Anche l’Italia, come molti altri Paesi Ue, sta seguendo da mesi l’iter legislativo di riforma della Direttiva Quadro sui Rifiuti, per comprendere quali saranno le novità previste dall’introduzione della Responsabilità Estesa del Produttore nel settore Tessile. Il cambiamento impone alle aziende del comparto di essere sempre presenti ai tavoli di lavoro nazionali per impostare insieme regole condivise per il funzionamento della filiera. Da questa riflessione, lo scorso 26 settembre, ha preso le mosse il webinar organizzato da Erion Textiles dal titolo “Tessile a un passo dalla norma EPR. Gli impatti economici e organizzativi per le aziende”.
I lavori della giornata, coordinati da Raffaele Lupoli, Direttore Responsabile di EconomiaCircolare.com, sono stati aperti dall’intervento di Raffaele Guzzon, Presidente di Erion Textiles: “Siamo molto soddisfatti per essere riusciti a organizzare un incontro del genere con aziende di assoluto spessore, ma anche tanti competitor e, in generale, persone interessate a capire di più su come fare sistema intorno alla sfida che dovremo affrontare nei prossimi mesi”. La strada viene indicata dalla Commissione europea che, come ha ricordato nel primo speech di giornata Vincenzo Gente, Policy Officer, DG Environment, Unit B3, in questo momento è al lavoro non solo sulla riforma della Direttiva, ma anche su due Regolamenti che disciplineranno le spedizioni di rifiuti tessili e l’ecodesign dei prodotti. L’intervento del dirigente si è focalizzato, però, sulla riforma che, ha detto Gente: “È attualmente in fase di trilogo (negoziazione fra Commissione, Parlamento europeo e Consiglio europeo) e dovrebbe portare a un testo condiviso entro la fine dell’anno”. Gente ha poi evidenziato gli elementi principali della proposta di riforma che, oltre a introdurre il principio di Responsabilità Estesa del Produttore nel settore del Tessile, definisce i soggetti che ne sono coinvolti, nonché le finalità: “Vogliamo che i produttori siano responsabili dell’intero ciclo di vita dei prodotti che immettono sul mercato, in attuazione del polluter pays principle (chi inquina, paga). I produttori dovranno coprire non solo i costi che riguardano la gestione dei rifiuti, ma anche quelli legati allo sviluppo di altre attività come il supporto alla ricerca e la promozione di campagne di comunicazione”.
Come funziona la Responsabilità Estesa del Produttore nei Paesi che l’hanno già introdotta? Lo ha spiegato Femke den Hartog, Policy Advisor del Consorzio olandese Stichting UPV Textiel che riunisce circa 800 aziende del Tessile. “Puntiamo entro il 2025 – ha raccontato den Hartog – a riutilizzare e riciclare almeno la metà dei rifiuti tessili raccolti. Vogliamo che il 10% dei capi siano riutilizzati in Olanda come prodotti second hand e puntare anche sul riciclo “da fibra a fibra”. Entro il 2030 vorremmo portare al 75% la percentuale di capi riutilizzati e riciclati”. Il Consorzio Stichting UPV Textiel lavora all’interno di un Paese, l’Olanda che, insieme alla Francia, rappresenta uno dei modelli dell’EPR sul Tessile che ha già iniziato il percorso insieme ai Brand verso la circolarità dei tessuti. Per den Hartog, tuttavia, il vero obiettivo è quello di contribuire all’armonizzazione europea dei diversi approcci nazionali all’EPR che possa rendere l’intero settore circolare e puntare alla sostenibilità ambientale, al rispetto dei diritti umani e alla tutela degli animali. “Tra le nostre attività – ha detto l’esperta – c’è quella di invogliare l’acquisto di capi ecosostenibili e di sviluppare campagne per rendere i consumatori più consapevoli”.
Con l’arrivo della nuova Direttiva EPR sul Tessile, le aziende dovranno farsi trovare pronte all’impiego dei contributi ambientali dovuti per la gestione dei rifiuti tessili. Nell’incertezza di questo periodo preparatorio, Pietro Gracis, esperto di BDO Partner – Tax, ha provato a tracciare un vademecum per i soggetti chiamati al versamento dei contributi: “Chi fabbrica i prodotti tessili, chi li rivende apponendo il proprio marchio, chi li importa per la prima volta nel territorio italiano e chi li vende anche tramite marketplace, dovrà affrontare presto il tema contributi. In questo quadro il tema centrale diventa quello della disponibilità e modalità di conservazione dei dati come, ad esempio, quelli sulla tipologia dei prodotti, sulla composizione dei tessuti e sulle specifiche tecniche. Come gestire le informazioni a livello di sistemi informativi e di controllo di gestione (per budget e forecast) è fondamentale per arrivare preparati ai prossimi obblighi normativi”.
La tavola rotonda di approfondimento si è aperta con l’intervento di Matteo Magnani, Senior Policy Analyst di Ellen MacArthur Foundation, che ha spiegato i possibili vantaggi legati all’arrivo dell’EPR per il Tessile. “La presenza di sistemi EPR in un determinato mercato – ha detto Magnani – rappresenta un fattore abilitante per la possibilità di attrarre investimenti e instaurare filiere della corretta selezione, del riciclo e del riuso. Parliamo delle infrastrutture necessarie a lavorare i rifiuti tessili e ad avere un sistema industriale dedicato al riciclo anche delle fibre miste. Purtroppo, questi impianti sono ancora pochi, speriamo che anche grazie ai sistemi EPR aumentino il più in fretta possibile”. Anche Luca Campadello, Manager SDI di Erion, ha parlato dell’EPR come opportunità che può essere sfruttata solo grazie a un lavoro comune. “Ora la partita si sposta dall’Europa ai tavoli nazionali e l’unico modo per essere protagonisti è quello di giocarla assieme, ragionando su come sviluppare iniziative di circolarità, come definire e utilizzare l’eco-contributo e come costruire il futuro modello operativo di raccolta e gestione dei rifiuti”. Per Silvia Mazzanti, Sustainability Manager di Save The Duck, azienda co-fondatrice di Erion Textiles: “Come brand siamo sempre attenti a cogliere gli stimoli del mercato appena si presentano, per poter dire la nostra in materia di EPR. Grazie al gruppo di lavoro del Consorzio questo è stato possibile e continua a rappresentare un’opportunità per comunicare la nostra posizione e portare all’interno dei tavoli di lavoro l’esperienza di chi la filiera la vive”. Infine, Nicola Gelder, Vicepresidente di ASSOSPORT che ha evidenziato come le aziende del settore sportivo stiano puntando sulla durabilità e la riparabilità dei capi. “Stanno facendo molto lavoro tra di loro – ha detto Gelder – nell’ambito di un tavolo di lavoro che ASSOSPORT ha dedicato ai temi della circolarità e della sostenibilità. Siamo consapevoli del fatto che in Italia bisogna costruire una nuova filiera che sia funzionale al raggiungimento di obiettivi ambiziosi in tema di sostenibilità”.
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