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Diritto alla riparazione, ok definitivo dal Parlamento Ue. Manca solo il Consiglio

La norma sancisce il diritto alla riparazione dei beni per “ridurre gli sprechi e sostenere il settore delle riparazioni, rendendole più accessibili e convenienti”. Per il recepimento i Paesi avranno 24 mesi dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale. “Limitare il diritto a pochi prodotti è un’occasione persa”, lamentano le associazioni

Dopo l’ok nel trilogo giunto il 1 febbraio, arriva anche l’approvazione definitiva dell’europarlamento alla Direttiva right to repair, (R2R) che sancisce il diritto alla riparazione dei beni per “ridurre gli sprechi e sostenere il settore delle riparazioni, rendendole più accessibili e convenienti”. Martedì 23 aprile infatti il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva il testo, con 584 voti favorevoli, 3 contrari e 14 astensioni. Le norme forniscono chiarimenti sull’obbligo per i fabbricanti di riparare i beni e incoraggiano i consumatori a prolungare il ciclo di vita di un prodotto attraverso la sua riparazione. Una volta che la direttiva sarà stata formalmente approvata anche dal Consiglio e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, gli Stati membri avranno 24 mesi di tempo per recepirla nel diritto nazionale.

La proposta è stata presentata dalla Commissione il 22 marzo 2023 e fa parte della Nuova agenda dei consumatori e del Piano d’azione per l’economia circolare. Integra altre recenti iniziative legislative per il consumo sostenibile, come il Regolamento ecodesignche promuoverà la produzione di prodotti riparabili, e la direttiva sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde (Empowering consumers for the green transition), che consentirà ai consumatori di prendere decisioni di acquisto più informate.

Se l’approvazione del testo sul diritto alla riparazione e la prossima entrata in vigore raccolgono il plauso delle associazioni, questo plauso è senza dubbio un plauso a metà. Tra le diverse voci, possiamo ricordare quella di Jean-Pierre Schweitzer, Policy Manager for Circular Economy di European Environmental Bureau (EEB), che ha sottolineato che “limitare questo provvedimento solo a una manciata di prodotti è una grande occasione persa per rivoluzionare i prodotti sostenibili e ampliare i diritti dei consumatori e dei riparatori in Europa”. Per la coalizione Right to Repair Europe, che rappresenta più di 130 organizzazioni, “serve una legislazione più ampia sul diritto alla riparazione che copra più categorie di prodotti durante il prossimo mandato.

 

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