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“L’impianto di riciclo dei magneti permanenti a Ceccano è un modello da replicare in Italia e in Europa”

Intervista a Laura Mascheretti che ha seguito il progetto New-RE all’interno del team Strategic Development and Innovation di Erion

Lo scorso 18 settembre è stato inaugurato a Ceccano un innovativo impianto di riciclo di magneti permanenti che permetterà al nostro Paese di trattare oltre 20 tonnellate di rifiuti all’anno da cui recuperare oltre 4 tonnellate di composti di REE (Rare Earth Elements). La nascita della nuova struttura si inserisce nel progetto europeo New-RE, supportato da EIT RawMaterials, con l’obiettivo di migliorare la circolarità delle Terre Rare a livello europeo, garantendo una maggiore sostenibilità economica e ambientale della filiera, nonché di ridurre la dipendenza dalle importazioni da paesi come Russia e Cina. Per capire di più di questo importante progetto, ErioNews ha intervistato Laura Mascheretti, del team Strategic Development and Innovation di Erion, che ha seguito da vicino le attività di coordinamento e analisi del gruppo di lavoro formato da altri sette partner: Itelyum, OSAI, KU Leuven, Treee, Smart Waste Engineering, Glob Eco e Università degli Studi dell’Aquila.

Laura, chiariamo subito un punto centrale: che cosa sono i magneti permanenti e perché è così importante il loro riciclo?

Si tratta di magneti costituiti da materiali particolari, terre rare in primis, ma anche da superleghe, contenenti alluminio, nickel, cobalto, che rappresentano comunque Materie Prime Strategiche e Critiche. Ci sono anche magneti ferritici, che sono quelli più economici e comuni. I magneti permanenti sono elementi fondamentali all’economia perché costituiscono la base per il funzionamento dei motori elettrici: quelli grandi destinati alla trazione delle automobili, ma anche quelli più piccoli utilizzati per azionare i finestrini o l’aria condizionata. In ogni motore elettrico sono presenti delle bobine di avvolgimento – quindi cavi di rame – e dei magneti permanenti che accoppiano il campo magnetico e fanno girare fisicamente il motore permettendone il funzionamento.

Come viene riciclato un magnete permanente?      

Ci sono diversi modi per recuperare i materiali contenuti in un magnete permanente e reintrodurli nella catena del valore. L’impianto di Ceccano utilizza il processo idrometallurgico che permette di riciclare dal magnete le materie prime nella stessa forma che avrebbero se fossero prese in miniera. Questo processo, noto Long Loop Recycling (LLR), garantisce un riciclo di materie prime di ottima qualità che, almeno sulla carta, offrono infinite possibilità di ricreare nuovi prodotti. Il LLR ha anche dei contro, come il fatto che si tratta di un processo piuttosto lungo in una filiera che tende a favorire cicli più brevi. Esiste poi un’altra tipologia di riciclo, conosciuta come Short Loop Recycling, che permette un processo “magnet to magnet” ovvero la polverizzazione del rifiuto per arrivare a una polvere che, in un secondo momento, viene compressa per fare nuovi magneti. Il pro di questo metodo è che si avranno processi molto più brevi, il contro è che per attuarlo bisogna avere un flusso molto controllato di magneti per mantenere alta la qualità dei nuovi prodotti. L’ideale sarebbe riuscire a intrecciare Long e Short Loop Recycling, che è esattamente l’obiettivo a cui puntano i Progetti Harmony e Permanet ai quali Erion partecipa.

L’impianto di Ceccano è nato nell’ambito del progetto New-RE, di cui Erion è stato coordinatore, ci racconti qual è stato il lavoro del team SDI?

Da ottobre 2022 a febbraio 2024 (mese di inizio di costruzione dell’impianto) il nostro lavoro è stato prettamente quello di coordinamento del gruppo di ricerca e di analisi della filiera, nonché assicurare che tutte le attività che hanno portato allo start up del pilota. Abbiamo, inoltre, gestito i materiali provenienti dagli impianti dei nostri partner, Tree e Glob Eco, affinché fosse recuperato ed esaminato insieme agli specialisti dell’Università dell’Aquila.

La creazione dell’impianto di Ceccano è il primo passaggio verso INSPIREE, cioè lo scale-up industriale. Quale sarà la differenza rispetto a New-RE?

La più grande e ovvia differenza sta nel volume dei magneti trattati. Lo scale-up punta al riciclo di ingenti quantità di rifiuti. Per riuscire a ottimizzare il processo, dovremo continuare nella nostra analisi della filiera al fine di riconoscere quali sono i flussi con un altissimo potenziale che, quindi, aiuteranno le operazioni nell’impianto. Nel progetto INSPIREE il compito di coordinatore industriale è di Itelyum, mentre Erion rimane a capo della comunicazione per sviluppare non solo progetti di sensibilizzazione verso il cittadino, ma anche azioni di dialogo all’interno della filiera e di advocacy nei confronti delle autorità per ottenere l’autorizzazione alla costruzione di un impianto più grande. Inoltre, il team SDI gestirà la trasmissione dei risultati da New-RE a INSPIREE: un passaggio quasi obbligato dal momento che abbiamo coordinato il primo progetto e sappiamo cosa ha funzionato e cosa può ancora essere migliorato. Abbiamo i dati, il know-how e tutte le informazioni che ricavate nel corso del progetto pilota e lavoriamo affinché non vengano perse o sprecate.

È possibile ipotizzare che il modello di Ceccano venga replicato in altre parti d’Italia? Come si potrebbe fare per replicare?

È possibile, ma soprattutto fondamentale che venga fatto sia in Italia che nel resto d’Europa. Questo è un progetto che nasce in risposta all’esigenza di soddisfare, grazie al riciclo, almeno il 25% del fabbisogno annuo europeo di Critical Raw Materials, nei quali rientrano le Terre Rare. Ci serviranno nuovi progetti per garantire il recupero di altri materiali e di altre tipologie di Terre Rare. Ampliare il numero degli impianti permetterebbe all’Italia di dimostrare il suo impegno verso il raggiungimento degli obiettivi di riciclo. Anche dal punto di vista di Erion continuare su questa strada è importante.

A cosa servirà l’impianto pilota di Ceccano quando entrerà in funzione lo scale-up?

Una delle caratteristiche più belle e coinvolgenti dei progetti New-RE e INSPIREE è la loro complementarità. Il secondo impianto, quello più grande, sorgerà esattamente nello stesso capannone industriale di quello pilota che continuerà a gestire volumi su scala ridotta per analizzare i flussi e apportare dei miglioramenti ai processi di trattamento oppure riqualificarli in modo da poter recuperare dai magneti permanenti non solo Terre Rare, ma anche altre Materie Prime Critiche come, ad esempio, il boro. L’impianto pilota diventerà una specie di palestra, un laboratorio strategico, che ci consentirà di migliorare e riciclare sempre più materiali.