Erion, la nostra forza è che siamo persone prima che un’azienda

Erion, la nostra forza è che siamo persone prima che un’azienda

La principale risorsa di Erion sono le persone che con il loro lavoro ci consentono di migliorare giorno dopo giorno. Il segreto è mantenere un ambiente di lavoro sano in cui l’ascolto è lo strumento fondamentale. A capo di questo processo c’è l’area People and Welfare diretta dalla Manager Stefania Sedini

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Un’area in cui si raccolgono e si applicano idee, suggerimenti e osservazioni per migliorare l’ambiente di lavoro e il benessere – non solo aziendale – delle persone di Erion. Nessuno dei risultati che il Sistema raggiunge annualmente sarebbe possibile senza un gruppo coeso e motivato. Mantenere un alto livello di coinvolgimento e di dedizione è l’obiettivo principale del team People and Welfare, diretto dalla Manager Stefania Sedini.

Di che cosa si occupa il team People and Welfare di Erion?
La scelta di chiamare quest’area People and Welfare è stata davvero ispirata, perché questo nome sintetizza al meglio l’idea di mettere le persone al centro di tutte le attività di lavoro pensando per loro momenti di formazione, di ascolto e di crescita professionale. Anche questa è stata un’evoluzione rispetto alla classica denominazione “area HR” che invece dà l’idea di qualcosa di molto impersonale. In passato, sia Ecodom che Remedia hanno sempre creduto nell’importanza delle persone come chiave del successo, oggi vogliamo ancor di più promuovere una filosofia di reale benessere e sostenibilità del e sul lavoro. La nostra area opera secondo questo approccio. Ci occupiamo dell’ambiente di lavoro in tutti i suoi aspetti, dalla gestione e manutenzione degli spazi lavorativi, alla progettazione e all’erogazione di tutti i servizi necessari a supporto del core business del Sistema che sono quindi funzionali agli obiettivi aziendali. Crediamo sia importante creare un posto di lavoro piacevole, soddisfacente e sicuro. Vogliamo far sentire a proprio agio le persone che fanno parte di Erion. È per loro che immaginiamo soluzioni capaci di garantire un alto livello di welfare.

Ci puoi descrivere qualcuna di queste soluzioni?
Durante il periodo emergenziale dovuto alla pandemia, in cui era difficile trovare soluzioni per la pausa pranzo, abbiamo attivato il servizio Foorban, installando un frigorifero smart che distribuisce una gamma di prodotti alimentari di qualità rendendo accessibile a tutti uno stile di vita sano ed equilibrato anche in ufficio. Andremo ad armonizzare ed estendere per entrambe le sedi lavorative diversi progetti che erano già in atto prima della pandemia come il servizio lavanderia/stireria a domicilio, la disponibilità di frutta fresca di stagione come snack per le pause lavorative. Ma per capire dove agire e quali azioni intraprendere è per noi indispensabile capire e misurare la soddisfazione dei dipendenti. Con il supporto di consulenti esterni e qualificati realizzeremo nei prossimi mesi un progetto di analisi del clima attraverso un sondaggio e interviste “one to one”.

Come supportate le persone nel raggiungimento dei loro obiettivi in azienda?
La crescita professionale è un elemento fondamentale. Ci assicuriamo che le persone siano ascoltate, responsabilizzate e abbiano chiari gli obiettivi assegnati dal management. È per questo motivo che abbiamo sviluppato il Piano di Sviluppo e Obiettivi (PSO): un processo in cui ogni persona viene seguita dal proprio responsabile attraverso una scheda personale in cui vengono evidenziate le competenze necessarie rispetto alla funzione ricoperta. Eventuali gap vengono colmati con una debita formazione.

Ci dai una tua definizione di welfare aziendale?
Il welfare è realizzazione. È qualcosa che viviamo come una missione: vogliamo che le persone si sentano apprezzate, valorizzate e realizzate come individui e come professionisti. Vogliamo che tutti si sentano a proprio agio.

Oltre a quello dell’ascolto quali sono gli altri strumenti che il tuo team mette in campo per raggiungere questi risultati?
Io e il mio team vogliamo assicurare ai colleghi le migliori condizioni possibili di lavoro. Nell’ultimo anno e mezzo questa operazione è stata complicata dagli effetti di una pandemia che ha colpito duramente le aziende. La soluzione adottata da tutti per andare avanti è stata quella dello smart working, ma questa modalità di lavoro implica che il dipendente debba comunque poter contare sugli stessi strumenti che trova nelle nostre sedi, come le sedie ergonomiche, solo per fare un esempio. Organizzarsi per mettere a loro disposizione queste strutture e altri servizi anche a domicilio come ad esempio la consegna dei buoni pasto, è stato un modo per continuare a garantire loro la sicurezza e, di ritorno, anche il mantenimento di alte performance operative per Erion. Il tutto, ovviamente, nel modo più trasparente possibile.

Una delle sfide principali del tuo team è stato quello di armonizzare l’unione di professionisti provenienti da due consorzi che in precedenza erano stati competitor. Come ci siete riusciti?
È un cambiamento tutt’oggi in corso e noi come risorse umane siamo in prima linea nel cogliere questa grande opportunità dove si parte dall’unione di due realtà leader per valorizzare le esperienze migliori. Ci stiamo riuscendo grazie all’ascolto, al coinvolgimento e al confronto costante con il management che con grande impegno sta creando qualcosa di ancora più forte.

Completa la frase: un’azienda è in salute quando le sue persone sono…?
Consapevoli di fare un lavoro che se fatto bene fa bene al mondo.

Quante persone fanno parte del tuo team?
Attualmente siamo in cinque.

Qual è il valore aggiunto del tuo team per i Produttori di Erion?
I Produttori scelgono Erion perché il nostro Sistema rappresenta al meglio i valori di cui vanno fieri: qualità, trasparenza, efficienza, innovazione e impegno sociale. Sono obiettivi che non potrebbero mai essere rispettati senza una squadra di professionisti soddisfatta del proprio lavoro e stimolata a farlo sempre meglio. Assicurare tutto questo rappresenta il compito principale del mio team.

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La tecnologia informatica rappresenta uno strumento di lavoro indispensabile per garantire eccellenza ed efficienza ai nostri Produttori. Intervista con Luigi Guidi, Manager del team Information Systems

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L’efficienza del Sistema Erion non può prescindere da una solida infrastruttura informatica capace di raccogliere e analizzare i dati relativi ai nostri oltre 2.400 Produttori e alla gestione annua di più di 300mila tonnellate di rifiuti. In capo a questo processo c’è il team Information Systems guidato dal Manager Luigi Guidi.

Di che cosa si occupa il team Information Systems di Erion?
Curiamo sostanzialmente tre aspetti. Uno è quello della progettazione e dello sviluppo di nuovi sistemi e l’evoluzione di quelli esistenti per supportare e automatizzare tutti i processi di business. In secondo luogo, ci occupiamo della manutenzione ordinaria ed evolutiva di questi stessi sistemi. Infine, gestiamo l’infrastruttura interna prestando assistenza informatica agli uffici e alle nostre persone. Parliamo, quindi, dell’infrastruttura di rete, della sicurezza delle connessioni internet, dei collegamenti fra le due sedi di Erion, delle archiviazioni dei file dati e di tutte le dotazioni personali. Provvediamo anche all’approvvigionamento degli strumenti di lavoro e alle varie installazioni. Questo ci dà una visione molto ampia e trasversale dell’azienda, perché siamo chiamati a entrare nel merito di tutti i processi e ad avere una conoscenza base dei compiti delle altre aree. Possiamo immaginare il team Information System come il sistema nervoso di Erion: quello che mette in comunicazione le varie parti integrando le loro informazioni con quelle provenienti dall’esterno. Abbiamo un compito importante: far sì che tutti i nostri colleghi lavorino al meglio per garantire sicurezza ed efficienza ai nostri oltre 2.400 Soci.

Il tuo team fornisce ai quattro Consorzi Erion gli strumenti digitali per contabilizzare ogni chilogrammo di rifiuti gestito dal Sistema e tracciare le missioni garantendo alte prestazioni. Come si gestisce tutto ciò?
Con un sistema di reportistica distribuita e uno di business intelligence. Noi riceviamo i dati grezzi dal nostro partner Remedia TSR attraverso delle interfacce che abbiamo progettato insieme. Su questi dati creiamo dei pannelli di controllo e verifica che ci aiutano a capire l’andamento del lavoro ed eventuali problematiche urgenti o contingenti da risolvere. Attraverso il sistema di business intelligence siamo in grado aggregare, ordinare e filtrare i flussi dati nel loro insieme per effettuare analisi più approfondite.

Che tipo di analisi?
La prima che mi viene in mente è l’analisi sulla dimensione geografica della raccolta dei rifiuti gestiti da Erion. Possiamo ricavare dati dettagliati per città, Regione, Macro-Regioni, oppure aree urbane o extraurbane. Questi parametri di aggregazione ci permettono di verificare in tempi stretti il trend della raccolta, o di mettere a confronto i risultati in funzione dell’andamento del mercato delle Materie Prime Seconde. Un’altra fonte di analisi sono le prestazioni ottenute dai nostri partner operativi come quelle relative ai livelli di servizio della logistica, quindi i chilometri percorsi, il tempo impiegato, i percorsi delle missioni.

Quanto conta il lato informatico in un lavoro manuale come quello di raccolta, trasporto e trattamento dei rifiuti associati ai prodotti elettronici?
Con i volumi di rifiuti che gestiamo e il livello di efficienza che esprimiamo, il sistema informatico rappresenta uno strumento fondamentale e insostituibile. Erion esegue circa settecento trasporti al giorno, sarebbe impensabile farlo senza un’adeguata infrastruttura digitale che consenta, per esempio, di registrare i FIR (formulario di identificazione dei rifiuti), di smistare gli ordini, di effettuare verifiche sui viaggi e ottimizzarli di volta in volta.

Quante persone fanno parte del tuo team?
Attualmente siamo in due.

Quali sono i team di Erion con i quali lavori più frequentemente?
Come ho già detto, il nostro lavoro è trasversale e ci mette in contatto con tutti i team del Sistema, ma le aree Operations e Producer Support sono quelle che incontriamo più spesso.

Qual è il valore aggiunto del tuo team per i Produttori di Erion?
Noi siamo un team di servizio, non siamo in prima linea come chi lavora nella gestione operativa o offre supporto ai Produttori, ma contribuiamo a far crescere l’efficienza e la reputazione del brand Erion, con strumenti digitali di ottimo livello. Un buon sistema informatico influisce positivamente sul lavoro delle persone, sulla riduzione dei costi e sulla creazione di ulteriore valore. È una responsabilità, ma è anche molto gratificante.

Per lavoro sei chiamato a scegliere, acquistare e usare strumenti che un domani diventeranno dei RAEE.
È un aspetto che ho sempre sofferto nella mia carriera. L’innovazione ha un indubbio fascino, però spesso non si fa in tempo a consolidare una nuova tecnologia che arriva già il momento di cambiarla. Vorrei che le strumentazioni fossero un po’ più stabili e fruibili nel tempo, senza dovermi preoccupare di rincorrere apparecchiature sempre più performanti.

Sembra un appello al prolungamento del ciclo di vita dei prodotti.
Lo è certamente. È il nostro approccio all’economia circolare.

 

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Erion presenta il suo primo Bilancio di Sostenibilità

Erion presenta il suo primo Bilancio di Sostenibilità

Erion presenta il suo primo Bilancio di Sostenibilità, quello relativo al 2020, un anno caratterizzato per noi da grandi sfide, che ci siamo trovati ad affrontare come organizzazione e come persone.

Quando nel 2019 abbiamo posto le basi per un nuovo percorso condiviso tra Ecodom e Remedia – naturale evoluzione strategica dei due Consorzi per l’ambiente, l’economia circolare, la ricerca e l’innovazione tecnologica – non potevamo immaginare che avremmo dovuto portare a compimento questa scelta in un anno così difficile, segnato da una pandemia con conseguenze sanitarie, economiche, sociali e occupazionali su scala globale.

In un contesto così difficile Erion è divenuto realtà, riuscendo a garantire a Produttori e consumatori un servizio svolto con la stessa cura e la stessa eccellenza ambientale dei suoi due Consorzi fondatori e gestendo una rilevante quantità di rifiuti: 302.266 tonnellate, delle quali 262.351 tonnellate di RAEE Domestici (il 71,7% dell’intero Sistema Italia). Cifre superiori (rispettivamente del 5% sul totale dei rifiuti gestiti e del 9,3% sui RAEE Domestici) a quelle raggiunte nel 2019 da Ecodom e Remedia, quantità che hanno messo in risalto le importanti sinergie derivanti dalla fusione e che hanno richiesto un’attenzione costante per mantenere alti livelli di prestazione.

Con queste basi Erion si prepara ad affrontare la grande sfida italiana per la transizione ecologica: il nostro obiettivo è continuare a contribuire a questo cambiamento, non venendo mai meno all’impegno di trasparenza verso tutti i nostri stakeholder.

Un anno fa abbiamo dichiarato che Abbiamo la fortuna di fare un lavoro che, se fatto bene, fa bene al mondo”. Lo ripetiamo oggi, portando alla vostra attenzione i dati di questo primo Bilancio di Sostenibilità, la prova che non solo il nostro lavoro è stato fatto bene ma che, insieme, abbiamo fatto un po’ di bene al mondo.

E siamo certi che il meglio debba ancora venire.

 

Scopri il Bilancio di Sostenibilità

RAEE, preparazione e riutilizzo: “A patto che sia garantita la sicurezza degli operatori del settore”

RAEE, preparazione e riutilizzo: “A patto che sia garantita la sicurezza degli operatori del settore”

Lo ha affermato Laura D’Aprile, Capo della Direzione generale per l’Economia Circolare al Ministero della Transizione Ecologica, nel corso del webinar organizzato da ECCO, la piattaforma di Legambiente sull’economia circolare

Si è parlato anche di RAEE nel corso del webinar dal tema “Preparazione per il riutilizzo, buone pratiche per l’inclusione circolare” organizzato il 26 maggio da ECCO, la piattaforma sull’economia circolare di Legambiente. L’incontro ha dato l’opportunità ad addetti ed esperti del settore di confrontarsi sulle tematiche della transizione italiana all’economia circolare.

RAEE, assicurare un riutilizzo sicuro
La parte più complessa e delicata nel caso della preparazione al riutilizzo è data dalla complessità dei RAEE, perché questi rifiuti presentano, ove non identificati per tipologia e requisiti al riuso, dei rischi per gli operatori interessati”, ha dichiarato nel suo intervento Laura D’Aprile, Direttore generale per l’Economia Circolare al ministero della Transizione Ecologica. “Lo scorso 18 maggio – ha ricordato D’Aprile – si è avviata la consultazione mirata sullo schema di decreto attuativo dell’articolo 214 ter del Decreto legislativo 116/2020 sulla preparazione al riutilizzo dei prodotti. Insieme alle associazioni di settore abbiamo fatto riferimento alla normativa Cenelec che raggruppa dettagliatamente i requisiti per la preparazione al riutilizzo per i RAEE. D’intesa con Ispra abbiamo inoltre bilanciato la necessità di garantire e allargare la platea dei fruitori del riutilizzo dei prodotti, con quella di stabilire dei paletti per la sicurezza degli operatori e di chi usufruirà di questi nuovi beni”. La dirigente del MATTM ha poi spiegato come la preparazione al riutilizzo, tema molto caro ai cittadini, rappresenti uno dei pilastri della valorizzazione dell’upstream della filiera circolare dei prodotti e ricopra una funzione sociale ed educativa per prevenire la creazione di rifiuti e per beneficiare del diritto al riuso e alla riparazione sanciti a livello comunitario.

Gli attori della filiera
All’incontro online, introdotto da Marco Mancini dell’Ufficio Scientifico di Legambiente, hanno partecipato Marina Fornasieri (cooperativsa Sociale Insieme), Barbara Barozzi (Cooperativa Cauto), Nicolò Broglia (RiEco-sì) e la professoressa Eleonora Di Maria dell’Università di Padova. La seconda parte dell’evento, ha ospitato una tavola rotonda moderata dal Direttore Generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, sul tema della preparazione al riutilizzo che, oltre D’Aprile, ha ospitato Tito Ammirati (Rete 14 Luglio), Filippo Brandolini (Utilitalia) e Valeria Frittelloni di Ispra che, intervenendo sul tema dei RAEE, ha ricordato come questi rifiuti “Portano con sé tutta una serie di problematiche relative all’immissione sul mercato che, calate nella logica della preparazione per il riutilizzo, complicano non poco la definizione del quadro regolatorio. Penso però – ha aggiunto Frittelloni – che la scelta di regolamentare questa pratica sia stata una scelta lungimirante perché dobbiamo raggiungere i target di riciclaggio e preparazione per il riutilizzo dei rifiuti urbani prodotti, obiettivi fissati al 55% nel 2025, al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Attualmente siamo al 53,3%”.

Cos’è il MUD

Cos’è il MUD

Il Modello Unico di Dichiarazione Ambientale (MUD) è una comunicazione che enti ed imprese devono presentare annualmente e nella quale è necessario indicare la quantità e la tipologia di rifiuti prodotti e/o gestiti nel corso dell’anno precedente

Scadenza presentazione

Quest’anno la scadenza per la presentazione del MUD (con riferimento ai dati 2020) è fissata al 16 giugno 2021.

 

Cosa dichiarare

Il MUD si articola in sei Comunicazioni identificative delle differenti tipologie di rifiuti:

  1. Comunicazione Rifiuti (vedere in seguito per i Soggetti obbligati alla presentazione)
  2. Comunicazione Veicoli Fuori Uso (per i Soggetti che effettuano le attività di trattamento dei veicoli fuori uso e dei relativi componenti e materiali)
  3. Comunicazione Imballaggi (per i Consorzi e per i Gestori rifiuti di imballaggio)
  4. Comunicazione Rifiuti Urbani, Assimilati e Raccolti in Convenzione (per i Soggetti responsabili del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati)
  5. Comunicazione Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (per i Soggetti coinvolti nel ciclo di gestione dei RAEE rientranti nel campo di applicazione del D.lgs. 49/2014)
  6. Comunicazione Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (per i Soggetti obbligati all’iscrizione al Registro AEE).

Avvertenze

È necessario presentare il MUD per ogni unità locale indipendentemente dal numero di Comunicazioni.

“Unità Locale” è il termine con cui si indica la sede nella quale il dichiarante ha detenuto i rifiuti oggetto della  comunicazione, in relazione alle attività  ivi svolte.

 

I soggetti obbligati e le sanzioni

Di seguito alcuni dei soggetti obbligati a presentare il MUD – Comunicazione Rifiuti:

 

  • aziende che nell’anno 2020 hanno prodotto rifiuti pericolosi, indipendentemente dal numero di dipendenti;
  • aziende con più di 10 dipendenti che nell’anno 2020 hanno prodotto rifiuti non pericolosi nell’ambito di lavorazioni industriali, lavorazioni artigianali o attività di recupero e smaltimento di rifiuti, o fanghi prodotti  dalla  potabilizzazione  e  da  altri trattamenti delle acque  e  dalla  depurazione  delle  acque  reflue, nonché rifiuti da abbattimento di fumi,  dalle  fosse  settiche  e dalle reti fognarie;
  • aziende che effettuano operazioni di recupero e di smaltimento dei rifiuti;
  • chiunque effettui a titolo professionale attività di raccolta e di trasporto di rifiuti;
  • i commercianti e gli intermediari di rifiuti senza detenzione.

Regime sanzionatorio

Il soggetto che non presenta la comunicazione o la presenta in modo incompleto o inesatto è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 2.600 euro a 15.500 euro.

Se la comunicazione è presentata entro il sessantesimo giorno dalla scadenza del termine si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 26 euro a 160 euro.

Mancata Comunicazione Produttori AEE: il produttore che non adempie all’obbligo di iscrizione al Registro AEE o non presenta le Comunicazioni obbligatorie relative alle informazioni richieste oppure le comunica in modo incompleto o inesatto, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da 2.000 euro ad 20.000 euro.

 

Come può aiutarti Erion

Per quanto riguarda il MUD, Erion è di supporto ai propri Produttori per ciò che concerne una delle comunicazioni disciplinate dal D.Lgs. 49/2014.

[Nota bene: Erion comunica anche la quantità di rifiuti di Pile e Accumulatori gestiti, ma questa dichiarazione non è collegata al MUD]

 

In particolare, il riferimento è alla sezione del MUD 6 (Comunicazione Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), in capo ai Produttori di AEE e ai Sistemi Collettivi che agiscono per loro conto, e da effettuarsi sul Registro AEE, specificatamente a tali due sezioni:

  • Sezione relativa all’Immesso sul mercato: prevede la comunicazione dei dati di immesso sul mercato di AEE (il produttore può farla in autonomia o può richiedere ad Erion di eseguirla per suo conto, previo incarico al Consorzio di riferimento tramite il servizio di delega Registro Amico);
  • Sezione relativa al Raccolto, che prevede la comunicazione dei RAEE domestici e professionali raccolti ai sensi del Lgs 49/2014: in questo caso Erion provvede per tutti i Produttori iscritti che gli hanno affidato la gestione di tali RAEE (si veda l’esempio sottostante).

Qualora invece un’azienda produca dei propri rifiuti, configurandosi quindi come “Produttore di rifiuti”, il MUD prevede la compilazione della specifica sezione da parte della azienda stessa (“Comunicazione Rifiuti” o “Comunicazione Rifiuti Semplificata”), differente dalle precedenti. In questo caso potrete rivolgervi a Erion e richiedere un preventivo per l’elaborazione e la presentazione del vostro MUD Rifiuti.

 

ESEMPIO PRATICO

Sei un Produttore che gestisce il ritiro dei RAEE professionali attraverso Erion?

Se siete soci di Erion per le AEE professionali ed Erion gestisce i RAEE dei vostri clienti per rispettare gli adempimenti del D.Lgs. 49/2014 (in questo caso il Produttore del rifiuto è il Vostro Cliente): tali RAEE saranno dichiarati da Erion.

Se invece avete prodotto voi direttamente dei RAEE (per esempio: rifiuti da apparecchiature derivanti da scarti di magazzino o apparecchiature obsolete) e quindi nei Documenti di gestione dei rifiuti (FIR) risultate come Produttori del rifiuto, tali RAEE sono fuori dall’ambito di applicazione del D.Lgs. 49/2014 e pertanto andranno dichiarati attraverso l’apposita sezione del MUD “Comunicazione Rifiuti” o “Comunicazione Rifiuti Semplificata”.

 

 

«Il bene dell’ambiente passa dall’integrazione delle diversità»

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Intervista a Daniela Valterio nuovo Presidente del Consorzio Erion Professional

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Dallo scorso mese di marzo Erion Professional ha nominato come Presidente Daniela Valterio, Southern Europe Sustainability Compliance and Certification Manager di Canon per l’Italia, la Spagna e il Portogallo. Nel suo curriculum, oltre a un profilo di alta professionalità, spicca la passione per la letteratura americana, la musica indipendente e l’arte contemporanea. Di sé stessa rivela: “Amo le passeggiate, possibilmente in montagna e il bricolage”. L’abbiamo intervistata per conoscerla meglio.

Se le chiedessimo brevemente di presentarsi, cosa potrebbe dirci che non compare nella sua biografia?
Ho la fortuna di svolgere un lavoro nel quale credo davvero tanto
e, anche se è impegnativo, coincide con tante delle mie passioni e dei miei interessi. Prima di entrare in Canon, più di vent’anni fa, ho avuto modo di fare diverse esperienze all’estero, sia per studio che per lavoro. Questo è stato un passaggio fondamentale della mia vita perché mi ha permesso di raffrontarmi e interagire con realtà, visioni e culture differenti, nonché di acquisire una maggiore apertura mentale e, soprattutto, di apprezzare l’importanza della diversità, un concetto che fa crescere ed è molto utile sia in termini generali sia per chi, come me, lavora all’interno di una multinazionale.

Interagisce spesso con colleghi di diverse nazionalità?
A livello locale faccio riferimento all’amministratore delegato di Canon Italia, però sia il mio responsabile che il mio ufficio centrale hanno base a Londra. Mi interfaccio quotidianamente con i colleghi provenienti da tutta l’area Emea (Europe, Middle East and Africa ndr) e io stessa coordino un team che non è solo italiano, ma comprende anche colleghi spagnoli e portoghesi.

Tante esperienze e connessioni internazionali, ma ha scelto di rimanere in Italia.
Vivo ormai da moltissimi anni a Milano, è una città che amo tantissimo e che spero riprenda presto quel ritmo vitale che mi permette di coltivare i miei numerosi interessi.

Caratterialmente, come si definisce?
Mi reputo una persona abbastanza pacata e riservata, difficilmente perdo la pazienza e riesco ad essere molto diplomatica nei momenti di crisi. Non disdegno le occasioni di convivialità e socialità che attendo di ritrovare il prima possibile.

Attraverso il suo lavoro in Canon, Lei si occupa da molti anni di tematiche ambientali che, però, non coincidono necessariamente con il settore dei RAEE. Com’è avvenuto questo avvicinamento e com’è nata la sinergia con Erion che l’ha portata nel CdA, prima come membro e poi come Presidente?
La corretta gestione dei RAEE, come quella dei rifiuti in generale, rappresenta una delle attività più importanti per la tutela dell’ambiente. Anche a livello aziendale il tema dei rifiuti elettronici richiede un impegno notevole dal punto di vista operativo e da quello della conformità normativa. Come quasi tutti i player del settore imaging digitale, anche Canon non ha siti produttivi in Italia, per cui la nostra attività primaria è quella di commercializzare i prodotti del marchio all’interno del territorio nazionale. Ciò comporta che, a livello ambientale, le attenzioni principali siano rivolte alla cosiddetta fase del post-vendita che va dall’utilizzo delle apparecchiature al loro fine vita. Avere il minor impatto ambientale possibile è una missione per noi da ben prima del cosiddetto Decreto RAEE (D.lgs. 49/2014), tanto è vero che all’inizio del Duemila insieme ad altre aziende del settore, avevamo già dato vita a un accordo di programma volontario e a un progetto pilota proprio per la gestione dei RAEE e dei beni consumabili. Con l’entrata in vigore delle nuove leggi, si è reso necessario aderire a un Sistema Collettivo strutturato e adesso, dopo molti anni abbiamo contribuito alla nascita di Erion. Per noi questo Sistema multiconsortile rappresenta l’evoluzione naturale e il proseguimento degli sforzi comuni dei Produttori per l’ambiente. Inoltre, Canon ha un business che si sviluppa nel mondo dell’immagine in tutti i suoi aspetti: dalle macchine fotografiche e le mini printer destinate ai clienti privati, fino ai sistemi di gestione di stampa a ciclo continuo diffusi in ambito professionale. È dunque logico che Canon abbia aderito fin da subito alle finalità di un Consorzio come Erion Professional, tanto da volerne essere tra i soci fondatori, entrare nel Consiglio di Amministrazione e adesso, con un certo orgoglio, esprimerne anche la presidenza.

A proposito di presidenza, Lei è la prima donna ad essere nominata a questa carica all’interno di uno dei Consorzi di Erion. Che cosa significa per Lei e che cosa potrebbe significare per il settore in generale?
Sfortunatamente questo è ancora un ambito a forte prevalenza maschile, in particolare nelle posizioni apicali. Per questa ragione la nomina mi rende particolarmente orgogliosa anche se spero, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, che tale primato duri il meno possibile. Vorrei aggiungere che mi piacerebbe davvero vedere le donne arrivare a ricoprire una qualsiasi carica senza che ciò faccia più notizia. Auspico la presenza di più donne all’interno dei Consigli di Amministrazione e questa è una responsabilità precisa delle aziende di cui il Sistema è diretta emanazione. Io stessa quando ho iniziato a lavorare per Canon ero l’unica donna a partecipare a riunioni internazionali al livello di Emea. Negli anni ho avuto modo di notare con piacere come questi numeri si siano prima bilanciati e, poi, ribaltati portando la compagine femminile a superare quella maschile, ciò mi rende piuttosto fiduciosa nel futuro. Parlando più in generale, sono fortemente convinta che la diversità all’interno di ogni settore sia un elemento basilare per crescere, innovare e trovare strade sempre più efficienti per risolvere problemi complessi. Parlo di diversità a 360 gradi, non solo di genere. L’integrazione di diversi punti di vista, approcci, visioni, culture è un plus che ci può consentire di raggiungere traguardi significativi, in particolare, ma non solo, nell’ambito della sostenibilità ambientale. Operare in questa direzione vuol dire anche prefiggersi l’obiettivo di garantire un consumo e una gestione delle risorse consapevoli, in modo che anche le generazioni future possano avere le opportunità che stiamo avendo noi in questo momento. Il lavoro che facciamo ha un significato di cura verso gli altri ed è imprescindibile che coinvolga tutte e tutti in modo indiscriminato.

Come Presidente di Erion Professional, quale pensa sia il passo più importante da fare per aumentare i tassi di raccolta di questa particolare categoria di RAEE?
In generale sicuramente passare dal cosiddetto approccio di raccolta Wait and See (aspettiamo e vediamo facendo il minimo sindacale) a un criterio più proattivo che ci consenta di applicare soluzioni reali per incrementare i tassi. Più concretamente, credo che il primo obiettivo debba essere quello di andare ad intercettare i flussi di rifiuti della cosiddetta logistica inversa, incoraggiando con incentivi gli attori della filiera a instradare correttamente tutti i RAEE che hanno in loro possesso. Un altro passo importante come Produttori dev’essere quello di prevenire sia quei fenomeni di gestione grigia delle apparecchiature a fine vita, sia quelli ancor più gravi delle esportazioni di RAEE camuffati da prodotti ancora funzionanti verso i Paesi emergenti. Questa è una prassi deleteria ancora molto diffusa che noi dobbiamo bloccare a tutti i costi.

Ha parlato di approccio proattivo che è quello che si propone di fare il programma Exceed per la gestione dei RAEE Professionali. Quali vantaggi apporterà al settore?
Si tratta, come sappiamo, di un sistema volontario per la gestione della compliance normativa, al quale tutti i Produttori dell’area printing associati a Erion Professional contribuiscono per raggiungere gli obiettivi di raccolta fissati dalla legge. Allo stesso tempo Exceed offre dei servizi a valore aggiunto a tutta la rete professionale, quindi ai dealer, ai partner, alla supply chain e ai clienti diretti. È un programma che va oltre un’azione di bontà nei riguardi dell’ambiente, perché noi Produttori, normalmente animati da una logica concorrenziale, lavoriamo uniti all’interno dello stesso Sistema collettivo per ottimizzare i processi e i costi di raccolta. Si tratta anche di avere una visione lungimirante che ha lo scopo di anticipare quelli che sicuramente saranno gli sviluppi normativi del prossimo futuro. Dal mio punto di vista, Exceed è un progetto “win-win”.

Nella sua biografia risalta l’impegno nella promozione di strategie aziendali e iniziative tese a rafforzare lo sviluppo di un’economia circolare e sostenibile in linea con la filosofia Kyosei: vivere e lavorare insieme per il bene comune. Come ci si riesce?
Quando si parla di economia circolare e strategia di sviluppo del prodotto all’interno di una multinazionale come Canon è ovvio che ci si riferisca a un approccio globale focalizzato sull’uso efficiente delle risorse, sul riciclo dei materiali e sulla rigenerazione delle apparecchiature (remanufacturing). A livello nazionale, invece, il nostro obiettivo principale è quello di ridurre sia gli impatti ambientali direttamente collegati alle nostre attività – come per esempio quelli generati dai consumi delle nostre sedi e dalla fornitura dei nostri servizi – sia gli impatti indiretti prodotti dall’utilizzo delle apparecchiature e dal successivo trattamento del loro fine vita. Un altro fattore cardine è il coinvolgimento delle nostre persone nelle fasi di formazione e in quelle di sviluppo delle strategie ambientali dell’azienda. Nel novembre 2020 Canon ha organizzato un hackathon sull’economia circolare che ha permesso ai dipendenti di proporre nuove idee per rendere l’azienda più sostenibile. Sono emersi degli spunti interessantissimi che andavano dalla riduzione della plastica negli uffici fino all’ottimizzazione dei nostri processi: l’attività di assistenza tecnica, la gestione degli imballaggi, il miglioramento dei trasporti e così via. Un altro pilastro della filosofia Kyosei è la Corporate Social Responsibility che noi di Canon coniughiamo con la definizione “Imaging for Good”, perché utilizziamo l’immagine come perno di iniziative sociali positive, prime fra tutte il Young People Programme, dedicato alle generazioni più giovani, e le partnership tecniche con diverse associazioni impegnate in campagne contro la violenza sulle donne, gli stereotipi di genere e per la sensibilizzazione sui cambiamenti climatici. La cornice di tutto ciò è rappresentata degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

L’ambiente è anche una passione personale. Quali sono, secondo Lei, gli obiettivi da raggiungere in Italia per la salvaguardia del Pianeta?
Questa è la proverbiale domanda da un milione di dollari! Di certo non dobbiamo reinventare la ruota, ma concretizzare ancor di più il concetto delle tre “R” (ridurre, riutilizzare, riciclare) e guardare ad esso come il faro che illumina le nostre azioni come aziende e come singoli individui. È ormai diventato improrogabile agire sulla riduzione dei consumi, degli sprechi e dello sfruttamento delle risorse. In qualità di imprese siamo chiamate ad allungare la vita dei prodotti, così come passare definitivamente dal concetto di possesso a quello di servizio. Molti dei nostri partner forniscono già servizi di consulenza mirati che permettono ottimizzare e dimensionare in maniera corretta i parchi stampa dei clienti. Lo abbiamo fatto direttamente come azienda per ridurre gli sprechi e i costi, lo facciamo all’interno delle nostre associazioni di categoria per migliorare il settore della Pubblica Amministrazione. Abbiamo anche sviluppato delle linee guida per indirizzare i clienti pubblici e privati verso scelte virtuose che evitino loro di sovradimensionare o sottodimensionare le richieste riguardo al prodotto, perché in entrambi i casi si creerebbe un’inefficienza che causerebbe disservizi evidenti. Un’altra politica sulla quale ci stiamo concentrando come azienda è quella di favorire il riutilizzo delle apparecchiature attraverso i processi di ricondizionamento e ri-fabbricazione. Ormai tutti i marchi hanno linee di prodotti rifabbricati. Nel nostro caso, vengono riutilizzati più dell’80% di parti e componenti provenienti dalle apparecchiature usate. Si tratta di articoli che hanno qualità ed efficienza pari al nuovo, eppure i clienti sono ancora molto riluttanti ad accettarli preferendo quelli appena usciti dalla fabbrica. In questi casi sta a noi il compito di provare a far cambiare l’opinione ai consumatori per orientarli verso una scelta ambientalmente più sostenibile e anche più conveniente in termini economici, visto che i beni rifabbricati costano molto meno di quelli nuovi di zecca. Ultimo passaggio per l’ambiente, lo ripeto, è quello aumentare i tassi di riciclo con una gestione corretta del fine vita delle AEE e un recupero di materie prime sempre maggiore: un processo che garantirebbe ai Produttori di reintrodurre su larga scala materiali recuperati all’interno dei cicli di produzione del nuovo, il cosiddetto Closed Loop Recycling. Sono pratiche che tutti conosciamo, ma che per essere sviluppate hanno bisogno di tempo, impegno e risorse.

 

Leggi il comunicato stampa dedicato

Erion al WEEE Forum Collection Day con il programma Exceed

Erion al WEEE Forum Collection Day con il programma Exceed

Oggi Erion ha partecipato alla prima edizione del WEEE Forum Collection Day, un evento che vede coinvolti consorzi di tutta Europa nella condivisione degli aspetti operativi della raccolta RAEE per migliorare le attività in termini di riciclo e sostenibilità.

In un’ottica di scambio di esperienze e condivisione del know-how in materia di e-waste, Erion è intervenuto presentando il programma Exceed.

Si tratta del primo sistema generazionale volontario di raccolta e riciclo dei RAEE professionali nel comparto della climatizzazione, lanciato a fine 2020, e in capo a Erion Professional.

La situazione attuale vede una quota di raccolta per i RAEE professionali ancora troppo bassa da parte dei sistemi collettivi organizzati dai Produttori. Questi ultimi sono gli unici in grado di garantire il trattamento adeguato e gli elevati target di recupero e riciclo previsti dalla norma. Tra le cause che contribuiscono al mancato raggiungimento dei target troviamo:

  • una dispersione significativa dei flussi B2B che va ad alimentare quelli informali;
  • la scarsa ingegnerizzazione dei processi di ritiro;
  • un comportamento borderline degli operatori, che spesso deriva da una scarsa informazione e formazione sulle politiche di tutela ambientale.

 

Come fare per fronteggiare la situazione?

Il programma Exceed offre un approccio innovativo alla gestione dei RAEE professionali, in modo che i Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche che vi aderiscono, possano:

  • contribuire in modo positivo al raggiungimento degli obiettivi normativi;
  • offrire servizi di alto valore aggiunto al network di installatori e distributori,

dando vita a un sistema di raccolta virtuoso. Exceed, infatti, considera gli installatori come figure chiave nei processi di raccolta.

Nella fase pilota, il progetto ha coinvolto circa 100 installatori clima, selezionati in cinque regioni italiane.

 

I plus di Exceed

  • Focus su condizionatori professionali per aumentare la percentuale di rendimento;
  • raccolta gratuita per quantità significative (maggiori di 900 kg) con relativa tracciabilità garantita; per carichi inferiori a 900kg è previsto il pagamento di una piccola quota a titolo di contributo ambientale “sottosoglia”;
  • App per semplificare i processi di gestione;
  • piattaforma e-learning che fornisce la possibilità di ricevere training dedicati.

 

Scopri di più sul programma Exceed

Erion, la Ricerca per l’Economia Circolare

Erion, la Ricerca per l’Economia Circolare

Il team Projects and Innovation è uno dei plus che il nostro Sistema offre ai propri Produttori. Dall’Ecodesign ai nuovi modelli di business passando per il supporto continuo ai quattro Consorzi, otto specialisti lavorano quotidianamente a programmi innovativi per contribuire e aiutare le aziende nella transizione ecologica europea. Ce lo racconta il Manager dell’area, Luca Campadello

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L’impegno di Erion per la sostenibilità ambientale non si esaurisce nella corretta gestione del fine vita dei rifiuti associati ai prodotti elettronici, ma si amplia allo studio delle fasi che ne anticipano la produzione e l’uso. L’obiettivo è quello di supportare le aziende nello sviluppo di modelli di business all’avanguardia e di strategie green.

Di che cosa si occupa il team Projects and Innovation (P&I)?
Fondamentalmente di tre macroaree. La prima è la gestione dei progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea. Abbiamo iniziato quest’avventura nel 2014 con l’obiettivo di stringere relazioni con realtà all’avanguardia come centri di ricerca e università al fine di strutturare insieme soluzioni per le imprese che si occupano di riciclo, iniziative educative e innovazioni di filiera. La seconda attività del team è quella di rappresentare per i nostri Produttori un centro di competenza sui temi dell’economia circolare. Offriamo loro servizi base di gestione dei rifiuti (Waste Management services), ma anche soluzioni più articolate e personalizzate in base alle esigenze specifiche come, ad esempio, nuovi modelli di business o lo sviluppo di prodotti che sin dall’ideazione e fabbricazione tengano conto dei criteri di ecodesign come il riutilizzo, la semplicità nel disassemblaggio, la riciclabilità e l’impiego di materiale riciclato. Infine, terza attività del team P&I, è quella di affiancare i nostri quattro consorzi (WEEE, Professional, Energy e Packaging) nell’applicazione di paradigmi innovativi, primo fra tutti, il nuovo programma Exceed – primo sistema generazionale volontario di raccolta e riciclo dei RAEE professionali nel comparto della climatizzazione – in capo a Erion Professional.

Il lavoro che svolge la tua area è trasversale all’interno di Erion. In che modo questo si rivela nella pratica?
Il team ha due anime: una è quella di ricerca e si esprime nella capacità di sviluppare progetti innovativi a supporto dei soci in sinergia con l’area Producer support, l’altra è più tecnica e guarda alla costruzione dei servizi per la gestione dei rifiuti che si interfaccia con le Operations, l’area Legal e l’area ISO. L’intreccio di queste due competenze e la collaborazione con le altre aree ci permette di assistere il Produttore nel modo più completo possibile.

Puoi farci un esempio?
Si pensi a un Produttore che ha l’esigenza di svuotare un magazzino o fare dei ritiri Uno contro Uno. Sono casi in cui l’esperienza tecnica la fa da padrona, ma se si applicano nuovi modelli si può dar vita a sinergie di lavoro più moderne per supportare le aziende a operare in modo ancor più sostenibile. Inoltre, il nostro team si interfaccia moltissimo con quello Communications, capita spesso infatti che da uno o dall’altro arrivi un input che coinvolge direttamente le due aree. Si dà quindi vita a un tavolo di lavoro con la finalità di dar voce alle iniziative svolte, creare connessioni e mettere in risalto i valori di Erion e dei nostri Produttori.

Attualmente il tuo team prende parte a 12 progetti europei declinati su tre grandi temi: Educazione, Innovazione tecnologica e Innovazione di sistema. Quali sono i risultati di cui vai più fiero?
Un risultato sicuramente concreto, direi strategico, è l’accreditamento di Erion come soggetto competente a livello internazionale sui temi dell’economia circolare. Per quanto riguarda gli esiti più pratici faccio riferimento all’esperienza del progetto Circular Housing che ci sta dando l’opportunità di sviluppare un modello di locazione immobiliare con elettrodomestici circolari che sostituisce il concetto di possesso del bene con quello del leasing e del riutilizzo dello stesso. Il progetto è stato finanziato nel 2020 con fondi europei e il 2021 sarà dedicato a implementare l’idea e metterla in pratica negli anni a venire. Inoltre, non posso non dedicare due parole a Belt, il progetto finanziato da Horizon2020, per guidare produttori, distributori e consumatori nella transizione verso la nuova etichetta energetica degli elettrodomestici entrata in vigore appena un mese fa. Erion, infatti, insieme al coordinatore Altroconsumo, è uno dei partner dell’iniziativa. In questo caso il mio team ha accompagnato i produttori verso il cambiamento organizzando workshop, producendo materiale informativo sulla nuova etichetta e fornendo supporto alle associazioni di categoria.

Come si correlano fra di esse le tre tematiche dei vostri progetti nello sviluppo dell’Economia Circolare?
Partirei da quella un po’ meno scontata che è l’educazione. Ci siamo accorti che, per quanto si possano studiare e applicare i modelli più circolari di produzione, uso e riciclo dei prodotti, e riunire gli attori della filiera intorno allo stesso tavolo, il tassello fondamentale per lo sviluppo dell’economia circolare rimane il comportamento del cittadino/consumatore. Per questo motivo le attività educational che svolgiamo contribuiscono in modo decisivo a far nascere una coscienza collettiva di attenzione verso i temi della circolarità e della sostenibilità che guidano il vero cambiamento. L’educazione mette anche in relazione l’innovazione tecnica e quella sistematica, come nel caso del riciclo della plastica per cui, spesso, non è sufficiente trovare il polimero secondario sviluppato dai tecnici e dai riciclatori, ma è necessario spiegare e fare accettare a tutti gli altri attori della filiera, in primis i consumatori, il lavoro che è stato fatto a monte.

Parlando di plastica non possiamo non pensare al concetto di ecodesign, entrato di diritto nelle recenti cronache sull’economia e sulle politiche di sostenibilità ambientale. Ci racconti un progetto seguito da P&I dedicato a questa tematica?
Sicuramente è il caso di PolyCe, progetto finanziato dal programma Horizon 2020 con l’obiettivo di promuovere l’utilizzo di plastica riciclata nella realizzazione di nuovi elettrodomestici. Abbiamo lavorato su diverse tipologie di apparecchiature: dalle grandi alle più piccole, fino ai lampadari. L’idea portante era quella di lavorare i RAEE in maniera differente.

In che modo?
Trattando separatamente determinate tipologie di RAEE in modo da ottenere un polimero che potesse essere utilizzato per la produzione di nuove AEE. Fin dalle prime fasi del progetto, mentre studiavamo come migliorare la filiera del fine vita, è emerso che le case produttrici non erano disposte ad accettare una qualità del polimero inferiore a quella raggiunta dalla plastica vergine. Era una barriera importante.

Come avete superato l’ostacolo?
Insieme ai ricercatori abbiamo lavorato su due fronti. In primo luogo, abbiamo cercato di stabilire quali fossero per i Produttori le caratteristiche qualitative minime per la plastica. Successivamente, abbiamo cercato di capire come poter produrre polimeri riciclati che fossero accettabili rispetto allo standard premium della materia vergine. Partendo da questi passaggi siamo arrivati a supportare l’istituto di ricerca Fraunhofer nello sviluppo di linee guida per l’ecodesign. Si tratta di criteri che puntano a due obiettivi ben precisi, ovvero progettare un’apparecchiatura utilizzando materiali secondari e rendere tale prodotto facilmente riciclabile. Si chiamano Design from Recycling e Design for Recycling e sono due facce della stessa medaglia perché studiare come impiegare materiale riciclato per la produzione di nuovi beni senza curarsi di come essi possano essere riciclati, significa fare bene solo una parte del lavoro.

Da quante persone è composto il tuo team?
Siamo in otto e affrontiamo insieme il compito di offrire servizi ai Produttori e sviluppare progetti innovativi. L’idea è che a ogni Socio che richiede un servizio particolare affidiamo due ambasciatori: uno che proviene dall’esperienza nei progetti di ricerca e uno che ha competenze nella gestione dei servizi di gestione rifiuti.

Come pensi che dovrebbe evolversi il team P&I nel futuro? Quali sono, secondo te, i progetti o non progetti che si dovrebbero trattare?
L’evoluzione passa dal miglioramento continuo della figura di quello che in gergo aziendale chiamiamo solution expert o ambasciatore e che permette di instaurare una relazione stretta con il Produttore. Chi entra in Erion può contare sul supporto dei nostri solution expert per sviluppare un modello o risolvere un problema su temi ambientali o di economia circolare. Evoluzione significa anche crescere ulteriormente nel mondo dei progetti, da presentare insieme ai Produttori, e nella partecipazione ai tavoli di lavoro europei che rappresentano un’opportunità unica di sperimentare pratiche innovative e di raccogliere le sfide che solamente la ricerca è in grado di lanciare. Infine, credo che sia fondamentale rimanere sempre a fianco dei nostri quattro consorzi nel fornire risposte alle sfide future.

Qual è il valore aggiunto del tuo team per i Produttori di Erion?
“Il processo di transizione verso l’economia circolare passa dalla capacità delle imprese di generare valore nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale” ci piace rimarcarlo molto spesso. Questo perché la nostra, quella del settore del riciclo, è un’evoluzione che non può essere tale senza una partecipazione diretta a progetti di ricerca, programmi di eco-innovazione o realizzazione di processi di lavorazione all’avanguardia. Non lo diciamo e basta, lo facciamo. È questo il plus di Erion. Dal momento in cui il Produttore aderisce al nostro Sistema, infatti, sa di trovare anche un team tecnico-scientifico di specialisti in grado di offrire consulenza e supporto per esigenze operative che vanno oltre la compliance normativa. Non solo, il P&I team rappresenta anche il punto di collegamento fra i Produttori e il nostro braccio operativo, TSR, per lo sviluppo di modelli efficienti di economia circolare. Questa per noi è la vera sfida del futuro e metterci a disposizione dei nostri Consorziati, offrendogli tutti gli strumenti necessari per affrontarla al meglio, non è solo un valore aggiunto è la nostra mission.

Erion, un Sistema efficiente nel rispetto dei più alti standard. Scopri il team di Giulia Ramunno, Quality and Standards Manager

Erion è sempre al fianco dei Produttori. Scopri il team di Fabrizia Gasperini, Producer Support Manager

Erion, un Sistema efficiente nel rispetto dei più alti standard

Erion, un Sistema efficiente nel rispetto dei più alti standard

L’area Quality and Standards di Erion è il monitor di controllo della compliance e della gestione dei rischi per tutti i processi del Sistema. Ce ne parla in questa intervista la Manager Giulia Ramunno

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Un’impresa efficiente è quella in grado di rispettare i requisiti a cui è soggetta, organizzando al meglio i propri processi di lavoro, secondo livelli di qualità e sicurezza elevati. Nel mondo Erion tale modello gestionale è monitorato periodicamente dall’area Quality and Standards diretta da Giulia Ramunno.

Di che cosa si occupa l’area Quality and Standards di Erion?
Di tutto ciò che ha a che fare con la compliance, sia quella di tipo normativo, rappresentata dalle leggi a noi applicabili, sia quella legata alle regole di settore per noi vincolanti, nonché, agli standard di qualità che abbiamo deciso di adottare volontariamente. L’esempio più chiaro è l’applicazione della norma ISO 14001 per l’implementazione del sistema di gestione ambientale e della norma ISO 9001 per garantire la qualità e il coordinamento dei processi. L’area Quality and Standards presidia questi requisiti di tipo cogente o volontario e lavora alla definizione di modelli e strumenti di gestione robusti ed efficacemente integrati nei nostri processi operativi, con la chiara identificazione di regole e responsabilità e con un approccio armonizzato fra i vari soggetti. Infatti, tutti i modelli organizzativi che vengono sviluppati, incluso il Sistema Qualità e Ambiente, coprono in maniera sinergica sia i nostri Consorzi di settore sia la piattaforma comune Erion Compliance Organization.

Quali altre tematiche sono di particolare importanza per la tua area?
Una delle altre tematiche che vale la pena citare è sicuramente quella legata alla gestione degli aspetti relativi alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Il mio ruolo è quello di referente interno della Direzione, che ha la responsabilità su questi aspetti, con l’obiettivo di rendere operative tutte le attività necessarie attraverso il coordinamento dei professionisti esterni a cui Erion ha affidato il ruolo di Medico Competente e di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. L’area Quality and Standards garantisce inoltre la conformità aziendale al Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e contribuisce al mantenimento di un efficace modello organizzativo 231 per il presidio dei rischi di commissione di reati a cui sono esposte le nostre attività.

Tecnicamente come si svolge questo lavoro?
Dopo aver definito per le varie aree da presidiare i relativi modelli gestionali (ISO, 231, Salute e Sicurezza), procediamo con opportuni momenti di monitoraggio delle attività attraverso audit di verifica su procedure e protocolli, con il coinvolgimento di tutte le aree aziendali, in una logica di miglioramento continuo. Dobbiamo garantire un dialogo costante con il personale, un’analisi puntuale dei processi e una diffusione aggiornata delle regole anche attraverso momenti formativi ad hoc per tutte le nostre persone.

Questo approccio al lavoro rappresenta un plus per i Produttori associati a Erion?
Sì e in più modi. Prima di tutto perché ci garantisce di lavorare nel pieno rispetto delle norme a cui siamo soggetti e questo è un valore aggiunto a livello di immagine per le aziende produttrici che si affidano a un partner che è in regola da tutti i punti di vista. In secondo luogo, avere processi interni ben definiti e funzionanti ci permette di offrire ai nostri Produttori servizi efficaci ed efficienti. Il nostro modello di gestione prevede inoltre la predisposizione periodica di questionari di soddisfazione e gli esiti divengono funzionali per migliorare le attività di ogni singola area. I nostri Soci hanno quindi il vantaggio di essere ascoltati, sempre e in modo proattivo, così da garantire il miglior servizio possibile. È la nostra filosofia di lavoro, la nostra cultura.

Quante persone fanno parte del tuo Team?
Formalmente nessuna, praticamente tutte quelle che lavorano in Erion. La costante collaborazione con i colleghi è un aspetto fondamentale del mio lavoro perché è solo grazie al gioco di squadra che si riescono a sviluppare al meglio i processi interni. A ciò si aggiunge la collaborazione con i consulenti esterni che supportano Erion su tematiche specifiche. Abbiamo inoltre creato una task force interna chiamata Compliance and Risk Management Team, formata dalla sottoscritta, da Paola Mocci, Legal Services Manager, e da Laura Castelli, Operations Manager. Il Team svolge delle analisi integrate sui requisiti normativi e il loro impatto sul sistema organizzativo e sull’adeguatezza dei processi dal punto di vista della compliance, facilitando la necessaria analisi dei rischi e proponendo le opportune misure da adottare.

Qual è il punto di forza di questo super team?
Quello di mettere in comune tre professionalità e gli input che arrivano dai nostri rispettivi tavoli di lavoro. Si tratta di una funzione con carattere preventivo che ci permette di analizzare come i cambiamenti influiranno sulle nostre attività e, quindi, di sviluppare soluzioni pratiche per essere sempre efficienti e conformi alle norme. Possiamo, per esempio, fare formazione, chiedere un parere o un’interpretazione legale. Insomma, è un team che fa sì che la compliance, in termini di corretto svolgimento delle attività e di rispetto delle norme all’interno di Erion, sia sempre rispettata.

 

 

Erion è sempre al fianco dei Produttori. Scopri il team di Fabrizia Gasperini, Producer Support Manager

Leggi anche: La rubrica “In Circolo sul Recovery Plan ed economia circolare”

ErioNews – la newsletter di Febbraio 2021

ErioNews – la newsletter di Febbraio 2021

Ieri è uscita la nostra “ErioNews”, la newsletter pensata per raccontare le notizie più importanti del nostro mondo e quelle riguardanti la grande sfida per la sostenibilità ambientale e la transizione italiana all’Economia Circolare.

In questa edizione:

Erion, un Sistema nato resiliente. Il commento di Andrea Fluttero, Presidente Erion Compliance Organization, a partire dai dati operativi 2020;
Batterie, nuovo Regolamento dell’Unione europea: “Risolverà alcuni problemi, ma ne creerà di nuovi”. Intervista a Peter Coonen, Presidente di Eucobat;
Il 1° marzo 2021 arriva la nuova etichetta energetica degli elettrodomestici. Un approfondimento sul progetto Belt;
Economia Circolare, tutti contano! Tre storie, raccontate da EconomiaCircolare.com, che evidenziano l’importanza della forza del gruppo per la crescita del concetto di circolarità.

 

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