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Cuffiette dello smartphone, smartwatch, vecchie radioline e frullatori: come fare la differenziata

I RAEE – i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche – sono complessi da trattare e sempre più essenziali per diffondere una reale economia circolare. Soprattutto, sono facili da smaltire. Basta seguire alcuni semplici accorgimenti

Se vi chiedessimo dove va buttato un frigorifero non più riparabile, probabilmente (almeno ci auguriamo) pensereste di recarvi presso l’isola ecologica o di richiedere il ritiro a domicilio. Lo stesso accade per un televisore o un forno a microonde che non possono essere cestinati né essere conferiti alla raccolta porta a porta o a quella stradale tramite i cassonetti. Questi apparecchi, infatti, rientrano nelle categorie dei RAEE – acronimo che comprende le famiglie di “Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche“- che raccoglie piccoli e grandi elettrodomestici, computer, smartphone, ma anche tanto altro. Sono congegni, quindi, per il cui funzionamento è indispensabile l’energia elettrica.

Purtroppo, non tutti sono sempre in grado di riconoscere quali dispositivi sono apparecchi elettrici o elettronici e pertanto i RAEE – specialmente piccoli oggetti come un paio di cuffiette o una radiolina rotti – finiscono nella raccolta differenziata sbagliata come, ad esempio, in quella della plastica, dell’alluminio o nella frazione secca.

Ciò accade più spesso di quel che si possa immaginare: in Italia, infatti, siamo ben lontani dai risultati fissati per la raccolta pro-capite di tale tipologia di rifiuti.

Secondo i dati divulgati da Erion, per ogni italiano oggi vengono raccolti circa 6 kg di RAEE mentre gli obiettivi europei ne prevedrebbero già nove. Siamo quindi indietro sul tabellino di marcia, ma recuperare lo svantaggio è possibile: ecco alcuni suggerimenti.

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Perché è nata la filiera dei RAEE

Sebbene siano composti da materiali in gran parte di per sé riciclabili come plastica, vetro e metalli, i RAEE sono beni complessi e, per recuperare le singole componenti, è necessario uno specifico trattamento in appositi impianti.

Quel che forse non tutti sanno è che tali apparecchi, se avviati ad una corretta raccolta differenziata, si tramutano in una miniera di elementi – come le terre rare – che in natura scarseggiano e che, per poter garantire un adeguato approvvigionamento in favore delle filiere del comparto elettrico, non devono essere disperse.

Pensate, ad esempio, che un monitor per computer (R3) è composto, tra l’altro, per il 34% da vetro, per il 17,5% da plastica e per il 13,7% da ferro e quindi da materiali riciclabili.

Il corretto conferimento di tali prodotti non è essenziale solo al fine di recuperare importantissime risorse: i RAEE possono contenere sostanze dannose come i CFC,  composti chimici contenenti cloro, fluoro e carbonio che, ove dispersi in atmosfera, sarebbero pericolosi perchè potrebbero diventare fonte di inquinamento di acque e terreni.

Si tratta infatti di sostanze che debbono essere adeguatamente trasportate e trattate per essere rese innocue e per consentire il recupero delle materie seconde.

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Quali categorie di RAEE esistono

A disciplinare i RAEE è il decreto legislativo 49/2014 che prevede che il recupero di tali apparecchi sia gestito da sistemi collettivi costituiti dai produttori e distributori delle AEE (apparecchiature elettriche ed elettroniche) dando applicazione al principio “chi inquina paga”.

La normativa prevede 5 famiglie di prodotti:

R1 – Grande bianco freddo – grandi elettrodomestici per la refrigerazione: frigoriferi, congelatori, condizionatori.

R2 – Grande bianco non freddo – grandi elettrodomestici come lavatrici, lavastoviglie.

R3 – TV Monitor a tubo catodico.

R4 – Elettronica di consumo, Telecomunicazioni, Informatica, piccoli elettrodomestici, elettroutensili, giocattoli, apparecchi di illuminazione, dispositivi medici.

R5 – Sorgenti luminose a scarica: lampade fluorescenti e sorgenti luminose compatte.

La divisione non coinvolge il consumatore quanto la filiera del riciclo. Infatti ogni raggruppamento di oggetti comporta una specifica procedura di raccolta e trattamento.

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Smaltirli è un gioco da ragazzi

Non tutti questi dispositivi, però, vengono individuati immediatamente come RAEE dai consumatori quando finiscono per rompersi o esaurire la loro funzione. Se per un televisore (anche solo per questioni di volume), solitamente, ci poniamo alcuni dubbi su come vada smaltito, per piccoli oggetti di uso quotidiano siamo più distratti.

Per tale ragione  nasce la campagna  “Smaltirli è un gioco da ragazzi!”, lanciata da Amsa insieme a Erion, che mira a migliorare la quantità e la qualità della raccolta differenziata di quei RAEE e dei Rifiuti di Pile e Accumulatori (RPA) che spesso sfuggono alla corretta filiera. Ma quali sono? Scopriamolo insieme.

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di Letizia Palmisano

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