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Erion Energy: il riciclo delle batterie sarà la prossima sfida per i produttori 

Il recupero di litio, cobalto, nichel e manganese diverrà ancora più strategico in vista dell’incremento della domanda mondiale di batterie che si stima sarà 14 volte superiore rispetto al 2018. Nuovo Regolamento della Commissione Europea

L’accelerazione delle immatricolazioni delle auto elettriche del +155% rispetto al 2019[1] (circa 30mila nuove auto, pari a oltre il 3% sul totale) dovuta alla trasformazione green del settore automotive, porterà nel prossimo futuro a una domanda esponenziale di batterie al litio e a una conseguente necessità di smaltimento e recupero delle stesse.

Erion Energy, il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Rifiuti di Pile e Accumulatori, stima che se nel 2030 dovessimo riciclare tutte le batterie del parco di autovetture elettriche immesse sul mercato fino al 2020, dovremmo attrezzarci per la raccolta e il trattamento di circa 28.000 tonnellate di rifiuti, pari al peso di due Torre di Pisa.

 

Nei prossimi anni, la richiesta crescerà di 14 volte rispetto al 2018 e si prevede che, entro il 2030, il 17% di questa potrebbe arrivare dall’Europa: efficienza delle risorse, approvvigionamento sostenibile delle materie prime e riciclo responsabile sono le sfide da vincere.

 

La questione coinvolge e coinvolgerà, soprattutto i Produttori di batterie che, da normativa, sono responsabili per l’intero ciclo di vita del prodotto, compreso il post-consumo (Direttiva 2006/66/CE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 188/2008). A questo proposito, la Commissione Europea, nell’ambito del Circular Economy Action Plan, ha presentato la proposta di un nuovo Regolamento che, oltre a mantenere i principi e le responsabilità dei Produttori, prevede l’introduzione di standard minimi obbligatori di sostenibilità e sicurezza per tutte le batterie immesse sul mercato europeo. Tra gli obiettivi primari c’è quello di evitare, o minimizzare, l’utilizzo di sostanze inquinanti privilegiando l’impiego di materiali riciclati per la fabbricazione delle nuove celle.

Ecco perché Erion Energy si sta strutturando per sostenere i propri Soci coinvolti in prima linea in specifici settori di business come quello dell’e-mobility.

 

Si stima che da qui al 2030 litio e cobalto serviranno rispettivamente in misura 80 e 50 volte superiore rispetto all’uso attuale, un dato significativo se si considera l’attuale dipendenza dell’Europa da Paesi terzi. La buona notizia è che sono materiali riciclabili a patto che si sviluppi una filiera nazionale ed Europea in chiave circolare per il riciclo e il riutilizzo delle batterie.

 

I vantaggi di una corretta gestione delle batterie sono rappresentati dalla conservazione delle risorse, ma anche da un aspetto di prevenzione. Un trattamento idoneo permette di evitare l’emissione nell’ambiente di sostanze pericolose” – afferma Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Energy – “Il litio è molto reattivo all’aria e all’acqua poiché entrando in contatto con l’ossigeno genera prodotti tossici e come altri metalli è altamente infiammabile e a rischio esplosione. Alla luce di questo è fondamentale farci trovare pronti e preparati al cambiamento che coinvolgerà tutti gli attori: dall’industria, agli Stati, dalla ricerca agli addetti ai lavori del settore del riciclo.”

 

Solo in Europa sono state annunciate 15 Gigafactories per la produzione di accumulatori al litio entro il 2025, sufficienti ad equipaggiare 6 milioni di veicoli.

 

“La sfida non è banale” – continua Bonato – “Sia perché una corretta gestione del riciclo e riuso delle batterie, intesa come la possibilità di dare una seconda vita alle celle al litio secondo i principi dell’economia circolare, necessita di un livello industriale che al momento l’Italia non ha (attualmente le batterie al litio finiscono per lo più in Germania, che comunque resta ancora molto lontana da Paesi come la Cina che da anni hanno investito in circuiti di recupero volti alla massimizzazione delle materie prime seconde), sia perché l’odierno sistema ha costi elevati, che solo un forte investimento sul fronte tecnologico potrà abbattere”.

 

[1] dati diffusi da ANFIA, relativi al mercato italiano nel periodo gennaio e settembre 2020