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I rischi dell’estrazione di materie prime critiche sulle risorse idriche

Dato per scontato che nel futuro serviranno sempre più materie prime critiche è necessario analizzare lo stress che le estrazioni comportano sulle risorse idriche. Una ricerca del World Resources Institute (WRI) mostra che almeno il 16% delle miniere si trova in aree già sottoposte a livelli elevati di stress idrico

Non c’è dubbio che nel futuro a breve e medio termine serviranno molte più materie prime critiche. Materiali e metalli come litio, cobalto, grafite, rame sono indispensabili per la costruzione di veicoli elettrici, pannelli solari, smartphone e altri dispositivi elettronici di consumo. Insieme a un auspicato aumento del riciclo, però, già da ora bisogna fare i conti con l’estrazione di queste risorse vitali. Tra i rischi più sottovalutati di queste pratiche c’è la correlazione con l’acqua.

La maggior parte dei metodi utilizzati oggi per estrarre le materie prime critiche, infatti,  richiede quantità significative di acqua per separare i minerali, raffreddare le macchine e controllare la polvere. I rifiuti provenienti dall’estrazione e dal processo, inclusi i minerali residui e le sostanze chimiche, possono inoltre contaminare l’acqua, con effetti potenzialmente gravi sull’ambiente e sulle popolazioni circostanti. Quali possono essere i rischi maggiori? In quali zone? E come è possibile far diventare questi processi più sostenibili?

A queste domande prova a rispondere una ricerca del World Resources Institute (noto anche con l’acronimo WRI). L’Istituto Mondiale delle Risorse è una organizzazione no profit di ricerca mondiale nata nel 1982 grazie ai fondi della Ellen MacArthur Foundation. Utilizzando i dati globali dell’Ufficio Geologico degli Stati Uniti (USGS) e lo strumento Aqueduct,  il World Resources Institute ha scoperto che almeno il 16% delle miniere, dei depositi e dei distretti di minerali critici su terra nel mondo si trova in aree già sottoposte a livelli elevati o estremamente elevati di stress idrico. Si tratta di aree dove agricoltura, industria e famiglie utilizzano regolarmente gran parte o la totalità della disponibilità di acqua. Senza una gestione adeguata, dunque, l’estrazione di minerali critici può essere estremamente intensiva dal punto di vista idrico, nonché inquinante, aggravando ulteriormente la scarsità d’acqua e acuendo i problemi di territori già complessi.

 

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