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“Una miniera in ogni casa”. Nella ricerca Ipsos-Erion il difficile rapporto tra gli italiani e i Raee

Teniamo in casa dispositivi guasti o in disuso, una vera e propria miniera di materiali che, se recuperati, farebbero bene all’ambiente e all’economia. I dati nella ricerca Ipsos-Erion disegnano però un quadro difficile: “1 intervistato su 6 dichiara di aver smaltito i Raee in modo inappropriato”

Otto italiani su 10, per la precisione l’81%, tengono in casa un apparecchio elettronico ma non lo utilizzano. E nel 61% dei casi conservano anche device e altre apparecchiare guaste. Ma quando decidono di buttarle via il problema rischia di diventare anche più grosso: il 40% dei giovani tra 18 e 26 anni, ad esempio, mette il caricabatterie fuori uso nel contenitore della plastica o dell’indifferenziato. Segno che sulla sensibilizzazione rispetto al destino delle apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita, i cosiddetti Raee, c’è ancora mota strada da fare.

La conferma (con i dati appena citati) arriva dalla ricerca, presentata oggi a Milano in concomitanza con l’International e-waste day, dal titolo “QRAEE e RPA. Livelli di conoscenza, opinioni e comportamenti. Cosa nascondono nei loro cassetti gli Italiani?”. L’indagine (puoi scaricarla qui), realizzata da Ipsos per conto di Erion su un campione di 1.400 cittadini italiani dai 18 ai 75 anni, è stata presentata nel corso dell’evento “Greenwashing. La musica deve cambiare”, organizzato per festeggiare i due anni del sistema multi-consortile no profit di responsabilità estesa del produttore e del nostro magazine, EconomiaCircolare.com.

Perché teniamo apparecchi guasti in casa?

“Raee e Rpa, i rifiuti di pile e accumulatori sono una miniera strategica di materie prime critiche: non riciclarli rappresenta un grave danno per lo sviluppo dell’economia del nostro Paese, che sta già attraversando un complesso periodo di crisi” commenta Danilo Bonato, direttore generale di Erion.

Ognuno di noi, infatti, conserva in casa 9 apparecchi in disuso o guasti per le ragioni più disparate: stando all’indagine di Ipsos, il 39% degli intervistati pensa di poterlo riparare, mentre per il 30% si potrebbero utilizzare le parti di ricambio; il 23% dichiara ancora di non conoscere la corretta procedura di smaltimento e per il 15% è complicato raggiungere un centro di raccolta. Ma di quali oggetti si tratta in particolare? Per il 33% si tratta di vecchi cellulari, per il 23% di caricabatterie e per il 17% di laptop. Quanto alle batterie, più di 1 italiano su 2 dichiara di avere in casa pile e batterie esauste.

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di redazione EconomiaCircolare.com

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