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Regolamento imballaggi, la bocciatura della commissione Politiche Ue del Senato

La 4° Commissione del Senato ha approvato la risoluzione messa a punto dal presidente Terzi di Sant’Agata (FdI): la proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio della Commissione europea “non rispetta i principi di sussidiarietà e di proporzionalità”

La proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio presentata dalla Commissione non rispetta i principi (fondativi della legislazione europea) di sussidiarietà e proporzionalità. Una sonora bocciatura contenuta nella risoluzione approvata ieri (coi voti contrari delle opposizioni) dalla Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, che, per questo, intende adottare sulla proposta un parere motivato.

A spiegare questo giudizio – arrivato dopo numerose audizioni – soprattutto lo sbilanciamento ravvisato dalla Commissione verso il riutilizzo a scapito del riciclo, di cui l’Italia è campione in Europa; la scelta dello strumento legislativo del regolamento piuttosto che di una direttiva; una valutazione di impatto giudicata insufficiente e un eccessivo ricorso ad atti delegati.

Ricordiamo che, con il Trattato di Lisbona, i parlamenti nazionali possono inviare alle istituzioni europee pareri motivati in merito alla conformità al principio di sussidiarietà di ciascun progetto di atto legislativo dell’UE (cosiddetto allarme precoce o early warning). “Qualora i pareri motivati raggiungano determinate soglie – leggiamo sul sito della Camera dei deputati – il progetto dovrà essere riesaminato e potrà essere confermato, modificato o ritirato. Il Trattato prevede altresì la possibilità di presentare ricorso alla Corte di giustizia per violazione del principio di sussidiarietà”.

Il principio di sussidiarietà prevede che “l’azione da intraprendere a livello dell’Unione europea sia giustificata rispetto alle possibilità offerte dall’azione a livello nazionale, regionale o locale”. È il principio per cui l’Unione europea non interviene se non nei settori di sua esclusiva giurisdizione, a meno che la sua azione non sia considerata più efficace di quella intrapresa al livello nazionale. Il principio di sussidiarietà è strettamente connesso al principio di proporzionalità, secondo cui l’azione intrapresa dall’Unione non deve andare al di là di quanto necessario per il raggiungimento degli obiettivi dei trattati.

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 “Meglio una direttiva”

“La scelta di un regolamento, in sostituzione della direttiva, non appare necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo di armonizzazione delle normative nazionali in materia di imballaggi, ai fini di sostenibilità ambientale e di miglioramento del funzionamento del mercato europeo degli stessi”, si legge nella risoluzione. Mentre il regolamento è un atto giuridico vincolante che deve essere applicato in tutti i suoi elementi da tutti gli Stati membri, la direttiva è un atto che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell’UE devono conseguire, ma spetta ai singoli Paesi definire come. Si legge nella risoluzione: “La direttiva (la 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, n.d.r.) consente infatti agli Stati membri di definire a livello nazionale le misure più appropriate per il raggiungimento degli obiettivi e dei target definiti dalle norme europee, tenendo conto delle peculiarità nazionali e consentendo agli Stati più avanzati di perseguire una politica più ambiziosa per quanto riguarda la gestione di imballaggi e rifiuti di imballaggio, mantenendo i sistemi esistenti che già hanno dimostrato la loro efficacia, anche a fronte degli ingenti investimenti pubblici e privati”.

Riciclo penalizzato a vantaggio del riuso

Come già fatto da esponenti del governo, la bozza del regolamento imballaggi viene letta alla luce di una presunta contrapposizione tra riutilizzo e riciclo (non considerando che nell’economia circolare e nella gerarchia europea dei rifiuti convivono, con priorità al primo): in particolare sarebbe il riciclo (e Paesi che come l’Italia nel riciclo sono all’avanguardia) ad avere la peggio. Recita infatti la relazione: “La proposta appare eccessivamente sbilanciata – in chiara violazione del principio di proporzionalità – in favore delle soluzioni di riutilizzo, a discapito delle attività di riciclo, senza fornire un’adeguata evidenza scientifica a sostegno del riutilizzo rispetto al riciclo”. Secondo i firmatari della risoluzione, “il riutilizzo infatti non garantisce sempre il risultato migliore, sul piano della tutela dell’ambiente, della salute e dell’igiene, dovendosi effettuare, caso per caso, valutazioni di fattibilità e sostenibilità economica, lungo l’intero ciclo di vita del prodotto”. Ancora: “Il riutilizzo implica spesso procedure inquinanti connesse con la necessaria sanificazione e sterilizzazione dell’imballaggio e rischia anche ricadute a danno della salute pubblica, soprattutto nel settore dell’alimentazione, in violazione del principio di neutralità tecnologica”.

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