Solamente un italiano su due conosce l’acronimo RAEE: Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. È quanto emerge dall’“Osservatorio conoscenza RAEE” realizzato da Ipsos per Erion WEEE, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei RAEE, che a distanza di due anni dalla prima rilevazione del novembre 2022, è tornato a testare il livello di informazione degli italiani su una delle categorie di rifiuti con il più ampio ritmo di crescita al mondo.
Sale del +1% la percentuale di coloro che hanno già sentito la parola RAEE, passati, da novembre 2022 a luglio 2024, dal 52% al 53% del totale. Rimane ancora troppo bassa la consapevolezza del valore dei RAEE come risorsa strategica, grazie alla presenza di materie prime recuperabili, tra cui spiccano le terre rare. In due anni, la percentuale dei cittadini che conoscono questo aspetto è passata dal 47% al 48%, un dato che evidenzia come ci sia ancora ampio margine di miglioramento. Nonostante la complessità del tema e la varietà di oggetti che rientrano nelle categorie di RAEE (dagli spazzolini elettrici ai giocattoli elettronici e gli smartwatch) la percentuale media di potenziali conferimenti scorretti – vale a dire i RAEE che finiscono nel bidone della plastica o nel sacco dell’indifferenziata – si mantiene su livelli relativamente contenuti e stabili: dal 13% di novembre 2022 si è passati all’11% di luglio 2024. Un dato interessante riguarda la percentuale di coloro che, pur commettendo errori nel conferimento dei RAEE, si dichiarano convinti di seguire la procedura corretta. Questa quota si mantiene su livelli elevati, attestandosi all’87% nel luglio 2024.
“Analizzando i risultati dell’indagine Ipsos, diventa sempre più urgente individuare, insieme alle istituzioni, strategie comunicative ancora più efficaci per consolidare la conoscenza sui RAEE,” – afferma Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE – “Il piano di comunicazione “DireFareRAEE”, che il Consorzio ha lanciato due anni fa, ha dato un contributo significativo per sensibilizzare i cittadini sulle corrette pratiche di gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici, ma le indagini Ipsos mostrano che bisogna fare ancora di più, soprattutto verso le generazioni più giovani, la cui consapevolezza è strettamente legata agli stimoli comunicativi che ricevono. Noi proseguiremo con programmi e iniziative dedicate ai cittadini, – continua Arienti – ma ci auguriamo che anche altre realtà operanti nella filiera del riciclo decidano di affiancarci in questo percorso, e che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica promuova una campagna di “Pubblicità Progresso” sui RAEE”, finora mai realizzata”.
“Questa ricerca evidenzia come, nonostante la crescente attenzione alla sostenibilità e una maggiore consapevolezza dei cittadini sul proprio ruolo, la strada verso una gestione consapevole dei RAEE, in Italia, sia ancora in salita. – dichiara Alberta Della Bella, Senior Researcher presso Ipsos Public Affairs – I dati raccolti dimostrano la persistenza di comportamenti errati e convinzioni fuorvianti, a riprova della complessità del tema. Risulta dunque fondamentale promuovere un legame più solido tra cittadino e rifiuto elettronico, attraverso una comunicazione chiara, semplice ed esaustiva, che renda tutti protagonisti del cambiamento necessario per garantire un futuro sostenibile”.
Nonostante questo scenario, gli italiani hanno comunque un alto livello di conoscenza dei rischi derivanti da una scorretta dismissione dei RAEE (anche se da novembre 2022 a luglio 2024 la percentuale è leggermente scesa, passando dall’80% al 78%). Secondo l’Osservatorio, realizzato su un campione di 1.000 cittadini italiani a cui si aggiunge un focus specifico su 500 giovani dai 18 ai 26 anni, la conoscenza del servizio “1 contro 0” mostra una crescita contenuta, ma costante (da novembre 2022 a luglio 2024 cresce dal 42% al 48%). Tuttavia, ancora 1 cittadino su 2 non conosce questa opportunità gratuita. Livelli soddisfacenti invece per la conoscenza del servizio “1 contro 1” che passa dal 66% di novembre 2022 al 69% del luglio 2024.
In calo dal 32% al 28% la quota di coloro che hanno dichiarato di essersi rivolti agli “svuota cantine” per disfarsi dei propri RAEE: un piccolo miglioramento in termini percentuali, ma anche un passo in avanti nel contrasto al “mercato parallelo”, spesso illegale, che intercetta i RAEE unicamente per il proprio tornaconto economico, catturando le materie più facili da estrarre nel modo meno costoso, senza minimamente curarsi dell’aspetto ambientale. Continuano a verificarsi ancora troppi episodi in cui i cittadini, nei centri di raccolta, vengono avvicinati da soggetti non autorizzati che chiedono indebitamente le apparecchiature elettroniche destinate al riciclo: il dato si attesta intorno al 30% nell’ultima rilevazione (in calo rispetto al 34% del novembre 2022).
Un capitolo a parte va riservato alla Gen Z che dimostra una notevole ricettività verso il termine RAEE, la cui conoscenza subisce però un trend altalenante, con picchi di crescita in corrispondenza alle campagne di sensibilizzazione e alle comunicazioni mirate, realizzate da Erion WEEE. Partendo da un 39% nel novembre 2022, si è raggiunto un record del 50% nel luglio 2023, scendendo al 40% a luglio 2024. Emerge inoltre un divario del -13%, tra i giovani e il dato nazionale, sul livello di conoscenza dell’acronimo RAEE, segno evidente che sulle nuove generazioni la strada è ancora lunga. Risultati sopra la media nazionale sono quelli registrati in merito alla conoscenza del servizio “1 contro 0” (52% rispetto al 48% nazionale nella rilevazione di luglio 2024) che dimostra quanto la Gen Z sia attenta alle tematiche ambientali, soprattutto in relazione a piccoli dispositivi come cuffie wireless, smartphone, tablet, smartwatch e joypad. Buona conoscenza anche del servizio “1 contro 1”, dove la percentuale dei giovani arriva al 67% a fronte di una media nazionale del 69%.
A livello territoriale, sono le regioni del Nord Italia a registrare la maggiore conoscenza dell’acronimo RAEE (56%), costantemente superiore alla media nazionale (53%) seguite da quelle del Centro (54%) e del Sud (49%). Le regioni del Sud, però, rappresentano i territori che hanno mostrato la crescita più significativa su questo punto passando, da novembre 2022 a luglio 2024, dal 46% al 49%.
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