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“In Italia più di 1 RAEE su 3 sfugge alla corretta filiera”

È quanto emerso dall’indagine “RAEE: Chi l’ha visto?” realizzata da Erion WEEE e Altroconsumo e presentata il 17 ottobre 2023 a Roma alla presenza di numerosi rappresentanti del mondo istituzionale e delle imprese. Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE: “Il Sistema italiano dei RAEE è una best practice. Servono più controlli sui flussi paralleli”

Alla raccolta italiana di quest’anno mancheranno all’appello 3 milioni di grandi RAEE e circa 400 milioni di pezzi di piccoli elettrodomestici. Che fine hanno fatto questi rifiuti? Per rispondere a questa domanda abbiamo chiesto ad Altroconsumo di fare insieme a noi l’indagine che oggi vi presenteremo. Voglio esprimere l’auspicio che questo lavoro serva a far capire alle istituzioni che è necessario andare a cercare questi flussi nascosti di RAEE e bloccarli. Un Paese povero di materie prime come il nostro ha l’obbligo di continuare su questa strada per non sprecare l’opportunità di una vera economia circolare”. Lo ha affermato Gianpaolo Platto, Presidente di Erion WEEE in apertura dell’evento “RAEE: Chi l’ha visto?”, organizzato dal nostro Consorzio per la gestione dei RAEE, martedì 17 aprile 2023 alla Coffee House Colonna di Roma.

 

I risultati dell’indagine di Erion WEEE e Altroconsumo

L’incontro, al quale hanno partecipato ospiti istituzionali e importanti esperti del settore, è stato un momento di approfondimento sul fenomeno dei “flussi paralleli” dei RAEE: ovvero la sistematica intercettazione di questi rifiuti da parte di soggetti non autorizzati, con conseguenze ambientali ed economiche molto pesanti. “Cittadini e operatori non possono essere lasciati soli. Servono regole stringenti, certezza nelle sanzioni, più vigilanza”, ha dichiarato Federico Cavallo, Responsabile relazioni esterne Altroconsumo, Associazione dei consumatori che, insieme a Erion WEEE, ha realizzato l’indagine al centro del convegno. Per sei mesi abbiamo monitorato con dei tracker GPS 370 RAEE (300 grandi apparecchiature e 70 piccole) provenienti da tutte le regioni di Italia”, ha dichiarato Roberto Luppi di Altroconsumo. “Abbiamo realizzato quest’indagine per due motivi. In primo luogo, perché l’Italia è lontana dai target europei di raccolta e riciclo, ed è necessario verificare dove finiscono i rifiuti elettronici che sfuggono al Sistema formale del riciclo. In secondo luogo, perché la corretta gestione dei RAEE consente il recupero differenziato di materiali di cui sono composti, Materie Prime Seconde e Materie Prime Critiche indispensabili per l’economia del nostro Paese”. Irene Pellucchi, specialista di Erion WEEE, ha poi passato in rassegna i risultati dell’indagine evidenziando come: “Ai fini dell’inchiesta è stato considerato valido un campione di 264 RAEE. Di questi, solo 175 (il 66,3%) sono giunti in uno degli impianti accreditati al Centro di Coordinamento RAEE (CdC RAEE), rimanendovi per un periodo di tempo sufficiente a poter essere trattati correttamente. In 12 casi, invece, la permanenza dei RAEE nell’impianto accreditato è stata troppo breve per consentire una lavorazione plausibile; mentre altri 15 rifiuti sono stati trasportati in impianti registrati, ma non accreditati e quindi non tenuti formalmente a rispettare gli standard di trattamento riconosciuti dal CdC RAEE. Anche i restanti 62 RAEE monitorati hanno intrapreso un percorso non virtuoso, finendo in alcuni casi addirittura all’estero”.

 

Guarda il video di Altroconsumo

 

La tavola rotonda degli esperti

Controlli sulla filiera, impegno dei cittadini e delle istituzioni, processi di miglioramento del settore. Tanti i punti toccati dalla tavola rotonda seguita alla presentazione dell’indagine. “Un lavoro condotto con metodi scientifici che potrebbero reggere il vaglio anche di dibattimenti processuali”, ha sostenuto, complimentandosi con gli autori, Massimo Planera, Tenente Colonnello Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica. Francesco Iacotucci, Esperto ANCI, Tavolo Tecnico monitoraggio Accordo ANCI CdC RAEE, ha sottolineato l’importanza di “avere chiaro cosa significhi non raggiungere le percentuali di raccolta dei RAEE e capire cosa può essere migliorato nella filiera, a partire da una tracciabilità documentale”. Incentivare per legge la sostituzione dei vecchi elettrodomestici, favorendo il ricambio nelle case degli italiani e un aiuto al comparto industriale e all’industria del riciclo. È l’obiettivo del progetto di legge proposto da Alberto Gusmeroli, Presidente Commissione Attività Produttive della Camera che, nel suo intervento, ha dichiarato l’intenzione di proporre in Commissione l’avvio (in tempi brevi) dell’iter approvativo del provvedimento. Sul tema dei controlli lungo la filiera, Marco Imparato, Direttore Generale APPLIA Italia ha precisato come non si possa chiedere ai Produttori di AEE di contrastare gli illeciti: “Non è sostenibile economicamente, né giusto. – ha detto il dirigente – Bisogna sicuramente aumentare i controlli nei centri comunali, ma non riversare ulteriori spese sui consumatori“. Per Nicola Ciolini, Coordinatore Commissione Ambiente Utilitalia, insieme al contrasto dei flussi paralleli, “andrebbe prevista una politica di incentivi per la raccolta dei RAEE che coinvolga tutti i soggetti della filiera, a partire dai consumatori”. Secondo Giuseppe Piardi, Presidente Assoraee “gran parte dei flussi presi in esame dall’indagine erano già nel sistema, ma sono stati gestiti male.  Bisognerebbe porsi il problema di andare a percorrere la catena che sviluppa e che gestisce il rifiuto per capire dove sono le grosse falle e per riuscire a migliorare le capacità di recupero”. Sono tre le problematiche del sistema secondo Davide Rossi, Presidente dell’osservatorio Optime: la prima – ha detto Rossi – è che il cittadino non conferisce correttamente i RAEE; la seconda è che il prodotto, quando correttamente conferito, non viene gestito in modo opportuno; la terza difficoltà è l’evasione dell’eco-contributo da parte di alcuni operatori che immettono sul mercato dei prodotti elettrici ed elettronici”. Infine, Andrea Scozzoli, Presidente Aires che ha incentrato il suo intervento sul riutilizzo delle AEE: “C’è un tema di controlli, ma anche di burocrazia. – ha detto Scozzoli – Noi come rivenditori dobbiamo ritirare prodotti usati, ma non li possiamo ricondizionare perché sono rifiuti e abbiamo l’obbligo di conferirli agli impianti di trattamento. Banalmente oggi non abbiamo in Italia la possibilità concreta di fare riutilizzo.” 

Il sistema italiano dei RAEE funziona ed è best practice in Europa

La lunga serie di interventi è stata chiusa dal contributo di Fabrizio Longoni, Direttore Generale del Centro di Coordinamento RAEE che ha messo in evidenza l’impegno del Consorzio dei Sistemi Collettivi dei produttori di AEE nel contrasto al fenomeno dei flussi paralleli. “Il 99% dei RAEE Domestici trattati in Italia – ha detto Longoni – è transitato da impianti accreditati dal Centro di Coordinamento. Il vero problema è sapere dove finiscono tutti gli altri. Sul nostro mondo siamo certi di riuscire a fare i controlli e di eliminare dal CdC RAEE chi non è in grado di lavorare correttamente. Il problema è gestire tutto quello che c’è fuori”.

L’eccellenza della filiera è stato il tema di un video-racconto dello Youtuber e influencer Jakidale che, ospite per un giorno di uno dei più importanti impianti di trattamento italiani, ha spiegato ai non addetti ai lavori come funzionano i processi di riciclo delle materie prime contenute nei RAEE.

Le riflessioni finali sono state fatte da Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE che ha aperto il suo intervento sostenendo che in Italia il sistema RAEE funziona ed un modello virtuoso.Siamo capaci – ha detto Arienti – di raccogliere ogni chilo di RAEE in ogni isola ecologica e in ogni angolo del Paese e non solo. Erion WEEE fa economia circolare e, insieme ai Produttori associati, cerca di contribuire a una vera transizione a questo modello economico. Purtroppo, quello che esce dall’indagine che abbiamo presentato non è economia circolare, ma interesse privato di qualcuno che cattura qualche materia prima nel modo più semplice e meno costoso possibile e butta via tutto il resto. Questo è uno scandalo ai danni dell’ambiente, dei cittadini, dell’industria virtuosa del riciclo, ai danni del Pianeta, dei Produttori di AEE e dei loro Consorzi”. Arienti ha poi ricordato che il valore dei RAEE dipende dall’attenzione che si mette nel trattamento di tali rifiuti, come fa l’industria che accetta di lavorare in modo virtuoso. “Erion WEEE – ha concluso il DG – è fermamente intenzionato ad esserci e salvaguardare gli interessi della filiera affinché il sistema italiano continui a essere una best practice”.