back

Dalla discarica alla stampante 3D: il viaggio della plastica dei RAEE

Grazie al riciclo meccanico la plastica dei RAEE può essere trasformata in un filamento per la stampa 3D utilizzabile per creare prototipi, parti di ricambio, prodotti e non solo. Una ricerca prova a capire quale sia il processo più efficiente. “Ci sono ampi margini di miglioramento” afferma il borsista Enrico Bassi

materiali plastici contenuti nei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) hanno peculiari caratteristiche fisiche e chimiche che li rendono riciclabili e valorizzabili in diversi modi. Uno di questi è il riciclo meccanico, che trasforma la plastica in un filamento per la stampa 3D utilizzabile per creare prototipi, parti di ricambio, prodotti e non solo. Tuttavia ci sono limitazioni tecnologiche e pratiche all’applicazione su larga scala di questa tipologia di riciclo: la difficoltà di ottenere semilavorati di alta qualità, l’incertezza nella caratterizzazione delle miscele iniziali e l’eterogeneità dei lotti di produzione sono solo alcuni esempi.

Nella cornice del progetto “Training for Circularity – Borse di Studio (WEEE Edition)”, promosso dal Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in collaborazione con Erion WEEE ed ENEA – Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali, la ricerca condotta dal borsista Enrico Bassi sotto la supervisione dei ricercatori dell’ENEA Letizia Tuccinardi e Riccardo Tuffi ha avuto l’obiettivo di confrontare diversi processi di trasformazione della plastica recuperata da un impianto di trattamento RAEE del Centro Italia per valutare quale fosse quello più efficiente e maggiormente impiegabile.

Grazie alla strumentazione del laboratorio T4RM (Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali) è stato inoltre possibile testare la qualità dei filamenti in plastica riciclati meccanicamente dai RAEE mediante estrusione a filo e valutarne la stampabilità con tecnologia a deposizione fusa (FDM). Questa particolare tecnologia di riciclo viene indicata come una di quelle che più facilmente può essere implementata e replicata anche su larga scala, e che quindi può contribuire a modificare la percezione del valore, sia in termini di utilità che in termini ambientali e di fine vita, dell’uso di plastica riciclata dai RAEE.

Leggi anche: La seconda vita della plastica delle apparecchiature elettriche ed elettroniche

Come si trasforma la plastica in filamento per la stampa 3D

Stampare 3D tramite la produzione di filamenti è un processo che consiste nella trasformazione delle plastiche dei RAEE in un filamento con diametro esattamente di 1,75mm (la precisione è cruciale per garantire la qualità del risultato) per creare oggetti personalizzati con grande accuratezza e dettagli complessi. Questa qualità complessiva è difficile da raggiungere con altre tecniche di riciclo, che richiedono invece attrezzature e stampi più costosi e spesso non riescono a gestire geometrie diverse con la stessa facilità e velocità.

Risulta quindi una tecnologia di riciclo particolarmente adatta e utile per le aziende che necessitano di prototipi funzionali o piccole serie di prodotti personalizzati senza grandi investimenti (oltre quello iniziale, infatti, i costi operativi sono generalmente bassi), dal momento che permette di testare e iterare rapidamente idee innovative, facilitandone lo sviluppo. La stampa 3D viene definita una tecnologia additiva, per cui il materiale viene aggiunto strato per strato solo dove necessario, evitando di generare scarti come succede invece per i processi sottrattivi, come la fresatura, che rimuovono man mano il materiale da un blocco solido.

di Vittoria Moccagatta

 

Continua a leggere questo articolo su Economiacircolare.com iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato sulle novità!