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Batterie, dalle e-Bike agli impianti di accumulo di energia. Lions2Life arriva alla fase pilota

Il Progetto finanziato da EIT Climate-KIC e partecipato da Erion insieme a tre partners europei mira a sviluppare un business model per la fornitura di energia ricavata da fonti rinnovabili e immagazzinata in sistemi che danno una seconda vita alle celle provenienti dai veicoli leggeri. Un prototipo è stato installato nell’eco-distretto spagnolo de La Pinada, Valencia

Sfruttare il potenziale residuo delle batterie al litio rimosse dai telai delle e-bike, degli e-scooter e dei monopattini elettrici per creare impianti per lo stoccaggio di energia generata da fonti rinnovabili. È questa l’idea su cui da 16 mesi si muove il progetto Lions2Life, finanziato da EIT Climate-KIC e al quale Erion partecipa con il suo team Projects and Innovation, insieme ad altri tre partner europei.

Il progetto
Coordinato dall’Università Politecnica di Valencia (UPV), “Lions2Life” ha già nel titolo la sua filosofia: offrire una seconda vita alle batterie agli ioni di litio per creare sostenibilità ambientale ed economica. La tesi di partenza degli esperti che seguono il progetto è quella secondo cui le batterie dei mezzi leggeri, una volta giunte all’80% del loro stato di salute (SoH – State of Health), non sono più utili al loro scopo iniziale, ma ancora perfettamente capaci di stoccare e rilasciare energia se impiegate all’interno di un impianto ad-hoc. Ed è quanto è stato fatto grazie alla rete di Lions2Life che ha raccolto più di 150 batterie agli ioni di litio (83% delle quali prelevate da e-bike in diverse zone della Spagna) per poi assemblarle e testarle nell’impianto installato nell’eco-quartiere de La Pinada, uno dei modelli europei di green-life situato a 8 chilometri da Valencia. Qui il funzionamento dell’impianto pilota offrirà agli esperti i dati per valutare l’efficienza della struttura e, dunque, la possibilità di sviluppare un business model replicabile su larga scala in altri Paesi europei, tra cui l’Italia.

Il prototipo
Il prototipo assemblato e testato nei laboratori dell’UPV conta al suo interno un totale di 560 celle che sono state selezionate accuratamente tra quelle dotate della medesima capacità nominale, con un SoH medio del 93% (il 95% delle celle testate aveva uno State of Health superiore al 80%) e prodotte esclusivamente da uno stesso brand del settore. L’impianto, con una potenza nominale di 6.15 kWh, immagazzinerà l’energia proveniente da pannelli fotovoltaici e alimenterà uno degli stabili de La Pinada insieme ad altri due accumulatori realizzati con celle nuove. Dal confronto fra le prestazioni a regime dei tre impianti verranno ricavati i dati relativi alla reale efficienza del sistema pilota. Il progetto trae spunto dagli Accordi di Parigi sulla riduzione delle emissioni di CO2 e dal Climate-Kic goal 1 (“Promuovere un aumento significativo dei tassi di retrofit urbano e consentire la produzione di energia pulita su scala distrettuale, aprendo la strada a tagli profondi delle emissioni”, invitando a “Costruire città vivibili e resilienti al clima”).

I benefici ambientali ed economici
Anche sul versante dei benefici ambientali Lions2Life mira a importanti risultati, come quello di garantire un risparmio di emissioni pari a quasi 3.000 tonnellate di CO2 all’anno per ogni mille abitazioni servite dai nuovi impianti di stoccaggio. La strategia del progetto guarda inoltre a un uso più virtuoso delle batterie agli ioni di litio che, grazie a un’applicazione di Second Life, aumenterebbero almeno del 20% il loro ciclo di vita effettivo (con un conseguente risparmio economico stimato fino al 62,5% per unità acquistata) e assicurerebbero il ritorno nel sistema produttivo di risorse naturali come litio e cobalto, sempre più richieste dalle aziende costruttrici. Stando a una stima di Deloitte, tra il 2020 e il 2023 saranno vendute a livello globale circa 130 milioni di e-bike e 2 su 5 saranno dotate di batterie al litio.

Un’opportunità per l’Italia
Per capire se Lions2Life permetterà effettivamente di dare una seconda vita alle batterie dei mezzi a due ruote bisognerà aspettare i dati tecnici ufficiali elaborati dai partner del Progetto. L’obiettivo è quello di creare un business model virtuoso capace di coinvolgere – in una grande value chain circolare – stakeholder differenti come enti locali, produttori, venditori e distributori di batterie, impianti di trattamento, sistemi EPR e, soprattutto, i cittadini/consumatori. Se il prototipo de La Pinada dovesse dimostrarsi efficiente esso potrebbe rappresentare una grande risorsa per l’Italia che è sia uno dei Paesi leader in Europa per uso di energie prodotte da fonti rinnovabili, sia uno di quelli in cui la pandemia da Covid-19 ha accelerato la già crescente propensione dei consumatori all’acquisto di veicoli rigorosamente marchiati con la “e” di elettrico. Nel 2020 accanto al boom di BEV e PHEV nel settore automotive, si è registrata una forte crescita nel mondo delle due ruote a trazione elettrica con vendite del +84,5% (rispetto al 2019) per le moto e del +44% per le e-bike. Tutti veicoli, questi ultimi, con batterie potenzialmente adatte a immagazzinare e fornire energia pulita alle nostre case.