L’introduzione del passaporto digitale dei prodotti (DPP) è prevista per l’inizio del prossimo anno. Questo è il piano della Commissione europea che vuole accelerare la transizione digitale e circolare secondo gli obiettivi posti dal Green Deal e in particolare dall’iniziativa sui prodotti sostenibili del piano d’azione per l’economia circolare. Il nuovo passaporto digitale fornirà le informazioni sulla composizione delle merci sul mercato europeo per aumentare le possibilità di essere riutilizzate e riciclate. L’idea è identificare le informazioni più importanti di ciascun prodotto in modo che gli utenti lungo la catena di approvvigionamento possano riutilizzarlo o trattarlo correttamente presso gli impianti di gestione dei rifiuti.
“Dobbiamo davvero assicurarci che i prodotti che vengono immessi sui nostri mercati siano progettati per essere durevoli, riparabili e così via – ha spiegato William Neale, consulente per l’economia circolare presso il Dipartimento dell’ambiente della Commissione europea, durante un evento sull’economia circolare organizzato da Euractive –. Quindi questo è ciò che abbiamo cercato di fare nell’iniziativa sui prodotti sostenibili”. Il passaporto del prodotto digitale fa parte di questa iniziativa. Al momento, man mano che le merci vengono prodotte, acquistate e vendute, le informazioni sui loro componenti e sulla riciclabilità vengono perse.
Attualmente metà delle emissioni totali di gas serra e oltre il 90% della perdita di biodiversità e dello stress idrico provengono dall’estrazione e dai processi di lavorazione delle risorse. Si prevede che il consumo globale di materiali raddoppierà nei prossimi quattro decenni, con una produzione annua di rifiuti che dovrebbe aumentare del 70% entro il 2050. Per contrastare questo fenomeno, l’Europa deve passare a prodotti sostenibili, durevoli e rallentare l’uso delle risorse che fluiscono nell’economia. L’iniziativa sui prodotti sostenibili, prevista per l’inizio del prossimo anno, significherà una grande spinta in questo senso.
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“Affinché l’Europa raggiunga i suoi obiettivi climatici è fondamentale che i consumatori e le imprese mantengano i prodotti in circolazione il più a lungo possibile – ha detto David Cormand, eurodeputato francese del partito dei Verdi –. Stiamo progettando e commercializzando oggetti che non sono creati per durare. Il più delle volte, non appena vengono immessi nel mercato, diventano rifiuti, di cui solo una piccola parte è progettata per essere riutilizzata, riparata o riciclata”.
Per affrontare questo problema, Cormand propone uno standard europeo obbligatorio per la durabilità e la riparabilità. “Le informazioni devono essere utilizzate anche per combattere il greenwashing e penalizzare quelle aziende che non lavorano in modo sostenibile” ha aggiunto. Con il passaporto digitale si potrebbero facilmente smascherare quei green claim che non si basano su informazione vere e contestualizzate, aiutando il consumatore ad orientarsi meglio. “La maggior parte di noi ha le proprie case piene di sostanze chimiche tossiche, presenti nei mobili, nei pavimenti, nel cemento – è intervenuto Joan Marc Simon, direttore esecutivo dell’ONG Zero Waste Europe -. Oggi è impossibile sapere se il prodotto è sicuro, riparabile e riciclabile, quindi da questo punto di vista penso che le informazioni siano importanti per i consumatori”.
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di Simone Fant
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