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Cosa aspettarsi a livello ambientale dalla nuova Commissione europea

La riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione conferma la direzione intrapresa col Green Deal che ha caratterizzato la precedente legislatura. Ma l’opposizione, interna e esterna, promette battaglia su ogni singolo provvedimento ambientale. Per l’economia circolare solo un accenno

Di certo non è stata una sorpresa la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea. Il secondo mandato della più nota esponente del centrodestra tedesco, erede dell’ex cancelleria tedesca Angela Merkel, prende ufficialmente il via oggi dopo il voto del Parlamento europeo, arrivato nella giornata di ieri con 401 voti a favore, 284 voti contrari e 15 astenuti. Come ha scritto Repubblica, il suo è stato un discorso omnibus, che ha voluto includere un’ampia maggioranza che va dai Conservatori ai Verdi, passando per la triade del Partito Popolare Europeo, i socialisti e i liberali, vale a dire la vecchia/nuova maggioranza che anche a questo giro ha dato le carte nelle nomine delle istituzioni europee dopo le elezioni del 6-9 giugno.

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Più che al discorso di von der Leyen, sul quale comunque torneremo a breve, in questa sede ci interessa di più approfondire il documento diffuso nella giornata di ieri sul sito della Commissione Ue, intitolato “La scelta dell’Europa” e in cui però è più esplicativo il sottotitolo, vale a dire “Orientamenti politici per la prossima Commissione Europea”. Si tratta di un documento di 31 pagine in cui la candidata von der Leyen sembra rivolgersi più ai partiti europei che alle persone che abitano nei 27 Stati membri dell’Unione.

“La campagna condotta in tutta Europa in vista delle elezioni europee di quest’anno – scrive von der Leyen – ha ricordato ciò che rende la nostra Unione quello che è. Quasi 500 milioni di persone con culture così diverse, storie complesse e prospettive diverse si uniscono allo stesso tempo per esprimere il loro desiderio di un’intera Unione di 27 Paesi. Esprimendo il loro voto contribuiscono anche a costruire un’identità europea condivisa, il tutto tenuto insieme dal nostro ricco e variegato arazzo culturale. Questa è la più grande forza dell’Europa. Rende l’Europa più di una costruzione o di un progetto. L’Europa è la nostra casa: unica nel design e unita nella diversità”.

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Il discorso di von der Leyen per la riconferma della Commissione

In quasi un’ora di discorso Ursula von der Leyen ha toccato, come era inevitabile, diversi argomenti. Qui ci concentreremo su quelli ambientali, nella consapevolezza in ogni caso che non si può scindere l’ambiente da (quasi) qualsiasi altro ambito. Un solo esempio su tutti: un’Europa più armata, così come è nelle intenzioni di von der Leyen, è un’Europa con più emissioni e più materie prime critiche, meno natura e meno tutele.

Un po’ a sorpresa la vecchia/nuova presidente della Commissione Europea ha parlato di Green Deal, l’ambizioso piano per fronteggiare la crisi climatica che ha caratterizzato la prima parte della sua precedente legislatura. Un’evidente strizzata d’occhio ai Verdi, anche se ci si sarebbe aspettati toni meno enfatici per non fare arrabbiare la destra della coalizione che la sostiene, che vede i provvedimenti del Green Deal come fumo negli occhi.

Nei prossimi anni, ha ribadito Von der Leyen, “il Next Generation Eu finirà, mentre le nostre esigenze di investimento no. Per sfruttare gli investimenti privati abbiamo bisogno anche di finanziamenti pubblici“, ha evidenziato. “L’obiettivo di tagliare le emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 sarà scritto nella nostra legge Ue sul clima“. Inoltre, ha aggiunto, “ci assicureremo che l’era della dipendenza energetica fossile dalla Russia sia finita una volta per tutte”.

Dunque von der Leyen ci ha tenuto a ribadire la sostanziale continuità del suo mandato per quel che riguarda i due nodi principali di cui si è più discusso a livello ambientale: l’ambizione climatica, con il Vecchio Continente che punta a confermare il suo ruolo di guida della transizione ecologica, e la fine della dipendenza dal gas russo – anche se attuato, finora, diversificando non le fonti (rinnovabili o nucleare) ma i fornitori (soprattutto il gas proveniente da Algeria, Qatar, Usa, Norvegia e Azerbaijan). Con un riferimento diretto agli agricoltori dopo le proteste degli scorsi mesi che hanno scosso gli equilibri assunti. “Mi assicurerò che gli agricoltori europei siano remunerati con un reddito equo – ha promesso von der Leyen – Sulla base delle raccomandazioni che arriveranno dal dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura lanciato a gennaio lavoreremo a una nuova strategia per il settore dell’agroalimentare europeo”.

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di Redazione EconomiaCircolare.com

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