Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Studio commissionato da Erion alla società di consulenza dss+. Bonato: Sistemi di Responsabilità Estesa dei Produttori per colmare il gap tra obiettivi di sostenibilità e l’approvvigionamento risorse strategiche

Dipendiamo troppo da materie prime vergini, in primis critical raw materials come litio e palladio, per sostenere la transizione ecologica. Una tradizionale prospettiva estrattivista non sarà sufficiente a colmare il gap tra bisogni e disponibilità, soprattutto perché alcuni materiali cruciali per le nuove tecnologie – quelle digitali e quelle green – sono nelle disponibilità quasi esclusive di una manciata di Paesi. Una delle soluzioni a questa impasse arriva dallo studio “Erion Vision 2050: Passato, Presente e Futuro dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” commissionato da Erion alla società di consulenza dss+ e presentato ieri in occasione dell’evento “Forum sulla Responsabilità Estesa del Produttore. La nuova generazione europea dei Sistemi Collettivi” a Firenze.

Ripensare il ruolo dell’EPR: “Vettore di approvvigionamento e ottimizzazione delle risorse”

I Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nati negli anni 90 sia per organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti, sia per stimolare una migliore progettazione dei prodotti, si trovano ora ad affrontare una sfida importante: colmare il gap tra gli obiettivi programmatici di sostenibilità e l’approvvigionamento di risorse strategiche per l’Unione Europea” ha spiegato Danilo Bonato, direttore generale di Erion Compliance Organization. “È quindi fondamentale ripensare il ruolo dell’EPR all’interno dell’UE, in particolare in risposta alle urgenti richieste di materie prime critiche e all’imperativo di decarbonizzare l’economia in un quadro di coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Alcuni dati aiutano a capire perché, secondo Erion, questa svolta è necessaria.

La domanda di materie primeIl consumo medio pro capite globale di risorse è di circa 12,5 tonnellate all’anno: “È evidente che le attuali politiche non risultino essere sufficienti a ridurre l’uso di materie prime, la cui domanda crescerà – rispetto al 2000 – di 2,5 volte entro il 2050”.  Le dimensioni del mercato delle materie prime critiche (MPC), necessarie per la transizione energetica, ha raggiunto i 320 miliardi di dollari nel 2022, rendendoli uno dei focus dell’industria mineraria. Si stima infatti che entro il 2030 la domanda globale di critical raw materials (CRM), necessaria per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla Commissione Europea, crescerà di 3,5 volte superando le 30 milioni di tonnellate (fonte: IEA – Net Zero Emissions by 2050 Scenario).

La fame di litio e cobalto. Nel settore clean-tech (le tecnologie pulite) la domanda di litio è passata dal 30% del totale della domanda globale del 2017 al 56% del 2022. Quella di Cobalto dal 17% al 40%.

 

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Tessile, a Milano l’evento sui Sustainability Pledge delle Nazioni Unite

Tessile, a Milano l’evento sui Sustainability Pledge delle Nazioni Unite

Il 19 giugno la Triennale di Milano ha riunito 9 tavoli di lavoro sul tema del Tessile con esperti del settore, studiosi e rappresentanti delle aziende. La piattaforma della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite riunisce oggi 100 impegni da 28 Paesi

Il 19 giugno la Triennale di Milano ha ospitato “Vision & Visibility: scaling transparency”, il primo evento per fare il punto sull’attuazione dell’iniziativa Sustainability Pledge, tre anni dopo il suo lancio, presentando il rapporto “The Sustainability Pledge 3-years monitoring report“.

Nove tavoli di lavoro sul Tessile al convegno di Milano

Sustainability Pledge è una piattaforma lanciata nel 2021 dall’UNECE, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, al fine di migliorare le credenziali ambientali ed etiche del settore Tessile. La piattaforma riunisce oggi 100 impegni da 28 Paesi nel mondo, alcuni dei quali affrontati durante la giornata di convegno a Milano. Durante i nove tavoli di lavoro si è discusso sui principali risultati e le lezioni apprese dal 2021, nonché sulle soluzioni innovative per favorire un impatto positivo; sugli indicatori chiave di prestazione (KPI) per misurare i livelli di tracciabilità e trasparenza dei prodotti stessi; sulle pratiche e le soluzioni per l’industria tessile del futuro.

Il mercato di seconda mano ha un valore di oltre 9 miliardi di dollari

Accompagnati nel dibattito da nomi di primo rilievo dell’industria, i partecipanti ai lavori hanno potuto conoscere gli strumenti, gli approcci politici, i progetti pilota in corso sulla blockchain per l’industria tessile con particolare attenzione alla catena del valore del cotone e le esperienze sul campo nella regione dell’America Latina.  “L’industria tessileha dichiarato l’UNECE in occasione della presentazione di un recente Rapporto sul settore – si è evoluta da un modello di produzione basato su fibre naturali e politiche protezionistiche per l’industria locale a un modello in cui le fibre sintetiche sono diventate pervasive, la produzione è stata delocalizzata e la velocità di produzione e distribuzione dei prodotti è aumentata rapidamente. La maggior parte dell’industria della moda opera secondo il modello fast fashion, che prevede più collezioni all’anno, generalmente a prezzi bassi, utilizzate per sempre meno tempo. Ciò ha portato a un tasso crescente di sovrapproduzione e di consumo eccessivo di vestiti. Questi eccessi hanno favorito lo sviluppo di un importante mercato per gli abiti di seconda mano, con un commercio internazionale del valore di 9,3 miliardi di dollari nel 2021. Questi indumenti fluiscono in gran parte dai paesi a reddito più alto a quelli a basso reddito. I principali esportatori (in valore) sono l’UE, la Cina, gli Stati Uniti e il Regno Unito, mentre i principali importatori sono Pakistan, Ucraina, Kenya e Cile.

Luca Campadello, Manager SDI, ha partecipato all’evento come uditore per Erion Textiles: “È stato interessante avere conferma che il percorso verso la trasparenza e la tracciabilità non può prescindere dalla collaborazione tra gli attori, a partire dai brand fino ai fornitori e agli operatori che si occupano della gestione del fine vita. Delle raccomandazioni fornite alle aziende dall’UNECE, vorrei evidenziare l’importanza di considerare le leggi attuali e future quando si definiscono le strategie di trasparenza e tracciabilità. È proprio ciò che facciamo noi con i Produttori consorziati di Erion Textiles, tenendoci aggiornati e discutendo i cambiamenti legislativi per adeguare le strategie ai futuri obblighi legali.”

 

APPROFONDISCI COME ERION TEXTILES SUPPORTA I PRODUTTORI CHE IMMETTONO SUL MERCATO PRODOTTI DI ABBIGLIAMENTO, ACCESSORI, TESSILE PER LA CASA E CALZATURE

Tessile, i Consorzi che nasceranno dovranno sensibilizzare i consumatori e fare ricerca e sviluppo

Tessile, i Consorzi che nasceranno dovranno sensibilizzare i consumatori e fare ricerca e sviluppo

Il 12 giugno 2024, Luca Campadello, Manager SDI di Erion, ha partecipato al Green Med, Expo&Symposium di Napoli con un intervento sul futuro dei Consorzi per il tessile in Europa e in Italia

Quale potrebbe essere il futuro della filiera dei rifiuti tessili in Europa? Se n’è discusso il 12 giugno 2024 nel corso dell’incontro “Strategia europea per un tessile sostenibile e circolare: la comunicazione strumento essenziale per favorire il cambiamento”, svoltosi nell’ambito del Green Med, Expo&Symposium di Napoli realizzato da Ricicla.tv, Ecomondo, Italian Exhibition Group e Nica, in collaborazione con Regione Campania e Comune di Napoli.

L’EPR nel Tessile: dalla sensibilizzazione dei consumatori alle attività di ricerca e sviluppo

L’incontro che si è tenuto alla presenza di imprenditori del settore della raccolta, della selezione e della commercializzazione dei prodotti tessili ha ospitato un intervento di Luca Campadello, Manager Strategic Development & Innovation di Erion, sul futuro ruolo dei Consorzi dei produttori. Campadello ha presentato la funzione che la normativa europea immagina per i Sistemi Collettivi. Un tema caldo che il prossimo 17 giugno verrà discussa dal Consiglio “Ambiente”, chiamato a raggiungere un orientamento generale sulla proposta della Commissione di rivedere la direttiva quadro sui rifiuti che ha l’obiettivo generale di ridurre gli impatti ambientali e climatici associati alla produzione e alla gestione dei rifiuti tessili e alimentari. Campadello ha anche illustrato quelli che saranno le attività che i Consorzi del Tessile, tra cui Erion Textiles in Italia, saranno chiamati a sviluppare in chiave di Responsabilità Estesa del Produttore. Tra tali attività, il manager ha evidenziato quelle di promozione di campagne di comunicazione e sensibilizzazione dei consumatori; le iniziative di ricerca e sviluppo per migliorare la capacità di riciclo e valorizzazione energetica dei prodotti non riutilizzabili. Campadello ha poi aperto un focus sul Consorzio francese Refashion, istituito nel 2008 e diventato un vero e proprio modello europeo del settore grazie anche all’azione sui temi della prevenzione del rifiuto e del supporto ai produttori in iniziative di economia circolare e ai cittadini in quelle sulla riparazione e il riutilizzo dei prodotti.

Erion Textiles nato nel 2023 per i Produttori del settore tessile

Nel 2023 Erion ha dato vita a Erion Textiles, il sesto Consorzio del Sistema, istituito per assicurare una gestione efficiente del fine vita dei prodotti tessili finiti, diffondendo una sempre maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dall’economia circolare. Il Erion Textiles è stato fortemente voluto da alcuni tra i principali player del settore (rappresentato dai soci fondatori AmazonArtsanaEssenzaMiroglio FashionRimoda Lab e Save The Duck) che hanno deciso di unire le loro forze per dar vita a un sistema collettivo al servizio dei Produttori. Il Consorzio – aperto a tutti i Produttori del settore – intende non solo esprimere la volontà di perseguire ambiziosi obiettivi di sostenibilità, ma anche rappresentare un interlocutore affidabile, sicuro e trasparente nel nuovo percorso verso la Responsabilità Estesa del Produttore che, da febbraio 2023, ha visto protagonista prima l’Italia e poi la Commissione Europea nella definizione di sistemi EPR obbligatori e armonizzati per tutti i Paesi UE.

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

Lo ha detto Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, ai microfoni di RDS Green, il podcast di RDS dedicato ai grandi temi dell’ambiente. Riascolta l’intervento

Lo scorso 5 giugno, in occasione della giornata mondiale per l’ambiente, Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, è intervenuto ai microfoni del Podcast RDS Green per parlare delle singole azioni quotidiane che portano a risultati sorprendenti nella gestione di un’economia circolare.

“Puntare su prodotti di ecodesign”

Il primo punto di riflessione affrontato da Fluttero è stato quello sulle abitudini di acquisto dei consumatori che sono ogni giorno di più chiamati a seguire la traccia dell’ecodesign. “Abbiamo – ha detto Fluttero – una quota di responsabilità nel capire come comprare prodotti che siano più sostenibili, più durevoli, più riciclabili e poi, quando quel prodotto arriva a fine vita, conferirlo bene. Potremmo costruire questo modello di economia circolare che sicuramente ci garantirà un miglioramento dal punto di vista ambientale e sociale.”

L’impegno di Erion per la sostenibilità

Fluttero ha poi ripercorso il 2023 del Sistema Erion annunciando i risultati di raccolta, le performance di riciclo e quelle ambientali legati al lavoro dei Consorzi: “Nel 2023 abbiamo gestito e governato oltre 250mila tonnellate di rifiuti nei vari settori in cui siamo presenti, garantendo una significativa riduzione di emissioni di CO2, una quantità importante (più di 200 mila tonnellate) di Materie Prime Seconde recuperate ed evitato il consumo di un milione di metri cubi di acqua”.

 

Il 2023 di Erion è ampiamente dettagliato nel Bilancio di Sostenibilità 2023, disponibile nel sito www.erionesseresostenibili.org

Nel 2023 Erion ha gestito, su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti tra RAEE Domestici, RAEE Professionali, Rifiuti di Batterie e Rifiuti di Imballaggi

Nel 2023 Erion ha gestito, su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti tra RAEE Domestici, RAEE Professionali, Rifiuti di Batterie e Rifiuti di Imballaggi

Grazie alla gestione dei RAEE Domestici, riciclati all’88%, sono state reimmesse nei cicli produttivi oltre 204.000 tonnellate di Materie Prime Seconde, è stata evitata l’immissione in atmosfera più di 1,5 milioni di tonnellate di CO2eq e sono stati risparmiati 335 milioni di kWh. Grazie alla gestione dei Rifiuti di Batterie sono state evitate 1,1 mila tonnellate di CO2eq, risparmiati più di 3 milioni di kWh e oltre 1 milione di m3 di acqua.

Nel 2023, Erion – il più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore – ha istituito un nuovo consorzio, rafforzato il posizionamento degli altri cinque sistemi collettivi, assunto 8 nuovi professionisti e distribuito valore economico per 126.210.994 €in crescita del 5% circa rispetto al 2022. Non solo, Erion ha gestito su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti di cui 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (il 67% del totale nazionale), 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie, 2.896 tonnellate di RAEE Professionali e 11.500 tonnellate di Rifiuti di Imballaggi.

 

Danilo Bonato, DG Erion Compliance Organization: “I dati del 2023 rappresentano per noi una nuova sfida a fare di più e meglio”

Questo il quadro che emerge dal Bilancio di Sostenibilità 2023 del Sistema che, rispetto all’anno precedente, ha però subito una flessione nelle quantità raccolte di circa il 2% (257.705 tonnellate nel 2022).

“I risultati presentati nel Bilancio di Sostenibilità 2023 di Erion evidenziano la centralità del riciclo dei rifiuti per lo sviluppo dell’economia circolare e l’approvvigionamento di materie prime strategiche necessarie a numerosi comparti industriali. Un processo fondamentale per l’Italia dato soprattutto il momento storico in cui ci troviamo, caratterizzato da una sempre più crescente scarsità di risorse e di dipendenza delle importazioni da Paesi Terzi. Raccogliere e gestire correttamente RAEE, Rifiuti di Batterie e di Imballaggi e, presto, anche Rifiuti Tessili è un requisito strategico per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Per farlo, abbiamo bisogno di rendere più consapevoli i cittadini, soggetto primario di un modello di economia circolare, attivandoli su una corretta raccolta differenziata, offrendo loro modalità più semplici per consegnare i rifiuti ai sistemi come Erion e favorendo una maggiore collaborazione” ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization. “Ecco perché i dati del 2023 rappresentano per noi una nuova sfida a fare di più e meglio affinché la leadership italiana nel settore del riciclo dei rifiuti sia raggiunta anche nelle filiere dei RAEE e delle batterie e, nel prossimo futuro, anche nel tessile. Per riuscirci abbiamo bisogno di fare rete con le Istituzioni, i media, le organizzazioni, i cittadini, e creare un paradigma in cui il riciclo diventi una consuetudine culturale e sociale, un’abitudine imprescindibile. In quest’ottica Erion continuerà a lavorare sul versante della comunicazione, dell’educazione e della formazione per rafforzare quella cultura della sostenibilità che caratterizza il nostro Sistema fin dal suo primo giorno di lavoro”.

L’operato di Erion con istituzioni e cittadini per il miglioramento della filiera

Nel 2023 Erion ha continuato ad appellarsi alle Istituzioni per migliorare la filiera, chiedendo azioni concrete: dalla riduzione e semplificazione della burocrazia a misure di incentivazione, sanzione e controllo per contrastare i flussi paralleli di RAEE; da linee di intervento su settori specifici come la raccolta domiciliare e la micro-raccolta, a iniziative di comunicazione e informazione per i cittadini e gli utilizzatori. Il Sistema multi-consortile ha inoltre seguito direttamente le novità legislative del 2023 come l’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo sulle Batterie, di quello che disciplina la responsabilità nella preparazione al riutilizzo dei RAEE e dell’obbligo per i Produttori di Prodotti del Tabacco di partecipare ad un sistema di Responsabilità Estesa del Produttore. Il 2023 è stato anche l’anno della revisione, tanto attesa, delle Direttiva quadro sui rifiuti e della proposta di Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggi. Passaggi normativi compiuti o ancora in itinere, che Erion ha seguito direttamente contribuendo a informare a 360° i propri stakeholder, grazie a studi, eventi, dibattiti e programmi formativi e informativi.

La raccolta e dei RAEE Domestici

Nel 2023, con un livello di servizio del 99,23%, Erion WEEE ha gestito 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (in calo di quasi il 6% rispetto all’anno precedente). La riduzione è dovuta principalmente ai minori volumi raccolti del Raggruppamento R3 (TV e monitor: 30.933 tonnellate, -31% rispetto al 2022) che ha registrato un calo dopo la crescita elevata degli anni precedenti trainata dall’introduzione del “bonus rottamazione TV”. La contrazione della raccolta ha coinvolto anche i Raggruppamenti R1 (freddo e clima: 75.100 tonnellate, -3% rispetto al 2022) e R4 (piccoli elettrodomestici e informatica: 17.927 tonnellate, -7% rispetto al 2022). Crescono, invece, il Raggruppamento R2 (grandi bianchi: 107.805 tonnellate+3% rispetto al 2022) e il Raggruppamento R5 (sorgenti luminose: 258 tonnellate, + 18% rispetto al 2022).

Si tratta, comunque, di risultati di grande rilievo che evidenziano quanto i RAEE rappresentino un settore strategico per l’economia circolare, ancor più nell’attuale contesto caratterizzato da una forte carenza di materie prime. Nel dettaglio, con un tasso di riciclo pari al 88% del totale di RAEE Domestici gestiti, sono state recuperate e reimmesse nei cicli produttivi 204.222 tonnellate di Materie Prime Seconde di cui 126.212 tonnellate di ferro, quantità necessaria per costruire 17 Tour Eiffel, 29.070 tonnellate di plastica, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 11 milioni di sedie da giardino5.685 tonnellate di rame, equivalenti al rivestimento di 62 Statue della Libertà, 5.147 tonnellate di alluminio, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 321 milioni lattine.

Ai risultati operativi si aggiungono i benefici ambientali generati dalla corretta gestione dei RAEE Domestici: nel 2022 è stata evitata l’immissione in atmosfera di oltre 1,5 milioni di tonnellate di CO2eq (corrispondenti alle emissioni generate da un’auto che percorre circa 177 mila giri intorno all’equatore), con un risparmio di più di 335 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 124 mila famiglie italiane in un anno).

La raccolta dei Rifiuti di Batterie

Durante il 2023 Erion Energy ha gestito 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie (RB) di cui 4.266 sono Batterie per Veicoli1.503 tonnellate Batterie Portatili e le restanti 84 tonnellate Batterie Industriali.

La raccolta complessiva di Rifiuti di Batterie (RB) da parte di Erion Energy ha subito una contrazione del 42% rispetto al 2022, dovuta principalmente alla decrescita del 50% nella gestione dei Rifiuti di Batterie per veicoli rispetto all’anno precedente. Al contrario i Rifiuti di Batterie Industriali gestiti hanno raggiunto un +79% rispetto al 2022, e i Rifiuti di Batterie Portatili hanno registrato un lieve aumento nel 2023 (+3%).

Nel 2023, Erion Energy ha sviluppato, con il supporto della società di consulenza dss+, uno strumento che permette di valutare i benefici della corretta gestione dei RB su tre indicatori ambientali. Dalla corretta gestione dei RB: nel 2023 è stata evitata l’immissione in atmosfera di più di 1.100 di tonnellate di CO2eq (corrispondenti a quelle assorbite in un anno da un bosco grande quanto 168 campi da calcio), con un risparmio di più di 3 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 674 famiglie italiane costituite da 4 persone) e oltre 1 milione di mdi acqua risparmiata (corrispondenti al volume di 432 piscine olimpioniche).

Il Sistema Erion cresce

Il 2023 ha visto la nascita del sesto Consorzio del Sistema: Erion Textiles, dedicato alla gestione dei Rifiuti di Prodotti Tessili in Italia. Nato nell’aprile del 2023 a seguito della revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti che estenderà al settore tessile il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, il Consorzio ha accolto l’ingresso della proposta di revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti dell’Unione Europea, confermando il proprio obiettivo di assicurare la creazione di una legislazione ispirata alle buone pratiche EPR , coerentemente con le aspettative dei Produttori sui futuri scenari di circolarità per il settore tessile.

Per prepararsi al meglio a sostenere la crescita del Sistema Erion, nel 2023 ECO ha promosso il modello “Agile Future” che consiste in un nuovo approccio alla modalità di lavoro per una gestione efficace ed equilibrata del tempo delle persone, sia professionale che personale. Un’innovativa formula contrattuale che consente ai dipendenti di Erion di usufruire dello smart working per tre giorni a settimana e allo stesso tempo elimina il vincolo prefissato di orario di inizio e fine della prestazione lavorativa.

Infine, la survey sulla soddisfazione dei Soci condotta nel 2023 ha confermato l’apprezzamento dei Produttori per la qualità e la competitività dei servizi forniti da ECO. Da questa, infatti, è emerso che il 98% dei partecipanti consiglierebbe Erion ad altri Produttori e che secondo il 96% Erion fornisce un supporto adeguato ai propri Consorziati.

È possibile visionare i dati completi del Bilancio di Sostenibilità 2023 di Erion collegandosi al sito https://erionesseresostenibili.org/it/. Il sito e il Bilancio sono disponibili anche in lingua inglese.

Il Regolamento Ecodesign è legge. L’Ue abbraccia la progettazione ecocompatibile

Il Regolamento Ecodesign è legge. L’Ue abbraccia la progettazione ecocompatibile

Arriva l’ok definitivo del Consiglio europeo al Regolamento Ecodesign: saranno introdotti dei requisiti minimi di ecoprogettazione per ogni categoria di prodotto, l’industria avrà 18 mesi per adeguarsi

Il Consiglio europeo ha adottato lunedì 27 maggio il Regolamento Ecodesign o Regolamento sulla progettazione ecocompatibile (in inglese ESPREcodesign for Sustainable Products Regulation), che stabilisce i requisiti per la progettazione di prodotti improntati alla sostenibilità. Il regolamento sostituisce la direttiva fin qui in vigore sulla progettazione ecocompatibile, che riguardava i prodotti che consumano energia, e ne estende l’ambito di applicazione a quasi tutti i tipi di beni immessi sul mercato dell’UE. L’ok definitivo del Consiglio rappresenta l’ultima tappa del processo decisionale e ora si attende l’entrata in vigore del provvedimento, 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale europea.

Pierre-Yves Dermagne, vice primo ministro e ministro dell’Economia e del lavoro belga, in rappresentanza del Paese che detiene la presidenza di turno dell’Unione, ha dichiarato che “con il regolamento sulla progettazione ecocompatibile diamo all’industria i giusti incentivi affinché pensi in modo circolare già a partire dall’ideazione progettuale dei prodotti che intende produrre e vendere nell’UE”.

Cosa prevede il Regolamento Ecodesign

Come già anticipato in questo approfondimento di EconomiaCircolare.com, il regolamento riguarda tutti i tipi di prodotti, con pochissime eccezioni (ossia automobili o prodotti destinati alla difesa e alla sicurezza) e introduce nuovi requisiti quali la durabilità, la riutilizzabilità, la possibilità di miglioramento e la riparabilità dei prodotti, norme riguardanti la presenza di sostanze che ostacolano la circolarità, l’efficienza energetica e delle risorse, i contenuti riciclati, la rifabbricazione e il riciclaggio, l’impronta di carbonio e l’impronta ambientale, nonché obblighi di informazione, tra cui un passaporto digitale di prodotto. Trattandosi di un regolamento quadro, sarà ora compito della Commissione europea stabilire specifici requisiti di progettazione ecocompatibile mediante atti delegati riguardanti le singole tipologie di prodotto e l’industria avrà 18 mesi per conformarsi a questi nuovi requisiti.

 

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Erion e SDA Bocconi lanciano la seconda edizione di “Circular Economy Strategy & Management Program for New Talents”

Erion e SDA Bocconi lanciano la seconda edizione di “Circular Economy Strategy & Management Program for New Talents”

Aperte fino al 24 giugno 2024 le candidature al corso di formazione destinato a laureati e giovani professionisti interessati ad acquisire competenze gestionali e tecniche in materia di sostenibilità ed economia circolare

Erion e SDA Bocconi School of Management lanciano la seconda edizione di “Circular Economy Strategy & Management Program for New Talents”, il corso di formazione che mira a creare nuove figure professionali nel settore dell’economia circolare, con focus sulle filiere dei prodotti elettronici, delle batterie, degli imballaggi, dei prodotti del tabacco e dei prodotti tessili.

Le candidature saranno aperte fino al 24 giugno 2024

Il corso si rivolge a laureati (Laurea Triennale o Magistrale) e giovani professionisti interessati ad acquisire competenze gestionali e tecniche in materia di sostenibilità ed economia circolare. Le studentesse e gli studenti interessati potranno presentare le loro candidature entro il 24 giugno 2024 direttamente dalla pagina web del corso sul sito di Erion. Il programma di studi, in partenza il 17 settembre 2024. Il programma, co-diretto da Edoardo Croci, Professor of Practice presso l’Università Bocconi, e Francesco Perrini, Associate Dean for Sustainability presso SDA Bocconi School of Management, adotta un approccio didattico innovativo che unisce le competenze formative di SDA Bocconi con l’esperienza di Erion, attraverso una combinazione vincente di lezioni in aula, momenti di laboratorio, testimonianze aziendali e visite agli impianti di trattamento. A valle dell’assessment finale, saranno rilasciati agli studenti l’attestato di partecipazione e il badge digitale delle competenze SDA Bocconi, che potrà essere aggiunto al proprio profilo LinkedIn. Inoltre, al termine del corso di formazione, i partecipanti più meritevoli avranno un accesso preferenziale alle selezioni per entrare a far parte del team di Erion.

La partecipazione al corso è gratuita

Le lezioni, a frequenza obbligatoria, si svolgeranno dalle 9.30 alle 17 presso il campus SDA Bocconi di Milano: un Near Zero Energy Campus, esempio di architettura d’avanguardia ad alta sostenibilità ambientale, collocato nel cuore della città. La partecipazione al programma è gratuita e interamente sostenuta da Erion, ad eccezione dei costi di trasferimento e di eventuale vitto e alloggio, che saranno a carico degli studenti. Tutte le informazioni sul corso formativo e le video-testimonianze dei partecipanti della prima edizione sono consultabili alla pagina ufficiale dell’iniziativa sul sito di Erion.

Tanta CO2 quanta ne emette la Svezia: ecco il prezzo dei tessili invenduti e distrutti in Europa

Tanta CO2 quanta ne emette la Svezia: ecco il prezzo dei tessili invenduti e distrutti in Europa

Report dell’Agenzia europea per l’ambiente: “La sovrapproduzione e la distruzione sono considerate accettabili nell’industria tessile e hanno persino un senso economico”

Mancano pochi passaggi formali all’entrata in vigore del regolamento Ecodesig (Ecodesign for Sustainable Products Regulation – ESPR) che, tra l’altro, vieterà la distruzione di prodotti tessili invenduti. Ma vale la pena occuparsi del tema, come ha fatto l’Agenzia europea per l’ambiente, perché il divieto varrà per le medie imprese solo dopo sei anni dall’entrata in vigore della norma, mentre le piccole e micro imprese saranno esentate dagli obblighi. E ne vale la pena perché la distruzione degli invenduti (che vale soprattutto per il tessile ma riguarda anche tutti gli altri beni), come vedremo, non è un incidente di percorso ma un dato strutturale del nostro sistema economico che per ottenere i propri obiettivi – produzione sempre maggiore, riduzione dei costi, fatturati sempre più alti – fa leva anche su buchi neri come questo.

1,3 milioni di addetti, 192.000 le aziende della filiera (dati EURATEX), il settore tessile e dell’abbigliamento dell’UE nel 2022 è tornato ai livelli precedenti alla pandemia, con un aumento di fatturato del 14% rispetto al 2021, raggiungendo i 167 miliardi di euro. Nel 2022 gli europei e le europee hanno speso circa 282 miliardi di euro per l’abbigliamento, 630 euro di media pro capite, mentre per le calzature sono stati spesi 68 miliardi di euro: in totale +15% rispetto all’anno precedente (dati Eurostat).

“La distruzione di abiti e altri prodotti tessili restituiti e invenduti – spiega l’agenzia – avviene da decenni nell’industria della moda e del tessile, almeno dagli anni ’80, con effetti negativi significativi sull’ambiente e sui cambiamenti climatici”.

Ma prima di tutto bisogna intendersi sulla terminologia: cosa intendiamo per distruzione dell’invenduto? Ci riferiamo a tutte quelle operazioni che non comportano l’uso del prodotto per lo scopo per il quale è stato realizzato. Il riciclaggio è quindi distruzione, anche se le fibre recuperate verranno utilizzate come nuova materia prima.  E ovviamente lo è l’incenerimento o altre forme di recupero (usare i rifiuti tessili come pezzame per le imprese).

Incertezza sui numeri dei prodotti resi e di quelli distrutti

Il panorama sugli invenduti, sui resi e sulla distruzione di questi prodotti, ci dicono i ricercatore del’AEA, è molto fumoso: dati certi ce ne sono pochi. Detto questo, in base agli studi disponibili, si stima che una forbice tra il 4 e il 9% di tutti i prodotti tessili immessi sul mercato in Europa venga distrutto prima che qualcuno li abbia mai utilizzati. Ci inganneremmo se sottovalutassimo queste percentuali dietro la quali ci sono tra 264.000 e 594.000 tonnellate di camicie, pantaloni, cappotti, blue jeans, scarpe distrutti ogni anno. Se un tir carico di abiti può pesare attorno alle 10 tonnellate, quei numeri ci raccontano di migliaia di tir, tra 26mila e 59mila, zeppi di prodotti distrutti senza essere stati mai indossati. Se un paio di jeans pesa circa mezzo chilo, è come se ne avessimo incenerito, buttato in discarica o tagliuzzati per il riciclo più di un miliardo di paia.

Nel lavoro dell’Agenzia europea per l’ambiente (“The destruction of returned and unsold textiles in Europe’s circular economy”) l’analisi della distruzione dei tessili procede in parallelo con quella dei resi dell’ecommerce. Il motivo è semplice, e ci parla di nuovo dei buchi neri del sistema capitalistico cui si faceva riferimento: una quota considerevole dei resi viene infatti distrutto. “Un esempio di approccio ‘take-make-waste’, che evidenzia l’inefficienza degli attuali sistemi lineari di produzione-consumo, che causano impatti negativi evitabili sull’ambiente e sul clima”.

Il tasso di restituzione dei prodotti venduti online è fino a tre volte superiore a quello dei prodotti venduti nei negozi fisici, ci dice l’AEA. E in Europa è acquistato online l’11% del tessile abbigliamento (dati 2020; quota più che raddoppiata rispetto al 2009). In Europa, il tasso medio direstituzione relativo ai capi di abbigliamento acquistati online è stimato attorno al 20%: un capo su cinque venduto online viene restituito. Per le calzature siamo attorno al 30%: le scarpe e gli stivali invernali sono la categoria più restituita. E fin qui niente di male (o quasi, come vedremo). Ma che fine fanno poi questi prodotti che rispediamo al mittente? “Si stima che il 22-43%, ovvero in media un terzo di tutti i capi di abbigliamento restituiti acquistati online, finisca per essere distrutto”.

C’è dunque un legame piuttosto stretto tra restituzione dei prodotti tessili acquistato online e la loro fine in discarica. Per capire dove si annida il germe della distruzione nella filiera della restituzione, proviamo a raccontare le dinamiche.

Leggi anche: 3,7 miliardi di euro di prodotti elettronici invenduti sono stati distrutti in Europa nel 2022

 

         di Redazione EconomiaCircolare.com

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Erion Textiles, il dialogo alla base della nascita della filiera EPR

Erion Textiles, il dialogo alla base della nascita della filiera EPR

In attesa della pubblicazione della normativa europea, a fine del 2024, il Consorzio continua partecipare a eventi e tavole rotonde per confrontarsi con gli stakeholder sui futuri sviluppi di un settore chiave della filiera dei rifiuti

Il 2025 sarà l’anno della Responsabilità Estesa del Produttore nel settore Tessile. Lo scorso 13 marzo il Parlamento europeo ha votato la riforma della Direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE) facendo ripartire l’iter normativo che entro la fine del 2024 porterà la Commissione Ue a definire i criteri necessari alla creazione di Sistemi EPR nazionali. Il Consiglio Europeo definirà l’approccio generale e, a partire da settembre, il disegno di riforma sarà oggetto del trilogo che coinvolgerà il Parlamento Ue che si formerà con la tornata elettorale del prossimo giugno. L’iter legislativo prevede di chiudere la partita entro la fine del 2024 e consentire all’Italia, già pronta da diversi mesi, di avviare la propria filiera nazionale nel 2025 in armonia con tutti gli altri Paesi Europei.

 

Erion Textiles all’evento di Garc Ambiente dello scorso 5 marzo

In Italia Erion Textiles, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti Tessili e costituito ad aprile 2023 dall’iniziativa di sei Produttori, è da mesi impegnato in eventi di settore, incontri istituzionali e tavole rotonde con l’intento di contribuire al dibattito sul futuro della filiera italiana ed europea. Il 5 marzo 2024 Luca Campadello, Manager del Team Strategic Development and Innovation di Erion, ha partecipato all’evento “Pensare sostenibile, agire circolare” organizzato da Garc Ambiente con un intervento di presentazione dell’EPR Tessile in Europa dove, ogni anno, si generano 5 milioni di tonnellate di Rifiuti di prodotti tessili (12 kg per abitante) mentre solo il 22% dei rifiuti generati viene raccolto separatamente e avviato a riutilizzo o riciclo. In Italia, dove la raccolta di rifiuti tessili nel 2021 è stata di 154.000 tonnellate, il sistema è attualmente organizzato attraverso i cosiddetti bidoni gialli nei quali vengono raccolti i capi che vengono successivamente selezionati tra quelli riutilizzabili (che avranno una seconda vita) e non riutilizzabili (che vengono avviati al riciclo e, in minima parte, allo smaltimento).

Erion Textiles a Bruxelles per la tavola rotonda del New Cotton Project

Il 7 marzo 2024 Campadello ha partecipato a una tavola rotonda sul Tessile organizzata a Bruxelles da New Cotton Project che ha rappresentato un interessante confronto tra brand, riciclatori e istituzioni. Nel corso dell’incontro è stata evidenziata l’esigenza di istituire sistemi EPR capaci di garantire il miglioramento delle tecnologie di riciclo dei rifiuti ancor prima dell’aumento delle quantità raccolte. Il tavolo ha poi messo in risalto l’importanza di una strategia comune che punti alla trasparenza e alla condivisione delle informazioni per consentire un riciclo di qualità e favorire lo sviluppo dell’economia circolare nel settore tessile. Durante il meeting di Bruxelles Erion Textiles ha presentato lo stato del sistema EPR italiano e si è confrontato con gli altri partecipanti sulle opportunità e i punti critici della revisione della Direttiva quadro sui rifiuti. Nello specifico si è posto in rilievo l’esigenza dei Produttori di istituire standard per la qualità della selezione, così da ottimizzare il riutilizzo e favorire il riciclo e di svolgere un ruolo primario nella gestione della filiera del post-consumo.

 

Sei un Produttore e vuoi scoprire se la tua azienda rientra nei termini previsti dalla futura Direttiva europea sull’EPR Tessile? Esegui il test sul sito di Erion Textiles

Erion Textiles: sulla normativa EPR le nostre imprese preferiscono attendere l’Europa

Erion Textiles: sulla normativa EPR le nostre imprese preferiscono attendere l’Europa

Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager: “Per i nostri produttori l’esigenza primaria è avere regole armonizzate a livello europeo”

Periodo di grande fermento normativo per il settore tessile: dal lavoro sulle regole di responsabilità estesa del produttore (EPR), con la proposta di revisione della direttiva quadro sui rifiuti, fino al regolamento end of waste per stabilire quando un rifiuto cessa di essere tale e torna ad essere materia prima.

Luca Campadello Erion EPR tessili

Luca Campadello, Strategic Development & Innovation Manager per Erion Textiles, uno dei protagonisti italiani della responsabilità estesa del produttore per i prodotti tessili: cosa pensate della proposta di revisione della direttiva sui rifiuti e delle sue indicazioni sull’EPR?

Ci convince molto la chiarezza della direttiva sulla definizione dei Produttori, in linea con gli altri schemi EPR: il produttore è chi immette sul mercato per la prima volta un prodotto finito di abbigliamento (es. giacche, camicie, magliette), di calzature (scarpe, sandali), accessori (cravatte, guanti) e tessili per la casa (biancheria da letto, da bagno e da cucina). In questo modo sono stati dipanati i dubbi nazionali sui soggetti che dovranno adempiere alla futura norma.

Altro aspetto positivo è la pragmaticità con cui hanno definito i prodotti da considerare: solo i prodotti finiti post-consumo, escludendo gli sfridi e gli scarti di produzione.

Ma anche gli scarti di produzione possono essere un problema: non sempre riescono a diventare sottoprodotti e a trovare un mercato. Perché giudicate positiva questa esclusione?

Sicuramente sviluppare soluzioni per un reale riciclo degli scarti di produzione rappresenta una sfida per cui i consorzi affiancheranno i produttori nello sviluppare soluzioni innovative di riciclo, ma non bisogna cadere nella tentazione di pensare che la normativa EPR possa da sola risolvere l’intera tematica del tessile sostenibile e circolare. Sono numerose le norme in via di definizione che coinvolgeranno i produttori (dalla regolamentazione dei green claims fino all’introduzione del passaporto digitale dei prodotti) e quindi le aspettative di ottimizzazione della fase produttiva, tra cui la tematica della gestione degli invenduti e dell’utilizzo di materiali riciclati, verranno ricomprese nelle norme sull’eco-design (Ecodesign Requirements for Sustainable Products) e sull’end-of-waste. Non verranno quindi trattate, per evitare sovrapposizioni, anche dalla normativa sull’EPR.

Leggi lo speciale EPR per i rifiuti tessili

Proseguiamo con la Direttiva.

Altro elemento positivo è la definizione di requisiti per verificare le spedizioni all’estero di abiti usati: requisiti costruiti per evitare che vengano inviati rifiuti etichettati come abiti usati.

Ci sono aspetti negativi?

Tra i punti da migliorare ci sono gli aspetti della qualità della selezione. Così come fanno con i loro fornitori di tessuti, i nostri produttori, che avranno la responsabilità della gestione della filiera del post-consumo, chiedono che gli operatori della selezione garantiscano determinati standard di qualità. Purtroppo, nella proposta della Commissione, di quality standard non si parla. Sappiamo che a valle della raccolta possono nascere flussi gestiti non proprio correttamente. Come abbiamo già visto in altre filiere in cui Erion ha contribuito attivamente nella definizione degli standard minimi di qualità (come gli standard CENELEC per il corretto trattamento dei rifiuti elettronici), la definizione e il conseguente controllo del rispetto degli standard andrebbe ad innalzare la qualità della selezione e a rendere la filiera più virtuosa consentendo un monitoraggio delle performance di riutilizzo e di riciclo a valle del trattamento.

Infine, la proposta di revisione della Direttiva, così come lo schema di decreto EPR che è stato oggetto di consultazione da parte del MASE, lascia ampi margini sui possibili modelli di raccolta futuri. Se guardiamo agli Stati europei più avanti di noi, la Francia e l’Olanda si pongono in maniera differente rispetto all’organizzazione della raccolta: una garantisce supporto finanziario agli operatori della raccolta e della selezione, mentre l’altra sta valutando di occuparsi in maniera diretta dell’operatività.

 

di Daniele Di Stefano

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