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International E-Waste Day 2022: “Ricicla tutti i RAEE non importa quanto siano piccoli”

Intervista a Pascal Leroy, Direttore Generale del WEEE Forum: “Quest’anno il mondo genererà oltre 24 milioni di tonnellate di piccoli rifiuti elettronici, come quattro volte il peso della Grande Piramide di Giza”

Il prossimo 14 ottobre si celebrerà in tutto il mondo l’International E-Waste Day, la giornata mondiale dedicata alla conoscenza e al corretto smaltimento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). In vista di questo importante appuntamento, Erion ha intervistato Pascal Leroy, Direttore Generale del WEEE Forum, l’organizzazione internazionale che riunisce a livello globale 46 sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore per la gestione dei rifiuti elettronici.

 

L’edizione 2022 è “Recycle it all, no matter how small!” (Riciclali tutti, non importa quanto siano piccoli). Che cosa vi ha portato a questo slogan?
Uno dei fattori è stato sicuramente la necessità di sensibilizzare le persone sul tema. Nelle case europee si accumulano nei cassetti di casa, nei box e nei garage fino a 5 kg di piccoli RAEE a persona. Parlo di smartphones, tostapane, spazzolini elettrici, ma anche caricatori, cavi elettrici associati alle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE). È una cattiva abitudine che spesso coesiste con quella, altrettanto sbagliata, di disfarsi dei piccoli rifiuti elettronici gettandoli nel sacco nero della raccolta indifferenziata, senza pensare che molti di questi prodotti, così come le loro batterie, contengono al loro interno sostanze pericolose che hanno un forte impatto sull’ambiente. La scelta di questo slogan è legata anche a un recente studio pubblicato dalla Commissione Europa sull’importanza di evitare la dispersione dei piccoli RAEE e favorire il riciclo delle materie in essi contenute.

Di che cifre stiamo parlando?
L’Onu ha stimato che, a livello globale, nel 2022 si produrranno più di 24,5 milioni di tonnellate di piccoli RAEE, una quantità pari a quattro volte il peso della Grande Piramide di Giza. Solamente in Europa, ogni anno la quantità di questi rifiuti che finisce nel sacco nero è pari a circa 1,4 kg per abitante. Non è solo un problema ambientale, ma anche economico. Si pensi che da una tonnellata di circuiti stampati, presenti in molti dispositivi elettronici, possono essere recuperati 800 grammi d’argento, 150 grammi d’oro e 50 grammi di palladio.

Quali sono le principali novità dell’IEWD 2022?
Presenteremo uno studio realizzato dal WEEE Forum e dai sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore, tra i quali anche Erion, che indaga sui comportamenti dei consumatori e sulla quantità di rifiuti elettronici accumulati nelle abitazioni o smaltiti in modo non corretto. Diffonderemo i numeri e i risultati di questa ricerca il prossimo 14 ottobre.

Ogni anno, l’IEWD raccoglie testimonianze, campagne, attività da tutte le parti del mondo. Che cos’è cambiato rispetto alle precedenti edizioni?
Sicuramente il numero dei soggetti coinvolti e la tipologia delle iniziative in programma. Se nel 2021 hanno partecipato 170 organizzazioni da diverse parti del mondo, quest’anno ci aspettiamo di superare quota 200. Abbiamo semplificato il form di registrazione presente sul sito della manifestazione; l’hashtag #ewasteday vive ormai di vita propria e i decision makers di alto livello, come la Commissione Europea e le Nazioni Unite continuano ad appoggiare la Giornata con comunicati, dichiarazioni e messaggi speciali.

Da addetto al settore, crede che ci sia più consapevolezza da parte dei cittadini sull’importanza di conferire correttamente i propri rifiuti elettronici?
In tutta onestà non credo, anche se ammetto di non avere prove concrete a riguardo. Sono certo che si tratti di un problema di mentalità. Le persone che non sanno come smaltire correttamente i propri RAEE sono ancora molte, così come quelle che pur sapendolo continuano a farlo in modo scorretto semplicemente perché è un’abitudine. La vera sfida per chi organizza campagne come l’IEWD è quella di provare a cambiare questo modo di pensare. Continuare sulla strada della sensibilizzazione è fondamentale.

E i Paesi europei? Secondo lei come si stanno muovendo per riuscire a raggiungere i target di raccolta fissati dall’UE? E cosa si potrebbe fare?
Sia le autorità che i sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore, come Erion, hanno investito ingenti risorse in campagne di informazione sulla raccolta dei RAEE. Nonostante questi sforzi, solamente alcuni Paesi riescono a raggiungere l’obiettivo fissato dall’Ue che, voglio ricordare, è pari al 65% della media delle AEE immesse sul mercato nel triennio precedente. Questo target non è adeguato al suo scopo perché non considera il concetto di circolarità. L’economia circolare promuove pratiche virtuose come il riutilizzo dei prodotti, la preparazione per il riutilizzo e la rigenerazione. Ciò ci mette davanti un bivio che definirei paradossale: il consumatore può decidere prolungare quanto più possibile la vita utile del suo prodotto o scegliere di disfarsene portandolo presso un centro di raccolta. La prima opzione è molto più utile, ma solo la seconda permette di incrementare il tasso di raccolta e, dunque, avvicinarsi al target. Da questa prospettiva, cercare a ogni costo di avvicinarsi all’obiettivo è semplicemente sbagliato.

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