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La ricerca della Sapienza: l’economia italiana sempre più circolare

Nuovi studi confermano la direzione pragmatica e sostenibile dell’Italia verso un’economia circolare. Così la Data Envelopment Analysis può aiutarci a capire quale soluzione di gestione di fine ciclo vita dei prodotti sia la più virtuosa

L’economia circolare, come i lettori di questo magazine sanno, si pone l’obiettivo di ottimizzare l’uso delle risorse naturali tramite il riutilizzo, il riciclo e il recupero, riducendo al minimo l’impatto ambientale ed energetico. Le politiche di gestione dei rifiuti stanno evolvendo: dalle tradizionali discariche si è passati a soluzioni innovative che integrano energie rinnovabili e materiali riciclati.

Tra i flussi di rifiuti più rilevanti ci sono i rifiuti solidi urbani, che sono diventati una componente critica nelle economie moderne, rappresentando un sottoprodotto di varie attività economiche generate da imprese, famiglie e istituzioni governative. Sebbene i rifiuti solidi urbani rappresentino solo circa il 10% del totale dei rifiuti prodotti in Unione Europea, rivestono un’importanza politica significativa a causa delle loro caratteristiche. Questa complessità deriva dalla loro composizione variegata, dalla provenienza da numerose fonti diverse e dal loro stretto legame con la vita quotidiana dei cittadini. Questi rifiuti possono essere trasformati in risorse preziose attraverso il recupero di materiali o energia.

In risposta a questa sfida, al centro del piano europeo per una gestione circolare dei rifiuti c’è la Waste Hierarchy, che classifica le strategie di gestione dei rifiuti in ordine di priorità: prevenzione, riutilizzo, riciclo, recupero energetico e, infine, smaltimento in discarica. L’obiettivo dell’Unione Europea è riciclare il 65% dei rifiuti urbani e limitare il conferimento in discarica a un massimo del 10% entro il 2030. Per raggiungere questi traguardi, è necessario agire su due fronti.

Da un lato, ridurre la produzione di rifiuti attraverso un consumo più responsabile e pratiche produttive più efficienti perseguendo l’obiettivo di sviluppo sostenibile 12. I benefici ambientali derivanti dalla prevenzione superano infatti quelli legati alla gestione dei rifiuti stessi.

Dall’altro, è imperativo proporre analisi di sostenibilità che quantificano quale soluzione di gestione di fine ciclo vita sia la più virtuosa.

 

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