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Il primo Programma nazionale per la gestione dei rifiuti è previsto per giugno: cosa ne sappiamo?

Grazie ad un’analisi di REF Ricerche, il punto sull’elaborazione di un documento che auspicabilmente potrebbe dare un contributo cruciale per una gestione efficiente dei rifiuti nel nostro Paese. Necessaria attenzione particolare su prevenzione, rifiuti speciali, fanghi di depurazione

Buona norma vorrebbe che la teoria, il metodo, l’analisi arrivassero prima della prassi, dell’azione. Così non è stato per il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR): stiamo assistendo alla pubblicazione di bandi per la costruzione di impianti per il trattamento dei rifiuti, alla raccolta di candidature per i progetti e, tra breve, assisteremo alla distribuzione dei denari del PNRR, ma senza aver avuto prima un quadro esaustivo di comprensione e di pianificazione del complesso fenomeno dei rifiuti. Senza, insomma, che il PNGR sia arrivato.

Proprio per richiamare l’attenzione e stimolare il dibattito su questo documento strategico, arrivato ormai ad uno stadio cruciale della sua elaborazione (dovrebbe essere pubblicato entro fine giugno), REF Ricerche ha pubblicato oggi il paper “Programma nazionale gestione rifiuti”.

Prima di vederlo insieme, data però la complessità dell’analisi, vi anticipiamo il giudizio che ne danno i ricercatori. Pur trattandosi di un’analisi preliminare su documenti preparatori al PNGR, affermano Andrea BallabioDonato BerardiAntonio PergolizziNicolò Valle, autori del paper, “il giudizio generale su quanto reso disponibile sin qui per il Programma appare positivoquanto meno negli intenti generali, ma non sufficiente vista l’importanza di un documento strategico che dovrebbe avere l’ambizione di indicare le condizioni per raggiungimento dei target comunitari di riciclo e di riduzione del conferimento in discarica”. Nonostante questo, spiegano ancora, “i rilievi sollevati dalla Commissione Tecnica di Valutazione Ambientale VIA VAS del MiTE sembrano suggerire un netto cambio di passo, almeno nelle attese sui contenuti nel documento finale. Tuttavia, rimangono alcune importanti questioni aperte, a partire dalla definizione dei fabbisogni impiantisti delle frazioni critiche”.

Ma procediamo con ordine.

Da dove viene il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti e a che punto siamo

Il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti è stato introdotto con il decreto legislativo 116/2020. L’adozione del PNGR sarebbe dovuta avvenire entro 18 mesi dall’entrata in vigore di quel decreto, cioè entro il 26 marzo prossimo, ma la scadenza è stata poi posticipata al 30 giugno di quest’anno. Attualmente è in corso la procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che dovrebbe concludersi entro il primo trimestre dell’anno. Siamo dunque in una fase decisiva del lavoro. Il paper REF arriva proprio per provare a contribuire al dibattito su questo documento strategico.

Ad oggi, come racconta REF, i documenti principali di riferimento per cercare di capire cosa sarà il Programma sono due: il Rapporto Preliminare Ambientale e il Parere della Commissione Tecnica di Valutazione Ambientale VIA VAS (CTVA) entrambi del MiTE.

Programma nazionale gestione rifiuti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Gli obiettivi del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti

Il Programma punta al rafforzamento del quadro normativo di riferimento in materia di rifiuti e alla pianificazione della loro gestione, affiancandosi e indirizzando la pianificazione delle Regioni e delle province autonome.  Si tratta di una sorta di cornice nella quale troveranno posto i Piani regionali.

Come auspica il Piano di ripresa e resilienza (PNRR) – di cui il PNGR è parte: è infatti una riforma collegata con l’investimento 1.1 della Missione 2) il Programma “oltre ad evitare procedure di infrazione sui rifiuti, consentirà di colmare le lacune impiantistiche e gestionali […] permetterà di migliorare significativamente i dati medi nazionali e di raggiungere gli obiettivi previsti dalla nuova normativa europea e nazionale”.

Insomma, sottolineano gli autori del documento REF, “non compete al PNGR identificare quanti e quali impianti dovranno essere realizzati, la cui definizione rimane in capo alle Regioni, in base al riparto istituzionale delle competenze vigenti in materia di rifiuti”. Dal PNGR ci si aspettano invece informazioni di contesto e indicazioni di metodo che permettano alle Regioni una pianificazione standardizzata ed efficace, che finora in molti casi è mancata. Nel Rapporto preliminare ambientale del MiT vengono esplicitamente richiamate le difficoltà sinora incontrate nella pianificazione regionale: “La disomogeneità tra le pianificazioni regionali si è verificata sia da un punto di vista formale di adozione dei piani, sia da un punto di vista dei contenuti, e, in taluni casi, non ha permesso che i Piani Regionali per la Gestione dei Rifiuti potessero diventare strumenti di riferimento pluriennale con solide e precise azioni da compiere”. Sempre il Rapporto del Ministero ritiene che nel PNGR sia necessaria una valutazione impiantistica per le Regioni relativa alla produzione assoluta di rifiuti urbani e speciali e legata agli impianti già presenti.

Programma nazionale gestione rifiuti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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di Daniele Di Stefano

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