back

Assorimap: “Filiera italiana del riciclo fragile, servono incentivi come per l’energia rinnovabile”

Regis: “Le imprese chiudono”. Solo il PET in buona salute, in calo gli altri polimeri. Produzione +17,2% rispetto al 2023, ma fatturato in calo. Presentato a Milano il Report annuale

“La filiera italiana è fragile, da anni sopravvive, ma tra il 2024 e il 2025 sono arrivate le prime chiusure: due aziende”. Walter Regis, presidente di Assorimap, Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche aderente a Confimi Industria, avverte delle difficoltà in cui versa il comparto italiano.  350 imprese attive – inclusi raccoglitori e selezionatori di rifiuti e scarti industriali – oltre 240 i produttori di materie prime seconde, 86 gli impianti specializzati in plastica post-consumo. Un comparto centrale dell’economia circolare, eppure in sofferenza.

L’allarme arriva dalla Fiera Green Plast di Milano, dove Associazione dei riciclatori meccanici di materie plastiche ha presentato oggi il proprio Report annuale sul settore industriale del riciclo meccanico delle materie plastiche, realizzato da Plastic Consult: “Il problema – si legge nel comunicato stampa – è nei costi: energia elettrica schizzata a 135€/MWh a fine 2024 e feedstock sempre più cari. Ma non solo. L’Europa ha raddoppiato la capacità produttiva di riciclati dal 2016, ma le importazioni low cost – soprattutto da Asia e Nord Africa – invadono il mercato, spesso senza garanzie di tracciabilità”. Ci sarebbe dunque un problema di concorrenza sleale da fuori Europa.

Il comparto e i diversi polimeri

Paolo Arcelli, direttore di Plastic Consult, fa il quadro della domanda di materie plastiche riciclate“Guardando ai vari settori di utilizzo, gli imballaggi – sia rigidi che flessibili – trainano la domanda. L’edilizia resiste nonostante le difficoltà sul mercato interno. Sul fronte opposto, casalinghi e garden, agricoltura e applicazioni di nicchia, registrano cali significativi”. Quanto ai diversi polimeri, il rapporto Assorimap descrive un quadro positivo per il Pet riciclato, che supera le 230.000 tonnellate registrando un +17,2% rispetto al 2023, trainato dalle norme Ue sul bottle to bottle. Gli altri polimeri mostra invece un calo, “penalizzati dal crollo dei prezzi di vendita e dalla concorrenza di quelli vergini”.

Nonostante 883mila tonnellate di produzione di polimeri riciclati (+3,2% rispetto al 2023), “il settore del riciclo meccanico delle plastiche italiano fatica a decollare: fatturato in calo (-0,8%, 690 milioni di euro) e prezzi delle materie prime seconde ai minimi dal 2020”, sottolinea l’associazione.

Continua a leggere questo articolo su Economiacircolare.com e iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato sulle novità!

SOLUZIONI PER PIATTAFORME DI COMMERCIO ELETTRONICO