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Regolamento imballaggi, così la politica e le imprese giudicano l’accordo dei ministri Ue

Cosa pensano i partiti politici, le imprese, le associazioni ambientaliste dell’accordo raggiunto ieri in Consiglio Ue sul regolamento imballaggi? Ecco una rapida carrellata

Sul regolamento imballaggi (PPWR – Packaging and packaging waste regulation), le differenti visioni dei ministri dell’ambiente europei non sono state sufficienti a rompere il fronte dei favorevoli che lascia così isolata l’Italia, unico Paese che ieri al Consiglio Ambiente di Bruxelles ha votare contro.

A quanto pare tra i ministri non c’è stata una vera votazione. La responsabile della Transizione ecologica spagnola, Teresa Ribera, che presiede il Consiglio, avrebbe chiesto chi si opponeva all’approvazione dell’approccio generale, il testo condiviso che servirà a gennaio per la trattativa del trilogo: Finlandia e Malta hanno espresso alcune riserve ma hanno sostenuto il nuovo testo, l’Italia si è opposta.

Vediamo allora i pareri della politica, ma anche quelli del mondo produttivo, sul general approach approvato ieri. Pareri articolati, come leggerete, anche tra i contrari: tra chi boccia del tutto le misure e chi invece su alcuni passaggi chiede più coraggio.

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I contrari

Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. “La proposta – ha spiegato il Ministro, che ha partecipato ai lavori assieme al Viceministro Vannia Gava – non soddisfa le esigenze del nostro Paese, mentre siamo completamente allineati sulla posizione del Parlamento e speriamo che questa prevalga nei negoziati del trilogo”.

Intervenendo nella sessione del Consiglio, Pichetto aveva ribadito “la necessità di giungere a un testo bilanciato e ad obiettivi comuni senza ignorare le differenze tra gli Stati membri”. Tra le soluzioni prospettate, quella di “deroghe sul riuso a chi dimostra un’elevata percentuale di raccolta differenziata e riciclo”, come “passo verso un compromesso più equilibrato tra obiettivi di riciclo e riuso, tenendo conto delle differenti realtà e capacità di ciascun Paese”.

Il ministro ha spiegato, motivando il voto contrario, che “l’Italia è oggi al 56,5% di differenziata, contro una media del resto d’Europa del 48%”. Tre sono state le modifiche principali richieste dall’Italia e non accolte nel testo. “Sui cosiddetti compostabili – ha detto Pichetto – avevamo chiesto una proroga di qualche anno per adeguarsi”. “L’Italia – ha aggiunto – ha poi proposto parametri diversi su riuso e riciclo, prevedendo che laddove il riciclo raggiungeva percentuali superiori al 75-80% ci fosse uno spazio di deroga”. Infine, “sul riutilizzo e la ricarica, è stata accolta – ha proseguito il Ministro – una proposta della Germania sul settore del ‘beverage’ in favore di grandi imprese e non delle caratteristiche del mercato italiano, la cui struttura è di piccole e medie realtà, col rischio di incrinare l’equilibrio del mercato interno”.

Il viceministro all’Ambiente Vannia Gava “Continuiamo a ritenere la proposta di Regolamento non aderente ai contesti industriali nazionali e ai risultati raggiunti dai Paesi membri, che invece una direttiva avrebbe potuto valorizzare. L’imposizione, poi, di taluni obblighi e divieti, non motivati da approfondite valutazioni di impatto ambientale, economico e sociale sono una minaccia per i principi di sussidiarietà e proporzionalità, per gli investimenti intrapresi, per la concorrenza delle nostre imprese sui mercati internazionali e frammentano il mercato interno”. Così il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava a margine del Consiglio Ambiente Ue sulla proposta del Regolamento Imballaggi.

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di Redazione EconomiaCircolare.com

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