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Riciclo, Assorologi: “Il fine vita riguarda la batteria, non il prodotto. Non contribuiamo al peggioramento dei temi della sostenibilità”

Intervista a Mario Peserico, Presidente di Assorologi: “L’eco-design e l’eco-industrializzazione sono evidentemente aspetti fondamentali per tutto il settore che studia i materiali, il packaging e i consumi”

L’orologio è da sempre un oggetto complesso. Sinonimo di tempo, eleganza, design, moda, innovazione anche. Il segnatempo, come lo definiscono in molti, è anche un prodotto che, una volta giunto a fine vita, corre il rischio di essere dimenticato in un cassetto o, addirittura, gettato in maniera impropria. Per capire quanto questo pericolo sia reale e che cosa il settore stia facendo per rendere sostenibili i propri prodotti, Erion ha intervistato Mario Peserico, Presidente di Assorologi, l’Associazione italiana che riunisce i marchi e i distributori di orologi.

Assorologi rappresenta un punto di riferimento nel panorama italiano dei produttori e importatori di orologi. Qual è l’impegno dell’Associazione nell’ambito della sostenibilità ambientale?
Recentemente abbiamo avviato una ricerca per capire come e in che misura i due canali di vendita, online e offline, si differenzino in tema di sostenibilità. Ci interessa sapere quali sono le implicazioni di certe dinamiche di approvvigionamento, di stoccaggio e di vendita, e poter caratterizzare i due canali anche in funzione dei diversi processi. Si tratta di un’indagine che non è mai stata realizzata nel nostro settore e che ci permetterà di comprendere al meglio gli impatti ambientali del comparto. I risultati saranno pronti alla fine del mese di aprile.

Quali sono le tendenze che abbracciano il tema dell’eco-design nell’ambito degli orologi elettronici?
Assorologi rappresenta diversi marchi, alcuni dei quali hanno nei loro cataloghi anche orologi connessi che, come ben sappiamo, costituiscono più un punto di forza dei marchi di elettronica che non di quelli di orologeria. Nel nostro portfolio di case produttrici sono, invece, meglio rappresentati gli orologi elettronici al quarzo che sono un vero e proprio patrimonio dell’orologeria fin dall’inizio degli anni Settanta. L’eco-design e l’eco-industrializzazione sono evidentemente aspetti fondamentali per tutto il settore che studia i materiali, il packaging e i consumi: priorità che oggi si danno tutte le aziende.

Parlando di smartwatch e similari, complici le loro piccole dimensioni, spesso queste apparecchiature una volta che non sono più utilizzate vengono abbandonate in un cassetto o, peggio, gettate in modo improprio. Crede che sia necessaria una maggiore sensibilizzazione su queste tematiche? Se sì, con quali strumenti?
In realtà, noi di Assorologi non abbiamo evidenze del fatto che i prodotti elettronici del nostro mondo, una volta arrivati a fine vita, vengano gettati in modo improprio. Esistono orologi al quarzo di fascia bassa che hanno comunque parti intercambiabili: a fine vita arriva la batteria, non il prodotto. Credo che l’orologeria sia uno dei settori economici più sostenibili, proprio per il fatto che è estremamente difficile che qualcuno preferisca buttar via un orologio rotto o con le batterie scariche piuttosto che farlo riparare o cambiargli le pile. Il grande valore del nostro mondo è quello di non contribuire all’inquinamento e al peggioramento dei temi della sostenibilità.

 

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