MENUMENU
Il ministero della Transizione Ecologica ha lanciato la consultazione pubblica sui fondi del Pnrr destinati a creare una rete omogenea di infrastrutture per le auto elettriche. Alcuni criteri, però, sembrano favorire le grandi aziende
Una delle critiche più frequenti che i tifosi delle auto termiche fanno nei confronti di chi gli preferisce le auto elettriche è l’assenza di un’adeguata rete di colonnine per la ricarica delle auto. Una critica che, seppur poggi su elementi concreti, allo stesso tempo è un po’ fuorviante perché in realtà le auto elettriche sarebbe meglio caricarle a casa. Intanto però il ministero della Transizione Ecologica prova a correre ai ripari. Lanciando la consultazione pubblica che, fino al 6 giugno, consente ai portatori di interesse di provare ad accapparsi i fondi del Pnrr per realizzarle.
Si tratta, come specifica il MiTE, di “benefici a fondo perduto previsti dalla Missione 2, Componente 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al fine di incentivare la realizzazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici veloci e ultra-veloci, ristrutturando la rete di distribuzione dei carburanti e con l’obiettivo finale di realizzare una rete di ricarica uniformemente distribuita sull’intero territorio nazionale”.
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Per saperne di più sulla consultazione, lanciata dal governo Draghi lo scorso 20 maggio e che durerà fino al 6 giugno, si possono consultare i documenti caricati sul sito del ministero della Transizione Ecologica. Si apprende così che “le risorse finanziarie disponibili per la misura sono pari a 741,3 milioni di euro e sono destinate a finanziare fino al 40% dei costi di realizzazione delle stazioni”. Inoltre le risorse saranno assegnate mediante procedure competitive, da realizzare attraverso un bando all’anno per il periodo 2022-2024 (i bandi dunque saranno 3). Il primo bando è previsto a dicembre 2022 e sarà aperto per i successivi 90 giorni. In più “la graduatoria di ogni bando sarà redatta sul ribasso offerto sulla percentuale massima di contributo in conto capitale (40%), corretto da specifici fattori premiali dettagliati nel seguito”.
È previsto il finanziamento di tre differenti tipologie di infrastrutture di ricarica:
Gli obiettivi perseguiti dalla consultazione pubblica sono anche questa volta tre:
Se l’ultimo punto sembra un po’ fare a pugni col primo, il MiTE individua una serie di criteri tecnici per le infrastrutture su strade urbane ed extraurbane, allegando anche i rispettivi ambiti di gara. Ad esempio per quanto riguarda i centri urbani “per ogni regione (ambito) per cui si possono presentare progetti, vengono individuati lotti corrispondenti alle Province L’esigenza di stazioni di ricarica in ciascun lotto è stata determinata tenendo conto principalmente del parco circolante. La distribuzione è stata affinata tenendo conto di ulteriori indicatori quali: la disponibilità di parcheggi e box auto privati per nucleo familiare; la penetrazione attuale di auto elettriche; la vocazione turistica dei comuni; la qualità dell’aria; la necessità di garantire la localizzazione nel Sud Italia di almeno il 40% delle infrastrutture di ricarica realizzate”.
di Redazione
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