Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Si rafforza il vertice del più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore con l’impegno di rendere più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa

Il Sistema Erion conferma l’impegno nel rendere sempre più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa, con la costituzione della nuova Direzione Sviluppo e Relazioni Istituzionali affidata a Danilo Bonato – manager con vent’anni di esperienza nel settore e già Direttore di Consorzio Remedia e di Erion Compliance Organization (ECO). Grazie al nuovo assetto organizzativo, Erion assicurerà un maggior coinvolgimento non solo dei soggetti istituzionali e dei decisori politici, ma anche dei partner internazionali costruendo alleanze e stimolando la partecipazione di attori del mondo associativo, accademico e dei media.

Marco Sala, nuovo Direttore Generale di Erion Compliance Organization

Un’evoluzione organizzativa importante che, in casa Erion, sarà accompagnata dalla nomina dell’Ing. Marco Sala che succederà a Bonato nel ruolo di Direttore Generale di Erion Compliance Organization, la società di servizi che supporta il funzionamento dei sei consorzi del sistema multi-consortile. Sala, che è entrato in Erion a gennaio 2024 nel ruolo di Direttore Operativo, ha già maturato significative esperienze in ANIE, Vaillant Group Italia, Candy Elettrodomestici. Non solo, il nuovo Direttore – già precedentemente Operation Manager del Consorzio Ecodom – vanta una conoscenza approfondita della filiera dei rifiuti tanto da aver sviluppato in soli tre anni uno dei più innovativi impianti di trattamento delle plastiche in Italia (Stena Recycling).

Danilo Bonato: “Un compito per dare risposte alle sfide del nostro tempo”

Il compito che mi è viene affidato sarà quello di orientare i modelli di Responsabilità Estesa del Produttore verso una nuova fase capace di dare risposte alle sfide del nostro tempo come il contrasto al cambiamento climatico, l’uso sostenibile delle risorse e la riduzione della dipendenza dall’estero per le nostre materie prime strategiche.” – dichiara Danilo Bonato“Per fare ciò servono consorzi senza fini di lucro, espressione delle aziende e non di operatori commerciali, che mettano al primo posto etica, trasparenza e attenzione al ruolo sociale di pubblica utilità che essi sono chiamati a svolgere. I moderni sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” – spiega Bonato – “Sono attivi in un’ampia gamma di settori per abilitare economie di scala, adottano un modello operativo orientato all’efficienza e alla qualità del servizio ai cittadini ed investono in progetti di ricerca e innovazione per costruire modelli economici più circolari”.

Marco Sala: “Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina”

“Il prossimo ottobre Erion compirà quattro anni. Dall’inizio delle sue attività il Sistema è cresciuto in modo esponenziale: sono nati nuovi Consorzi attivi in diversi settori, l’organigramma si è ampliato e sono stati creati servizi sempre più vicini ai nostri Produttori. Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina restando fedele ai valori e alla missione di Erion: essere il miglior Sistema di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia.”– dichiara Marco Sala“È una sfida che credo potremo vincere come team, valorizzando quanto di buono abbiamo costruito fino ad adesso e impegnandoci quotidianamente per sostenere in modo ottimale le strategie di sviluppo dei nostri consorzi e migliorare costantemente la qualità e l’efficienza dei servizi forniti”

Il futuro del Tessile sostenibile: Erion Textiles tra networking e nuove normative

Il futuro del Tessile sostenibile: Erion Textiles tra networking e nuove normative

Il 17 giugno 2024 il Consiglio dell’Unione europea ha espresso un orientamento generale sulla riforma della Direttiva Quadro sui Rifiuti. Ora la presidenza ungherese potrà avviare nuovi colloqui con l’Europarlamento per arrivare a un testo definitivo

Una primavera-estate 2024 ricca di appuntamenti per Erion Textiles che continua ad attendere l’approvazione della normativa europea di istituzione dei regimi di Responsabilità Estesa del Produttore per il settore tessile, partecipando a numerosi eventi nazionali e internazionali dedicati al tema.

Tre eventi di approfondimento con Luca Campadello

Il 23 maggio 2024, Luca Campadello, Manager SDI di Erion, è volato a Copenaghen per partecipare alla tavola rotonda “Paving the way for a separate collection of Textiles in 2025” organizzata in occasione del Global Fashion Summit 2024 svoltosi nella capitale danese. L’incontro ha riunito produttori e rappresentanti delle istituzioni europee per discutere dell’attuazione della raccolta differenziata dei tessili prevista per il 2025 e dell’introduzione dell’EPR nel contesto della revisione in corso della Direttiva Quadro sui Rifiuti. Durante la sessione, i partecipanti sono stati aggiornati sullo stato della raccolta nei diversi Stati Membri, sulle posizioni del Parlamento europeo e della Commissione europea e dei singoli Stati Membri sulla Direttiva e hanno condiviso le loro priorità chiave per l’EPR. Il 31 maggio sempre Campadello ha tenuto un intervento all’interno del webinar del percorso di formazione “Fiber4ward”, organizzato da Next Technology Tecnotessile di Prato, nell’ambito del progetto europeo Transitions. Nel corso del suo intervento, rivolto al personale di aziende del settore tessile, nonché agli studenti e ai docenti di moda, il manager ha affrontato tematiche chiave come la Responsabilità Estesa del Produttore, le nuove opportunità per la filiera, il Passaporto Digitale dei Prodotti e i sistemi di raccolta dei prodotti tessili a fine vita. Il 12 giugno, Campadello ha tenuto infine uno speech, nell’ambito del Green Med Expo & Symposium di Napoli, dal titolo “Il futuro ruolo dei Consorzi di Produttori” nel Convegno “Strategia europea per un Tessile sostenibile e circolare. La Comunicazione strumento essenziale per favorire il cambiamento”.

Prossimo appuntamento il 9 luglio a Milano

Erion Textiles sarà presente anche all’Assemblea Generale dell’ACIMIT (Associazione dei Costruttori Italiani di Macchinari per l’Industria Tessile) prevista per il prossimo 9 luglio a Milano. L’evento Riciclo e transizione sostenibile dell’industria tessile-moda. Il contributo delle tecnologie italiane” sarà un momento per riflettere sugli obiettivi di transizione ecologica dell’industria tessile e della moda e su come essi offrano ai fornitori di tecnologie l’occasione di inserire la propria capacità progettuale e produttiva in una nuova catena del valore globale. “ACIMIT – scrivono gli organizzatori – intende sostenere e valorizzare i progetti di innovazione delle proprie associate, favorendo il dialogo e la collaborazione tra queste e gli altri protagonisti dell’economia circolare: istituzioni, aziende tessili e brand, consorzi EPR, hub per il riciclo post-consumo, mondo della ricerca.”

Normativa sul tessile. A che punto siamo?

Erion Textiles segue molto da vicino i lavori dell’Unione europea sulla revisione della Direttiva Quadro che punta all’obiettivo generale di ridurre gli impatti ambientali associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari. Lo scorso 17 giugno il Consiglio dell’Ue ha adottato la sua posizione (“orientamento generale”) sulla revisione puntando, ha dichiarato Alain Maron, Ministro della transizione climatica, dell’ambiente, dell’energia e della democrazia partecipativa del governo della regione di Bruxelles-Capitale “a una prevenzione dei rifiuti prodotti dal fast fashion e a facilitare il riutilizzo. Dato che i comparti alimentare e tessile sono rispettivamente al primo e al quarto posto per intensità di risorse, l’accordo odierno rappresenta un passo fondamentale verso un’economia europea più sostenibile e circolare.” 

Come dovrebbe cambiare la filiera del post-consumo?

L’attuale Direttiva Quadro sui Rifiuti, già in vigore dal 2008, obbliga gli Stati Membri a garantire la raccolta differenziata dei prodotti tessili destinati al riutilizzo, alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio entro il 1º gennaio 2025. Secondo l’approccio generale, entro la fine del 2028 la Commissione europea valuterà la possibilità di fissare obiettivi specifici di prevenzione, raccolta, preparazione per il riutilizzo e riciclaggio del settore dei rifiuti tessili. La proposta di revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti prevede regimi armonizzati di Responsabilità Estesa del Produttore in virtù dei quali i marchi di moda e i produttori tessili saranno obbligati a finanziare i costi di gestione dei rifiuti tessili. Tali regimi potranno essere istituiti fino a 30 mesi (l’Europarlamento ha proposto 18) dopo l’entrata in vigore della suddetta Direttiva e il Consiglio ha convenuto di includere le microimprese nel loro ambito di applicazione. L’orientamento generale prevede poi che il livello dei contributi potrà essere modulato (con bonus e malus) sulla base della circolarità e delle prestazioni ambientali dei prodotti tessili (nota come eco-modulazione) tramite parametri che verranno definiti all’interno del pacchetto di norme del Regolamento per l’ecodesign dei prodotti sostenibili (ESPR). In maniera del tutto inaspettata, a seguito della forte richiesta di alcuni Ministeri tra cui quello francese, l’orientamento generale ha previsto che, in aggiunta ai requisiti definiti dall’ESPR, i singoli Stati Membri potranno volontariamente imporre tariffe più elevate alle imprese che seguono pratiche industriali e commerciali di fast fashion.  Esprimendo la sua posizione, il Consiglio ha introdotto “disposizioni specifiche per gli Stati Membri in cui vi è una significativa quota di prodotti tessili di seconda mano commercializzati. Tali Stati Membri potranno chiedere anche agli operatori commerciali che si occupano di rivendere i capi di seconda mano di finanziare i costi della gestione dei rifiuti, anche se in maniera inferiore rispetto ai Brand che commercializzano nuovi prodotti”. L’orientamento generale ha infine riconosciuto un ruolo ai soggetti dell’economia sociale (compresi gli enti di beneficenza, le imprese sociali e le fondazioni) all’interno dei sistemi di raccolta che verranno organizzati dai Consorzi.

L’iter legislativo e le prossime tappe

Il passaggio del Consiglio ha dato il via libera alla presidenza di turno (Ungheria) che ha posto all’interno delle sue priorità la definizione, entro il 31 dicembre 2024, di un testo di compromesso tra Parlamento e Consiglio sulla Direttiva Quadro sui Rifiuti. Secondo i dati pubblicati dal Consiglio l’Ue genera anche 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. L’abbigliamento e le calzature rappresentano da soli 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 12 kg di rifiuti per persona ogni anno. Attualmente solo il 22 % di tali rifiuti è raccolto separatamente per il riutilizzo o il riciclaggio, mentre il resto è spesso incenerito o smaltito in discarica”.

“Riciclo, l’Europa deve collaborare. Non ha più senso dire: il mio Paese e le mie risorse“

“Riciclo, l’Europa deve collaborare. Non ha più senso dire: il mio Paese e le mie risorse”

Intervista a Naoko Tojo, Associate Professor in Environmental Product Law and Policy all’International Institute for Industrial Environmental Economics (IIIEE) della Lund University, Svezia, sull’evoluzione della Responsabilità Estesa del Produttore. “Le iniziative di monitoraggio e controllo sono largamente insufficienti. Se le istituzioni pubbliche responsabili non cambiano il loro approccio, perché i produttori dovrebbero impegnarsi per raggiungere i target?”

Naoko Tojo, è una delle più grandi esperte mondiali sul tema della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR – Extended Producer Responsibility), il principio sviluppato in ambito europeo che impone alle aziende di essere responsabili di tutto il ciclo di vita dei prodotti che immettono sul mercato, anche al momento in cui questi divengono rifiuti. L’idea nasce negli anni Novanta dall’intuizione del professor Thomas Lindhqvist e, nel corso degli anni, è diventata uno dei pilastri della transizione ecologica europea, nonché fondamenta di Sistemi consortili come Erion. Abbiamo chiesto alla Professoressa Tojo – che di Lindhqvist è stata allieva prima di specializzarsi nella progettazione e implementazione di sistemi EPR per vari flussi di prodotto in Europa e Asia – di raccontarci come si è trasformata negli anni l’applicazione dell’EPR. 

Gli addetti ai lavori conoscono molto bene il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore. È tempo di farlo capire ai consumatori. Come glielo spiegherebbe?
Penso che si potrebbe spiegare loro semplicemente la logica alla base del concetto di EPR, ovvero perché affidiamo la responsabilità della gestione del fine vita dei prodotti ai Produttori. La risposta è che diamo loro tale compito perché essi progettano i prodotti e, quindi, li conoscono meglio di chiunque altro. Le aziende hanno, inoltre, la possibilità di apportare modifiche a monte ai prodotti che immettono sul mercato in modo che sia più facile ripararli, riutilizzarli e riciclare le materie che essi contengono. Ci affidiamo, pertanto, alla loro esperienza per facilitare la chiusura del cerchio dei materiali da parte degli altri attori della catena di approvvigionamento.

Raccontare l’importanza del riciclo delle materie prime può essere un buon modo di spiegare la logica dell’EPR?
Probabilmente non conviene focalizzarsi più di tanto sui dettagli dei processi di riciclaggio in sé, ma parlare piuttosto del motivo per cui attribuiamo la responsabilità ai produttori, ovvero la loro capacità di creare cambiamenti a monte della filiera. I riciclatori hanno certamente una competenza straordinaria quando si tratta di differenziare le materie: loro sanno quali materiali possono essere riciclati e il modo migliore per farlo. Ciò che non hanno la possibilità di fare è di determinare che cosa entrerà nel flusso dei rifiuti. Senza modifiche dei prodotti a monte le possibilità di migliorare le azioni a valle sono limitate. Avere materiali e prodotti migliori ci permette di avere una società più circolare.

Com’è cambiato dagli anni Novanta il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore?
Il concetto in sé non è cambiato, rimane solida una delle sue migliori peculiarità, quella di poter essere applicato in molti modi. Paesi diversi adottano approcci diversi, responsabilizzano i produttori in maniere differenti a seconda della tipologia di prodotti: imballaggi, elettronica, automobili, ecc. Quindi non credo che il concetto, che è relativamente semplice, sia mutato, ma che la parte implementativa continui a renderlo complicato e difficile da realizzare.

Quindi ad essere cambiata è l’applicazione del modello.
Esattamente. Nel corso del tempo l’applicazione ha subito cambiamenti volti a motivare i Produttori ad apportare modifiche a monte della filiera. Mi riferisco, esempio, al concetto di eco-design che è stato difficile da sviluppare.

Parliamo dei Sistemi EPR come Erion. In che modo possono contribuire, secondo Lei, alla tutela dell’ambiente e avere buoni impatti sulla società e l’economia?
Penso che ci siano due obiettivi principali per quanto riguarda l’applicazione della Responsabilità Estesa del Produttore. Il primo, come già detto, riguarda il tema dei cambiamenti a monte, ovvero la modifica del design dei prodotti e dei suoi componenti, in modo da renderli più facili da riparare, riutilizzare e riciclare. L’altro obiettivo è avere sistemi di gestione del fine vita più performanti. Possiamo sfruttare le competenze dei Produttori per arrivare a tassi di raccolta dei rifiuti più elevati, avere un trattamento di qualità, raggiungere una maggiore efficienza delle risorse attraverso il riutilizzo e il riciclaggio. Ciò significherebbe avere meno necessità di ottenere le materie dall’attività mineraria. Invece di estrarre materie, le si ricava dai prodotti esistenti. L’efficienza delle risorse è una delle questioni chiave che i sistemi EPR cercano di affrontare. Finora l’attenzione dei sistemi EPR si è concentrata principalmente sul riciclaggio, sarebbe molto positivo se i Sistemi come Erion iniziassero a facilitare anche le attività di riutilizzo e riparazione.

Attraverso l’EPR la nostra economia è capace di reimmettere sul mercato Materie Prime Seconde e, quindi, disaccoppiare parte della produzione dallo sfruttamento delle risorse vergini. Cosa si può fare per rendere questo processo ancora più efficiente, diciamo definitivo?
È da 30 anni che parliamo di questo tema e oggi possiamo chiederci se abbiamo fatto progressi sufficienti. Un risultato che i sistemi EPR, in diversi Paesi, sono riusciti a raggiungere relativamente bene è stato quello di differenziare rifiuti specifici dagli altri flussi. Anche quando guardiamo ai tassi di raccolta possiamo notare che ci sono stati cambiamenti notevoli. Rimane, invece, ancora tanto da fare sul versante della chiusura del cerchio dei materiali e su quello dell’uso effettivo delle risorse riciclate nei nuovi prodotti. Bisogna guardare oltre i Sistemi di EPR e capire cosa succede con i materiali che escono dagli impianti di trattamento. Sono davvero utilizzati? E, se sì, in che modo? Stiamo riciclando i prodotti in modo da avere Materie Prime Seconde di qualità o stiamo procedendo a un downcycling? Rispondere a queste domande è obbligatorio per raggiungere i veri obiettivi della Responsabilità Estesa del Produttore.

Esiste il rischio che il downcycling delle materie diventi un processo organico?
Per alcuni materiali è inevitabile un processo di downcycling (il riciclaggio dei rifiuti in cui il materiale riciclato è di qualità e funzionalità inferiori rispetto al materiale originale ndr) e quindi una perdita di qualità. Il punto è che non si dovrebbe, mai, puntare in prima battuta al downcycling. È fondamentale, invece, trovare un modo migliore per garantire un’alta qualità dei materiali riciclati. Quando parliamo con i Produttori, questo tema rappresenta un collo di bottiglia. A loro non dispiacerebbe usare materiali riciclati, ma se utilizzano materie prime vergini hanno una garanzia di qualità. In questo caso, dunque, non c’è bisogno di verificare ogni singolo lotto di materiale proveniente dalla stessa fabbrica. Un controllo, questo, che attualmente va fatto, quando si parla di materiali riciclati, poiché non esiste un sistema di garanzia della qualità. La verifica di ogni singolo lotto è un processo che richiede tempo ed è anche piuttosto costoso. Ciò ci riporta all’inizio del nostro ragionamento: per consentire un riciclo di qualità è necessario disporre di buoni materiali già in partenza.

È una rete o dipende solo da pochi attori come, per esempio, istituzioni, Sistemi EPR, cittadini?
I produttori di materiali e i riciclatori devono necessariamente collaborare con i produttori di prodotti e viceversa. Ciò rende evidente che esistono dei collegamenti, una rete. Se parliamo dei consumatori, non possiamo non evidenziare che il loro ruolo più importante è quello di assicurarsi di fare una corretta raccolta differenziata. In questo caso le informazioni devono essere fornite non solo dai comuni, ma anche dai Produttori.

È d’accordo con l’adozione di “un approccio pan europeo” al riciclo delle materie, proposto nel nuovo Regolamento europeo sulle Materie Prime Critiche?
I Paesi europei, alcuni grandi, altri piccoli, possono collaborare tra loro per sfruttare le economie di scala. Un approccio simile è stato promosso anche in Asia in seguito a un dialogo tra i Paesi del continente. Sono originaria del Giappone, Stato molto impegnato nella promozione di questa circolarità all’interno dei confini asiatici. Non ha più senso dire “il mio Paese e le mie risorse”; bisogna avere un approccio più ampio proprio come quello pan-europeo.

Quali sono, oggi, gli elementi imprescindibili per gestire al meglio la Responsabilità Estesa del Produttore? Cosa devono fare i Sistemi EPR per garantire piena conformità alle aziende?
Quando parliamo di Responsabilità Estesa del Produttore, secondo l’attuale interpretazione, ci riferiamo alla gestione del fine vita dei prodotti e al coinvolgimento delle aziende sia in cambiamenti a monte che a valle della filiera produttiva. Ogni azienda deve essere in grado di possedere e fornire informazioni sui prodotti immessi sul mercato, come, ad esempio, quelle relative alla loro composizione, al contenuto di materiale riciclato, alla riparabilità: tutti dati che potrebbero favorire migliori processi di riutilizzo, riparazione e riciclo e quindi permettere di chiudere il ciclo dei materiali. Per quanto riguarda la piena conformità delle aziende, penso che gli Stati debbano avere la volontà politica di migliorare le condizioni in cui agiscono i Sistemi EPR. In molti Paesi le iniziative di monitoraggio e controllo sono largamente insufficienti. Ad esempio, nel caso della Svezia, il tasso di riciclo degli imballaggi in plastica non ha rispettato lo standard per molti anni e non è successo nulla, nemmeno una sanzione minima ai Produttori. Se le istituzioni pubbliche non cambiano il loro approccio, perché i produttori dovrebbero impegnarsi per raggiungere i target? I decisori politici dovrebbero avere più voglia di migliorare questa situazione, anche se garantire la piena conformità è una cosa estremamente complessa.

Revisione della Direttiva rifiuti, Consiglio europeo meno ambizioso dell’Europarlamento

Revisione della Direttiva rifiuti, Consiglio europeo meno ambizioso dell’Europarlamento

Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato la propria posizione negoziale sulla revisione della direttiva quadro sui rifiuti che interessa tessili e alimentari: ridotte le ambizioni del Parlamento

Nel “general approach”, la posizione negoziale del Consiglio dell’Unione europea sulla proposta di revisione della direttiva rifiuti, i ministri dell’ambiente europei fanno un passo indietro rispetto agli obiettivi più ambiziosi proposti dall’Europarlamento. Nel testo approvato lunedì scorso, 17 giugno, si allineano infatti a quanto stabilito nella proposta della Commissione, con in più un pizzico di flessibilità.

Per Alain Maron, ministro dell’ambiente del governo belga (presidente di turno del Consiglio), “l’accordo rappresenta un passo fondamentale verso un’economia europea più sostenibile e circolare”. Il testo approvato, secondo il Commissario all’ambiente Virginijus Sinkevičius, “è ben bilanciato e conserva in gran parte lo spirito della proposta della Commissione”.

Leggi anche: Sprechi alimentari e rifiuti tessili, la posizione dell’Europarlamento

Il contesto

Ogni anno nell’UE vengono generati oltre 58 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (131 kg per abitante), che rappresentano una perdita stimata di 132 miliardi di euro. E che valgono circa il 16% delle emissioni totali di gas serra prodotte dal sistema alimentare dell’UE.

Con il lancio del Green Deal per l’Europa nel dicembre 2019, l’UE ha ribadito la propria determinazione a dimezzare la quantità di rifiuti alimentari pro capite, sia a livello di distribuzione che di consumo, entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite.

L’UE genera anche 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. L’abbigliamento e le calzature da soli rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 12 kg di rifiuti per persona ogni anno. Attualmente, solo il 22% di questi rifiuti viene raccolto separatamente per essere riutilizzato o riciclato, mentre il resto viene spesso incenerito o messo in discarica.

Il 5 luglio 2023 la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti, rivolta in particolare ai settori alimentare e tessile. L’obiettivo generale della proposta è ridurre gli impatti ambientali e climatici associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari.

 

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Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Studio commissionato da Erion alla società di consulenza dss+. Bonato: Sistemi di Responsabilità Estesa dei Produttori per colmare il gap tra obiettivi di sostenibilità e l’approvvigionamento risorse strategiche

Dipendiamo troppo da materie prime vergini, in primis critical raw materials come litio e palladio, per sostenere la transizione ecologica. Una tradizionale prospettiva estrattivista non sarà sufficiente a colmare il gap tra bisogni e disponibilità, soprattutto perché alcuni materiali cruciali per le nuove tecnologie – quelle digitali e quelle green – sono nelle disponibilità quasi esclusive di una manciata di Paesi. Una delle soluzioni a questa impasse arriva dallo studio “Erion Vision 2050: Passato, Presente e Futuro dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” commissionato da Erion alla società di consulenza dss+ e presentato ieri in occasione dell’evento “Forum sulla Responsabilità Estesa del Produttore. La nuova generazione europea dei Sistemi Collettivi” a Firenze.

Ripensare il ruolo dell’EPR: “Vettore di approvvigionamento e ottimizzazione delle risorse”

I Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nati negli anni 90 sia per organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti, sia per stimolare una migliore progettazione dei prodotti, si trovano ora ad affrontare una sfida importante: colmare il gap tra gli obiettivi programmatici di sostenibilità e l’approvvigionamento di risorse strategiche per l’Unione Europea” ha spiegato Danilo Bonato, direttore generale di Erion Compliance Organization. “È quindi fondamentale ripensare il ruolo dell’EPR all’interno dell’UE, in particolare in risposta alle urgenti richieste di materie prime critiche e all’imperativo di decarbonizzare l’economia in un quadro di coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Alcuni dati aiutano a capire perché, secondo Erion, questa svolta è necessaria.

La domanda di materie primeIl consumo medio pro capite globale di risorse è di circa 12,5 tonnellate all’anno: “È evidente che le attuali politiche non risultino essere sufficienti a ridurre l’uso di materie prime, la cui domanda crescerà – rispetto al 2000 – di 2,5 volte entro il 2050”.  Le dimensioni del mercato delle materie prime critiche (MPC), necessarie per la transizione energetica, ha raggiunto i 320 miliardi di dollari nel 2022, rendendoli uno dei focus dell’industria mineraria. Si stima infatti che entro il 2030 la domanda globale di critical raw materials (CRM), necessaria per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla Commissione Europea, crescerà di 3,5 volte superando le 30 milioni di tonnellate (fonte: IEA – Net Zero Emissions by 2050 Scenario).

La fame di litio e cobalto. Nel settore clean-tech (le tecnologie pulite) la domanda di litio è passata dal 30% del totale della domanda globale del 2017 al 56% del 2022. Quella di Cobalto dal 17% al 40%.

 

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Tessile, a Milano l’evento sui Sustainability Pledge delle Nazioni Unite

Tessile, a Milano l’evento sui Sustainability Pledge delle Nazioni Unite

Il 19 giugno la Triennale di Milano ha riunito 9 tavoli di lavoro sul tema del Tessile con esperti del settore, studiosi e rappresentanti delle aziende. La piattaforma della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite riunisce oggi 100 impegni da 28 Paesi

Il 19 giugno la Triennale di Milano ha ospitato “Vision & Visibility: scaling transparency”, il primo evento per fare il punto sull’attuazione dell’iniziativa Sustainability Pledge, tre anni dopo il suo lancio, presentando il rapporto “The Sustainability Pledge 3-years monitoring report“.

Nove tavoli di lavoro sul Tessile al convegno di Milano

Sustainability Pledge è una piattaforma lanciata nel 2021 dall’UNECE, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, al fine di migliorare le credenziali ambientali ed etiche del settore Tessile. La piattaforma riunisce oggi 100 impegni da 28 Paesi nel mondo, alcuni dei quali affrontati durante la giornata di convegno a Milano. Durante i nove tavoli di lavoro si è discusso sui principali risultati e le lezioni apprese dal 2021, nonché sulle soluzioni innovative per favorire un impatto positivo; sugli indicatori chiave di prestazione (KPI) per misurare i livelli di tracciabilità e trasparenza dei prodotti stessi; sulle pratiche e le soluzioni per l’industria tessile del futuro.

Il mercato di seconda mano ha un valore di oltre 9 miliardi di dollari

Accompagnati nel dibattito da nomi di primo rilievo dell’industria, i partecipanti ai lavori hanno potuto conoscere gli strumenti, gli approcci politici, i progetti pilota in corso sulla blockchain per l’industria tessile con particolare attenzione alla catena del valore del cotone e le esperienze sul campo nella regione dell’America Latina.  “L’industria tessileha dichiarato l’UNECE in occasione della presentazione di un recente Rapporto sul settore – si è evoluta da un modello di produzione basato su fibre naturali e politiche protezionistiche per l’industria locale a un modello in cui le fibre sintetiche sono diventate pervasive, la produzione è stata delocalizzata e la velocità di produzione e distribuzione dei prodotti è aumentata rapidamente. La maggior parte dell’industria della moda opera secondo il modello fast fashion, che prevede più collezioni all’anno, generalmente a prezzi bassi, utilizzate per sempre meno tempo. Ciò ha portato a un tasso crescente di sovrapproduzione e di consumo eccessivo di vestiti. Questi eccessi hanno favorito lo sviluppo di un importante mercato per gli abiti di seconda mano, con un commercio internazionale del valore di 9,3 miliardi di dollari nel 2021. Questi indumenti fluiscono in gran parte dai paesi a reddito più alto a quelli a basso reddito. I principali esportatori (in valore) sono l’UE, la Cina, gli Stati Uniti e il Regno Unito, mentre i principali importatori sono Pakistan, Ucraina, Kenya e Cile.

Luca Campadello, Manager SDI, ha partecipato all’evento come uditore per Erion Textiles: “È stato interessante avere conferma che il percorso verso la trasparenza e la tracciabilità non può prescindere dalla collaborazione tra gli attori, a partire dai brand fino ai fornitori e agli operatori che si occupano della gestione del fine vita. Delle raccomandazioni fornite alle aziende dall’UNECE, vorrei evidenziare l’importanza di considerare le leggi attuali e future quando si definiscono le strategie di trasparenza e tracciabilità. È proprio ciò che facciamo noi con i Produttori consorziati di Erion Textiles, tenendoci aggiornati e discutendo i cambiamenti legislativi per adeguare le strategie ai futuri obblighi legali.”

 

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Tessile, i Consorzi che nasceranno dovranno sensibilizzare i consumatori e fare ricerca e sviluppo

Tessile, i Consorzi che nasceranno dovranno sensibilizzare i consumatori e fare ricerca e sviluppo

Il 12 giugno 2024, Luca Campadello, Manager SDI di Erion, ha partecipato al Green Med, Expo&Symposium di Napoli con un intervento sul futuro dei Consorzi per il tessile in Europa e in Italia

Quale potrebbe essere il futuro della filiera dei rifiuti tessili in Europa? Se n’è discusso il 12 giugno 2024 nel corso dell’incontro “Strategia europea per un tessile sostenibile e circolare: la comunicazione strumento essenziale per favorire il cambiamento”, svoltosi nell’ambito del Green Med, Expo&Symposium di Napoli realizzato da Ricicla.tv, Ecomondo, Italian Exhibition Group e Nica, in collaborazione con Regione Campania e Comune di Napoli.

L’EPR nel Tessile: dalla sensibilizzazione dei consumatori alle attività di ricerca e sviluppo

L’incontro che si è tenuto alla presenza di imprenditori del settore della raccolta, della selezione e della commercializzazione dei prodotti tessili ha ospitato un intervento di Luca Campadello, Manager Strategic Development & Innovation di Erion, sul futuro ruolo dei Consorzi dei produttori. Campadello ha presentato la funzione che la normativa europea immagina per i Sistemi Collettivi. Un tema caldo che il prossimo 17 giugno verrà discussa dal Consiglio “Ambiente”, chiamato a raggiungere un orientamento generale sulla proposta della Commissione di rivedere la direttiva quadro sui rifiuti che ha l’obiettivo generale di ridurre gli impatti ambientali e climatici associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari. Campadello ha anche illustrato quelli che saranno le attività che i Consorzi del Tessile, tra cui Erion Textiles in Italia, saranno chiamati a sviluppare in chiave di Responsabilità Estesa del Produttore. Tra tali attività, il manager ha evidenziato quelle di promozione di campagne di comunicazione e sensibilizzazione dei consumatori; le iniziative di ricerca e sviluppo per migliorare la capacità di riciclo e valorizzazione energetica dei prodotti non riutilizzabili. Campadello ha poi aperto un focus sul Consorzio francese Refashion, istituito nel 2008 e diventato un vero e proprio modello europeo del settore grazie anche all’azione sui temi della prevenzione del rifiuto e del supporto ai produttori in iniziative di economia circolare e ai cittadini in quelle sulla riparazione e il riutilizzo dei prodotti.

Erion Textiles nato nel 2023 per i Produttori del settore tessile

Nel 2023 Erion ha dato vita a Erion Textiles, il sesto Consorzio del Sistema, istituito per assicurare una gestione efficiente del fine vita dei prodotti tessili finiti, diffondendo una sempre maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dall’economia circolare. Il Erion Textiles è stato fortemente voluto da alcuni tra i principali player del settore (rappresentato dai soci fondatori AmazonArtsanaEssenzaMiroglio FashionRimoda Lab e Save The Duck) che hanno deciso di unire le loro forze per dar vita a un sistema collettivo al servizio dei Produttori. Il Consorzio – aperto a tutti i Produttori del settore – intende non solo esprimere la volontà di perseguire ambiziosi obiettivi di sostenibilità, ma anche rappresentare un interlocutore affidabile, sicuro e trasparente nel nuovo percorso verso la Responsabilità Estesa del Produttore che, da febbraio 2023, ha visto protagonista prima l’Italia e poi la Commissione Europea nella definizione di sistemi EPR obbligatori e armonizzati per tutti i Paesi UE.

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

Lo ha detto Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, ai microfoni di RDS Green, il podcast di RDS dedicato ai grandi temi dell’ambiente. Riascolta l’intervento

Lo scorso 5 giugno, in occasione della giornata mondiale per l’ambiente, Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, è intervenuto ai microfoni del Podcast RDS Green per parlare delle singole azioni quotidiane che portano a risultati sorprendenti nella gestione di un’economia circolare.

“Puntare su prodotti di ecodesign”

Il primo punto di riflessione affrontato da Fluttero è stato quello sulle abitudini di acquisto dei consumatori che sono ogni giorno di più chiamati a seguire la traccia dell’ecodesign. “Abbiamo – ha detto Fluttero – una quota di responsabilità nel capire come comprare prodotti che siano più sostenibili, più durevoli, più riciclabili e poi, quando quel prodotto arriva a fine vita, conferirlo bene. Potremmo costruire questo modello di economia circolare che sicuramente ci garantirà un miglioramento dal punto di vista ambientale e sociale.”

L’impegno di Erion per la sostenibilità

Fluttero ha poi ripercorso il 2023 del Sistema Erion annunciando i risultati di raccolta, le performance di riciclo e quelle ambientali legati al lavoro dei Consorzi: “Nel 2023 abbiamo gestito e governato oltre 250mila tonnellate di rifiuti nei vari settori in cui siamo presenti, garantendo una significativa riduzione di emissioni di CO2, una quantità importante (più di 200 mila tonnellate) di Materie Prime Seconde recuperate ed evitato il consumo di un milione di metri cubi di acqua”.

 

Il 2023 di Erion è ampiamente dettagliato nel Bilancio di Sostenibilità 2023, disponibile nel sito www.erionesseresostenibili.org

Nel 2023 Erion ha gestito, su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti tra RAEE Domestici, RAEE Professionali, Rifiuti di Batterie e Rifiuti di Imballaggi

Nel 2023 Erion ha gestito, su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti tra RAEE Domestici, RAEE Professionali, Rifiuti di Batterie e Rifiuti di Imballaggi

Grazie alla gestione dei RAEE Domestici, riciclati all’88%, sono state reimmesse nei cicli produttivi oltre 204.000 tonnellate di Materie Prime Seconde, è stata evitata l’immissione in atmosfera più di 1,5 milioni di tonnellate di CO2eq e sono stati risparmiati 335 milioni di kWh. Grazie alla gestione dei Rifiuti di Batterie sono state evitate 1,1 mila tonnellate di CO2eq, risparmiati più di 3 milioni di kWh e oltre 1 milione di m3 di acqua.

Nel 2023, Erion – il più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore – ha istituito un nuovo consorzio, rafforzato il posizionamento degli altri cinque sistemi collettivi, assunto 8 nuovi professionisti e distribuito valore economico per 126.210.994 €in crescita del 5% circa rispetto al 2022. Non solo, Erion ha gestito su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti di cui 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (il 67% del totale nazionale), 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie, 2.896 tonnellate di RAEE Professionali e 11.500 tonnellate di Rifiuti di Imballaggi.

 

Danilo Bonato, DG Erion Compliance Organization: “I dati del 2023 rappresentano per noi una nuova sfida a fare di più e meglio”

Questo il quadro che emerge dal Bilancio di Sostenibilità 2023 del Sistema che, rispetto all’anno precedente, ha però subito una flessione nelle quantità raccolte di circa il 2% (257.705 tonnellate nel 2022).

“I risultati presentati nel Bilancio di Sostenibilità 2023 di Erion evidenziano la centralità del riciclo dei rifiuti per lo sviluppo dell’economia circolare e l’approvvigionamento di materie prime strategiche necessarie a numerosi comparti industriali. Un processo fondamentale per l’Italia dato soprattutto il momento storico in cui ci troviamo, caratterizzato da una sempre più crescente scarsità di risorse e di dipendenza delle importazioni da Paesi Terzi. Raccogliere e gestire correttamente RAEE, Rifiuti di Batterie e di Imballaggi e, presto, anche Rifiuti Tessili è un requisito strategico per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Per farlo, abbiamo bisogno di rendere più consapevoli i cittadini, soggetto primario di un modello di economia circolare, attivandoli su una corretta raccolta differenziata, offrendo loro modalità più semplici per consegnare i rifiuti ai sistemi come Erion e favorendo una maggiore collaborazione” ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization. “Ecco perché i dati del 2023 rappresentano per noi una nuova sfida a fare di più e meglio affinché la leadership italiana nel settore del riciclo dei rifiuti sia raggiunta anche nelle filiere dei RAEE e delle batterie e, nel prossimo futuro, anche nel tessile. Per riuscirci abbiamo bisogno di fare rete con le Istituzioni, i media, le organizzazioni, i cittadini, e creare un paradigma in cui il riciclo diventi una consuetudine culturale e sociale, un’abitudine imprescindibile. In quest’ottica Erion continuerà a lavorare sul versante della comunicazione, dell’educazione e della formazione per rafforzare quella cultura della sostenibilità che caratterizza il nostro Sistema fin dal suo primo giorno di lavoro”.

L’operato di Erion con istituzioni e cittadini per il miglioramento della filiera

Nel 2023 Erion ha continuato ad appellarsi alle Istituzioni per migliorare la filiera, chiedendo azioni concrete: dalla riduzione e semplificazione della burocrazia a misure di incentivazione, sanzione e controllo per contrastare i flussi paralleli di RAEE; da linee di intervento su settori specifici come la raccolta domiciliare e la micro-raccolta, a iniziative di comunicazione e informazione per i cittadini e gli utilizzatori. Il Sistema multi-consortile ha inoltre seguito direttamente le novità legislative del 2023 come l’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo sulle Batterie, di quello che disciplina la responsabilità nella preparazione al riutilizzo dei RAEE e dell’obbligo per i Produttori di Prodotti del Tabacco di partecipare ad un sistema di Responsabilità Estesa del Produttore. Il 2023 è stato anche l’anno della revisione, tanto attesa, delle Direttiva quadro sui rifiuti e della proposta di Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggi. Passaggi normativi compiuti o ancora in itinere, che Erion ha seguito direttamente contribuendo a informare a 360° i propri stakeholder, grazie a studi, eventi, dibattiti e programmi formativi e informativi.

La raccolta e dei RAEE Domestici

Nel 2023, con un livello di servizio del 99,23%, Erion WEEE ha gestito 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (in calo di quasi il 6% rispetto all’anno precedente). La riduzione è dovuta principalmente ai minori volumi raccolti del Raggruppamento R3 (TV e monitor: 30.933 tonnellate, -31% rispetto al 2022) che ha registrato un calo dopo la crescita elevata degli anni precedenti trainata dall’introduzione del “bonus rottamazione TV”. La contrazione della raccolta ha coinvolto anche i Raggruppamenti R1 (freddo e clima: 75.100 tonnellate, -3% rispetto al 2022) e R4 (piccoli elettrodomestici e informatica: 17.927 tonnellate, -7% rispetto al 2022). Crescono, invece, il Raggruppamento R2 (grandi bianchi: 107.805 tonnellate+3% rispetto al 2022) e il Raggruppamento R5 (sorgenti luminose: 258 tonnellate, + 18% rispetto al 2022).

Si tratta, comunque, di risultati di grande rilievo che evidenziano quanto i RAEE rappresentino un settore strategico per l’economia circolare, ancor più nell’attuale contesto caratterizzato da una forte carenza di materie prime. Nel dettaglio, con un tasso di riciclo pari al 88% del totale di RAEE Domestici gestiti, sono state recuperate e reimmesse nei cicli produttivi 204.222 tonnellate di Materie Prime Seconde di cui 126.212 tonnellate di ferro, quantità necessaria per costruire 17 Tour Eiffel, 29.070 tonnellate di plastica, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 11 milioni di sedie da giardino5.685 tonnellate di rame, equivalenti al rivestimento di 62 Statue della Libertà, 5.147 tonnellate di alluminio, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 321 milioni lattine.

Ai risultati operativi si aggiungono i benefici ambientali generati dalla corretta gestione dei RAEE Domestici: nel 2022 è stata evitata l’immissione in atmosfera di oltre 1,5 milioni di tonnellate di CO2eq (corrispondenti alle emissioni generate da un’auto che percorre circa 177 mila giri intorno all’equatore), con un risparmio di più di 335 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 124 mila famiglie italiane in un anno).

La raccolta dei Rifiuti di Batterie

Durante il 2023 Erion Energy ha gestito 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie (RB) di cui 4.266 sono Batterie per Veicoli1.503 tonnellate Batterie Portatili e le restanti 84 tonnellate Batterie Industriali.

La raccolta complessiva di Rifiuti di Batterie (RB) da parte di Erion Energy ha subito una contrazione del 42% rispetto al 2022, dovuta principalmente alla decrescita del 50% nella gestione dei Rifiuti di Batterie per veicoli rispetto all’anno precedente. Al contrario i Rifiuti di Batterie Industriali gestiti hanno raggiunto un +79% rispetto al 2022, e i Rifiuti di Batterie Portatili hanno registrato un lieve aumento nel 2023 (+3%).

Nel 2023, Erion Energy ha sviluppato, con il supporto della società di consulenza dss+, uno strumento che permette di valutare i benefici della corretta gestione dei RB su tre indicatori ambientali. Dalla corretta gestione dei RB: nel 2023 è stata evitata l’immissione in atmosfera di più di 1.100 di tonnellate di CO2eq (corrispondenti a quelle assorbite in un anno da un bosco grande quanto 168 campi da calcio), con un risparmio di più di 3 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 674 famiglie italiane costituite da 4 persone) e oltre 1 milione di mdi acqua risparmiata (corrispondenti al volume di 432 piscine olimpioniche).

Il Sistema Erion cresce

Il 2023 ha visto la nascita del sesto Consorzio del Sistema: Erion Textiles, dedicato alla gestione dei Rifiuti di Prodotti Tessili in Italia. Nato nell’aprile del 2023 a seguito della revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti che estenderà al settore tessile il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, il Consorzio ha accolto l’ingresso della proposta di revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti dell’Unione Europea, confermando il proprio obiettivo di assicurare la creazione di una legislazione ispirata alle buone pratiche EPR , coerentemente con le aspettative dei Produttori sui futuri scenari di circolarità per il settore tessile.

Per prepararsi al meglio a sostenere la crescita del Sistema Erion, nel 2023 ECO ha promosso il modello “Agile Future” che consiste in un nuovo approccio alla modalità di lavoro per una gestione efficace ed equilibrata del tempo delle persone, sia professionale che personale. Un’innovativa formula contrattuale che consente ai dipendenti di Erion di usufruire dello smart working per tre giorni a settimana e allo stesso tempo elimina il vincolo prefissato di orario di inizio e fine della prestazione lavorativa.

Infine, la survey sulla soddisfazione dei Soci condotta nel 2023 ha confermato l’apprezzamento dei Produttori per la qualità e la competitività dei servizi forniti da ECO. Da questa, infatti, è emerso che il 98% dei partecipanti consiglierebbe Erion ad altri Produttori e che secondo il 96% Erion fornisce un supporto adeguato ai propri Consorziati.

È possibile visionare i dati completi del Bilancio di Sostenibilità 2023 di Erion collegandosi al sito https://erionesseresostenibili.org/it/. Il sito e il Bilancio sono disponibili anche in lingua inglese.

Il Regolamento Ecodesign è legge. L’Ue abbraccia la progettazione ecocompatibile

Il Regolamento Ecodesign è legge. L’Ue abbraccia la progettazione ecocompatibile

Arriva l’ok definitivo del Consiglio europeo al Regolamento Ecodesign: saranno introdotti dei requisiti minimi di ecoprogettazione per ogni categoria di prodotto, l’industria avrà 18 mesi per adeguarsi

Il Consiglio europeo ha adottato lunedì 27 maggio il Regolamento Ecodesign o Regolamento sulla progettazione ecocompatibile (in inglese ESPREcodesign for Sustainable Products Regulation), che stabilisce i requisiti per la progettazione di prodotti improntati alla sostenibilità. Il regolamento sostituisce la direttiva fin qui in vigore sulla progettazione ecocompatibile, che riguardava i prodotti che consumano energia, e ne estende l’ambito di applicazione a quasi tutti i tipi di beni immessi sul mercato dell’UE. L’ok definitivo del Consiglio rappresenta l’ultima tappa del processo decisionale e ora si attende l’entrata in vigore del provvedimento, 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale europea.

Pierre-Yves Dermagne, vice primo ministro e ministro dell’Economia e del lavoro belga, in rappresentanza del Paese che detiene la presidenza di turno dell’Unione, ha dichiarato che “con il regolamento sulla progettazione ecocompatibile diamo all’industria i giusti incentivi affinché pensi in modo circolare già a partire dall’ideazione progettuale dei prodotti che intende produrre e vendere nell’UE”.

Cosa prevede il Regolamento Ecodesign

Come già anticipato in questo approfondimento di EconomiaCircolare.com, il regolamento riguarda tutti i tipi di prodotti, con pochissime eccezioni (ossia automobili o prodotti destinati alla difesa e alla sicurezza) e introduce nuovi requisiti quali la durabilità, la riutilizzabilità, la possibilità di miglioramento e la riparabilità dei prodotti, norme riguardanti la presenza di sostanze che ostacolano la circolarità, l’efficienza energetica e delle risorse, i contenuti riciclati, la rifabbricazione e il riciclaggio, l’impronta di carbonio e l’impronta ambientale, nonché obblighi di informazione, tra cui un passaporto digitale di prodotto. Trattandosi di un regolamento quadro, sarà ora compito della Commissione europea stabilire specifici requisiti di progettazione ecocompatibile mediante atti delegati riguardanti le singole tipologie di prodotto e l’industria avrà 18 mesi per conformarsi a questi nuovi requisiti.

 

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