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A che punto è la transizione ecologica dell’Italia?

La Legge di Bilancio contiene le prime misure del Green New Deal. Ma serve puntare di più sull’economia circolare, come testimonia il rapporto redatto dal Circular Economy Network in collaborazione con Enea: dalle materie prime seconde alla valorizzazione dei rifiuti, ci sono fino a 500mila potenziali posti di lavoro in più

A partire dalla Legge di Bilancio 2020 il nostro Paese ha dato il via a quello che, almeno nelle intenzioni del Governo, dovrebbe essere il cosiddetto Green New Deal italiano, un piano d’investimenti e di misure che hanno l’obiettivo di rendere sostenibile la nostra economia.

In pratica il modello, su scala nazionale, del piano di investimenti verde inaugurato negli scorsi mesi a Bruxelles: per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050 la Commissione europea ha infatti deciso di dedicare un quarto del proprio bilancio alla lotta ai cambiamenti climatici e ha previsto la distribuzione di risorse ai paesi europei destinati all’economia circolare e alla transizione ecologica dell’industria.

Soldi che, secondo le previsioni, dovrebbero mobilitare almeno mille miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni e consentire a tutti i Paesi di potenziare la diffusione delle energie rinnovabili e al contempo smettere di incentivare l’uso di combustibili fossili.

Tra le misure principali del Green New Deal europeo, che si prevede possano generare i loro effetti già nei prossimi anni, ci sono la Legge sul Clima e il Fondo per una transizione giusta. Quest’ultimo servirà a finanziare il percorso di transizione ecologica dei paesi europei: dalla completa decarbonizzazione alla realizzazione di nuove infrastrutture e l’investimento in nuove attività produttive.

Si tratta di 7,5 miliardi che verranno distribuiti in base alle necessità dei singoli stati: la Polonia, ad esempio, che ancora oggi ottiene l’80 per cento della propria energia elettrica dal carbone – e che dunque rischia di subire perdite occupazionali ingenti nel corso della transizione verso forme di produzione più sostenibili – dovrebbe ricevere la maggiore erogazione di fondi: 2miliardi di euro, che potranno innescare investimenti pubblici e privati per oltre 27 miliardi di euro nel periodo 2021-2027.

In generale, la gran parte dei fondi andrà ai paesi dell’Est Europa, che dovrebbero mobilitare investimenti per oltre 60 miliardi di euro. Al nostro Paese andranno 364 milioni di euro per investimenti pari a 4,8 miliardi. Una buona parte di queste risorse sosterranno la riconversione produttiva delle industrie tedesche, con 877 milioni e investimenti stimati in 13,4 miliardi di euro con, a seguire, Francia (402 milioni per 5,8 miliardi di investimenti) e Spagna (307 milioni per 4,4 miliardi di investimenti).

Ovviamente, la distribuzione del denaro dipenderà da specifici progetti di riconversione ambientale ed economica che i paesi dovranno presentare alla Commissione europea.

 

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