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Città circolari a rapporto: quali sono i casi virtuosi europei

Budapest, Oslo, Firenze, Copenhagen e altre 50, per un totale di 16 milioni di abitanti. Sono le città che hanno aderito alla “Circular Cities Declaration”. Un report di ICLEI ne evidenzia linee di azione e progressi

Le città circolari in Europa esistono? E cosa fanno per potersi sempre più definire tali passando dagli impegni alla pratica concreta? Una risposta arriva anche quest’anno dal report “Circular Cities Declaration” pubblicato da ICLEI, ong internazionale di amministrazioni locali per la sostenibilità. Realizzato con la collaborazione di Ellen MacArthur Foundation e Circle Economy Foundation, il report raccoglie gli obiettivi, le attività e le metodologie di misurazione messi in campo dalle città europee e li analizza al fine restituire una visione d’insieme, condividere le migliori pratiche urbane e mostrare il ruolo pionieristico che le città possono avere nel creare un sistema che, a lungo termine, funzioni contemporaneamente per l’economia, per la società e per l’ambiente.

Il cuore del rapporto è infatti una raccolta di esempi virtuosi in cui figurano anche GenovaFirenze e La Spezia. L’obiettivo è quello di ispirare le città non firmatarie affinché aderiscano alla dichiarazione e, contemporaneamente, quello di favorire anche lo scambio e l’evoluzione delle buone pratiche messe in campo da chi già aderisce al network e alle sue azioni prioritarie. ICLEI e gli altri soggetti proponenti, tra cui la nostra ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), vogliono accendere i riflettori sul grande potenziale dell’economia circolare, sulla necessità di svilupparla a diversi livelli, con il protagonismo dei diversi stakeholder e tramite soluzioni sistemiche.

Città circolari: a che punto siamo?

Le città firmatarie provenienti da tutta Europa – Budapest, Oslo, Firenze, Copenhagen e altre 50, per un totale di 16 milioni di abitanti – hanno presentato rapporti dettagliati su come stanno implementando principi di circolarità, sui loro sforzi per misurare i progressi e sui principali ostacoli riscontrati. Dalla riduzione del consumo di materiali vergini, dall’aumento del riutilizzo alla rigenerazione degli ecosistemi, queste città europee hanno avviato oltre 200 azioni diverse in vari settori (Figura 1) per rispettare i 10 impegni delle Città Circolari. In riferimento a ognuno di questi impegni, il confronto con il report dello scorso anno suggerisce che ci sono stati progressi anche fino al 20% (Figura 2). Molti di questi progressi sono stati raggiunti attraverso una governance multi-livello che è stata capace di rendere la collaborazione tra le città, gli stakeholder locali e i governi nazionale ed europeo una chiave di volta per il passaggio all’economia circolare.

 

di Vittoria Moccagatta

 

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