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“Materie prime critiche dal riciclo dei RAEE possono essere una leva strategica per il Paese”

Paper Ambrosetti per Erion: dal riciclo dei RAEE potremmo avere 7,6 mila tonnellate di materie prime critiche, con vantaggi economici (14 milioni di mancate importazioni), ambientali e sociali. Ma serve un’azione decisa su raccolta, impianti, norme

Il riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) può ridurre le incertezze della fornitura di materie prime critiche (MPC) essenziali per il nostro sistema produttivo, con un vantaggio economico di 14 milioni di euro per le mancate importazioni. E poi ci sono i vantaggi – ambientali ed economici – legati alla riduzione delle emissioni di oltre 1 milione di tonnellate di CO2. Un position paper realizzato da The European House – Ambrosetti per Erion (“Gli scenari evolutivi delle materie prime critiche e il riciclo dei prodotti tecnologici come leva strategica per ridurre i rischi di approvvigionamento per l’Italia”) presentato ieri a Roma mette nero su bianco la convenienza del rafforzamento di raccolta e riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici.

“Come ci mostra lo studio Ambrosetti, grazie ai RAEE disponiamo già di una miniera urbana quanto mai strategica, ma che stentiamo a valorizzare” ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore Generale Erion WEEE.

Materie prime critiche, la situazione europea

Il report di Erion ricorda come sebbene nell’Unione Europea esista la produzione interna di alcune materie prime critiche, in particolare l’afnio, nella maggior parte dei casi l’UE dipende dalle importazioni da Paesi terzi. In particolare, la Cina fornisce all’Unione Europea circa il 98% delle terre rare, la Turchia il 98% del borato, il Cile il 78% del litio, il Sudafrica il 71% del platino e una percentuale ancora più alta per i materiali del gruppo del platino: iridio, rodio, rutenio.

materie prime critiche

La crescente rilevanza delle materie prime critiche è testimoniata dal fatto che la Commissione Europea ne identificava 14 nel 2011, numero salito a 30 nell’ultimo censimento del 2020. Tra di esse, terre rare pesanti e leggere mostrano il più alto rischio di fornitura.

Ai rischi della fornitura si associa il bassissimo livello di riciclo:In Europa, “la dipendenza da Paesi terzi si somma ad un basso tasso di un riciclo – sotto il 10% – per la maggioranza delle materie prime critiche”.

materie prime critiche

Per cercare di limitare i rischi legati a questi approvvigionamenti e rafforzare la propria autonomia strategica, la Commissione Europea ha lanciato nel 2020 il Piano di azione per le materie prime critiche. Tre gli assi strategici del Piano, come ricordano Erion e Ambrosetti:

  • ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche prime tramite l’uso circolare delle risorse, i prodotti sostenibili e l’innovazione, anche con il lancio di specifici progetti di ricerca e innovazione;
  • rafforzare l’approvvigionamento interno di materie prime critiche nell’Unione Europea;
  • diversificare l’approvvigionamento dai Paesi terzi e rimuovere le distorsioni del commercio internazionale.

Leggi anche: “Riusa, ripara, ricicla”. L’appello della Royal Society of Chemistry per i RAEE

di Redazione

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