Come e da chi comprare un’Apparecchiatura Elettrica ed Elettronica, rispettando le regole dell’economia circolare contribuendo alla sostenibilità ambientale? Lo abbiamo chiesto a Davide Rossi, Direttore Generale di Aires, l’Associazione Italiana Retailers Elettrodomestici Specializzati, che riunisce le principali catene e i maggiori gruppi attivi nella vendita di AEE con circa 2.600 punti vendita fisici in Italia.
Aires si propone da sempre di sensibilizzare il consumatore, promuovendo acquisti più consapevoli e qualitativamente migliori. Come si traduce concretamente questa mission?
Il primo passaggio è quello di spiegare al consumatore qual è la differenza tra comprare un prodotto da un rivenditore specializzato e tuffarsi nel web a caccia della cosa che gli sembra che costi meno. Il rivenditore specializzato è per definizione un operatore che, nel mare magnum delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche offre il prodotto al prezzo e alle condizioni migliori per il consumatore sia in termini di garanzia sia di credibilità. Fornire un prodotto che per rapporto qualità, prezzo, sicurezza e convenienza è il migliore, è la nostra cifra principale e su quella lavoriamo.
In pieno periodo natalizio e a un passo dai saldi: quali sono, rispetto al settore dell’elettrodomestici, le regole d’acquisto da seguire per rispettare i principi dell’economia circolare?
Chi vende Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche rappresenta l’ultimo miglio della consegna al consumatore, ma anche il primo miglio per il ritorno di questi prodotti una volta che verranno dismessi. Un passaggio fondamentale è quello di fare tali acquisti non con spirito di necessità, ma di opportunità. Molta gente cambia i propri elettrodomestici o quando cambia casa, e quindi trova piacevole avere un prodotto che si presenta anche esteticamente innovativo, oppure quando il prodotto è rotto e non più riparabile. In verità bisognerebbe fare un ragionamento diverso e accostarsi a questi prodotti sapendo quante cose nuove, belle e utili in più possono fare. È errato sostituire un’AEE vecchia di dieci anni e pretendere di utilizzare quella nuova allo stesso modo della precedente. È opportuno, invece, dedicare un po’ di tempo e attenzione per imparare quali nuove e più efficienti funzionalità questi prodotti offrono e quindi usarli al pieno delle loro potenzialità.
Come riconoscere un rivenditore che garantisce i diritti dei consumatori?
Un passo significativo è quello di diffidare da chi rifiuta il ritiro degli elettrodomestici in modalità uno contro uno, ma anche uno contro zero. Chi offre prodotti a prezzi bassissimi senza garantire il ritiro dell’usato, è sicuramente un operatore poco serio che non si comporta secondo le regole. Il ritiro dell’usato dev’essere gratuito e contestuale alla vendita del prodotto nuovo e il consumatore dev’essere informato per saper scegliere dove acquistare in totale sicurezza. Si può essere certi che se un operatore è così corretto da andare a recuperare il RAEE a casa del consumatore come prescrive la legge, poi saprà anche avviarlo al corretto trattamento per il riciclo dei materiali in esso contenuti. È certo, invece, che chi vende un prodotto cercando di sfuggire a questa responsabilità gestirà male il rifiuto che per tutti noi è una vera e propria risorsa. La cosa più sbagliata che un consumatore possa fare è quella di comprare a poco il prodotto per poi pagare a parte qualcuno che si improvvisa recuperatore di questi apparecchi, facendoli spesso finire nelle mani sbagliate e sottraendoli alla catena del corretto trattamento e dell’economia circolare.
Quando si acquistano AEE, c’è il pericolo che la vecchia apparecchiatura che andiamo a sostituire, il RAEE, resti chiuso in un cassetto o lasciato in soffitta. Come abbiamo visto da un recente Studio di Ipsos per Erion, infatti, le case degli italiani sono piene di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Apparecchi ormai in disuso o rotti: in media ogni cittadino ne ha 9. Quali sono secondo Lei le azioni che possiamo introdurre per contrastare questo fenomeno e come agiscono i suoi associati Aires per incentivare, nello specifico, i servizi di 1 contro 1 e 1 contro 0?
Il 15 dicembre, il Centro di Coordinamento RAEE, insieme alle associazioni nazionali del mondo del retail, dei produttori di AEE e delle aziende di raccolta rifiuti, hanno annunciato la firma del nuovo accordo di programma triennale (2022-2024) per la raccolta dei RAEE con la distribuzione. Un’importante novità introdotta è la costituzione presso il Centro di Coordinamento di due Fondi di 300.000 euro ciascuno da parte dei produttori di AEE, il primo da assegnare alle associazioni di categoria che si impegnano a promuovere la creazione di nuovi Luoghi Di Raggruppamento della distribuzione presso i loro associati, il secondo da assegnare tramite bandi specifici ai distributori che svilupperanno progetti sperimentali per effettuare azioni di incremento della raccolta. È uno sforzo comune che ci dà ulteriori risorse per migliorare le performance di raccolta.
La rete di Aires punta all’introduzione sul mercato di elettrodomestici sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale. Quali sono le iniziative che l’Associazione ha messo in campo per riuscirci?
Come Optime, Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica al quale Aires aderisce con Erion, Applia e tante altre realtà, abbiamo più volte dichiarato che il nostro special alert per il 2023 sarà la lotta a tutte le forme di greenwashing: da quella sulla compatibilità ecologica dei prodotti a quella sulla loro effettiva riciclabilità. Vaglieremo con attenzione tutte le offerte presenti sul mercato e se troveremo delle informazioni false non esiteremo a segnalarlo. Questo sarà il nostro principale contributo per evitare che la giusta e apprezzabile sensibilità che gli italiani stanno dimostrando verso i prodotti ecocompatibili non venga sfruttata da qualcuno per vendere i prodotti a prezzi più alti facendo leva sulla loro presunta, ma falsa, ecocompatibilità.
Nell’ultimo rapporto di Optime, di cui Aires fa parte, si sottolinea la necessità di politiche per il rinnovo del parco installato di grandi elettrodomestici energivori, accompagnato da accurati piani per il recupero dei materiali dismessi. Cosa sta facendo Aires in questa direzione?
Prima di tutto abbiamo divulgato vari opuscoli informativi nei punti vendita e abbiamo sostenuto la pubblicità alle nuove Etichette energetiche che sono state introdotte qualche mese fa. Recentemente abbiamo siglato un accordo con Enea che ha portato Aires a diventare Ambassador della campagna sull’efficienza energetica promossa dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Da ultimo, insieme ad Applia (Associazione di Categoria che rappresenta in Italia i produttori di Apparecchi Domestici e Professionali), abbiamo presentato un decalogo per la buona gestione delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, dando dei consigli sviluppati sulla base di valutazioni tecniche fatte da ingegneri sulle modalità di utilizzo più efficienti dei grandi elettrodomestici che sono notoriamente quelli più energivori. Tutte queste attività per noi sono prodromiche in vista dell’ipotesi di un maxipiano di rottamazione e sostituzione dei vecchi grandi elettrodomestici. L’età media di questi prodotti installati nelle case degli italiani è di 14 anni e mezzo, un periodo archeologico se pensiamo a quanta evoluzione tecnologica si produce, soprattutto dal punto di vista energetico, in questo tempo. Se anche solo il 10% delle famiglie italiane sostituisse questi grandi elettrodomestici, si avrebbe un risparmio energetico pari al consumo dell’intera città di Genova in un anno.
Pensa che nel 2023 ci saranno novità e incentivi per il rinnovo dei grandi elettrodomestici?
Sarebbe una misura molto importante e speriamo che una volta passato questo momento difficile del Paese, tra spinta inflattiva e crisi energetica, con i primi mesi del 2023 si possa ripensare a un investimento di questo tipo che sarebbe certamente uno di quelli destinati a rientrare nelle casse dello Stato attraverso l’iva pagata dai consumatori che hanno ricevuto l’incentivo per l’acquisto di un nuovo prodotto di classe energetica superiore. Si tratterebbe di una misura che farebbe bene alla bolletta energetica nazionale e alle tasche degli italiani.
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