Uno smartphone lasciato nel cassetto a marcire può contribuire a peggiorare la crisi climatica in corso? La nostra pigrizia, dettata anche dalla mancanza di sensibilizzazione, può peggiorare situazioni già gravi. Ma a ciò si può rimediare, con inventiva e partecipazione. È la lezione principale del progetto InnoWEEE, supportato da EIT Climate-KIC per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di conferire correttamente i propri Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e per esplorare strumenti a supporto del riutilizzo e della preparazione al riutilizzo. Dalla raccolta al riciclo, dunque, passando per il riuso e la riparazione: i principali aspetti dell’economia circolare sono stati affrontati nell’iniziativa InnoWEEE, dall’arco temporale lungo tre anni e che ha visto lo sviluppo di tre progetti pilota: in Trentino, a Cava De’ Tirreni (SA) e nelle città inglesi di Bath e Sheffield.
Numerosi, poi, gli attori sociali in gioco: dal coordinatore di InnoWEEE Dedagroup Public Services, che affianca enti centrali e locali e aziende di pubblica utilità nella digitalizzazione dei loro servizi, a Enea, passando per Erion, la Fondazione Bruno Kessler e la società BetterPoints Ltd.
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I RAEE rappresentano uno dei flussi di rifiuti a più alto tasso di crescita in Europa, ma su 12 milioni di tonnellate di rifiuti generate all’interno dei confini dell’Unione nel 2019 (16,2 kg pro-capite) solamente il 42,5% (5,1 Mt) è stato raccolto e riciclato in modo corretto. Un gap che il progetto InnoWEEE si è proposto di ridurre puntando a cinque obiettivi:
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Davvero, quindi, un Raee che non viene conferito in discarica, o che più semplicemente non è lasciato ad ammuffire in casa, può contribuire alla lotta al cambiamento climatico? E in che modo? Lo ha spiegato ieri mattina – al webinar organizzato da Ecomondo – Antonella Castellano, del Projects and Innovation Team di Erion, che per InnoWEEE ha seguito il progetto.
“Va considerato innanzitutto che siamo in grado di riciclare le materie prime critiche che sono contenute nei Raee, ottenendo materie prime seconde – ha affermato Castellano – In questo modo si estrae letteralmente valore. I rifiuti elettronici sono importanti quando vengono correttamente gestiti, specie perché sulle materie prime critiche l’Europa è carente, mentre invece queste arrivano soprattutto dalla Cina. Un’efficiente raccolta dei Raee, unita a un loro riciclo, si mostra dunque fondamentale per raggiungere gli obiettivi europei di neutralità climatica al 2050. Col progetto InnoWEEE abbiamo calcolato un risparmio di 8mila tonnellate di anidride carbonica, perché se questi oggetti fossero andati in discarica avrebbero comportato poi una combustione. Tuttavia il contributo dei Raee va non solo in termini di emissioni ma anche di materiali recuperati. Per il fotovoltaico e le macchine elettriche, o meglio per le batterie che li alimentano, servono le materie prime critiche. Dove rivolgersi? Anche ai rifiuti elettronici”.
All’incontro sulla piattaforma Ecomondo – la fiera di di riferimento in Europa per l’innovazione industriale e tecnologica dell’economia circolare – i partneri di InnoWEEE hanno incontrato, in una tavola rotonda virtuale e ricca di contributi, altri protagonisti del mondo della sostenibilità, quali il Centro di Coordinamento RAEE, Utilitalia e Legambiente, con l’obiettivo di accendere un dibattito a partire dai risultati del progetto e alla luce delle azioni previste dal Pnrr, che nella Missione 2 prevede proprio la “realizzazione di nuovi impianti e ammodernamento degli impianti esistenti per il riciclo e la chiusura del ciclo dei rifiuti con la produzione di materie prime secondarie”.
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