengono. Ci affidiamo, pertanto, alla loro esperienza per facilitare la chiusura del cerchio dei materiali da parte degli altri attori della catena di approvvigionamento.

Raccontare l’importanza del riciclo delle materie prime può essere un buon modo di spiegare la logica dell’EPR?
Probabilmente non conviene focalizzarsi più di tanto sui dettagli dei processi di riciclaggio in sé, ma parlare piuttosto del motivo per cui attribuiamo la responsabilità ai produttori, ovvero la loro capacità di creare cambiamenti a monte della filiera. I riciclatori hanno certamente una competenza straordinaria quando si tratta di differenziare le materie: loro sanno quali materiali possono essere riciclati e il modo migliore per farlo. Ciò che non hanno la possibilità di fare è di determinare che cosa entrerà nel flusso dei rifiuti. Senza modifiche dei prodotti a monte le possibilità di migliorare le azioni a valle sono limitate. Avere materiali e prodotti migliori ci permette di avere una società più circolare.

Com’è cambiato dagli anni Novanta il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore?
Il concetto in sé non è cambiato, rimane solida una delle sue migliori peculiarità, quella di poter essere applicato in molti modi. Paesi diversi adottano approcci diversi, responsabilizzano i produttori in maniere differenti a seconda della tipologia di prodotti: imballaggi, elettronica, automobili, ecc. Quindi non credo che il concetto, che è relativamente semplice, sia mutato, ma che la parte implementativa continui a renderlo complicato e difficile da realizzare.

Quindi ad essere cambiata è l’applicazione del modello.
Esattamente. Nel corso del tempo l’applicazione ha subito cambiamenti volti a motivare i Produttori ad apportare modifiche a monte della filiera. Mi riferisco, esempio, al concetto di eco-design che è stato difficile da sviluppare.

Parliamo dei Sistemi EPR come Erion. In che modo possono contribuire, secondo Lei, alla tutela dell’ambiente e avere buoni impatti sulla società e l’economia?
Penso che ci siano due obiettivi principali per quanto riguarda l’applicazione della Responsabilità Estesa del Produttore. Il primo, come già detto, riguarda il tema dei cambiamenti a monte, ovvero la modifica del design dei prodotti e dei suoi componenti, in modo da renderli più facili da riparare, riutilizzare e riciclare. L’altro obiettivo è avere sistemi di gestione del fine vita più performanti. Possiamo sfruttare le competenze dei Produttori per arrivare a tassi di raccolta dei rifiuti più elevati, avere un trattamento di qualità, raggiungere una maggiore efficienza delle risorse attraverso il riutilizzo e il riciclaggio. Ciò significherebbe avere meno necessità di ottenere le materie dall’attività mineraria. Invece di estrarre materie, le si ricava dai prodotti esistenti. L’efficienza delle risorse è una delle questioni chiave che i sistemi EPR cercano di affrontare. Finora l’attenzione dei sistemi EPR si è concentrata principalmente sul riciclaggio, sarebbe molto positivo se i Sistemi come Erion iniziassero a facilitare anche le attività di riutilizzo e riparazione.

Attraverso l’EPR la nostra economia è capace di reimmettere sul mercato Materie Prime Seconde e, quindi, disaccoppiare parte della produzione dallo sfruttamento delle risorse vergini. Cosa si può fare per rendere questo processo ancora più efficiente, diciamo definitivo?
È da 30 anni che parliamo di questo tema e oggi possiamo chiederci se abbiamo fatto progressi sufficienti. Un risultato che i sistemi EPR, in diversi Paesi, sono riusciti a raggiungere relativamente bene è stato quello di differenziare rifiuti specifici dagli altri flussi. Anche quando guardiamo ai tassi di raccolta possiamo notare che ci sono stati cambiamenti notevoli. Rimane, invece, ancora tanto da fare sul versante della chiusura del cerchio dei materiali e su quello dell’uso effettivo delle risorse riciclate nei nuovi prodotti. Bisogna guardare oltre i Sistemi di EPR e capire cosa succede con i materiali che escono dagli impianti di trattamento. Sono davvero utilizzati? E, se sì, in che modo? Stiamo riciclando i prodotti in modo da avere Materie Prime Seconde di qualità o stiamo procedendo a un downcycling? Rispondere a queste domande è obbligatorio per raggiungere i veri obiettivi della Responsabilità Estesa del Produttore.

Esiste il rischio che il downcycling delle materie diventi un processo organico?
Per alcuni materiali è inevitabile un processo di downcycling (il riciclaggio dei rifiuti in cui il materiale riciclato è di qualità e funzionalità inferiori rispetto al materiale originale ndr) e quindi una perdita di qualità. Il punto è che non si dovrebbe, mai, puntare in prima battuta al downcycling. È fondamentale, invece, trovare un modo migliore per garantire un’alta qualità dei materiali riciclati. Quando parliamo con i Produttori, questo tema rappresenta un collo di bottiglia. A loro non dispiacerebbe usare materiali riciclati, ma se utilizzano materie prime vergini hanno una garanzia di qualità. In questo caso, dunque, non c’è bisogno di verificare ogni singolo lotto di materiale proveniente dalla stessa fabbrica. Un controllo, questo, che attualmente va fatto, quando si parla di materiali riciclati, poiché non esiste un sistema di garanzia della qualità. La verifica di ogni singolo lotto è un processo che richiede tempo ed è anche piuttosto costoso. Ciò ci riporta all’inizio del nostro ragionamento: per consentire un riciclo di qualità è necessario disporre di buoni materiali già in partenza.

È una rete o dipende solo da pochi attori come, per esempio, istituzioni, Sistemi EPR, cittadini?
I produttori di materiali e i riciclatori devono necessariamente collaborare con i produttori di prodotti e viceversa. Ciò rende evidente che esistono dei collegamenti, una rete. Se parliamo dei consumatori, non possiamo non evidenziare che il loro ruolo più importante è quello di assicurarsi di fare una corretta raccolta differenziata. In questo caso le informazioni devono essere fornite non solo dai comuni, ma anche dai Produttori.

È d’accordo con l’adozione di “un approccio pan europeo” al riciclo delle materie, proposto nel nuovo Regolamento europeo sulle Materie Prime Critiche?
I Paesi europei, alcuni grandi, altri piccoli, possono collaborare tra loro per sfruttare le economie di scala. Un approccio simile è stato promosso anche in Asia in seguito a un dialogo tra i Paesi del continente. Sono originaria del Giappone, Stato molto impegnato nella promozione di questa circolarità all’interno dei confini asiatici. Non ha più senso dire “il mio Paese e le mie risorse”; bisogna avere un approccio più ampio proprio come quello pan-europeo.

Quali sono, oggi, gli elementi imprescindibili per gestire al meglio la Responsabilità Estesa del Produttore? Cosa devono fare i Sistemi EPR per garantire piena conformità alle aziende?
Quando parliamo di Responsabilità Estesa del Produttore, secondo l’attuale interpretazione, ci riferiamo alla gestione del fine vita dei prodotti e al coinvolgimento delle aziende sia in cambiamenti a monte che a valle della filiera produttiva. Ogni azienda deve essere in grado di possedere e fornire informazioni sui prodotti immessi sul mercato, come, ad esempio, quelle relative alla loro composizione, al contenuto di materiale riciclato, alla riparabilità: tutti dati che potrebbero favorire migliori processi di riutilizzo, riparazione e riciclo e quindi permettere di chiudere il ciclo dei materiali. Per quanto riguarda la piena conformità delle aziende, penso che gli Stati debbano avere la volontà politica di migliorare le condizioni in cui agiscono i Sistemi EPR. In molti Paesi le iniziative di monitoraggio e controllo sono largamente insufficienti. Ad esempio, nel caso della Svezia, il tasso di riciclo degli imballaggi in plastica non ha rispettato lo standard per molti anni e non è successo nulla, nemmeno una sanzione minima ai Produttori. Se le istituzioni pubbliche non cambiano il loro approccio, perché i produttori dovrebbero impegnarsi per raggiungere i target? I decisori politici dovrebbero avere più voglia di migliorare questa situazione, anche se garantire la piena conformità è una cosa estremamente complessa.

Revisione della Direttiva rifiuti, Consiglio europeo meno ambizioso dell’Europarlamento

Revisione della Direttiva rifiuti, Consiglio europeo meno ambizioso dell’Europarlamento

Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato la propria posizione negoziale sulla revisione della direttiva quadro sui rifiuti che interessa tessili e alimentari: ridotte le ambizioni del Parlamento

Nel “general approach”, la posizione negoziale del Consiglio dell’Unione europea sulla proposta di revisione della direttiva rifiuti, i ministri dell’ambiente europei fanno un passo indietro rispetto agli obiettivi più ambiziosi proposti dall’Europarlamento. Nel testo approvato lunedì scorso, 17 giugno, si allineano infatti a quanto stabilito nella proposta della Commissione, con in più un pizzico di flessibilità.

Per Alain Maron, ministro dell’ambiente del governo belga (presidente di turno del Consiglio), “l’accordo rappresenta un passo fondamentale verso un’economia europea più sostenibile e circolare”. Il testo approvato, secondo il Commissario all’ambiente Virginijus Sinkevičius, “è ben bilanciato e conserva in gran parte lo spirito della proposta della Commissione”.

Leggi anche: Sprechi alimentari e rifiuti tessili, la posizione dell’Europarlamento

Il contesto

Ogni anno nell’UE vengono generati oltre 58 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (131 kg per abitante), che rappresentano una perdita stimata di 132 miliardi di euro. E che valgono circa il 16% delle emissioni totali di gas serra prodotte dal sistema alimentare dell’UE.

Con il lancio del Green Deal per l’Europa nel dicembre 2019, l’UE ha ribadito la propria determinazione a dimezzare la quantità di rifiuti alimentari pro capite, sia a livello di distribuzione che di consumo, entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

L’UE genera anche 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. L’abbigliamento e le calzature da soli rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 12 kg di rifiuti per persona ogni anno. Attualmente, solo il 22% di questi rifiuti viene raccolto separatamente per essere riutilizzato o riciclato, mentre il resto viene spesso incenerito o messo in discarica.

Il 5 luglio 2023 la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti, rivolta in particolare ai settori alimentare e tessile. L’obiettivo generale della proposta è ridurre gli impatti ambientali e climatici associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari.

 

Continua a leggere questo articolo su Economiacircolare.com iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato sulle novità!

Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Studio commissionato da Erion alla società di consulenza dss+. Bonato: Sistemi di Responsabilità Estesa dei Produttori per colmare il gap tra obiettivi di sostenibilità e l’approvvigionamento risorse strategiche

Dipendiamo troppo da materie prime vergini, in primis critical raw materials come litio e palladio, per sostenere la transizione ecologica. Una tradizionale prospettiva estrattivista non sarà sufficiente a colmare il gap tra bisogni e disponibilità, soprattutto perché alcuni materiali cruciali per le nuove tecnologie – quelle digitali e quelle green – sono nelle disponibilità quasi esclusive di una manciata di Paesi. Una delle soluzioni a questa impasse arriva dallo studio “Erion Vision 2050: Passato, Presente e Futuro dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” commissionato da Erion alla società di consulenza dss+ e presentato ieri in occasione dell’evento “Forum sulla Responsabilità Estesa del Produttore. La nuova generazione europea dei Sistemi Collettivi” a Firenze.

Ripensare il ruolo dell’EPR: “Vettore di approvvigionamento e ottimizzazione delle risorse”

I Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nati negli anni 90 sia per organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti, sia per stimolare una migliore progettazione dei prodotti, si trovano ora ad affrontare una sfida importante: colmare il gap tra gli obiettivi programmatici di sostenibilità e l’approvvigionamento di risorse strategiche per l’Unione Europea” ha spiegato Danilo Bonato, direttore generale di Erion Compliance Organization. “È quindi fondamentale ripensare il ruolo dell’EPR all’interno dell’UE, in particolare in risposta alle urgenti richieste di materie prime critiche e all’imperativo di decarbonizzare l’economia in un quadro di coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Alcuni dati aiutano a capire perché, secondo Erion, questa svolta è necessaria.

La domanda di materie primeIl consumo medio pro capite globale di risorse è di circa 12,5 tonnellate all’anno: “È evidente che le attuali politiche non risultino essere sufficienti a ridurre l’uso di materie prime, la cui domanda crescerà – rispetto al 2000 – di 2,5 volte entro il 2050”.  Le dimensioni del mercato delle materie prime critiche (MPC), necessarie per la transizione energetica, ha raggiunto i 320 miliardi di dollari nel 2022, rendendoli uno dei focus dell’industria mineraria. Si stima infatti che entro il 2030 la domanda globale di critical raw materials (CRM), necessaria per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla Commissione Europea, crescerà di 3,5 volte superando le 30 milioni di tonnellate (fonte: IEA – Net Zero Emissions by 2050 Scenario).

La fame di litio e cobalto. Nel settore clean-tech (le tecnologie pulite) la domanda di litio è passata dal 30% del totale della domanda globale del 2017 al 56% del 2022. Quella di Cobalto dal 17% al 40%.

 

Continua a leggere questo articolo su Economiacircolare.com iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato sulle novità!

Tessile, a Milano l’evento sui Sustainability Pledge delle Nazioni Unite

Tessile, a Milano l’evento sui Sustainability Pledge delle Nazioni Unite

Il 19 giugno la Triennale di Milano ha riunito 9 tavoli di lavoro sul tema del Tessile con esperti del settore, studiosi e rappresentanti delle aziende. La piattaforma della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite riunisce oggi 100 impegni da 28 Paesi

Il 19 giugno la Triennale di Milano ha ospitato “Vision & Visibility: scaling transparency”, il primo evento per fare il punto sull’attuazione dell’iniziativa Sustainability Pledge, tre anni dopo il suo lancio, presentando il rapporto “The Sustainability Pledge 3-years monitoring report“.

Nove tavoli di lavoro sul Tessile al convegno di Milano

Sustainability Pledge è una piattaforma lanciata nel 2021 dall’UNECE, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, al fine di migliorare le credenziali ambientali ed etiche del settore Tessile. La piattaforma riunisce oggi 100 impegni da 28 Paesi nel mondo, alcuni dei quali affrontati durante la giornata di convegno a Milano. Durante i nove tavoli di lavoro si è discusso sui principali risultati e le lezioni apprese dal 2021, nonché sulle soluzioni innovative per favorire un impatto positivo; sugli indicatori chiave di prestazione (KPI) per misurare i livelli di tracciabilità e trasparenza dei prodotti stessi; sulle pratiche e le soluzioni per l’industria tessile del futuro.

Il mercato di seconda mano ha un valore di oltre 9 miliardi di dollari

Accompagnati nel dibattito da nomi di primo rilievo dell’industria, i partecipanti ai lavori hanno potuto conoscere gli strumenti, gli approcci politici, i progetti pilota in corso sulla blockchain per l’industria tessile con particolare attenzione alla catena del valore del cotone e le esperienze sul campo nella regione dell’America Latina.  “L’industria tessileha dichiarato l’UNECE in occasione della presentazione di un recente Rapporto sul settore – si è evoluta da un modello di produzione basato su fibre naturali e politiche protezionistiche per l’industria locale a un modello in cui le fibre sintetiche sono diventate pervasive, la produzione è stata delocalizzata e la velocità di produzione e distribuzione dei prodotti è aumentata rapidamente. La maggior parte dell’industria della moda opera secondo il modello fast fashion, che prevede più collezioni all’anno, generalmente a prezzi bassi, utilizzate per sempre meno tempo. Ciò ha portato a un tasso crescente di sovrapproduzione e di consumo eccessivo di vestiti. Questi eccessi hanno favorito lo sviluppo di un importante mercato per gli abiti di seconda mano, con un commercio internazionale del valore di 9,3 miliardi di dollari nel 2021. Questi indumenti fluiscono in gran parte dai paesi a reddito più alto a quelli a basso reddito. I principali esportatori (in valore) sono l’UE, la Cina, gli Stati Uniti e il Regno Unito, mentre i principali importatori sono Pakistan, Ucraina, Kenya e Cile.

Luca Campadello, Manager SDI, ha partecipato all’evento come uditore per Erion Textiles: “È stato interessante avere conferma che il percorso verso la trasparenza e la tracciabilità non può prescindere dalla collaborazione tra gli attori, a partire dai brand fino ai fornitori e agli operatori che si occupano della gestione del fine vita. Delle raccomandazioni fornite alle aziende dall’UNECE, vorrei evidenziare l’importanza di considerare le leggi attuali e future quando si definiscono le strategie di trasparenza e tracciabilità. È proprio ciò che facciamo noi con i Produttori consorziati di Erion Textiles, tenendoci aggiornati e discutendo i cambiamenti legislativi per adeguare le strategie ai futuri obblighi legali.”

 

APPROFONDISCI COME ERION TEXTILES SUPPORTA I PRODUTTORI CHE IMMETTONO SUL MERCATO PRODOTTI DI ABBIGLIAMENTO, ACCESSORI, TESSILE PER LA CASA E CALZATURE

Tessile, i Consorzi che nasceranno dovranno sensibilizzare i consumatori e fare ricerca e sviluppo

Tessile, i Consorzi che nasceranno dovranno sensibilizzare i consumatori e fare ricerca e sviluppo

Il 12 giugno 2024, Luca Campadello, Manager SDI di Erion, ha partecipato al Green Med, Expo&Symposium di Napoli con un intervento sul futuro dei Consorzi per il tessile in Europa e in Italia

Quale potrebbe essere il futuro della filiera dei rifiuti tessili in Europa? Se n’è discusso il 12 giugno 2024 nel corso dell’incontro “Strategia europea per un tessile sostenibile e circolare: la comunicazione strumento essenziale per favorire il cambiamento”, svoltosi nell’ambito del Green Med, Expo&Symposium di Napoli realizzato da Ricicla.tv, Ecomondo, Italian Exhibition Group e Nica, in collaborazione con Regione Campania e Comune di Napoli.

L’EPR nel Tessile: dalla sensibilizzazione dei consumatori alle attività di ricerca e sviluppo

L’incontro che si è tenuto alla presenza di imprenditori del settore della raccolta, della selezione e della commercializzazione dei prodotti tessili ha ospitato un intervento di Luca Campadello, Manager Strategic Development & Innovation di Erion, sul futuro ruolo dei Consorzi dei produttori. Campadello ha presentato la funzione che la normativa europea immagina per i Sistemi Collettivi. Un tema caldo che il prossimo 17 giugno verrà discussa dal Consiglio “Ambiente”, chiamato a raggiungere un orientamento generale sulla proposta della Commissione di rivedere la direttiva quadro sui rifiuti che ha l’obiettivo generale di ridurre gli impatti ambientali e climatici associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari. Campadello ha anche illustrato quelli che saranno le attività che i Consorzi del Tessile, tra cui Erion Textiles in Italia, saranno chiamati a sviluppare in chiave di Responsabilità Estesa del Produttore. Tra tali attività, il manager ha evidenziato quelle di promozione di campagne di comunicazione e sensibilizzazione dei consumatori; le iniziative di ricerca e sviluppo per migliorare la capacità di riciclo e valorizzazione energetica dei prodotti non riutilizzabili. Campadello ha poi aperto un focus sul Consorzio francese Refashion, istituito nel 2008 e diventato un vero e proprio modello europeo del settore grazie anche all’azione sui temi della prevenzione del rifiuto e del supporto ai produttori in iniziative di economia circolare e ai cittadini in quelle sulla riparazione e il riutilizzo dei prodotti.

Erion Textiles nato nel 2023 per i Produttori del settore tessile

Nel 2023 Erion ha dato vita a Erion Textiles, il sesto Consorzio del Sistema, istituito per assicurare una gestione efficiente del fine vita dei prodotti tessili finiti, diffondendo una sempre maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dall’economia circolare. Il Erion Textiles è stato fortemente voluto da alcuni tra i principali player del settore (rappresentato dai soci fondatori AmazonArtsanaEssenzaMiroglio FashionRimoda Lab e Save The Duck) che hanno deciso di unire le loro forze per dar vita a un sistema collettivo al servizio dei Produttori. Il Consorzio – aperto a tutti i Produttori del settore – intende non solo esprimere la volontà di perseguire ambiziosi obiettivi di sostenibilità, ma anche rappresentare un interlocutore affidabile, sicuro e trasparente nel nuovo percorso verso la Responsabilità Estesa del Produttore che, da febbraio 2023, ha visto protagonista prima l’Italia e poi la Commissione Europea nella definizione di sistemi EPR obbligatori e armonizzati per tutti i Paesi UE.

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

Lo ha detto Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, ai microfoni di RDS Green, il podcast di RDS dedicato ai grandi temi dell’ambiente. Riascolta l’intervento

Lo scorso 5 giugno, in occasione della giornata mondiale per l’ambiente, Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, è intervenuto ai microfoni del Podcast RDS Green per parlare delle singole azioni quotidiane che portano a risultati sorprendenti nella gestione di un’economia circolare.

“Puntare su prodotti di ecodesign”

Il primo punto di riflessione affrontato da Fluttero è stato quello sulle abitudini di acquisto dei consumatori che sono ogni giorno di più chiamati a seguire la traccia dell’ecodesign. “Abbiamo – ha detto Fluttero – una quota di responsabilità nel capire come comprare prodotti che siano più sostenibili, più durevoli, più riciclabili e poi, quando quel prodotto arriva a fine vita, conferirlo bene. Potremmo costruire questo modello di economia circolare che sicuramente ci garantirà un miglioramento dal punto di vista ambientale e sociale.”

L’impegno di Erion per la sostenibilità

Fluttero ha poi ripercorso il 2023 del Sistema Erion annunciando i risultati di raccolta, le performance di riciclo e quelle ambientali legati al lavoro dei Consorzi: “Nel 2023 abbiamo gestito e governato oltre 250mila tonnellate di rifiuti nei vari settori in cui siamo presenti, garantendo una significativa riduzione di emissioni di CO2, una quantità importante (più di 200 mila tonnellate) di Materie Prime Seconde recuperate ed evitato il consumo di un milione di metri cubi di acqua”.

 

Il 2023 di Erion è ampiamente dettagliato nel Bilancio di Sostenibilità 2023, disponibile nel sito www.erionesseresostenibili.org