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Perché l’Italia si oppone al regolamento europeo sugli imballaggi?

Presso la Commissione Politiche dell’Unione europea al Senato si è svolta l’audizione che ha messo insieme le ragioni dei comparti industriali che si oppongono alla proposta del regolamento europeo sugli imballaggi. Per il CONAI “il riciclaggio è un’eccellenza italiana che viene incentivata anche dal PNRR”

Si è svolta ieri al Senato, presso la Commissione Politiche dell’Unione europea, l’ audizione sul regolamento europeo sugli imballaggi. L’iniziativa promossa dal Parlamento parte dalla presa di posizione dell’Italia, ufficializzata dal governo Meloni su spinta di un’ampia parte del settore industriale: il nostro Paese è uno dei pochi contrari allo spirito e alle esigenze di un regolamento che, nelle intenzioni delle istituzioni europee, mira a ridurre la produzione di packaging, a promuovere il riutilizzo e la ricarica, ad aumentare  l’uso della plastica riciclata e ad agevolare il riciclaggio degli imballaggi.

L’Italia, come è noto, teme però che con le nuove regole, proposte dalla Commissione europea il 30 novembre 2022 e attualmente in fase di discussione al Parlamento europeo, di perdere il proprio primato sul riciclaggio e sulle bioplastiche: per farlo invita, tra le altre cose, a togliere l’obbligatorietà del deposito su cauzione. Ecco perciò che nell’audizione di ieri sono stati invitati i principali attori di queste filiere:CONAI (Consorzio Nazionale imballaggi), Confcommercio, Giflex, Clean Carbon Conversion, Biorepack (Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile), Confagricoltura, CNA, Confartigianato, FISE Assoambiente, Confindustria Cisambiente, Assobioplastiche, Anfima, Egualia e Confimi.

Un’occasione utile per conoscere più nel dettaglio le ragioni di un comparto che vanta notevoli interessi economici, migliaia di posti di lavoro e una presenza diffusa nei territori.

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Le criticità del Senato sul regolamento imballaggi 

Apre l’incontro la (breve) relazione del presidente della quarta Commissione Giuliomaria Terzi di Sant’Agata. “Sin da subito abbiamo individuato alcuni elementi di criticità nella proposta europea a partire dai principi di sussidiarietà e complementarietà. C’è stata un’interlocuzione pochi giorni fa con la Commissione europea, mentre la relazione del governo individua diverse criticità sull’impianto complessivo della proposta di regolamento. Da parte nostra stiamo lavorando a un documento che mette insieme alcuni punti che non ci convincono, con lo scopo di elaborare un parere motivato – dice il presidente – Nel regolamento europeo sugli imballaggi c’è un ricorso eccessivo agli atti delegati, su aspetti tecnici e sensibili. Riteniamo inoltre discutibile la scelta di non affidarsi a una direttiva, che poteva essere più utile e più flessibile, data anche la notevole spesa pubblica  e privata che questo regolamento comporterà. In terzo luogo c’è la scelta tra riutilizzo e riciclo: già in passato l’Italia ha dimostrato che il riutilizzo non sempre garantisce i risultati migliori in alcune filiere, dall’agroalimentare al turismo fino al commercio al dettaglio e all’intrattenimento. Inoltre il riuso comporta maggiori spese per le piccole e medie imprese”.

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