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La gestione dei RAEE in Italia: è necessaria una svolta

Disparità geografiche, pochi investimenti nel riuso e nel riutilizzo, normative poco ambiziose: sono tanti i motivi per cui la gestione dei RAEE è ancora deficitaria. Eppure, a guardare le linee di intervento del PNRR, la strada appare tracciata. Ma serve un salto di qualità e un’assunzione di responsabilità

Per fare il punto sulla raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), si può partire considerando il numero di dispostivi immessi sul mercato negli ultimi anni. Guardando ai dati del Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), nel periodo 2019-2021, si è assistito ad un progressivo incremento dei volumi di AEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche) immesse al consumo: una crescita di 378mila unità, pari ad un aumento del 27% nel 2021 sul 2019. La media del triennio 2019-2021 è pari a 1,6 milioni di tonnellate all’anno, dato che funge da riferimento nella determinazione del tasso di raccolta.

Questa cifra si riferisce tanto a dispositivi per uso professionale che domestico, con i secondi a farla decisamente da padroni (con oltre il 70% del totale). Quindi, come procede la raccolta nel nostro Paese? Benché dal 2019 l’UE abbia elevato il target minimo al 65%, l’Italia è ancora ben lontana dall’obiettivo. Anzi, a leggere i numeri, sta facendo passi indietro: dal 36,5% nel 2020, al 34,6% nel 2021 e al 34% nel 2022.

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La raccolta dei RAEE di origine domestica

Nel 2022 sono state intercettate 361.381 ton di RAEE domestici. Monitorando l’andamento della raccolta tra il 2021 e il 2022, si registra una variazione di segno negativo consistente: -6,2%. La  tendenza sembrerebbe confermarsi anche nel 2023 sulla base dei dati diffusi da Erion WEEE, che  documenta una flessione del 6% dei rifiuti gestiti rispetto al 2022.

A livello regionale, nel 2022 Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna hanno intercettato il 36% dei quantitativi raccolti e avviati a riciclo. Sempre il Centro di Coordinamento RAEE indica che tutte le Regioni italiane hanno fatto segnare una diminuzione della raccolta rispetto al 2021, a parte Sicilia e Puglia, ove l’intercettazione è cresciuta rispettivamente di circa il 5% e del 3%. La concentrazione dei quantitativi intercettati nell’area del Nord appare coerente con il più elevato livello di sviluppo economico dei territori, nonché con la maggiore popolazione residente, ma soprattutto con il maggiore sviluppo della rete di raccolta.

 

di Laboratorio REF Ricerche

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