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Materie Prime Critiche: “La filiera dei RAEE è strategica, ma servono meno burocrazia e più controlli”

Lo ha affermato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE, alla VI Conferenza Annuale dell’ICESP organizzata il 5 dicembre 2023 da Enea e Unioncamere

“Erion WEEE ha un punto di vista privilegiato sul tema dei RAEE perché gestisce ogni anno 250.000 tonnellate di questi rifiuti che sono grossomodo il 68% del totale gestito in Italia: ne ricaviamo circa 220.000 di Materie Prime”. Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE, ha aperto con queste parole il suo intervento alla “VI Conferenza Annuale dell’ICESP” organizzata il 5 dicembre 2023 da Enea in collaborazione con Unioncamere.

L’appuntamento, quest’anno intitolato “Materie Prime Critiche e Strategiche: fonti secondarie per l’approvvigionamento”, ha rappresentato un momento di confronto tra i diversi attori coinvolti, sia a livello istituzionale che imprenditoriale, sulle principali iniziative in corso per il rifornimento nazionale di queste importanti materie, quale tassello fondamentale per accelerare la transizione all’economia circolare fornendo prospettive e opportunità emerse entro un’estesa comunità di esperti.

 

Sui RAEE l’Italia è indietro nella raccolta
Arienti ha focalizzato il suo intervento sull’importanza dei RAEE per il recupero delle Materie Prime Critiche (Critical Raw Materials – CRM), ricordando i dati dei due Studi realizzati da The European House Ambrosetti per Erion. “Il dato più interessante – ha detto il DG – è che i CRM entrano nella produzione industriale italiana per 686 miliardi di euro che sono il 38% del Pil italiano. Senza i CRM più di un terzo dell’industria nazionale in questo momento non starebbe in piedi”. Delle 34 Materie Prime Critiche mappate dalla Commissione europea ben 29 sono fondamentali per l’industria energetica, 28 per quella aerospaziale, 24 per quella elettronica, 23 per il settore automotive 19 per quello delle energie rinnovabili. Arienti ha ricordato come un contributo concreto al problema della dipendenza italiana ed europea da Paesi terzi (come Cina e Russia) per l’approvvigionamento di CRM, potrebbe venire dai RAEE. “Purtroppo, però– ha precisato Arienti – siamo fermi all’anno zero. Raccogliamo il 34% dei RAEE, rispetto al target europeo del 65%. Questo dipende dal fatto che questa raccolta in molte zone del Paese non è ancora fatta bene, perché le modalità di conferimento dei RAEE sono scomode per il cittadino e, infine, perché esiste una sistematica intercettazione di certi soggetti che, invece di fare economia circolare, fanno il proprio business”.

“Bisogna snellire la burocrazia per entrare nella transizione ecologica”
Nel corso del suo intervento, Arienti ha anche ricordato che la maggior parte delle materie riciclate dai RAEE “sono  ferro, rame, alluminio e plastica. Se ci chiedete quanti CRM si riciclano oggi in Italia, la risposta è che tendiamo allo zero percento. Attualmente la filiera dei RAEE può solo inviare i rifiuti contenenti CRM in Germania o in Belgio”. La soluzione sta sia nella semplificazione degli iter autorizzativi per la realizzazione di più moderni impianti di trattamento. “Con Ambrosetti – ha ricordato Arienti – abbiamo valutato che il tempo medio per far partire un impianto di trattamento dei rifiuti è 4,3 anni di cui 2,7 persi nell’iter autorizzativo. Questa cosa è incompatibile con la transizione all’economia circolare. Tra 4,3 anni il mondo sarà diverso e noi saremo ancora ad aspettare di far partire il primo impianto di trattamento di CRM”.

“Aumentare la raccolta? Aiutiamo i cittadini a essere virtuosi”
Arienti ha poi affrontato il tema della raccolta dal punto di vista delle facilitazioni e dell’informazione ai cittadini. “Chiediamo continuamente alle persone di fare la raccolta differenziata, ma ci si ferma lì quando, invece, bisognerebbe portare le isole ecologiche in prossimità delle loro abitazioni, magari tenendole aperte nei weekend. La raccolta dei RAEE dovrebbe essere presente in tutti i negozi, non solo in quelli specializzati, ma anche e soprattutto nelle scuole. Oggi se un preside organizza una raccolta nel proprio istituto non viene considerato come un dirigente che fa educazione civica e ambientale, ma come un soggetto che compie un reato, perché in Italia la raccolta dei RAEE è vietata se non è fatta dai comuni e dalle società di igiene urbana”. Il consumatore dovrebbe, inoltre essere informato con pubblicità progresso governative: “Se non portiamo in prima serata il tema dei RAEE e dell’economia circolare il cittadino medio non si muoverà mai”.

Più controlli sulla filiera per contrastare i flussi paralleli
Il Direttore Generale di Erion WEEE ha chiuso il suo intervento parlando di quanto sia indispensabile che le istituzioni eseguano i controlli lungo la filiera dei RAEE. “Siamo un Paese – ha chiosato Arienti – che ha una normativa ambientale estremamente articolata e complessa, ma che non attua controlli. Una normativa complessa scoraggia i cittadini e le imprese virtuose, ma non scoraggia la malavita che conta sul fatto che se non vengono attuati i controlli. Nel settore dei RAEE manca il Comitato di Vigilanza e Controllo, un organismo interministeriale, dimissionario da cinque anni, non ancora rinominato e che potrebbe far luce su un fenomeno come quello dei flussi paralleli di rifiuti elettronici responsabile, fra le altre cose, di far finire i nostri RAEE in Africa e in Asia invece che negli impianti di trattamento affinché vengano correttamente riciclati”.