Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Nomine in Erion Compliance Organization: Danilo Bonato nuovo Direttore Sviluppo Strategico e Relazioni Istituzionali. Marco Sala, Nuovo Direttore Generale

Si rafforza il vertice del più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore con l’impegno di rendere più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa

Il Sistema Erion conferma l’impegno nel rendere sempre più circolare e sostenibile il modello di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’Europa, con la costituzione della nuova Direzione Sviluppo e Relazioni Istituzionali affidata a Danilo Bonato – manager con vent’anni di esperienza nel settore e già Direttore di Consorzio Remedia e di Erion Compliance Organization (ECO). Grazie al nuovo assetto organizzativo, Erion assicurerà un maggior coinvolgimento non solo dei soggetti istituzionali e dei decisori politici, ma anche dei partner internazionali costruendo alleanze e stimolando la partecipazione di attori del mondo associativo, accademico e dei media.

Marco Sala, nuovo Direttore Generale di Erion Compliance Organization

Un’evoluzione organizzativa importante che, in casa Erion, sarà accompagnata dalla nomina dell’Ing. Marco Sala che succederà a Bonato nel ruolo di Direttore Generale di Erion Compliance Organization, la società di servizi che supporta il funzionamento dei sei consorzi del sistema multi-consortile. Sala, che è entrato in Erion a gennaio 2024 nel ruolo di Direttore Operativo, ha già maturato significative esperienze in ANIE, Vaillant Group Italia, Candy Elettrodomestici. Non solo, il nuovo Direttore – già precedentemente Operation Manager del Consorzio Ecodom – vanta una conoscenza approfondita della filiera dei rifiuti tanto da aver sviluppato in soli tre anni uno dei più innovativi impianti di trattamento delle plastiche in Italia (Stena Recycling).

Danilo Bonato: “Un compito per dare risposte alle sfide del nostro tempo”

Il compito che mi è viene affidato sarà quello di orientare i modelli di Responsabilità Estesa del Produttore verso una nuova fase capace di dare risposte alle sfide del nostro tempo come il contrasto al cambiamento climatico, l’uso sostenibile delle risorse e la riduzione della dipendenza dall’estero per le nostre materie prime strategiche.” – dichiara Danilo Bonato“Per fare ciò servono consorzi senza fini di lucro, espressione delle aziende e non di operatori commerciali, che mettano al primo posto etica, trasparenza e attenzione al ruolo sociale di pubblica utilità che essi sono chiamati a svolgere. I moderni sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” – spiega Bonato – “Sono attivi in un’ampia gamma di settori per abilitare economie di scala, adottano un modello operativo orientato all’efficienza e alla qualità del servizio ai cittadini ed investono in progetti di ricerca e innovazione per costruire modelli economici più circolari”.

Marco Sala: “Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina”

“Il prossimo ottobre Erion compirà quattro anni. Dall’inizio delle sue attività il Sistema è cresciuto in modo esponenziale: sono nati nuovi Consorzi attivi in diversi settori, l’organigramma si è ampliato e sono stati creati servizi sempre più vicini ai nostri Produttori. Il mio lavoro sarà quello di rendere ancora più efficiente questa bellissima macchina restando fedele ai valori e alla missione di Erion: essere il miglior Sistema di Responsabilità Estesa del Produttore operante in Italia.”– dichiara Marco Sala“È una sfida che credo potremo vincere come team, valorizzando quanto di buono abbiamo costruito fino ad adesso e impegnandoci quotidianamente per sostenere in modo ottimale le strategie di sviluppo dei nostri consorzi e migliorare costantemente la qualità e l’efficienza dei servizi forniti”

Erion Packaging racconta la filiera degli imballaggi in Italia

Erion Packaging racconta la filiera degli imballaggi in Italia

Il 4 giugno 2024 il Consorzio dedicato alla gestione del packaging ha tenuto un corso dedicato a tutte le persone di Erion per approfondire le novità introdotte dal nuovo Regolamento europeo

Come funziona la filiera del packaging in Italia? Il tema è stato al centro del workshop “Whatsapp? Come vengono gestiti gli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggi?” organizzato il 4 giugno 2024 da Erion Packaging per tutte le persone di Erion.

I temi del corso: dalla normativa al funzionamento della filiera

Il corso, che rientra in un ciclo di attività di formazione interna, è stato tenuto da Roberto Magnaghi, Direttore Generale di Erion Packaging, e da Andrea Briosi, Industry Expert Erion che hanno ripercorso i principali passaggi normativi che hanno segnato l’evoluzione della filiera. Dalla direttiva europea 94/62/CE, e le relative norme di recepimento in Italia, al nuovissimo Regolamento che regolerà in tutti gli stati membri l’intero ciclo di vita degli imballaggi. Nel corso della lezione c’è stato spazio per affrontare tematiche fondamentali come l’attuale assetto della filiera post-consumo in Italia la definizione e le categorie degli imballaggi, gli obiettivi di recupero e riciclo stabiliti dall’Ue. Il corso ha poi previsto un focus sulla plastica con una spiegazione delle varie fasi di riciclo di questo materiale base per molti imballaggi in commercio: si è quindi passati dalla raccolta/selezione dei rifiuti conferiti dai consumatori fino all’importanza di un corretto riciclo delle Materie Prime Seconde da reinserire nei cicli produttivi.

Roberto Magnaghi: “Fondamentale conoscere le novità del nuovo Regolamento”

“Tutte le persone di Erion contribuiscono quotidianamente all’attività e alla crescita di Erion Packaging, per questo motivo abbiamo pensato a un momento di approfondimento di tematiche che tutti noi, in quanto addetti al settore, siamo chiamati a conoscere molto bene”, ha dichiarato Roberto Magnaghi. “Questo è inoltre un periodo in cui bisogna seguire da vicino i cambiamenti che apporterà l’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi che, dopo un lungo iter legislativo, attende solo l’approvazione finale del Consiglio dell’Ue per essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.”

Andrea Briosi: “Un corso interattivo per creare coinvolgimento e confronto sui temi”

Il corso si è concluso con una parte interattiva durante la quale ognuno dei partecipanti è stato chiamato a rispondere a una serie di quiz sui temi affrontati durante il corso. “Abbiamo scelto questa formula per coinvolgere i colleghi e rendere piacevole il tema degli Imballaggi (che affrontiamo quotidianamente a 360 gradi). Abbiamo toccato diversi aspetti: dalla loro composizione alla classificazione tra primari e secondari/terziari e, naturalmente, ai vantaggi ambientali che derivano dal loro riciclo. È stato un bel lavoro di squadra…in tipico stile Erion”.

“Riciclo, l’Europa deve collaborare. Non ha più senso dire: il mio Paese e le mie risorse“

“Riciclo, l’Europa deve collaborare. Non ha più senso dire: il mio Paese e le mie risorse”

Intervista a Naoko Tojo, Associate Professor in Environmental Product Law and Policy all’International Institute for Industrial Environmental Economics (IIIEE) della Lund University, Svezia, sull’evoluzione della Responsabilità Estesa del Produttore. “Le iniziative di monitoraggio e controllo sono largamente insufficienti. Se le istituzioni pubbliche responsabili non cambiano il loro approccio, perché i produttori dovrebbero impegnarsi per raggiungere i target?”

Naoko Tojo, è una delle più grandi esperte mondiali sul tema della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR – Extended Producer Responsibility), il principio sviluppato in ambito europeo che impone alle aziende di essere responsabili di tutto il ciclo di vita dei prodotti che immettono sul mercato, anche al momento in cui questi divengono rifiuti. L’idea nasce negli anni Novanta dall’intuizione del professor Thomas Lindhqvist e, nel corso degli anni, è diventata uno dei pilastri della transizione ecologica europea, nonché fondamenta di Sistemi consortili come Erion. Abbiamo chiesto alla Professoressa Tojo – che di Lindhqvist è stata allieva prima di specializzarsi nella progettazione e implementazione di sistemi EPR per vari flussi di prodotto in Europa e Asia – di raccontarci come si è trasformata negli anni l’applicazione dell’EPR. 

Gli addetti ai lavori conoscono molto bene il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore. È tempo di farlo capire ai consumatori. Come glielo spiegherebbe?
Penso che si potrebbe spiegare loro semplicemente la logica alla base del concetto di EPR, ovvero perché affidiamo la responsabilità della gestione del fine vita dei prodotti ai Produttori. La risposta è che diamo loro tale compito perché essi progettano i prodotti e, quindi, li conoscono meglio di chiunque altro. Le aziende hanno, inoltre, la possibilità di apportare modifiche a monte ai prodotti che immettono sul mercato in modo che sia più facile ripararli, riutilizzarli e riciclare le materie che essi contengono. Ci affidiamo, pertanto, alla loro esperienza per facilitare la chiusura del cerchio dei materiali da parte degli altri attori della catena di approvvigionamento.

Raccontare l’importanza del riciclo delle materie prime può essere un buon modo di spiegare la logica dell’EPR?
Probabilmente non conviene focalizzarsi più di tanto sui dettagli dei processi di riciclaggio in sé, ma parlare piuttosto del motivo per cui attribuiamo la responsabilità ai produttori, ovvero la loro capacità di creare cambiamenti a monte della filiera. I riciclatori hanno certamente una competenza straordinaria quando si tratta di differenziare le materie: loro sanno quali materiali possono essere riciclati e il modo migliore per farlo. Ciò che non hanno la possibilità di fare è di determinare che cosa entrerà nel flusso dei rifiuti. Senza modifiche dei prodotti a monte le possibilità di migliorare le azioni a valle sono limitate. Avere materiali e prodotti migliori ci permette di avere una società più circolare.

Com’è cambiato dagli anni Novanta il concetto di Responsabilità Estesa del Produttore?
Il concetto in sé non è cambiato, rimane solida una delle sue migliori peculiarità, quella di poter essere applicato in molti modi. Paesi diversi adottano approcci diversi, responsabilizzano i produttori in maniere differenti a seconda della tipologia di prodotti: imballaggi, elettronica, automobili, ecc. Quindi non credo che il concetto, che è relativamente semplice, sia mutato, ma che la parte implementativa continui a renderlo complicato e difficile da realizzare.

Quindi ad essere cambiata è l’applicazione del modello.
Esattamente. Nel corso del tempo l’applicazione ha subito cambiamenti volti a motivare i Produttori ad apportare modifiche a monte della filiera. Mi riferisco, esempio, al concetto di eco-design che è stato difficile da sviluppare.

Parliamo dei Sistemi EPR come Erion. In che modo possono contribuire, secondo Lei, alla tutela dell’ambiente e avere buoni impatti sulla società e l’economia?
Penso che ci siano due obiettivi principali per quanto riguarda l’applicazione della Responsabilità Estesa del Produttore. Il primo, come già detto, riguarda il tema dei cambiamenti a monte, ovvero la modifica del design dei prodotti e dei suoi componenti, in modo da renderli più facili da riparare, riutilizzare e riciclare. L’altro obiettivo è avere sistemi di gestione del fine vita più performanti. Possiamo sfruttare le competenze dei Produttori per arrivare a tassi di raccolta dei rifiuti più elevati, avere un trattamento di qualità, raggiungere una maggiore efficienza delle risorse attraverso il riutilizzo e il riciclaggio. Ciò significherebbe avere meno necessità di ottenere le materie dall’attività mineraria. Invece di estrarre materie, le si ricava dai prodotti esistenti. L’efficienza delle risorse è una delle questioni chiave che i sistemi EPR cercano di affrontare. Finora l’attenzione dei sistemi EPR si è concentrata principalmente sul riciclaggio, sarebbe molto positivo se i Sistemi come Erion iniziassero a facilitare anche le attività di riutilizzo e riparazione.

Attraverso l’EPR la nostra economia è capace di reimmettere sul mercato Materie Prime Seconde e, quindi, disaccoppiare parte della produzione dallo sfruttamento delle risorse vergini. Cosa si può fare per rendere questo processo ancora più efficiente, diciamo definitivo?
È da 30 anni che parliamo di questo tema e oggi possiamo chiederci se abbiamo fatto progressi sufficienti. Un risultato che i sistemi EPR, in diversi Paesi, sono riusciti a raggiungere relativamente bene è stato quello di differenziare rifiuti specifici dagli altri flussi. Anche quando guardiamo ai tassi di raccolta possiamo notare che ci sono stati cambiamenti notevoli. Rimane, invece, ancora tanto da fare sul versante della chiusura del cerchio dei materiali e su quello dell’uso effettivo delle risorse riciclate nei nuovi prodotti. Bisogna guardare oltre i Sistemi di EPR e capire cosa succede con i materiali che escono dagli impianti di trattamento. Sono davvero utilizzati? E, se sì, in che modo? Stiamo riciclando i prodotti in modo da avere Materie Prime Seconde di qualità o stiamo procedendo a un downcycling? Rispondere a queste domande è obbligatorio per raggiungere i veri obiettivi della Responsabilità Estesa del Produttore.

Esiste il rischio che il downcycling delle materie diventi un processo organico?
Per alcuni materiali è inevitabile un processo di downcycling (il riciclaggio dei rifiuti in cui il materiale riciclato è di qualità e funzionalità inferiori rispetto al materiale originale ndr) e quindi una perdita di qualità. Il punto è che non si dovrebbe, mai, puntare in prima battuta al downcycling. È fondamentale, invece, trovare un modo migliore per garantire un’alta qualità dei materiali riciclati. Quando parliamo con i Produttori, questo tema rappresenta un collo di bottiglia. A loro non dispiacerebbe usare materiali riciclati, ma se utilizzano materie prime vergini hanno una garanzia di qualità. In questo caso, dunque, non c’è bisogno di verificare ogni singolo lotto di materiale proveniente dalla stessa fabbrica. Un controllo, questo, che attualmente va fatto, quando si parla di materiali riciclati, poiché non esiste un sistema di garanzia della qualità. La verifica di ogni singolo lotto è un processo che richiede tempo ed è anche piuttosto costoso. Ciò ci riporta all’inizio del nostro ragionamento: per consentire un riciclo di qualità è necessario disporre di buoni materiali già in partenza.

È una rete o dipende solo da pochi attori come, per esempio, istituzioni, Sistemi EPR, cittadini?
I produttori di materiali e i riciclatori devono necessariamente collaborare con i produttori di prodotti e viceversa. Ciò rende evidente che esistono dei collegamenti, una rete. Se parliamo dei consumatori, non possiamo non evidenziare che il loro ruolo più importante è quello di assicurarsi di fare una corretta raccolta differenziata. In questo caso le informazioni devono essere fornite non solo dai comuni, ma anche dai Produttori.

È d’accordo con l’adozione di “un approccio pan europeo” al riciclo delle materie, proposto nel nuovo Regolamento europeo sulle Materie Prime Critiche?
I Paesi europei, alcuni grandi, altri piccoli, possono collaborare tra loro per sfruttare le economie di scala. Un approccio simile è stato promosso anche in Asia in seguito a un dialogo tra i Paesi del continente. Sono originaria del Giappone, Stato molto impegnato nella promozione di questa circolarità all’interno dei confini asiatici. Non ha più senso dire “il mio Paese e le mie risorse”; bisogna avere un approccio più ampio proprio come quello pan-europeo.

Quali sono, oggi, gli elementi imprescindibili per gestire al meglio la Responsabilità Estesa del Produttore? Cosa devono fare i Sistemi EPR per garantire piena conformità alle aziende?
Quando parliamo di Responsabilità Estesa del Produttore, secondo l’attuale interpretazione, ci riferiamo alla gestione del fine vita dei prodotti e al coinvolgimento delle aziende sia in cambiamenti a monte che a valle della filiera produttiva. Ogni azienda deve essere in grado di possedere e fornire informazioni sui prodotti immessi sul mercato, come, ad esempio, quelle relative alla loro composizione, al contenuto di materiale riciclato, alla riparabilità: tutti dati che potrebbero favorire migliori processi di riutilizzo, riparazione e riciclo e quindi permettere di chiudere il ciclo dei materiali. Per quanto riguarda la piena conformità delle aziende, penso che gli Stati debbano avere la volontà politica di migliorare le condizioni in cui agiscono i Sistemi EPR. In molti Paesi le iniziative di monitoraggio e controllo sono largamente insufficienti. Ad esempio, nel caso della Svezia, il tasso di riciclo degli imballaggi in plastica non ha rispettato lo standard per molti anni e non è successo nulla, nemmeno una sanzione minima ai Produttori. Se le istituzioni pubbliche non cambiano il loro approccio, perché i produttori dovrebbero impegnarsi per raggiungere i target? I decisori politici dovrebbero avere più voglia di migliorare questa situazione, anche se garantire la piena conformità è una cosa estremamente complessa.

Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Erion: sistemi EPR per ridurre rischi approvvigionamento delle materie prime

Studio commissionato da Erion alla società di consulenza dss+. Bonato: Sistemi di Responsabilità Estesa dei Produttori per colmare il gap tra obiettivi di sostenibilità e l’approvvigionamento risorse strategiche

Dipendiamo troppo da materie prime vergini, in primis critical raw materials come litio e palladio, per sostenere la transizione ecologica. Una tradizionale prospettiva estrattivista non sarà sufficiente a colmare il gap tra bisogni e disponibilità, soprattutto perché alcuni materiali cruciali per le nuove tecnologie – quelle digitali e quelle green – sono nelle disponibilità quasi esclusive di una manciata di Paesi. Una delle soluzioni a questa impasse arriva dallo studio “Erion Vision 2050: Passato, Presente e Futuro dei Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore” commissionato da Erion alla società di consulenza dss+ e presentato ieri in occasione dell’evento “Forum sulla Responsabilità Estesa del Produttore. La nuova generazione europea dei Sistemi Collettivi” a Firenze.

Ripensare il ruolo dell’EPR: “Vettore di approvvigionamento e ottimizzazione delle risorse”

I Sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), nati negli anni 90 sia per organizzare e finanziare la gestione dei rifiuti, sia per stimolare una migliore progettazione dei prodotti, si trovano ora ad affrontare una sfida importante: colmare il gap tra gli obiettivi programmatici di sostenibilità e l’approvvigionamento di risorse strategiche per l’Unione Europea” ha spiegato Danilo Bonato, direttore generale di Erion Compliance Organization. “È quindi fondamentale ripensare il ruolo dell’EPR all’interno dell’UE, in particolare in risposta alle urgenti richieste di materie prime critiche e all’imperativo di decarbonizzare l’economia in un quadro di coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile”.

Alcuni dati aiutano a capire perché, secondo Erion, questa svolta è necessaria.

La domanda di materie primeIl consumo medio pro capite globale di risorse è di circa 12,5 tonnellate all’anno: “È evidente che le attuali politiche non risultino essere sufficienti a ridurre l’uso di materie prime, la cui domanda crescerà – rispetto al 2000 – di 2,5 volte entro il 2050”.  Le dimensioni del mercato delle materie prime critiche (MPC), necessarie per la transizione energetica, ha raggiunto i 320 miliardi di dollari nel 2022, rendendoli uno dei focus dell’industria mineraria. Si stima infatti che entro il 2030 la domanda globale di critical raw materials (CRM), necessaria per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dalla Commissione Europea, crescerà di 3,5 volte superando le 30 milioni di tonnellate (fonte: IEA – Net Zero Emissions by 2050 Scenario).

La fame di litio e cobalto. Nel settore clean-tech (le tecnologie pulite) la domanda di litio è passata dal 30% del totale della domanda globale del 2017 al 56% del 2022. Quella di Cobalto dal 17% al 40%.

 

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“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

“L’economia circolare dipende anche dalle scelte di acquisto dei consumatori”

Lo ha detto Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, ai microfoni di RDS Green, il podcast di RDS dedicato ai grandi temi dell’ambiente. Riascolta l’intervento

Lo scorso 5 giugno, in occasione della giornata mondiale per l’ambiente, Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, è intervenuto ai microfoni del Podcast RDS Green per parlare delle singole azioni quotidiane che portano a risultati sorprendenti nella gestione di un’economia circolare.

“Puntare su prodotti di ecodesign”

Il primo punto di riflessione affrontato da Fluttero è stato quello sulle abitudini di acquisto dei consumatori che sono ogni giorno di più chiamati a seguire la traccia dell’ecodesign. “Abbiamo – ha detto Fluttero – una quota di responsabilità nel capire come comprare prodotti che siano più sostenibili, più durevoli, più riciclabili e poi, quando quel prodotto arriva a fine vita, conferirlo bene. Potremmo costruire questo modello di economia circolare che sicuramente ci garantirà un miglioramento dal punto di vista ambientale e sociale.”

L’impegno di Erion per la sostenibilità

Fluttero ha poi ripercorso il 2023 del Sistema Erion annunciando i risultati di raccolta, le performance di riciclo e quelle ambientali legati al lavoro dei Consorzi: “Nel 2023 abbiamo gestito e governato oltre 250mila tonnellate di rifiuti nei vari settori in cui siamo presenti, garantendo una significativa riduzione di emissioni di CO2, una quantità importante (più di 200 mila tonnellate) di Materie Prime Seconde recuperate ed evitato il consumo di un milione di metri cubi di acqua”.

 

Il 2023 di Erion è ampiamente dettagliato nel Bilancio di Sostenibilità 2023, disponibile nel sito www.erionesseresostenibili.org

Nel 2023 Erion ha gestito, su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti tra RAEE Domestici, RAEE Professionali, Rifiuti di Batterie e Rifiuti di Imballaggi

Nel 2023 Erion ha gestito, su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti tra RAEE Domestici, RAEE Professionali, Rifiuti di Batterie e Rifiuti di Imballaggi

Grazie alla gestione dei RAEE Domestici, riciclati all’88%, sono state reimmesse nei cicli produttivi oltre 204.000 tonnellate di Materie Prime Seconde, è stata evitata l’immissione in atmosfera più di 1,5 milioni di tonnellate di CO2eq e sono stati risparmiati 335 milioni di kWh. Grazie alla gestione dei Rifiuti di Batterie sono state evitate 1,1 mila tonnellate di CO2eq, risparmiati più di 3 milioni di kWh e oltre 1 milione di m3 di acqua.

Nel 2023, Erion – il più importante Sistema multi-consortile di Responsabilità Estesa del Produttore – ha istituito un nuovo consorzio, rafforzato il posizionamento degli altri cinque sistemi collettivi, assunto 8 nuovi professionisti e distribuito valore economico per 126.210.994 €in crescita del 5% circa rispetto al 2022. Non solo, Erion ha gestito su tutto il territorio italiano, un totale di 252.272 tonnellate di rifiuti di cui 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (il 67% del totale nazionale), 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie, 2.896 tonnellate di RAEE Professionali e 11.500 tonnellate di Rifiuti di Imballaggi.

 

Danilo Bonato, DG Erion Compliance Organization: “I dati del 2023 rappresentano per noi una nuova sfida a fare di più e meglio”

Questo il quadro che emerge dal Bilancio di Sostenibilità 2023 del Sistema che, rispetto all’anno precedente, ha però subito una flessione nelle quantità raccolte di circa il 2% (257.705 tonnellate nel 2022).

“I risultati presentati nel Bilancio di Sostenibilità 2023 di Erion evidenziano la centralità del riciclo dei rifiuti per lo sviluppo dell’economia circolare e l’approvvigionamento di materie prime strategiche necessarie a numerosi comparti industriali. Un processo fondamentale per l’Italia dato soprattutto il momento storico in cui ci troviamo, caratterizzato da una sempre più crescente scarsità di risorse e di dipendenza delle importazioni da Paesi Terzi. Raccogliere e gestire correttamente RAEE, Rifiuti di Batterie e di Imballaggi e, presto, anche Rifiuti Tessili è un requisito strategico per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Per farlo, abbiamo bisogno di rendere più consapevoli i cittadini, soggetto primario di un modello di economia circolare, attivandoli su una corretta raccolta differenziata, offrendo loro modalità più semplici per consegnare i rifiuti ai sistemi come Erion e favorendo una maggiore collaborazione” ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization. “Ecco perché i dati del 2023 rappresentano per noi una nuova sfida a fare di più e meglio affinché la leadership italiana nel settore del riciclo dei rifiuti sia raggiunta anche nelle filiere dei RAEE e delle batterie e, nel prossimo futuro, anche nel tessile. Per riuscirci abbiamo bisogno di fare rete con le Istituzioni, i media, le organizzazioni, i cittadini, e creare un paradigma in cui il riciclo diventi una consuetudine culturale e sociale, un’abitudine imprescindibile. In quest’ottica Erion continuerà a lavorare sul versante della comunicazione, dell’educazione e della formazione per rafforzare quella cultura della sostenibilità che caratterizza il nostro Sistema fin dal suo primo giorno di lavoro”.

L’operato di Erion con istituzioni e cittadini per il miglioramento della filiera

Nel 2023 Erion ha continuato ad appellarsi alle Istituzioni per migliorare la filiera, chiedendo azioni concrete: dalla riduzione e semplificazione della burocrazia a misure di incentivazione, sanzione e controllo per contrastare i flussi paralleli di RAEE; da linee di intervento su settori specifici come la raccolta domiciliare e la micro-raccolta, a iniziative di comunicazione e informazione per i cittadini e gli utilizzatori. Il Sistema multi-consortile ha inoltre seguito direttamente le novità legislative del 2023 come l’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo sulle Batterie, di quello che disciplina la responsabilità nella preparazione al riutilizzo dei RAEE e dell’obbligo per i Produttori di Prodotti del Tabacco di partecipare ad un sistema di Responsabilità Estesa del Produttore. Il 2023 è stato anche l’anno della revisione, tanto attesa, delle Direttiva quadro sui rifiuti e della proposta di Regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti di Imballaggi. Passaggi normativi compiuti o ancora in itinere, che Erion ha seguito direttamente contribuendo a informare a 360° i propri stakeholder, grazie a studi, eventi, dibattiti e programmi formativi e informativi.

La raccolta e dei RAEE Domestici

Nel 2023, con un livello di servizio del 99,23%, Erion WEEE ha gestito 232.023 tonnellate di RAEE Domestici (in calo di quasi il 6% rispetto all’anno precedente). La riduzione è dovuta principalmente ai minori volumi raccolti del Raggruppamento R3 (TV e monitor: 30.933 tonnellate, -31% rispetto al 2022) che ha registrato un calo dopo la crescita elevata degli anni precedenti trainata dall’introduzione del “bonus rottamazione TV”. La contrazione della raccolta ha coinvolto anche i Raggruppamenti R1 (freddo e clima: 75.100 tonnellate, -3% rispetto al 2022) e R4 (piccoli elettrodomestici e informatica: 17.927 tonnellate, -7% rispetto al 2022). Crescono, invece, il Raggruppamento R2 (grandi bianchi: 107.805 tonnellate+3% rispetto al 2022) e il Raggruppamento R5 (sorgenti luminose: 258 tonnellate, + 18% rispetto al 2022).

Si tratta, comunque, di risultati di grande rilievo che evidenziano quanto i RAEE rappresentino un settore strategico per l’economia circolare, ancor più nell’attuale contesto caratterizzato da una forte carenza di materie prime. Nel dettaglio, con un tasso di riciclo pari al 88% del totale di RAEE Domestici gestiti, sono state recuperate e reimmesse nei cicli produttivi 204.222 tonnellate di Materie Prime Seconde di cui 126.212 tonnellate di ferro, quantità necessaria per costruire 17 Tour Eiffel, 29.070 tonnellate di plastica, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 11 milioni di sedie da giardino5.685 tonnellate di rame, equivalenti al rivestimento di 62 Statue della Libertà, 5.147 tonnellate di alluminio, equivalenti alla quantità necessaria per produrre oltre 321 milioni lattine.

Ai risultati operativi si aggiungono i benefici ambientali generati dalla corretta gestione dei RAEE Domestici: nel 2022 è stata evitata l’immissione in atmosfera di oltre 1,5 milioni di tonnellate di CO2eq (corrispondenti alle emissioni generate da un’auto che percorre circa 177 mila giri intorno all’equatore), con un risparmio di più di 335 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 124 mila famiglie italiane in un anno).

La raccolta dei Rifiuti di Batterie

Durante il 2023 Erion Energy ha gestito 5.853 tonnellate di Rifiuti di Batterie (RB) di cui 4.266 sono Batterie per Veicoli1.503 tonnellate Batterie Portatili e le restanti 84 tonnellate Batterie Industriali.

La raccolta complessiva di Rifiuti di Batterie (RB) da parte di Erion Energy ha subito una contrazione del 42% rispetto al 2022, dovuta principalmente alla decrescita del 50% nella gestione dei Rifiuti di Batterie per veicoli rispetto all’anno precedente. Al contrario i Rifiuti di Batterie Industriali gestiti hanno raggiunto un +79% rispetto al 2022, e i Rifiuti di Batterie Portatili hanno registrato un lieve aumento nel 2023 (+3%).

Nel 2023, Erion Energy ha sviluppato, con il supporto della società di consulenza dss+, uno strumento che permette di valutare i benefici della corretta gestione dei RB su tre indicatori ambientali. Dalla corretta gestione dei RB: nel 2023 è stata evitata l’immissione in atmosfera di più di 1.100 di tonnellate di CO2eq (corrispondenti a quelle assorbite in un anno da un bosco grande quanto 168 campi da calcio), con un risparmio di più di 3 milioni di kWh di energia (pari al consumo elettrico annuo di circa 674 famiglie italiane costituite da 4 persone) e oltre 1 milione di mdi acqua risparmiata (corrispondenti al volume di 432 piscine olimpioniche).

Il Sistema Erion cresce

Il 2023 ha visto la nascita del sesto Consorzio del Sistema: Erion Textiles, dedicato alla gestione dei Rifiuti di Prodotti Tessili in Italia. Nato nell’aprile del 2023 a seguito della revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti che estenderà al settore tessile il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, il Consorzio ha accolto l’ingresso della proposta di revisione della Direttiva Quadro sui Rifiuti dell’Unione Europea, confermando il proprio obiettivo di assicurare la creazione di una legislazione ispirata alle buone pratiche EPR , coerentemente con le aspettative dei Produttori sui futuri scenari di circolarità per il settore tessile.

Per prepararsi al meglio a sostenere la crescita del Sistema Erion, nel 2023 ECO ha promosso il modello “Agile Future” che consiste in un nuovo approccio alla modalità di lavoro per una gestione efficace ed equilibrata del tempo delle persone, sia professionale che personale. Un’innovativa formula contrattuale che consente ai dipendenti di Erion di usufruire dello smart working per tre giorni a settimana e allo stesso tempo elimina il vincolo prefissato di orario di inizio e fine della prestazione lavorativa.

Infine, la survey sulla soddisfazione dei Soci condotta nel 2023 ha confermato l’apprezzamento dei Produttori per la qualità e la competitività dei servizi forniti da ECO. Da questa, infatti, è emerso che il 98% dei partecipanti consiglierebbe Erion ad altri Produttori e che secondo il 96% Erion fornisce un supporto adeguato ai propri Consorziati.

È possibile visionare i dati completi del Bilancio di Sostenibilità 2023 di Erion collegandosi al sito https://erionesseresostenibili.org/it/. Il sito e il Bilancio sono disponibili anche in lingua inglese.

Erion e SDA Bocconi lanciano la seconda edizione di “Circular Economy Strategy & Management Program for New Talents”

Erion e SDA Bocconi lanciano la seconda edizione di “Circular Economy Strategy & Management Program for New Talents”

Aperte fino al 24 giugno 2024 le candidature al corso di formazione destinato a laureati e giovani professionisti interessati ad acquisire competenze gestionali e tecniche in materia di sostenibilità ed economia circolare

Erion e SDA Bocconi School of Management lanciano la seconda edizione di “Circular Economy Strategy & Management Program for New Talents”, il corso di formazione che mira a creare nuove figure professionali nel settore dell’economia circolare, con focus sulle filiere dei prodotti elettronici, delle batterie, degli imballaggi, dei prodotti del tabacco e dei prodotti tessili.

Le candidature saranno aperte fino al 24 giugno 2024

Il corso si rivolge a laureati (Laurea Triennale o Magistrale) e giovani professionisti interessati ad acquisire competenze gestionali e tecniche in materia di sostenibilità ed economia circolare. Le studentesse e gli studenti interessati potranno presentare le loro candidature entro il 24 giugno 2024 direttamente dalla pagina web del corso sul sito di Erion. Il programma di studi, in partenza il 17 settembre 2024. Il programma, co-diretto da Edoardo Croci, Professor of Practice presso l’Università Bocconi, e Francesco Perrini, Associate Dean for Sustainability presso SDA Bocconi School of Management, adotta un approccio didattico innovativo che unisce le competenze formative di SDA Bocconi con l’esperienza di Erion, attraverso una combinazione vincente di lezioni in aula, momenti di laboratorio, testimonianze aziendali e visite agli impianti di trattamento. A valle dell’assessment finale, saranno rilasciati agli studenti l’attestato di partecipazione e il badge digitale delle competenze SDA Bocconi, che potrà essere aggiunto al proprio profilo LinkedIn. Inoltre, al termine del corso di formazione, i partecipanti più meritevoli avranno un accesso preferenziale alle selezioni per entrare a far parte del team di Erion.

La partecipazione al corso è gratuita

Le lezioni, a frequenza obbligatoria, si svolgeranno dalle 9.30 alle 17 presso il campus SDA Bocconi di Milano: un Near Zero Energy Campus, esempio di architettura d’avanguardia ad alta sostenibilità ambientale, collocato nel cuore della città. La partecipazione al programma è gratuita e interamente sostenuta da Erion, ad eccezione dei costi di trasferimento e di eventuale vitto e alloggio, che saranno a carico degli studenti. Tutte le informazioni sul corso formativo e le video-testimonianze dei partecipanti della prima edizione sono consultabili alla pagina ufficiale dell’iniziativa sul sito di Erion.

Erion Packaging all’Università di Brescia per una lezione sull’EPR

Erion Packaging all’Università di Brescia per una lezione sull’EPR

Il 15 maggio 2024 Roberto Magnaghi, Direttore Generale di Erion Packaging ha tenuto una lezione sull’approccio della Responsabilità Estesa del Produttore alla tematica del riciclo e recupero degli imballaggi

Il 15 maggio 2024, Roberto Magnaghi, Direttore Generale di Erion Packaging, ha tenuto un intervento all’Università di Brescia nell’ambito del Corso “Corporate Social Responsibility and Sustainability” del Corso di Laurea Magistrale in Management, Curriculum in Green Economy and Sustainability.

Una lezione sull’EPR nel campo del Packaging

La lezione di Magnaghi, introdotta da Antonio Tencati, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese dell’Ateneo bresciano, ha riguardato l’approccio della Responsabilità Estesa del Produttore alla tematica del riciclo e recupero degli imballaggi con un focus specifico sulle esperienze europea e italiana. Nel corso del suo intervento Magnaghi ha approfondito il tema del Nuovo Regolamento europeo degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio che, dopo un lungo iter legislativo, ha ricevuto, lo scorso 24 aprile, l’approvazione da parte del Parlamento Europeo e attende ora il sì del Consiglio Ue e il passaggio in Gazzetta ufficiale Ue. L’intervento del DG si è poi spostato sui risultati conseguiti da Erion Packaging durante il suo primo anno di attività e sugli aspetti innovativi introdotti dal Consorzio nella filiera degli imballaggi.

Una lettura politica del regolamento sugli imballaggi e dell’Ue che verrà

Una lettura politica del regolamento sugli imballaggi e dell’Ue che verrà

Perché il governo e l’industria esultano se nel regolamento sugli imballaggi, approvato negli scorsi giorni dal Parlamento europeo, l’economia circolare perde pezzi? Il provvedimento nato nell’era del Green Deal e modificato poco prima delle elezioni di giugno appare emblematico dei nuovi equilibri di potere

Il regolamento sugli imballaggi conferma una regola aurea del giornalismo: quando il fatto in sé non è nuovo, a farlo diventare notiziabile può concorrere la discussione attorno al fatto. Così è accaduto con il voto di mercoledì scorso del Parlamento europeo, che ha approvato senza grandi sorprese il testo di cui, soprattutto in Italia, si discute da tempo e su cui qui su EconomiaCircolare.com avete potuto leggere in maniera approfondita. Non sono emerse grandi novità rispetto all’accordo di marzo tra Parlamento e Consiglio, e la norma è stata approvata in via definitiva con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni.

“Per limitare gli sprechi – scrive il Parlamento europeo – è stata stabilita una proporzione massima di spazio vuoto del 50% che si applicherà agli imballaggi multipli e a quelli per il trasporto e per il commercio elettronico. In aggiunta, fabbricanti e importatori dovranno garantire che il peso e il volume degli imballaggi siano ridotti al minimo. Determinati tipi di imballaggi di plastica monouso saranno vietati a partire dal 1° gennaio 2030. Tra questi figurano gli imballaggi per frutta e verdura fresche non trasformate e per i cibi e le bevande consumati in bar e ristoranti, le monoporzioni (ad esempio condimenti, salse, panna da caffè e zucchero), i piccoli imballaggi monouso utilizzati negli alberghi e le borse di plastica in materiale ultraleggero al di sotto dei 15 micron. Per evitare effetti nocivi sulla salute, il testo vieta l’utilizzo dei cosiddetti inquinanti eterni, ovvero le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), al di sopra di determinate soglie negli imballaggi a contatto con prodotti alimentari”.

Nella lunga trafila  europea, quello della scorsa settimana è il terzultimo passaggio, l’ultimo a livello sostanziale. Adesso bisognerà attendere l’approvazione formale del Consiglio e poi la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea prima che il testo entri in vigore. Quel che è certo è che il proposito della Commissione di ridurre gli imballaggi (del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040), e in particolare i rifiuti da imballaggio in plastica, risale al 2019, quasi un’era geologica fa se consideriamo le incredibili trasformazioni politiche avvenute in questi anni nel Vecchio Continente. Il testo ufficiale della Commissione, presentato nel 2022, è stato poi ampiamente modificato. E nella sua attuale e ultima versione il Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR) è ampiamente indicativo di cosa avrebbe voluto essere l’Ue nel 2019 e di cosa è diventata nel 2024.

 

di Andrea Turco

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Regolamento europeo sugli imballaggi, sempre più vicino all’approvazione

Regolamento europeo sugli imballaggi, sempre più vicino all’approvazione

Raggiunta l’intesa tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue su una versione del testo che annulla l’impasse politico generato dalla contrapposizione tra riuso e riciclo. Roberto Magnaghi, Direttore Generale di Erion Packaging: “Posizione ragionevole che tiene conto dell’eccellenza della filiera italiana del riciclo”

Aggiornamento: Il 24 aprile, dopo la pubblicazione del presente articolo, il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria (con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni) il Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Prima di essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale Ue e entrare in vigore, l’accordo dovrà essere approvato formalmente anche dal Consiglio dell’Ue.

 

“No ai rifiuti creati dagli imballaggi, sì al riciclo e al riutilizzo!”. Con questo messaggio, diffuso su X lo scorso 15 marzo la Presidenza belga del Consiglio dell’Ue ha annunciato l’approvazione all’unanimità da parte dei rappresentanti permanenti dei 27 paesi membri (Coreper) del testo del Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi di revisione e abrogazione delle tre attuali Direttive in vigore.

Una norma per affrontare la crescita dei rifiuti di Imballaggi in Ue

L’accordo, che ha dato un importante spinta all’entrata in vigore del nuovo Regolamento, punta ad affrontare – ha chiarito la presidenza – “L’aumento dei rifiuti di imballaggio, armonizzando al tempo stesso il mercato interno e promuovendo l’economia circolare”. Una sfida importante viste le quantità crescenti dei rifiuti di packaging nell’UE, passate dalle 66 milioni di tonnellate nel 2009 alle 84 milioni di tonnellate nel 2021. “Ogni europeospiega in una nota il Parlamento europeoha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio nel 2021, una cifra che dovrebbe aumentare fino a 209 kg nel 2030 senza misure aggiuntive”.

Ultimo passaggio dell’iter atteso con l’inizio della prossima Legislatura Ue

Il peso sociale ed economico che il nuovo Regolamento avrà sulle filiere del packaging in Europa è stato reso palese da una lunga fase negoziale da parte del trilogo conclusasi lo scorso 4 marzo con un accordo provvisorio raggiunto, dopo dieci ore di trattative, tra Parlamento e Consiglio dell’Ue. Il testo concordato dalle due istituzioni, successivamente approvato dal Coreper il 15 marzo, è passato poi alla votazione della Commissione Ambiente (ENVI). L’ultimo passaggio dell’iter sarà la votazione nella plenaria del Parlamento Ue, attesa per la settimana del 22 aprile, ma che con tutta probabilità sarà in capo alla Legislatura che si formerà con le elezioni del prossimo giugno.

Le principali novità del nuovo Regolamento sugli imballaggi

Il testo dell’accordo prevede progressivi target di riduzione del packaging: del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, richiedendo anche una riduzione generale dei rifiuti degli imballaggi di plastica. Inoltre, il testo approvato prevede che alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura fresca non trasformata, imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati nei bar e nei ristoranti, porzioni individuali (ad esempio condimenti, salse, panna, zucchero), siano vietati dal 1° gennaio 2030 così come il packaging in miniatura per i prodotti da toilette e la pellicola termoretraibile per le valigie negli aeroporti. Per prevenire danni alla salute è stato anche introdotto il divieto di impiegare nel packaging dei prodotti alimentari le cosiddette “sostanze chimiche per sempre” (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o PFAS)

Una deroga per superare l’opposizione tra riuso e riciclo 

Il testo fissa nuovi obiettivi vincolanti di riutilizzo per il 2030 e obiettivi indicativi per il 2040. I target variano a seconda del tipo di imballaggio utilizzato dagli operatori: bevande alcoliche e analcoliche (dovrà essere riutilizzabile almeno il 10% degli imballaggi entro il 2030. Sono esclusi vino e vini aromatizzati, liquori, latte e altre bevande altamente deperibili) imballaggi per il trasporto e la vendita (esclusi gli imballaggi utilizzati per merci pericolose o attrezzature di grandi dimensioni e gli imballaggi flessibili a diretto contatto con gli alimenti) e imballaggi multipli. L’accordo raggiunto dal Parlamento e dal Consiglio Ue ha superato l’impasse iniziale generato da posizioni politiche che favorivano il riutilizzo al riciclo. Tra i principali oppositori di questa strategia figura da sempre l’Italia che da anni esprime percentuali di riciclo del packaging superiori alla media europea. La trattativa in seno al trilogo ha sbloccato lo stallo prevedendo la facoltà per gli Stati membri di concedere deroghe sugli obiettivi di riutilizzo agli operatori dei settori coinvolti se le percentuali di riciclo dei singoli materiali di imballaggio supereranno di almeno 5 punti percentuali gli obiettivi definiti Bruxelles.

Roberto Magnaghi, DG di Erion Packaging: “Soluzione ragionevole che non penalizza le aziende”.

Erion Packaging, il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione degli imballaggi dei prodotti tecnologici, ha seguito da vicino tutto l’iter che ha accompagnato la stesura del testo provvisorio del nuovo Regolamento, auspicando una soluzione che non penalizzasse la filiera del riciclo. Roberto Magnaghi, Direttore Generale del Consorzio, ha commentato così l’ultima versione del testo: “Parlamento e Consiglio hanno raggiunto una posizione ragionevole che tiene conto dell’eccellenza di Paesi come l’Italia nel campo del riciclo degli imballaggi. In trent’anni abbiamo sviluppato un know-how che ci permette di essere efficienti nel trattamento di tutti i materiali di imballaggio e di essere sistematicamente al di sopra della media europea in questo settore. Attenuare gli obblighi sul riuso introducendo una deroga per coloro che dimostrano di raggiungere alti tassi di riciclo degli imballaggi è una buona strategia per contribuire alla crescita dell’economia circolare senza danneggiare soggetti virtuosi e impegnati da anni su questo fronte.”