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TOSCANA AL QUARTO POSTO IN ITALIA.

OLTRE 20.100 TONNELLATE DI RIFIUTI ELETTRICI ED ELETTRONICI DOMESTICI GESTITI DA ERION WEEE NEL 2023, EQUIVALENTI Al PESO DI 56 AIRBUS A380

Evitate emissioni pari a 126.000 tonnellate di CO2 e risparmiati oltre 26.000.000 kWh di energia elettrica.

Firenze prima provincia: nel capoluogo toscano sono state trattate quasi 5.000 tonnellate di RAEE; segue Pistoia (oltre 2.800 tonnellate), Massa-Carrara in fondo alla classifica (800 tonnellate)

 

Milano, 7 febbraio 2024 – Nel 2023 Erion WEEE, il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ha gestito in Toscana oltre 20.100 tonnellate di RAEE Domestici, equivalenti al peso di 56 airbus A380, facendo posizionare la regione al quarto posto nella classifica delle più virtuose d’Italia. Tra i RAEE Domestici gestiti da Erion in Toscana prevalgono lavatrici, lavastoviglie e forni (Raggruppamento R2) con 11.200 tonnellate; più di 5.600 tonnellate sono, invece, rappresentate da frigoriferi, congelatori, grandi elettrodomestici per la refrigerazione e il deposito di alimenti (R1). Terza posizione per i RAEE del Raggruppamento R3 (Tv e monitor) con 1.800 tonnellate; segue R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica) con più di 1.300 tonnellate e, infine, R5 (sorgenti luminose) con 18 tonnellate.

 

Il corretto trattamento di questi rifiuti ha permesso di riciclare: 11.000 tonnellate di ferro, pari a 31 volte il peso della copertura della Galleria Vittorio Emanuele, più di 410 tonnellate di alluminio, pari a oltre 490.000 moka da caffè, 417 tonnellate di rame, pari a 470 km di cavi e quasi 2.400 tonnellate di plastica, pari a più di 950.000 sedie da giardino. Grazie a una gestione virtuosa dei RAEE Domestici nella regione, Erion WEEE ha evitato l’emissione in atmosfera di 126.000 tonnellate di CO2 (come la quantità che verrebbe assorbita in un anno da un bosco grande circa 127 kmq, più esteso del comune di Siena) e ha permesso il risparmio di oltre 26.000.000 di kWh di energia elettrica (pari ai consumi domestici annui di una città di quasi 24.000 abitanti, più di Montevarchi).

 

Nella graduatoria delle province, Firenze è al primo posto con circa 5.000 tonnellate di RAEE Domestici gestiti, seguita da Pistoia (oltre 2.800 tonnellate), Lucca (circa 2.400 tonnellate), Livorno (più di 1.900 tonnellate), Pisa (1.870 tonnellate), e più distaccata Arezzo (1.700 tonnellate). In fondo alla classifica troviamo Grosseto (1.100 tonnellate) e Massa-Carrara (800 tonnellate).

 

Con le oltre 20.100 tonnellate avviate al corretto trattamento, la Toscana registra una diminuzione del -4% sulle quantità del 2022. Un risultato in linea con l’andamento del Consorzio e con la raccolta nazionale, che vede l’Italia ancora troppo distante dai target di indicati dall’unione europea: la raccolta complessiva è pari a circa 6 kg per abitante a fronte di un obiettivo pari a oltre 11 kg.

 

Le ragioni di questo calo sono diverse, ma riconducibili a un disinteresse generalizzato verso il tema: i RAEE vengono identificati come strategici per l’economia del Paese, eppure, di fatto, a parte poche iniziative promosse da singole realtà come Erion WEEE, non vengono messe in atto azioni concrete e concertate a supporto della crescita del settore. Accanto al Sistema RAEE italiano che funziona e porta benefici al Paese c’è una zona grigia fatta di circuiti di gestione non ufficiali spinti, soprattutto, dal caro-materie prime (come ferro, rame e alluminio i cui valori sono cresciuti rispettivamente del 49%, del 48% e del 42% tra il 2020 e il 2023): operatori borderline e soggetti non autorizzati, agendo indisturbati, estraggono dai RAEE le materie più facili senza curarsi dell’impatto ambientale del trattamento.

 

“Troppi RAEE finiscono nelle mani sbagliate” – denuncia Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE – “Servono politiche che assicurino una corretta gestione di questi rifiuti affinché la sistematica sottrazione sia quanto meno ostacolata. È necessario capire dove finiscono i RAEE quando escono dalle case degli italiani. Ci vogliono più controlli mirati, occorre incrementare le ispezioni nei porti sui container in partenza dal nostro Paese e diretti verso l’Africa o l’Asia, per verificare se davvero contengono AEE ancora funzionanti oppure unicamente RAEE. E ancora, bisogna andare a verificare se ci sono RAEE negli impianti che gestiscono altre tipologie di rifiuti (come, ad esempio, rottami ferrosi e non ferrosi, auto, ecc.). È necessario intervenire duramente su tutte le situazioni irregolari e inasprire le sanzioni. Per questo, siamo felici per la recente rinomina del Comitato di Vigilanza e Controllo, al quale facciamo i nostri auguri affinché possa finalmente contribuire a far luce sulle zone d’ombra, contrastando il fenomeno dei flussi paralleli che rappresenta una perdita rilevante in termini di Materie Prime Seconde, essenziali per molteplici settori industriali italiani”.