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“Non facciamo la somma”. L’Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani,  ha voluto intitolare così il dossier che contiene una prima analisi del Piano nazionale di ripresa e resilienza del governo Draghi. Una disamina che punta ad aprire un dibattito sul ruolo della montagna, dei piccoli comuni e delle aree interne nella ripartenza post CovidRiduzione del divario digitale, tutela delle risorse naturali, servizi, turismo di qualità, nuove filiere e sviluppo locale: per ogni missione del PNRR, l’Uncem ha associato considerazioni e riflessioni riguardo i fondi stanziati, le mancanze, i punti di forza e i nodi da sciogliere per affrontare quella che il presidente dell’Uncem Marco Bussone definisce la questione territoriale.

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Un patto tra città e aree interne

La città e dintorni, la metropoli e la montagna, aree urbane e paesi. Secondo i curatori del rapporto, insieme alla questione meridionale, a quella generazionale e alla questione femminile, il nostro Paese deve affrontare un altro divario, un altro tipo di disuguaglianza: “al sud, come al centro e al nord, come nelle isole, occorre definire percorsi, riforme e investimenti, strategie per colmare i divari tra aree urbane e montane, tra centri e periferie, tra città e paesi. Divari che aumentano e che creano ulteriori disuguaglianze, oltre a spopolamento, fragilità, desertificazione economica e sociale. La transizione ecologica e quella digitale permettono di invertire questi processi, nella logica dell’ecologia integrata. E il patto necessario tra città e montagne è fondamentale.

Le aree montane in Italia sono vive, sono vissute, sono comunità che – come scrive l’articolo 44 della nostra Costituzione – hanno necessità di specifici provvedimenti”, scrivono i curatori nella premessa che apre l’analisi delle varie missioni e componenti del Pnrr. Un’analisi che Uncem non ha voluto impostare come elenco o somma sui vari finanziamenti. “Non facciamo la somma”, tra quello che c’è nelle diverse Componenti e Missioni del Piano che riguardino montagna, piccoli Comuni, aree interne, ambiente, territorio, green communities. Perché sarebbe inopportuno farlo prima che la Commissione Europea validi e confermi le proposte italiane. E sarebbe comunque impreciso, avendo molte componenti per gli enti territoriali, destinate ai Comuni, rivolte ai territori, con la montagna e gli stessi territori “trasversali”.

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di Alessandro Coltré

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