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L’economia circolare nel settore dell’elettronica può accelerare la transizione ecologica

Il nostro sfruttamento delle risorse terrestri continua a crescere a dismisura, le emissioni di gas serra sono in aumento e il riscaldamento globale non si arresta. È chiaro che non c’è più tempo per rimanere inattivi. La crisi climatica e la scarsità di risorse fanno ormai prepotentemente parte dello scenario attuale, evidenziando la fragilità dell’attuale sistema lineare.

Dal Circularity Gap Report 2020 di Circle Economy emerge che il nostro mondo:

  • è circolare solo per l’8,6%, ma per mantenere il nostro pianeta vivibile e prospero, abbiamo bisogno di raddoppiare la cifra passando dall’8,6% al 17% dato che per ora le pratiche lineari sono quelle più diffuse;
  • sta consumando 100 miliardi di tonnellate (Gt) di materiali all’anno;
  • è 1 grado più caldo.

 

Inoltre, il Circularity Gap Report 2021, prevede che se continuassimo in questa direzione, entro il 2030 le emissioni di gas serra potrebbero arrivare a 65 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente.

E anche se tutti i Paesi che hanno firmato l’accordo di Parigi rispettassero i loro impegni per arrivare a una neutralità carbonica, l’aumento delle temperature, per questo secolo, si stima attorno ai 3,2° C.

Come fare dunque per fronteggiare questa grande sfida?

La risposta è data dall’economia circolare.

 

Se consideriamo, per esempio, l’elettronica, l’applicazione di strategie green alla produzione dei vari dispositivi è parte di un cambiamento molto più ampio che deve abbracciare anche gli altri i settori.
Capire, infatti, le sfide in quest’ambito è il primo passo verso un futuro più sostenibile. Per assicurare una transizione circolare risultano essenziali: il riutilizzo delle risorse, la modernizzazione delle catene di approvvigionamento e la modifica delle abitudini dei consumatori.

 

Tuttavia, con i dispositivi elettronici, il processo non è sempre così facile per una serie di fattori, tra cui:

 

  • complessità dei materiali. Secondo quanto emerge nel report “A New Circular Vision for Electronics” stilato dal World Economic Forum in collaborazione con l’UN E-waste Coalition, i RAEE rappresentano il 2% dei flussi di rifiuti solidi, ma costituiscono il 70% dei rifiuti pericolosi che finiscono in discarica. Nei prodotti elettronici esiste un numero sorprendente di elementi della tavola periodica, fino a 60.

 

  • Trovare le risorse. Per materiali come l’acciaio e l’alluminio lavorato, oggi può essere più difficile riconvertire i materiali di scarto elettronici in forniture utilizzabili per nuovi componenti. In questi casi, c’è bisogno di guardare ad altri materiali riciclabili provenienti da altre industrie, attuando un’interazione di simbiosi industriale.

 

  • Catene di approvvigionamento. Le attuali catene di approvvigionamento sono prevalentemente lineari – impostate, quindi, per muovere i materiali attraverso la produzione e la distribuzione dei prodotti elettronici in tutto il mondo. Tali catene devono essere riconfigurate per consentire un approccio circolare che preveda la riparazione, il riutilizzo, il riciclo e la produzione sostenibile.

 

  • Percezione. I consumatori sono molto più consapevoli dell’impatto ambientale dei prodotti che acquistano e cercano di fare scelte sostenibili, ma permane ancora l’idea sbagliata che l’utilizzo di materiali riciclati nei nuovi prodotti si traduca in oggetti di qualità inferiore.

 

Per un mondo più sostenibile, quindi, il settore tecnologico deve ripensare i suoi modelli di business, adottando un approccio che si allontani dalle vendite lineari e si orienti verso modelli che permettano il riciclo dei materiali e l’estensione del ciclo di vita dei prodotti.

 

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