“Una rapida transizione verso un’economia circolare non potrà compiersi senza un deciso cambiamento di rotta del mondo finanziario”. Questo è il messaggio semplice e diretto dell’evento virtuale The Role of a Circular Economy in the Climate-Finance organizzato dal WCEFplusClimate. In un momento in cui si registra una crescita esponenziale di strumenti di debito e di capitale legati all’economia circolare, il settore della finanza ha un ruolo fondamentale per fronteggiare la crisi climatica. Nell’immaginario collettivo è sempre stato visto come mondo guidato solo ed esclusivamente dalla logica del profitto, disinteressato agli impatti negativi dei propri investimenti sul clima e bersaglio di tante campagne ambientaliste.
Da qualche tempo però la finanza sostenibile, basata sui principi di analisi ESG, ha attirato l’interesse di numerosi fondi di investimento che hanno compreso i benefici economici nel puntare sull’economia circolare. L’acronimo ESG sta per Environmental, Social, Governance. Si utilizza per indicare tutte quelle attività legate all’investimento responsabile che tengono in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance.
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“Ora è il momento per la finanza di capitalizzare questa trasformazione industriale, e aiutare a scalare l’economia circolare” afferma il documento della Fondazione Ellen MacArthur Foundation introducendo nuove analisi che evidenziano la rapida crescita degli investimenti dell’economia circolare in classi di asset e settori differenti. Emerge che l’importo totale degli investimenti verso un’economia circolare gestiti attraverso fondi di private equity – una forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo – sia aumentato di 6 volte dall’inizio del 2020, da 0,3 miliardi di dollari a oltre 2 miliardi di dollari. Cifre importanti che testimoniano le potenzialità del settore nell’accelerare la transizione. La sensibilità verso una maggiore sostenibilità si sta rivelando significativa soprattutto da parte dei consumatori, sempre più attenti e consapevoli nel comprare prodotti meno impattanti dal punto di vista ambientale.
La ricerca suggerisce che se l’economia circolare fosse adottata in soli cinque settori chiave (acciaio, alluminio, cemento, plastica e cibo), le emissioni annuali di gas serra potrebbero diminuire di 9,3 miliardi di tonnellate di CO2 e nel 2050, equivalenti a eliminare tutte le emissioni dei trasporti a livello globale. “É rincuorante sentire come l’economia circolare sia riconosciuta ormai come strumento necessario per implementare la neutralità climatica – spiega Michiel De Smet, autore del report dell’Ellen MacArthur Foundation – Molte istituzioni finanziari inziano a comprendere le enormi, si parla di triliardi di dollari, opportunità che offre il modello circolare”.
Del totale delle emissioni di gas serra globale – si legge nel documento – il 55% deriva dalla produzione e consumo di energia, mentre il restante 45% da cibo e prodotti. “Si tratta di cambiare il sistema di produzione attraverso la rigenerazione dei materiali. In questo modo – continua De Smet – si ridurrà la domanda di energia semplicemente tenendo quell’energia dentro il sistema. Nel 2019 gli asset in fondi di private equity dedicati all’economia circolare rappresentavano circa 300 milioni, in marzo 2021 siamo arrivati a registrarne 6,7 miliardi”.
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