MENUMENU
“Questo nuovo magazine si basa sul giornalismo costruttivo. Il nostro obiettivo è quello di raccontare l’economia circolare, un tema che vogliamo far diventare alla portata di tutti. Davanti a noi abbiamo tante sfide, a partire da quelle ambientali, economiche e sociali”. Queste le parole con le quali Marica Di Pierri, direttrice responsabile di economiacircolare.com, ha introdotto al pubblico il nuovo magazine online promosso da Erion e dal Centro di Documentazione Conflitti Ambientali.
La presentazione della nuova testata, online e gratuita per tutti, si è svolta il 14 ottobre a Milano nel corso di un evento speciale organizzato in concomitanza con la terza edizione dell’International E-Waste Day e trasmesso in diretta streaming nel rispetto delle norme di sicurezza sanitarie dovute all’emergenza covid. La tavola rotonda, dal titolo “Economoiacircolare.com, perché una rivista. Impresa, Ricerca, Media: Realizzare (e comunicare) la Rigenerazione”, ha ospitato gli interventi di numerosi esperti del settore sul tema del giornalismo e della transizione italiana ed europea all’Economia Circolare, tema centrale del nuovo progetto editoriale. “È il primo passo di Erion a soli quindici giorni dalla sua nascita. – ha dichiarato Giorgio Arienti, General Manager Erion Compliance Organization -. Questo giornale vuol essere la nostra prima proposta alla comunità degli stakeholder, uno strumento culturale, il tentativo di creare un luogo dove il confronto, l’approfondimento, la condivisione possano diventare la strada del cambiamento”. Per Raffaele Lupoli, Direttore Editoriale di economiacircolare.com, il nuovo magazine si ispirerà alle logiche del “giornalismo costruttivo e avrà con contenuti tecnici e scientifici. Vogliamo provare a capire – ha precisato Lupoli – non solo come si può costruire un’impresa circolare, ma soprattutto come creare una società circolare. Per questo motivo non saremo un giornale che vuole spiegare le cose, ma un giornale che vuole farsi spiegare le cose e rendere accessibili i processi complessi, i tecnicismi, gli inglesismi”.
Il primo degli interventi esterni è stato quello di Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’ENEA, che ha spiegato come l’Economia Circolare sia “un vero e proprio cambio di paradigma, un cambio drastico nel modo di produrre e consumare. L’Italia – ha detto Morabito – è prima in Europa nell’applicazione dell’Economia Circolare, ma stiamo rallentando rispetto a molti altri paesi. La trasformazione del paradigma economico ha bisogno di un cambiamento culturale e partecipato, il ruolo del cittadino consumatore è fondamentale nel passaggio dalla società ‘usa e getta’ alla società ‘usa e ricicla’”. Da Aarhus, Danimarca, è intervenuto con un video-messaggio Ulrik Haagerup, CEO del Constructive Institute, e uno dei maggiori esperti internazionali di giornalismo costruttivo. “Pensiamo – ha detto Haagerup – che la gente abbia bisogno di più notizie, in modo sempre più rapido e a prezzi stracciati. La conseguenza è che cerchiamo costantemente di attirare l’attenzione per ottenere click, avere condivisioni. I risultati sono la mancanza di fiducia nel giornalismo, nelle istituzioni democratiche e la crescente polarizzazione del dibattito. Il giornalismo costruttivo cerca, invece, di guardare ai problemi promuovendo una discussione sulle soluzioni, coinvolgendo la gente in un dibattito serio e non basato sulla velocità adottata dai media tradizionali”.
Economia Circolare e formazione. Questa la sintesi dell’intervento di Natalia Marzia Gusmerotti, Ricercatrice dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “Circolarità – ha spiegato l’accademica – è complessità e innovazione. Educare all’economia circolare significa dunque educare alla complessità. Bisogna lavorare sulla conoscenza tecnologica, umanistica e scientifica. Il cambiamento non è un processo semplice, ci vuole attenzione al valore delle risorse e al suo mantenimento nel tempo. È necessario educare alla collaborazione”. L’importanza della ricerca scientifica è stata al centro dell’intervento di Giulio Bonazzi, Presidente e Amministratore Delegato di Aquafil, azienda italiana leader a livello internazionale nella produzione di fibre sintetiche e sostenibili. “Io dico sempre – ha dichiarato Bonazzi – che se si vuole cambiare il mondo servono di base tre cose: la legislazione, l’educazione e l’eco-design dei prodotti. Noi facciamo molta ricerca su come produrre i materiali esistenti in modo più sostenibile, da fonti rinnovabili, perché questo permette di ridurre gli investimenti per tutta la catena produttiva”.
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