Imballaggi in carta: l’illusione della sostenibilità diventa packaging

Imballaggi in carta: l’illusione della sostenibilità diventa packaging

Diversi studi sottolineano che la carta, rispetto alla plastica, conferisce al packaging un aspetto più sostenibile. Ma è davvero sempre così?

La plastica contenuta negli imballaggi delle merci di largo consumo è un problema ormai conosciuto da tempo. Mentre il riciclo non riesce a tenere il passo con la produzione, una enorme quantità di questi materiali di scarto si accumula, anno dopo anno, tanto nelle discariche quanto nell’ambiente provocando disastri alla fauna marina, ai terreni coltivabili e all’ambiente circostante. Situazione che ha generato una coscienza civile nei consumatori che guardano sempre più in maniera negativa all’acquisto di questi prodotti, generando nelle aziende la preoccupazione della ricerca di una soluzione. Ma la soluzione in moltissimi casi nasconde e aumenta il problema.

Imballaggio in carta? È percepito come più sostenibile

Capita spessissimo infatti che l’imballaggio in plastica non venga sostituito, ma che a questo venga aggiunto un altro involucro in carta o cartone con l’obiettivo di dare una diversa e “sostenibile” percezione al consumatore finale. L’utente quindi acquisterà il prodotto pensandolo più “green” e con minore impatto sull’ambiente visto che si tratta di carta, senza considerare che sotto quel packaging ne troverà un altro, in plastica. Esistono una serie di ricerche – otto diversi studi riportati dalla Harvard Business Revew – con oltre 4.000 partecipanti provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Paesi Bassi, che riportano i comportamenti dei consumatori e le loro abitudini. Da questi studi si evince che chi compra percepisce l’imballaggio di un prodotto come più rispettoso dell’ambiente se ha uno strato aggiuntivo di carta (anche se sotto è di plastica), rispetto a chi vede e deve acquistare un prodotto uguale visibilmente confezionato in una confezione di plastica identica, ma senza la carta.

Ovviamente non è sempre così e ci sono anche aziende virtuose che lavorano alla riduzione della plastica negli imballaggi. Unilever, ad esempio, si è impegnata a dimezzare il suo utilizzo di plastica non riciclata entro il 2025, mentre la catena di supermercati britannica Tesco ha lanciato un’iniziativa di imballaggio sostenibile per ridurre la sua impronta annuale di 1,5 miliardi di pezzi di plastica (ovviamente aspettiamo di vedere i risultati di questi impegni). Il problema del sovra imballaggio è comune, per esempio, alla stragrande maggioranza delle confezioni di dentifricio: al necessario involucro di plastica aggiungono un cartone, e alle volte altra plastica che contiene tubetto e spazzolino. Una follia, inutile, dannosa e antieconomica.

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“Sette europei su dieci sono preoccupati per l’aumento degli imballaggi di carta e cartone”

“Sette europei su dieci sono preoccupati per l’aumento degli imballaggi di carta e cartone”

Sondaggio YouGov per l’associazione Fern: 6 mila intervistati totali in Germania, Francia, Svezia, Italia e Finlandia. Secondo Fern, la proposta di regolamento sugli imballaggi sarebbe “a rischio annacquamento”

Secondo un sondaggio YouGov condotto per l’associazione europea Fern (che si occupa di protezione delle foreste e dei diritti delle persone che da esse dipendono) un’ampia maggioranza degli europei (oltre il 70%) è preoccupata per l’aumento degli imballaggi in carta e cartone. Dopo i risultati della nostra survey sullo sfuso (leggi qui) un altro segnale contro l’overpackaging.

“Questo sondaggio – commenta Hannah Mowat, Campaigns Coordinator di Fern – dimostra che i consumatori europei sono molto più avanti dei loro politici quando si tratta di rifiuti di imballaggi di carta”.

I risultati

Più di sette persone su dieci tra quelle che hanno partecipato al sondaggio di YouGov commissionato da FERN e condotto in Germania, Francia, Svezia, Finlandia e Italia sono allarmate per l’aumento del consumo di imballaggi. Per poco meno di sei cittadini su dieci, la preoccupazione è legata agli effetti che questa crescita ha sulla foreste. L’Italia è uno dei Paesi dove questa preoccupazione è maggiore. Rispetto alla media del 58%, infatti, in Italia è il 67% del campione a dichiararsi allarmato per la salute delle foreste, a fronte del 64% francese, del 57% Tedesco, del 55% svedese e del 44% finlandese.

Un terzo circa di chi ha partecipato al sondaggio europeo (30%) è preoccupato per le quantità crescenti di rifiuti di imballaggi in carta da dover gestire.

Una seconda domanda del sondaggio ha riguardato le responsabilità di ridurre l’uso di imballaggi in carta e cartone e i loro rifiuti. Il 25% del campione ritiene che questa responsabilità ricada sulle spalle dei singoli consumatori, il restante e largamente maggioritario 75% (tre intervistati su quattro) pensa invece che la riduzione degli imballaggi sia responsabilità dei governi. In Italia è l’82% delle persone interpellate a chiedere che la riduzione dei consumi fosse limitata per legge.

Le interviste sono state effettuate online da YouGov, tra l’11 e il 17 aprile, su un campione totale di circa 6.000 persone, di cui circa 2.000 in Germania e 1.000 negli altri Paesi (1100 in Italia). I riultati, spiega Fern, ”sono rappresentativi di tutti gli adulti” nei rispettivi Paesi.

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Regolamento imballaggi, la bocciatura della commissione Politiche Ue del Senato

Regolamento imballaggi, la bocciatura della commissione Politiche Ue del Senato

La 4° Commissione del Senato ha approvato la risoluzione messa a punto dal presidente Terzi di Sant’Agata (FdI): la proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio della Commissione europea “non rispetta i principi di sussidiarietà e di proporzionalità”

La proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio presentata dalla Commissione non rispetta i principi (fondativi della legislazione europea) di sussidiarietà e proporzionalità. Una sonora bocciatura contenuta nella risoluzione approvata ieri (coi voti contrari delle opposizioni) dalla Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato, che, per questo, intende adottare sulla proposta un parere motivato.

A spiegare questo giudizio – arrivato dopo numerose audizioni – soprattutto lo sbilanciamento ravvisato dalla Commissione verso il riutilizzo a scapito del riciclo, di cui l’Italia è campione in Europa; la scelta dello strumento legislativo del regolamento piuttosto che di una direttiva; una valutazione di impatto giudicata insufficiente e un eccessivo ricorso ad atti delegati.

Ricordiamo che, con il Trattato di Lisbona, i parlamenti nazionali possono inviare alle istituzioni europee pareri motivati in merito alla conformità al principio di sussidiarietà di ciascun progetto di atto legislativo dell’UE (cosiddetto allarme precoce o early warning). “Qualora i pareri motivati raggiungano determinate soglie – leggiamo sul sito della Camera dei deputati – il progetto dovrà essere riesaminato e potrà essere confermato, modificato o ritirato. Il Trattato prevede altresì la possibilità di presentare ricorso alla Corte di giustizia per violazione del principio di sussidiarietà”.

Il principio di sussidiarietà prevede che “l’azione da intraprendere a livello dell’Unione europea sia giustificata rispetto alle possibilità offerte dall’azione a livello nazionale, regionale o locale”. È il principio per cui l’Unione europea non interviene se non nei settori di sua esclusiva giurisdizione, a meno che la sua azione non sia considerata più efficace di quella intrapresa al livello nazionale. Il principio di sussidiarietà è strettamente connesso al principio di proporzionalità, secondo cui l’azione intrapresa dall’Unione non deve andare al di là di quanto necessario per il raggiungimento degli obiettivi dei trattati.

Leggi lo SPECIALE | Regolamento Imballaggi

 “Meglio una direttiva”

“La scelta di un regolamento, in sostituzione della direttiva, non appare necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo di armonizzazione delle normative nazionali in materia di imballaggi, ai fini di sostenibilità ambientale e di miglioramento del funzionamento del mercato europeo degli stessi”, si legge nella risoluzione. Mentre il regolamento è un atto giuridico vincolante che deve essere applicato in tutti i suoi elementi da tutti gli Stati membri, la direttiva è un atto che stabilisce un obiettivo che tutti i paesi dell’UE devono conseguire, ma spetta ai singoli Paesi definire come. Si legge nella risoluzione: “La direttiva (la 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, n.d.r.) consente infatti agli Stati membri di definire a livello nazionale le misure più appropriate per il raggiungimento degli obiettivi e dei target definiti dalle norme europee, tenendo conto delle peculiarità nazionali e consentendo agli Stati più avanzati di perseguire una politica più ambiziosa per quanto riguarda la gestione di imballaggi e rifiuti di imballaggio, mantenendo i sistemi esistenti che già hanno dimostrato la loro efficacia, anche a fronte degli ingenti investimenti pubblici e privati”.

Riciclo penalizzato a vantaggio del riuso

Come già fatto da esponenti del governo, la bozza del regolamento imballaggi viene letta alla luce di una presunta contrapposizione tra riutilizzo e riciclo (non considerando che nell’economia circolare e nella gerarchia europea dei rifiuti convivono, con priorità al primo): in particolare sarebbe il riciclo (e Paesi che come l’Italia nel riciclo sono all’avanguardia) ad avere la peggio. Recita infatti la relazione: “La proposta appare eccessivamente sbilanciata – in chiara violazione del principio di proporzionalità – in favore delle soluzioni di riutilizzo, a discapito delle attività di riciclo, senza fornire un’adeguata evidenza scientifica a sostegno del riutilizzo rispetto al riciclo”. Secondo i firmatari della risoluzione, “il riutilizzo infatti non garantisce sempre il risultato migliore, sul piano della tutela dell’ambiente, della salute e dell’igiene, dovendosi effettuare, caso per caso, valutazioni di fattibilità e sostenibilità economica, lungo l’intero ciclo di vita del prodotto”. Ancora: “Il riutilizzo implica spesso procedure inquinanti connesse con la necessaria sanificazione e sterilizzazione dell’imballaggio e rischia anche ricadute a danno della salute pubblica, soprattutto nel settore dell’alimentazione, in violazione del principio di neutralità tecnologica”.

Leggi anche: Regolamento Ue sugli imballaggi, ecco i prossimi passi fino al 2030

 

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Milano, i finalisti del premio Best Packaging in mostra alla Design Week 2023

Milano, i finalisti del premio Best Packaging in mostra alla Design Week 2023

Dal 18 al 23 aprile 2023, l’esposizione “L’etica del packaging: dai nuovi codici grafici al design for all”, sarà allestita dall’Istituto Italiano Imballaggio negli spazi di Via Marsala 3, nel cuore del Brera Design District

Dal 18 al 23 aprile, la Milano Design Week 2023 ospiterà L’etica del packaging: dai nuovi codici grafici al design for all”, la mostra dei concept finalisti del premio Best Packaging organizzato dall’Istituto Italiano Imballaggio.

La mostra
Allestita negli spazi di Archivolto Events in via Marsala, 3, a Milano, l’esposizione racconterà l’evoluzione nostro quotidiano, le tendenze in atto e i nostri comportamenti di consumo , attraverso 14 imballaggi primari e 11 secondari e da trasporto, insieme a 5 progetti proposti da altrettante startup innovative e 3 tesi di dottorato. C’è chi acquista online, chi riutilizza, chi ancora si fa conquistare da immagini e colori delle confezioni, chi preferisce il monomateriale o smaltire tutto con l’umido. La mostra intende, inoltre, entrare nel cuore del modo di progettare contemporaneo, attraverso un calendario di incontri tecnici sulla progettazione, la stampa artistica e lo storytelling di progetti di innovazione di aziende che sono diventate ambasciatrici della Fondazione Carta Etica del packaging.

Gli incontri sul packaging
Il 18 aprile alle ore 15.30 si terrà un Incontro con Erik Ciravegna, ricercatore dell’Università di Bologna, per parlare di “The Good Packaging – Ripensare gli imballaggi in tempi di crisi: implicazioni etiche e approccio sistemico nella progettazione di un oggetto complesso”, cui seguirà una tavola rotonda. Il 20 aprile, invece, sarà la volta di un workshop dedicato alla stampa. Il giorno successivo, 21 aprile, è in programma la cerimonia di premiazione dei vincitori del contest Best Packaging 2023, con la conduzione del comico Diego Parassole.

Perché l’Italia si oppone al regolamento europeo sugli imballaggi?

Perché l’Italia si oppone al regolamento europeo sugli imballaggi?

Presso la Commissione Politiche dell’Unione europea al Senato si è svolta l’audizione che ha messo insieme le ragioni dei comparti industriali che si oppongono alla proposta del regolamento europeo sugli imballaggi. Per il CONAI “il riciclaggio è un’eccellenza italiana che viene incentivata anche dal PNRR”

Si è svolta ieri al Senato, presso la Commissione Politiche dell’Unione europea, l’ audizione sul regolamento europeo sugli imballaggi. L’iniziativa promossa dal Parlamento parte dalla presa di posizione dell’Italia, ufficializzata dal governo Meloni su spinta di un’ampia parte del settore industriale: il nostro Paese è uno dei pochi contrari allo spirito e alle esigenze di un regolamento che, nelle intenzioni delle istituzioni europee, mira a ridurre la produzione di packaging, a promuovere il riutilizzo e la ricarica, ad aumentare  l’uso della plastica riciclata e ad agevolare il riciclaggio degli imballaggi.

L’Italia, come è noto, teme però che con le nuove regole, proposte dalla Commissione europea il 30 novembre 2022 e attualmente in fase di discussione al Parlamento europeo, di perdere il proprio primato sul riciclaggio e sulle bioplastiche: per farlo invita, tra le altre cose, a togliere l’obbligatorietà del deposito su cauzione. Ecco perciò che nell’audizione di ieri sono stati invitati i principali attori di queste filiere:CONAI (Consorzio Nazionale imballaggi), Confcommercio, Giflex, Clean Carbon Conversion, Biorepack (Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile), Confagricoltura, CNA, Confartigianato, FISE Assoambiente, Confindustria Cisambiente, Assobioplastiche, Anfima, Egualia e Confimi.

Un’occasione utile per conoscere più nel dettaglio le ragioni di un comparto che vanta notevoli interessi economici, migliaia di posti di lavoro e una presenza diffusa nei territori.

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Le criticità del Senato sul regolamento imballaggi 

Apre l’incontro la (breve) relazione del presidente della quarta Commissione Giuliomaria Terzi di Sant’Agata. “Sin da subito abbiamo individuato alcuni elementi di criticità nella proposta europea a partire dai principi di sussidiarietà e complementarietà. C’è stata un’interlocuzione pochi giorni fa con la Commissione europea, mentre la relazione del governo individua diverse criticità sull’impianto complessivo della proposta di regolamento. Da parte nostra stiamo lavorando a un documento che mette insieme alcuni punti che non ci convincono, con lo scopo di elaborare un parere motivato – dice il presidente – Nel regolamento europeo sugli imballaggi c’è un ricorso eccessivo agli atti delegati, su aspetti tecnici e sensibili. Riteniamo inoltre discutibile la scelta di non affidarsi a una direttiva, che poteva essere più utile e più flessibile, data anche la notevole spesa pubblica  e privata che questo regolamento comporterà. In terzo luogo c’è la scelta tra riutilizzo e riciclo: già in passato l’Italia ha dimostrato che il riutilizzo non sempre garantisce i risultati migliori in alcune filiere, dall’agroalimentare al turismo fino al commercio al dettaglio e all’intrattenimento. Inoltre il riuso comporta maggiori spese per le piccole e medie imprese”.

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Erion Packaging, al via le attività operative

Erion Packaging, al via le attività operative

Il Consorzio del Sistema Erion dedicato alla gestione dei Rifiuti di Imballaggi ha effettuato i primi ritiri: inviate a riciclo oltre 360 tonnellate di rifiuti tra carta e cartone, plastica e legno

Il 30 gennaio 2023 Erion Packaging – a un mese esatto dal suo riconoscimento come Sistema collettivo da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) – ha avviato ufficialmente le attività operative del Consorzio gestendo la raccolta dei primi flussi di rifiuti di Imballaggi correlati alle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche.

Oltre 300 tonnellate di Imballaggi raccolte a febbraio 2023
Nei primi trenta giorni di operatività, chiusi a febbraio 2023, Erion Packaging ha gestito più di 360 tonnellate di Rifiuti di Imballaggi: di cui circa 190 tonnellate di carta e cartone, 20 tonnellate di plastica e 150 tonnellate di legno. Un’attività capillare resa possibile dalla stretta collaborazione del Consorzio con il partner Interzero Italy e a una rete di altri dieci partner commerciali.
“Siamo molto soddisfatti di questo primo mese di attività che rappresenta la nostra entrata ufficiale nella filiera italiana dei rifiuti di imballaggio alla quale siamo certi di poter dare un contributo importante in termini di efficienza e di competitività tra i vari soggetti che vi operano”, ha dichiarato il Direttore Generale di Erion Packaging, Roberto Magnaghi. “Dopo più di un anno e mezzo di attesa del riconoscimento da parte del MASE, siamo ora al lavoro per garantire la più completa compliance normativa ai nostri Produttori e per sostenere il loro impegno ambientale con iniziative rivolte allo sviluppo dell’economia circolare in Italia”.

L’iter di Erion Packaging verso il riconoscimento
Erion Packaging è nato nel luglio del 2020 dopo quasi due anni di lavori iniziati con l’analisi tecnico-legale di fattibilità per la creazione di un Consorzio per i Produttori di Imballaggi. L’iter è poi proseguito con la scelta dei fornitori e la creazione di un team di progetto, specializzato in innovazione e composto da manager qualificati, consulenti giuridici, tecnici e partner. Il 26 maggio 2021 il Consorzio ha inoltrato la richiesta di accreditamento all’allora Ministero della Transizione Ecologica. In attesa della pronuncia ministeriale, Erion Packaging è stato fautore di due particolari iniziative in chiave di economia circolare. La prima è stata la promozione, insieme al magazine EconomiaCircolare.com, del corso di alta formazione “Ecodesign The Future: Packaging edition” dedicato alla pratica e alla cultura dell’eco-progettazione degli Imballaggi per le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche che, da ottobre 2021 a gennaio 2022, ha impegnato 30 studenti e studentesse universitarie, in un programma di 50 ore suddiviso tra lezioni frontali e un workshop progettuale. La seconda è stata la redazione, insieme al partner Interzero Italy, delle “Linee Guida settoriali per l’etichettatura ambientale degli imballaggi delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE)”, strumento messo a disposizione dei Produttori in vista dell’entrata in vigore, dal 1° gennaio 2023, dell’obbligo di etichettatura dei prodotti.

Il 29 dicembre 2022 Erion Packaging è stato ufficialmente riconosciuto dal MASE come “sistema autonomo per la raccolta, recupero e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 221-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.

L’esperienza e la dedizione sono il nostro punto di forza

L’esperienza e la dedizione sono il nostro punto di forza

Il team Operations di Erion coordina le attività di raccolta e riciclo dei rifiuti gestiti dai Consorzi del Sistema su tutto il territorio nazionale. Come funziona e quali sono le caratteristiche principali di questa squadra? Ce lo racconta in questa intervista Niccolò Nocentini, Operations Manager

Il team Operations di Erion è il gruppo di lavoro incaricato di organizzare e controllare, per tutti i Consorzi del Sistema Erion, ogni aspetto legato all’organizzazione e lo svolgimento dei ritiri di competenza dei Consorzi stessi; lavoro che – nel caso dei rifiuti derivanti dai prodotti elettronici, pile ed accumulatori, imballaggi – permette di assicurarne il corretto riciclaggio e quindi il recupero delle Materie Prime Seconde da re-introdurre in nuovi processi produttivi, secondo i principi dell’economia circolare. Alla guida della squadra c’è Niccolò Nocentini che in questa intervista racconta le attività quotidiane e i punti di forza del suo gruppo di persone.

Il team Operations è l’organo del Sistema Erion interamente dedicato alle operazioni di logistica dei rifiuti. Quali sono i plus che il tuo gruppo garantisce ai Produttori del Sistema?
Il team Operations è una delle aree nevralgiche del Sistema Erion. Non si occupa soltanto dell’organizzazione e del controllo delle operazioni di logistica, ma anche della gestione dei Fornitori che eseguono, per conto dei vari Consorzi, i servizi di gestione dei rifiuti. Per ciascuno dei Consorzi Erion garantiamo che le missioni vengano svolte in modo conforme rispetto ai Livelli di Servizio (LdS) previsti, sia che si tratti di LdS contrattuali tra i Consorzi e i Fornitori, sia di quelli relativi a regolamenti operativi come quello del Centro di Coordinamento RAEE. Inoltre, assicuriamo che tutte le fasi della nostra attività avvengano nel pieno rispetto della normativa ambientale, per sua natura articolata e complessa; queste attività sono garantite sia nell’organizzazione e nel monitoraggio dei Fornitori diretti di logistica e trattamento, come nel caso di Erion WEEE e di Erion Energy, sia con il nostro main contractor, Interzero Italy, per quel che riguarda l’operatività di Erion Professional ed Erion Packaging, Consorzio che è stato appena riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Da quante persone è attualmente composto il team Operations?
Siamo in 11 e ci occupiamo dell’operatività di tutti i nostri Consorzi: Erion WEEE, Professional, Energy, Packaging e Care.

Quali sono i punti di forza del tuo team?
Il primo è sicuramente quello di essere formato da professionisti che lavorano nel settore da molto tempo. Il cuore del team Operations è impegnato, fin dalla nascita di Erion, soprattutto sull’operatività di Erion WEEE, il Consorzio di gestione dei RAEE. Conosciamo e mettiamo in essere quotidianamente, quindi, tutte le buone pratiche necessarie ed abbiamo la consapevolezza di dover gestire un’operatività molto complessa che, nel corso degli anni, è stata sviluppata, migliorata e consolidata; da Ecodom e Remedia, prima; da Erion, poi. L’altro plus del team Operations è quello di avere una dedizione al lavoro che denota, da parte delle ragazze e dei ragazzi del team, una partecipazione davvero sentita e perfettamente in linea con gli obiettivi di Erion. Siamo consapevoli che il nostro lavoro è solo una parte, per quanto centrale, di un Sistema molto più grande. In ogni momento di questo lavoro, dalla predisposizione della reportistica al rapporto quotidiano con i Fornitori, sappiamo di rappresentare Erion; è con questo spirito che portiamo avanti oneri e onori della nostra attività.

Nel bilancio di sostenibilità presentato nel giugno 2022, le nostre persone hanno individuato quattro valori precisi di Erion: concretezza, evoluzione, autorevolezza e determinazione. In quale di questi si riconosce maggiormente il tuo team?
Come team Operations ognuno di questi valori ci rappresenta e ci guida. La concretezza è insita nel nostro lavoro: se non fossimo concreti non potremmo svolgerlo al meglio. L’evoluzione è uno dei tratti a cui siamo chiamati a ispirarci dal momento che, seppur nati nel settore dei RAEE e dei RPA, ci siamo ritrovati a gestire, nel tempo, anche flussi di rifiuti diversi: dobbiamo necessariamente evolvere per portare il nostro know-how anche in questi nuovi settori. Autorevolezza è quello spirito di rappresentanza di cui parlavo prima: se non fossimo autorevoli, non potremmo servire al meglio la mission di Erion e non potremmo contribuire adeguatamente allo sviluppo del Sistema nel quale lavoriamo. La determinazione è rappresentata dalla dedizione del team al suo lavoro. Dobbiamo essere determinati nel sapere chi siamo, e che dobbiamo necessariamente svolgere il nostro lavoro al meglio; questo, perché il Sistema Erion ha un’importanza cruciale per i settori nei quali opera, e quando siamo chiamati a interloquire e confrontarci con i Produttori nostri associati, Fornitori, Competitor, Istituzioni o Consumatori, dobbiamo garantire un’immagine e un’operatività di Erion che sia, ogni giorno, perfetta.

 

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Erion pubblica le Linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi delle AEE

Erion pubblica le Linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi delle AEE

Dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore l’obbligo di etichettatura per tutti i comparti dell’economia che immettono sul mercato packaging. Il nostro Sistema multiconsortile, insieme a Erion Packaging – il Consorzio dedicato ai Rifiuti di Imballaggio – ha già messo a disposizione un vademecum per i suoi Produttori

Il 1° gennaio 2023 entrerà in vigore l’obbligo di etichettatura ambientale di tutti gli imballaggi immessi al consumo sul territorio italiano. La misura, arriva al termine di un lungo iter che si era avviato con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’11/9/2020 del D. Lgs. 116/20 che modificava l’art. 219, comma 5 del D. Lgs. 152/06, stabilendo che “Tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. I produttori hanno, altresì, l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, sulla base della decisione 129/97/CE della Commissione”

Il via libera all’avvio definitivo del procedimento è arrivato il 21 novembre 2022 con la pubblicazione del Decreto Ministeriale n. 360 del 28 settembre 2022, che ha adottato le Linee Guida sull’etichettatura ambientale ai sensi dell’art. 219, comma 5, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 .

Etichette fisiche e digitali
Come già previsto per le precedenti “Linee Guida”, disciplinate dal decreto ministeriale 114 del 16 marzo 2022 (poi abrogato e sostituito dm. 360/2022), rimane l’obbligo di indicare il materiale di imballaggio sulla base della decisione 97/129/CE della Commissione. Tale disposizione, utile “ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio”, riguarderà sia il packaging impiegato nel circuito commerciale e industriale (b2b) sia quello destinato all’uso domestico (b2c). In quest’ultimo caso sarà inoltre obbligatorio riportare le informazioni sulla destinazione finale degli imballaggi, utili ai consumatori per fare al meglio la raccolta differenziata dei loro imballaggi a fine vita. La grande novità contemplata dalle nuove Linee Guida riguarda la possibilità di utilizzare i canali digitali (App, QR Code, Codice EAN, siti web) che dovranno comunque essere “chiare, dirette, puntuali, facilmente accessibili e interpretabili” dal consumatore.

Erion pubblica le Linee guida per i Produttori del Sistema
In vista di questa importante novità legislativa, Erion ha redatto una versione aggiornata delle “Linee Guida per l’Etichettatura ambientale degli imballaggi di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche” a disposizione in download gratuito nella sezione “studi e proposte” del sito erion.it. “È un’iniziativa sviluppata da Erion per tutti i Produttori del Sistema con lo scopo di offrire uno strumento utile e specifico per il settore delle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ideato per guidarli al meglio nel processo di Etichettatura ambientale dei loro imballaggi e per informarli sulle principali novità introdotte dal nuovo obbligo di legge” ha dichiarato Roberto Magnaghi, Direttore Generale di Erion Packaging.

 

Scarica la versione aggiornata delle Linee guida per l’Etichettatura ambientale degli imballaggi di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche

Andrea Fluttero: “I sistemi consortili devono essere no-profit e gestiti da Produttori in una prospettiva di economia circolare”

Andrea Fluttero: “I sistemi consortili devono essere no-profit e gestiti da Produttori in una prospettiva di economia circolare”

Il 16 dicembre 2022 il Presidente di Erion Compliance Organization è intervenuto alla Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo

“La consapevolezza dei consumatori riguarda tutto lo sforzo che come europei stiamo facendo per concretizzare la transizione ecologica e, in particolare, per quanto riguarda il riciclo di materia, l’economia circolare”, lo ha detto Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, intervenendo al panel dal titolo “L’industria del riciclo: risultati, potenzialità e prospettive” organizzato, il 16 dicembre a Milano, da Fondazione per lo sviluppo sostenibile in occasione della Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo.

“Quando si compra un prodotto si paga per una serie di servizi”
Parlando di consapevolezza dei consumatori rispetto al riciclo post-consumo dei prodotti, Fluttero ha ricordato come dall’osservatorio di un Sistema multiconsortile come Erion si riescano a vedere da vicino i problemi e i limiti di questa specifica filiera. “Tra il 2022 e il 2023 – ha detto Fluttero – Erion WEEE, che è il Consorzio per la gestione dei RAEE domestici, investirà milioni in comunicazione, perché c’è davvero bisogno di informare i cittadini su diversi temi riguardanti i RAEE. Si pensi all’eco-contributo sul prezzo del prodotto che, a differenza di ciò che avviene per i pneumatici, non è evidente, ma internalizzato. Il consumatore non lo vede e non è consapevole che insieme al prodotto compra anche un servizio per la gestione del post-consumo. Peraltro, penso che sia necessario sapere che quando si compra un prodotto si copre il costo della materia prima, quello del progetto, della realizzazione, della commercializzazione e della corretta gestione del post-consumo”.

Il modello deproduttivo per la gestione del post-consumo
Fluttero ha poi evidenziato che: “Chi sta dentro al mondo dei sistemi di Responsabilità Estesa del Produttore, non gestisce flussi indifferenziati di rifiuti, ma flussi omogenei di prodotti post-consumo”. Per il Presidente di ECO sarebbe opportuno andare verso un’interpretazione speculare del mondo produttivo, ovvero considerare “un mondo deproduttivo che deproduce centinaia di prodotti post-consumo, ricavando la materia prima. Da questo punto di vista – ha aggiunto Fluttero – è indispensabile l’eco-progettazione, perché non si può chiedere ricerca e innovazione sul riciclo, o sulla preparazione per il riuso, senza pensare al mondo della deproduzione. Stiamo parlando di un modello che si sta evolvendo verso un sistema industriale in cui il ruolo dei Consorzi è centrale”.

“Per assicurare trasparenza i sistemi consortili devono essere realmente senza fini di lucro”
Per Fluttero, i sistemi consortili sono strumenti cardini anche nell’assicurare trasparenza nei confronti del consumatore: Tutti i sistemi consortili dovrebbero pubblicare i propri eco-contributi, per garantire trasparenza e consentire al consumatore di conoscere l’ammontare degli oneri per la corretta gestione del fine vita del prodotto. Per assicurare una gestione efficiente e trasparente del fine vita dei prodotti, senza conflitti di interesse nella filiera, i sistemi consortili devono essere realmente senza fini di lucro e gestiti dai produttori dei diversi regimi EPR, in una prospettiva di economia circolare”.

“L’Italia leader europeo nel settore del riciclo anche nel 2022”

“L’Italia leader europeo nel settore del riciclo anche nel 2022”

Presentato a Milano il Rapporto “Il riciclo in Italia 2022” promosso dalla Fondazione nazionale per lo sviluppo sostenibile a venticinque anni dalla entrata in vigore del Decreto Ronchi

Il 16 dicembre si è tenuta a Milano la Conferenza Nazionale dell’Industria del Riciclo “L’eccellenza del riciclo e le sfide future”, promossa dalla Fondazione nazionale per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con Conai e Pianeta2030 e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e di Ispra. L’evento, svoltosi nella sede del Corriere della Sera, ha rappresentato l’occasione per intessere un’ampia riflessione sulla filiera italiana del riciclo a venticinque anni dall’approvazione del Decreto Legislativo 22/97, noto come “Decreto Ronchi”, che nel nostro Paese ha dato l’avvio ad un moderno sistema industriale di gestione dei rifiuti. Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto sui risultati raggiunti dalla filiera e sulle sfide future attraverso gli interventi dei rappresentanti di importanti realtà nazionali dell’economia circolare.

Pichetto Fratin: “La legge Ronchi ha permesso di avviare un nuovo settore produttivo”
“In Lombardia c’è un sistema di raccolta differenziata consolidato che parte dalla filiera e arriva alle famiglie passando per le scuole. Lavoriamo in squadra perché l’economia circolare funziona se coinvolge tutti gli attori. Momenti come questo sono fondamentali per creare questi rapporti” ha detto, in apertura dei lavori, Riccardo Pase, Presidente Commissione Ambiente, Consiglio Regionale Lombardia. In un videomessaggio trasmesso alla Conferenza, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha ricordato come “Il riciclo rappresenta una necessità a tutela di quelle che sono le risorse naturali del nostro Paese, la protezione dell’ambiente e la difesa delle biodiversità”. Il capo del Mase ha poi evidenziato come nel settore del riciclo l’Italia abbia raggiunto un primato a livello europeo: “Siamo di nove anni avanti rispetto agli obiettivi sugli imballaggi e sui rifiuti urbani, così come nelle basse percentuali dei rifiuti che portiamo in discarica. La legge Ronchi ha permesso, in venticinque anni, di avviare un nuovo settore produttivo con migliaia di imprese creando occupazione e benessere”.

Edo Ronchi: “L’Italia dall’emergenza all’eccellenza”
Grande protagonista di giornata è stato proprio Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo sostenibile e promotore, venticinque anni fa, del Decreto Legislativo 22/97 sui rifiuti che porta il suo nome. A lui, come di consueto, è toccato il compito di svelare i numeri principali contenuti nelle 200 pagine del rapporto “Il Riciclo in Italia 2022” redatto con l’apporto dei 19 Consorzi delle filiere del riciclo. “Venticinque anni sono tanti – ha ricordato Ronchi – ma hanno permesso all’Italia di passare dall’emergenza all’eccellenza nel riciclo e i dati lo confermano. Dal 1997 al 2022 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani è passata dal 9,4% (pari a 2,5 Mt) al 63% (18,2 Mt), quella da rifiuti di imballaggi dal 31% (3,3 Mt) al 73% (10,5 Mt), mentre il riciclo dei rifiuti speciali è passato dal 21% (13 Mt) al 70,6% (112 Mt). Ed è con questi numeri, ha sostenuto Ronchi che l’Italia si è imposta come leader europeo di riciclo dei rifiuti arrivando al 72% di riciclo dei rifiuti urbani e speciali-industriali prodotti, staccando di ampia misura sia la Germania al 55% e che la media europea al 54%. Ottime performance anche sul tasso di utilizzo circolare della materia dove con una percentuale del 21,6%, siamo secondi solo alla Francia (22,2%) ma molto più avanti della Germania (13,4%) e della media Ue (12,8%).

Il primato italiano nel settore del riciclo
Ronchi ha anche parlato della crescita dell’industria del riciclo in Italia, mettendo in risalto i numeri relativi al 2022, ricavati da Ecocerved per il Rapporto. “Sono 4.767 le imprese del riciclo in Italia, con 236.365 addetti, pari a +41,5% dal 2010 al 2020. Ma anche il valore aggiunto per impresa è aumentato del +31% dal 2010 al 2020 raggiungendo un valore di 10,5 miliardi di euro. L’ex ministro ha poi riassunto i principali risultati delle 19 filiere italiane del riciclo, partendo da “quella degli imballaggi che, nel 2021 ha raggiunto un riciclo di 10,5 Mt di rifiuti pari al 73% dell’immesso a consumo, e superato i target europei del 65% al 2025 e del 70% al 2030 con nove anni di anticipo”. Ottimi numeri anche per filiere degli imballaggi in carta e cartone (85% riciclato nel 2021), vetro (77%), plastica (56%), alluminio (68%), acciaio (72%). Ancora leadership europea per l’Italia nel riciclo del legno (65%) e dei rottami di ferro dai quali si ricicla il 78% dell’acciaio nazionale. “La raccolta dei RAEE – ha aggiunto Ronchi – è aumentata del 5,3% rispetto al 2020 ma siamo ancora distanti rispetto al target europeo del 65%”. Il Presidente ha poi avanzato alcune proposte per promuovere il riciclo in Italia come utilizzare bene gli investimenti del PNRR e puntare sulle riforme previste; sviluppare misure incisive per affrontare le attuali difficoltà di mercato e il forte aumento dei prezzi dell’energia; rafforzare la domanda di Materie Prime Seconde per ridurre l’esposizione alla congiuntura economica negativa.

La discussione sulla proposta di Regolamento sugli imballaggi
Sulla proposta di Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio presentata il 30 novembre 2022 dalla Commissione europea, Ronchi ha detto: “Il confronto deve continuare per arrivare a una posizione condivisa da diverse parti in Italia”. L’ex ministro ha anche avanzato sei proposte di modifica all’attuale versione del Regolamento in modo, tra l’altro, da poter “comprendere e valorizzare il sistema nazionale italiano di gestione dei rifiuti d’imballaggio che ha raggiunto risultati ottimi”. Alla presentazione del Rapporto è seguita la tavola rotonda moderata da Edoardo Vigna, Responsabile Pianeta 2030 Corriere della Sera, e incentrata proprio sull’iter e i contenuti del nuovo Regolamento. Mattia Pellegrini Head of Unit, Unit B03 From Waste to Resources, Commissione Europea, ha detto: “La proposta richiede un lungo percorso di codecisione fra Parlamento e Consiglio che può arrivare a durare anni. Tutto il packaging dovrà essere riciclabile entro il 2030, attualmente lo è solo il 35%, quindi ci sarà bisogno di ulteriori investimenti nell’industria del riciclo”. Per Innocenzo Cipolletta Presidente Aifi e ex DG Confindustria: “Esiste una maniera corretta di fare regolamentazione che è quella di discutere con tutti i soggetti coinvolti nel processo di raggiungimento degli obiettivi di raccolta e riciclo”. Katia Da Ros Vicepresidente Confindustria ha detto: “Il nuovo Regolamento ci preoccupa perché anzitutto non può essere adattato alle esigenze dei vari Paesi come fa una Direttiva. In secondo luogo, perché ha molti punti critici, tra cui quello di andare nettamente verso il riuso, rispetto al riciclo, rischiando di smontare il sistema virtuoso che abbiamo costruito in questi ultimi 25 anni”.

Per il Presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, intervenuto in video collegamento: “La proposta di Regolamento sugli imballaggi, pone degli obiettivi condivisibili in quanto a riduzione degli sprechi e over packaging. La proposta è sicuramente migliorata rispetto alle prime bozze che sono circolate. Credo che ci siano tutti i presupposti per fare ulteriori miglioramenti e garantire il rafforzamento della leadership italiana nell’economia circolare”. Infine, Luca Ruini, Presidente di Conai, per il quale “Le preoccupazioni sulla proposta di Regolamento nascono dal timore che questa possa forzare i modelli più virtuosi che vengono applicati in Europa. L’Italia ottiene gli stessi risultati del Belgio che, però, è un Paese molto più piccolo di noi che abbiamo migliaia di comuni e due isole. In questo senso è necessario trovare strumenti che impediscano la dispersione dei flussi di rifiuti nell’ambiente”.