Via libera al credito d’imposta per le imprese che acquistano prodotti green

Via libera al credito d’imposta per le imprese che acquistano prodotti green

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 febbraio il decreto del MiTE che stabilisce i requisiti tecnici e le certificazioni idonee ad attestare la natura ecosostenibile dei prodotti e degli imballaggi. Riconosciute agevolazioni fiscali fino a 20.000 euro per azienda. L’obiettivo è incrementare il riciclaggio delle materie e ridurre gli impatti ambientali degli imballaggi

Il credito d’imposta per le imprese che acquistano prodotti ecosostenibili diventa realtà a tre anni dalla sua introduzione con la legge di bilancio 2019. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.33 del 9 febbraio 2022, il decreto del Ministero della Transizione Ecologica che stabilisce i requisiti tecnici e le certificazioni idonee ad attestare la natura ecosostenibile dei prodotti e degli imballaggi per il riconoscimento dell’agevolazione fiscale. Il provvedimento punta a incrementare il riciclaggio delle plastiche miste, degli scarti industriali non pericolosi e dei rifiuti solidi urbani, nonché a ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi.

Fino a 20.000 euro ad impresa
Il decreto, composto da nove articoli, stabilisce che il contributo sotto forma di credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 36% delle spese sostenute in ciascuno degli anni 2019 e 2020 per l’acquisto dei prodotti e degli imballaggi fino ad un importo massimo annuale di euro 20.000 per ciascuna impresa beneficiaria, nel rispetto del limite complessivo di un milione di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021. L’agevolazione fiscale viene riconosciuta a tutte le imprese che acquistano “prodotti finiti realizzati con materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica”, ma anche “imballaggi primari e secondari biodegradabili e compostabili” come gli “imballaggi in carta e cartone” (ad eccezione di quelli stampati con inchiostri e formati con carta trattata o spalmata con prodotti chimici) e gli imballaggi di legno non impregnati. Il provvedimento comprende infine gli imballaggi (primari e secondari) derivati dalla raccolta differenziata della carta e dell’alluminio.

I requisiti tecnici richiesti
Per poter beneficiare dell’agevolazione, le imprese dovranno utilizzare prodotti e imballaggi con requisiti tecnici specifici. Nel caso degli imballaggi di plastica, il testo impone un “contenuto di materiale riciclato uguale o maggiore al 30% proveniente da rifiuti con codici dell’EER 15 01 02 “Imballaggi di plastica” e 19 12 04 “Plastica e gomma prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti”, nonché la conformità a diverse specifiche UNI. Per gli imballaggi primari e secondari derivati dalla raccolta differenziata della carta e dell’alluminio il contenuto di materiale riciclato dovrà essere uguale o maggiore, rispettivamente al 70% e al 50%. Per ogni categoria di imballaggio, l’articolo 3 del decreto, regola una procedura per la verifica del possesso dei requisiti che dovrà essere dimostrato attraverso specifiche certificazioni di conformità tecnica e dichiarazioni ambientali di prodotto rilasciate da soggetti accreditati.

La rubrica del Presidente – Dario Bisogni: “Un anacronismo chiamato greenwashing”

La rubrica del Presidente – Dario Bisogni: “Un anacronismo chiamato greenwashing”

Mentire sulle proprie doti di sostenibilità non è mai stato opportuno, ma diventa addirittura fallimentare nell’Europa della grande transizione ecologica. La riflessione di Dario Bisogni, Presidente di Erion WEEE

Fare pubblicità ingannevole, attribuirsi qualità di ecosostenibilità che in realtà non si hanno, mentire, barare. Sono questi i concetti che delimitano i confini del greenwashing, la pratica sconsiderata con cui ancora troppe aziende in tutto il mondo, piccole o grandi che siano, “lavano” di verde tutto quello che è associato al loro lavoro: dai prodotti, ai messaggi B2C, dai processi industriali fino alla stessa brand identity.

Il fine evidente del greenwashing è quello di superare sul versante della sostenibilità la prova fiduciaria con l’opinione pubblica e, soprattutto, con quella larga parte di consumatori in cui è sempre più evidente una propensione all’acquisto di prodotti non inquinanti, riciclabili, creati all’interno di filiere virtuose e circolari da imprese certificate ESG. Per stare sul mercato, dal settore automobilistico a quello alimentare, da quello elettronico a quello tessile, bisogna stare al passo con i tempi. Tempi che ormai sono scanditi da tematiche come eco-design dei prodotti, riciclo di materie prime, transizione ecologica, zero emissioni. Accorpare mendacemente questi concetti ad attività che di essi non tengono conto è quello che si intende per fare greenwashing, un’arma che ne colpisce molti, ma che ferisce mortalmente solo l’ambiente.

Quando mi hanno proposto di inaugurare questo spazio, la “Rubrica del Presidente”, ho pensato di trattare questa tematica, appunto il greenwashing (dal vocabolario Treccani: “Strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo”), proprio per mettere in evidenza come tale pratica non configuri solamente comportamenti moralmente riprovevoli come l’attuazione di concorrenza sleale o la diffusione di messaggi ingannevoli da parte degli autori, ma sia anche un vestito scuro (per niente verde) cucito sulle responsabilità d’impresa, un errore di valutazione che potrebbe sembrare banale, ma che ha ripercussioni ben più ampie e complesse sulla società, sulla finanza, sullo stesso Pianeta.

Del fenomeno sono osservatore privilegiato perché ho la possibilità di guardarlo, e tentare di contrastarlo, da due posizioni differenti. La prima, come General Manager CS di Panasonic, una delle più grandi e storiche aziende di tecnologia al mondo, che attualmente è impegnata nel programma Green Impact, sviluppato sui tre scopi del Green House Gas Protocol per ridurre drasticamente, entro il 2030, le emissioni di CO2 associate alle sue attività dirette, a quelle dei suoi fornitori e a quelle della sua clientela. La nostra visione è chiara: siamo passati dal 20° secolo, in cui l’agiatezza era un bene, al 21° in cui il benessere non ha alcun senso se non va di pari passo con uno stile di vita sostenibile. Chi, come noi aziende, detta i tempi dell’Innovazione tecnologica e del progresso sociale, non può sottrarsi dal rispettare questo binomio tra benessere e vita sostenibile ed evitare di compiere qualsivoglia forma di compromissione, come il greenwashing è senza dubbio. Basterebbe, come ricordano gli amici di EconomiaCircolare.com, fare una seria analisi LCA (Life Cycle Assessment) sul ciclo di vita dei prodotti per essere davvero “green” e garantire che ogni bene abbia bassi impatti ambientali dalla “culla alla tomba” o, ancor meglio, “dalla culla alla culla”.

Come dicevo poi, ho anche la fortuna di ricoprire un’altra posizione che mi dà ogni giorno la possibilità di “Fare un lavoro che, se fatto bene, fa bene al mondo” ed è la mia carica come Presidente di Erion WEEE, il più importante Consorzio non profit per la gestione dei RAEE. Questo mio secondo punto di osservazione mi dona il privilegio, e la responsabilità, di essere in prima linea sulle tematiche ambientali, affiancando la crescita di una realtà che si adopera veramente per offrire un reale contributo all’Economia Circolare. Quando si lavora per un player che, come Erion, ha nel suo DNA valori come qualità, trasparenza, efficienza, innovazione e impegno sociale, il livello di attenzione verso chi agisce in modo opposto rimane alto. Quando si programma un lavoro su un’agenda fatta d’impegni assoluti come il riciclo della materia, l’abbattimento delle emissioni, la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, si impara a distinguere chiaramente l’operato di quei soggetti che lavano – o ci provano più o meno goffamente – col colore verde dinamiche economiche ancora legate a un anacronistico modello lineare di produzione, uso e consumo dei beni.

Il mondo sta cambiando a un ritmo serrato sulla spinta delle nuove generazioni che, come mai prima d’ora, guardano al domani partendo dall’oggi e chiedono giustizia in ogni ambito del vivere, dall’educazione all’ambiente. Non basteranno mille lavaggi verdi a resistere indenni a queste spinte epocali. Serve cambiare davvero e serve farlo ora.

IERC 2022, Erion presenta i risultati di Lions2Life e NONTOX

IERC 2022, Erion presenta i risultati di Lions2Life e NONTOX

Il 20 gennaio a Salisburgo, Luca Campadello, manager del team Projects and Innovation, ha raccontato gli sviluppi dei progetti Lions2Life sulla seconda vita delle batterie delle e-bike e di NONTOX sul miglioramento del processo di riciclo della plastica

Per realizzare una reale economia circolare in Europa non si parte da zero: il comparto industriale, dai produttori ai riciclatori, è già al lavoro sulla strada della circolarità ed è altrettanto pronto a sviluppare ulteriormente il modello di produzione, uso e consumo dei beni scelto dall’Unione per compiere la transizione ecologica. È con questo respiro di ottimismo che il 19 gennaio 2022 sono stati inaugurati a Salisburgo i lavori della ventesima edizione di IERC (International Electronics Recycling Congress) che, come ogni anno, riunisce la comunità internazionale di esperti, legislatori, consulenti, accademici e attori economici dell’intera catena del valore del riciclo dell’elettronica. Allo IERC 2022 Erion è presente con Luca Campadello, manager del team Projects and Innovation che nella seconda giornata di eventi ha presentato i risultati di due importanti progetti di ricerca europei ai quali negli ultimi anni il nostro Sistema multiconsortile ha partecipato insieme ad altri prestigiosi partner internazionali.

Lions2Life: la seconda vita delle batterie al litio
Promosso da EIT-Climate-KIC a partire dal giugno del 2020, Lions2Life ha messo insieme per 18 mesi una squadra di esperti europei sull’obiettivo di ricondizionare le batterie al litio provenienti dai veicoli elettrici leggeri (scooter, biciclette e monopattini) per immagazzinare energia rinnovabile e prevenire la generazione di rifiuti. Un’idea che l’equipe di ricerca di Lions2Life ha trasformato in realtà con un prototipo assemblato e testato al “Pinada Lab” nei pressi della città spagnola di Valencia. Si tratta di un impianto pilota composto da 700 celle provenienti dalle batterie della e-mobility e capace di accumulare energia generata da pannelli solari. Un business model immediatamente applicabile? Quasi. Per portare l’impianto di Lions2Life su scala commerciale è necessario prima di tutto agire sul piano politico per regolamentare misure come la raccolta separata di questi prodotti, il modello “Pay as you sell”, pratiche di smistamento dedicato negli impianti di pre-trattamento e azioni di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini. In secondo luogo, ha detto Campadello “si devono coinvolgere sempre di più i comuni che svolgono un ruolo importante perché sono i soggetti più vicini ai bisogni dei cittadini e i gestori della mobilità elettrica. Senza il loro apporto non sarebbe possibile creare la rete immaginata da Lions2Life che comprende non solo attori fornitori di prodotti, come venditori e produttori di veicoli e aziende di mobilità elettrica, ma anche clienti come complessi residenziali, gestori di punti di ricarica e servizi pubblici in generale”. Per Erion, ha concluso Campadello, “è stato stimolante collaborare con il consorzio spagnolo Recyclia e confrontarsi con le criticità legate al tentativo di dare una seconda vita alle celle delle batterie al litio, all’ascolto del punto di vista dei produttori e allo studio delle implicazioni normative”.

NONTOX, “ripulire” la plastica si può
Il titolo completo del progetto NONTOX è “Rimozione delle sostanze pericolose per aumentare i tassi di riciclaggio delle materie plastiche dei RAEE, ELV (veicoli a fine vita) e CDW (rifiuti da costruzione e demolizione)”. L’obiettivo è sviluppare un nuovo protocollo di trattamento della plastica per eliminare tutte quelle sostanze pericolose che attualmente ne limitano il reimpiego nei cicli produttivi. Da questa idea di circolarità nel giugno del 2019 ha preso il via il progetto sulla plastica finanziato con 5 milioni di euro da Horizon2020 e che unisce 12 partner provenienti da 7 Paesi europei. NONTOX, che si chiuderà ufficialmente nel novembre del 2022, ha già ottenuto ottimi risultati esposti da Campadello nel corso del suo intervento a IERC 2022: “Siamo stati in grado si raggiungere un’efficienza di dealogenazione del 98% su uno specifico target di polimeri e, soprattutto, di verificare che i nostri risultati fossero davvero applicabili in nuovi prodotti. Ricordare che questo progetto sia stato pensato nel 2018 ci rende orgogliosi, così come vedere le fasi finali dello sviluppo di una soluzione che, seppur a livello sperimentale, dimostra la possibilità di valorizzare le plastiche pesanti dei RAEE”.

Assemblea Optime, interviene il Presidente di ECO: “Sulla gestione dei RAEE abbiamo bisogno di politici attenti”

Assemblea Optime, interviene il Presidente di ECO: “Sulla gestione dei RAEE abbiamo bisogno di politici attenti”

Il Presidente di Erion Compliance Organization, Andrea Fluttero, è intervenuto all’Assemblea Pubblica di Optime (Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica) organizzata in diretta broadcast il 19 gennaio 2022

“È preoccupante l’enorme quantità di aspetti di cui ci si deve occupare per garantire un mercato trasparente, dove le regole sono rispettate da tutti, in un mondo che sta cambiando le dinamiche del commercio. C’è un cambiamento molto forte e non sempre lo Stato e le istituzioni sono in grado di stare dietro a questi cambiamenti e dotarsi di capacità di controllo”. Si è aperto con queste parole l’intervento di Andrea Fluttero, Presidente di Erion Compliance Organization, all’Assemblea Pubblica dell’Osservatorio Permanente per la Tutela in Italia del Mercato dell’Elettronica (Optime), organizzata in diretta broadcast il 19 gennaio 2022.

All’incontro, che ha fatto il punto sulle sfide attuali e future per garantire la legalità e la sicurezza del commercio in Italia, hanno partecipato diversi attori provenienti dal mondo delle istituzioni, della Ricerca e delle imprese proponendo idee e proposte volte a contrastare azioni criminali di varia natura che, anche nel nostro Paese, minacciano importanti comparti produttivi. Il meeting ha dato l’occasione di affrontare a 360 gradi il problema delle minacce alla legalità del commercio: quelle fisiche, come l’aumento dei furti ai danni dei depositi merci delle aziende, e quelle virtuali (ma non meno gravi) come i cyber attacchi lanciati contro i database e le piattaforme informatiche delle imprese.

Bisogna rendere il mercato più trasparente
Tra gli argomenti affrontati durante i lavori ha trovato ampio spazio anche quello sulla regolamentazione dei marketplace, luoghi di vendita online che operano senza garantire la necessaria tracciabilità, fisica e fiscale, dei loro prodotti. “Erion così come gli altri numerosi Consorzi dei Produttori, constata come sempre più spesso vengano immessi prodotti sul mercato italiano senza che venga pagato il relativo Eco-contributo RAEE. Per i nostri consorziati, le nostre aziende, ciò significa dover sopperire a questa mancanza altrui con ulteriori sforzi economici”, ha dichiarato Fluttero “Qui non si parla solamente di un danno di concorrenza nei confronti di aziende che operano correttamente; quando qualcuno elude il normale percorso di vendita di un prodotto elettronico (iscrizione al registro dei produttori, adesione a un Consorzio, pagamento dell’Eco-contributo RAEE) introduce sul territorio nazionale grandi quantità di prodotti che incideranno in modo gravoso sulla gestione del post-consumo. Come europei abbiamo scelto di puntare sull’economia circolare, sulla deproduzione, sulla salvaguardia e sull’approvvigionamento delle materie prime. Operare ancora con queste incognite di trasparenza causa danni profondi a tutto il sistema economico dell’Unione”.

“La politica comprenda le nostre esigenze”
Per il Presidente di Erion, l’attuale regolamentazione del settore dei RAEE può essere migliorata solo grazie a una sinergia reale tra gli operatori della filiera e le istituzioni. “È importante – ha aggiunto Fluttero – far comprendere al mondo politico che abbiamo bisogno di interlocutori attenti e organizzati per gestire al meglio questo mercato. Da anni il comitato di vigilanza e controllo RAEE, RPA è dimissionario e nessuno ne ha nominato uno nuovo. Questo è solo un esempio di non comprensione del fenomeno di legalità all’interno del settore del commercio; un settore che ha bisogno di un’attenzione costante da parte del Ministero dello Sviluppo Economico”.

L’Italia del Riciclo 2021 Edo Ronchi: “La filiera nazionale è stabile nonostante la pandemia”

L’Italia del Riciclo 2021 Edo Ronchi: “La filiera nazionale è stabile nonostante la pandemia”

Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Fise Unicircular hanno presentato a Roma il dodicesimo Rapporto su 18 settori del riciclo nel nostro Paese

Il 14 dicembre 2021 Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e Fise Unicircular hanno presentato a Roma il dodicesimo Rapporto L’Italia del Riciclo che, come ogni anno, traccia l’andamento di tutte le filiere del riciclo nel nostro Paese. L’edizione 2021, particolarmente attesa perché è la prima fotografia del settore dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, è caratterizzata anche dall’attesa degli esperti per la nuova Strategia nazionale per l’economia circolare che l’Italia dovrà adottare entro giugno 2022 e che definirà nuovi strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, la responsabilità estesa del produttore e del consumatore, una roadmap di azioni e di target misurabili per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica.

Riciclo, un trend positivo ma bisogna crescere
“Nel 2020 la filiera del riciclo in Italia si è mantenuta stabile nonostante la pandemia da Covid-19”. Queste le parole scelte da Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, per sintetizzare lo stato di salute delle 18 filiere del riciclo raccontate dalle oltre 200 pagine del rapporto. “Nel 2020 – ha detto Ronchi – anche nel nostro Paese il Pil è calato in maniera rilevante, così come l’attività produttiva e i consumi. Il tasso di circolarità, però, è migliorato del circa 1%. Questo significa che il sistema del riciclo durante la pandemia in Italia ha tenuto e ha addirittura avuto un lieve miglioramento”. Secondo Ronchi “Il settore del riciclo dei rifiuti può essere uno dei protagonisti della ripresa del Paese. Tali attività sono sempre più strategiche in termini di approvvigionamento dei materiali per necessari alle nostre imprese e di limitazione del consumo di materie vergini e di emissioni di gas climalteranti.”

Il riciclo è solo uno step dell’Economia circolare
L’intervento di Paolo Barberi, Presidente FISE Unicircular, si è concentrato sulle risorse (2,1 miliardi di euro) messe a disposizione dal PNRR per lo sviluppo del settore del riciclo. “Serve una maggiore consapevolezza a livello politico – ha detto Barbieri -. Noi continuiamo a parlare di rifiuti e impianti per recuperare le materie, ma se non troviamo uno sbocco di mercato alle nuove materie tutto questo rischia di rimanere lettera morta. Servono incentivi come l’IVA agevolata per le aziende che fanno davvero economia circolare, l’emissione di certificati ambientali che premiano chi aiuta l’ambiente; un credito d’imposta per chi utilizza prodotti provenienti dalle attività di riciclo; l’approvazione dei regolamenti e decreti che aspettiamo da anni come quello sull’End-of-Waste e i requisiti ambientali minimi”.

Il settore del tessile
L’edizione 2021 del Rapporto contiene uno speciale approfondimento sul settore del tessile che attualmente rappresenta il 13% delle imprese italiane e il 9% della forza lavoro. Manuela Medoro, Analista ambientale Ecocerved, ha spiegato che il Tessile rappresenta “è strategico in relazione a elementi di riconoscibilità tipici del Made in Italy, ma presenta delle criticità legate a elementi di sostenibilità come l’uso di sostanze pericolose, l’impronta idrica, la produzione di rifiuti, gas-serra e microplastiche”. Sono attualmente 170.795 le aziende del comparto in Italia e, ha aggiunto Medoro, “quasi il 90% di esse sono ancora più piccole di quelle che chiamiamo microimprese. In questi casi l’impresa coincide con l’imprenditore e questo è di particolare attenzione per quanto riguarda le politiche da mettere in atto”.

Il riciclo nella nuova strategia per l’economia circolare
Moderato da Monica D’Ambrosio, Direttrice di Ricicla TV, il tavolo dell’incontro ha inoltre ospitato gli interventi di Laura D’Aprile, Capo Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi, Ministero della Transizione Ecologica, che ha sottolineato l’importanza di puntare sul riciclo per raggiungere gli obiettivi della transizione e di garantire coesione territoriale per colmare il divario tra il Nord e il Centro-Sud del Paese.

Stefano Vignaroli, Presidente Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, ha posto in evidenza alcune problematiche legate alla produzione dei capi di abbigliamento e della gestione dei relativi rifiuti. “Per produrre una maglietta – ha detto il parlamentare – si sprecano 2.700 litri d’acqua (il fabbisogno di un essere umano in due anni e mezzo). Il fast fashion provoca circa 11 chili di rifiuti tessili pro capite all’anno da smaltire e le tecnologie al riguardo sono molto limitate. Abbiamo spinto i grandi marchi a prendere coscienza del problema e pensiamo che i negozi possano essere un interessante punto di scambio di abiti usati e un modo per cambiare in meglio la filiera”.

Alessia Rotta, Presidente Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, Camera dei Deputati, ha sottolineato che non può esserci transizione ecologica senza un dialogo fra le istituzioni e l’industria. “La transizione circolare non è solo rifiuti. Il tema va inquadrato in un ambito anche produttivo e non solo ambientale. Dobbiamo parlare sempre di più di temi come l’eco-design, i nuovi modelli di consumo, la digitalizzazione. Ci dev’essere una vision politica sistemica che armonizzi l’industria con l’ambiente e la società.”

Per  Maria Alessandra Gallone, Segretario della Commissione territorio, ambiente e beni ambientali, Senato della Repubblica, “è necessario pensare al sistema della moda e del tessile nel momento in cui si produce. Soltanto l’innovazione può garantire sostenibilità ambientale, economica e sociale; e per fare innovazione bisogna puntare sulla formazione dei più giovani”.  Infine Lorenzo Fioramonti, della Commissione bilancio, tesoro e programmazione, Camera dei Deputati, che ha sostenuto: “Credo che il PNRR debba necessariamente essere un grande piano non solo di investimenti, ma anche di riforma del nostro sistema fiscale. Il riciclo è centrale ma dev’essere indirizzato verso una produzione intelligente, nonché verso il riuso e il riutilizzo dei beni.”

Natale e giocattoli elettronici, le 4 regole per un acquisto responsabile

Natale e giocattoli elettronici, le 4 regole per un acquisto responsabile

Intervista a Maurizio Cutrino, Direttore di Assogiocattoli: “L’importante è scegliere i rivenditori di fiducia, verificare sempre la presenza della marcatura CE, controllare l’indirizzo del distributore e rispettare la fascia d’età consigliata”

Consolle di gioco, bambole parlanti, mini-car elettriche. Sono solo alcuni esempi di giocattoli elettronici che, come ogni Natale, finiranno sotto l’albero di molte famiglie italiane e che un giorno diventeranno dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Ecco perché acquistare un giocattolo oggi significa anche essere consapevoli sulle corrette modalità del suo futuro smaltimento. Per capire come scegliere i migliori e quali sono le evoluzioni del settore in termini di Ecodesign dei prodotti, Erion ha intervistato il Direttore di Assogiocattoli, Maurizio Cutrino. 

Molti giocattoli contengono parti elettroniche. Giocattoli che, prima o poi, diventeranno RAEE. Quanto ne sono consapevoli, secondo te, i consumatori?
È un momento particolare siamo tutti coinvolti sia come aziende ma anche nella vita privata, perché è evidente l’insostenibilità del sistema. Per questa ragione stiamo maturando una sempre più grande attenzione ai temi legati al rispetto dell’ambiente, agli acquisti consapevoli e di conseguenza al corretto riciclo dei materiali. I consumatori oggi sono certamente più preparati e disponibili, anche se la domanda da porsi dovrebbe essere “quanti conoscono il significato della marcatura RAEE?”

Col Natale alle porte qual è il consiglio di Assogiocattoli per fare degli acquisti davvero responsabili?
È bene ricordare che i giocattoli immessi sul mercato sono disciplinati, per quanto riguarda i requisiti fisico-meccanici, elettrici e chimici, dal D. Lgs. n. 54/2011 che ha recepito la direttiva europea 2009/48/CE. Per un acquisto responsabile e sicuro, consigliamo di seguire poche regole, ma che consideriamo chiare ed efficaci a tale scopo.

  1. Acquistare sempre i giocattoli presso rivenditori e siti web di fiducia,
  2. Verificare la presenza sulla confezione della marcatura CE (obbligatoria a livello UE); anche se la marcatura CE non è una guida per il consumatore, è comunque segno che il produttore si impegna ad effettuare un’attenta analisi dei pericoli che il giocattolo può presentare e a rispettare i requisiti minimi di sicurezza dell’UE (che sono tra le più rigorose al mondo),
  3. Verificare la presenza del nome e dell’indirizzo del produttore e/o dell’importatore o distributore,
  4. Quando si effettua l’acquisto è bene pensare anche a chi riceverà il giocattolo e non solo a chi lo sta regalando. Bisogna tenere in considerazione eventuali divieti presenti e la fascia di età consigliata riportata sulla confezione.

Come giudichi l’impegno dei Produttori di giocattoli sul versante dell’eco-design dei loro prodotti?
Le aziende del mondo del giocattolo stanno già progettando i propri prodotti (compreso il packaging) tenendo in considerazione la riciclabilità e la possibilità di una separazione dei materiali. A questo si affianca un recupero dei materiali dall’economia circolare e uno studio/ricerca di alternative. Ad esempio, ci sono delle “plastiche no plastiche” recuperate dagli scarti dei tagli del legno…Tutto questo comporta però dei processi molto articolati e non di immediata attuazione, come l’analisi della lavorazione, dei tagli, delle saldature che possono impattare anche sulla salute del lavoratore oltre che essere impattanti sull’ambiente. Non ultimo è fondamentale la scelta del fornitore, della sua adeguatezza per evitare di cadere nel cosiddetto greenwashing.

Erion e Epron, un anno di gemellaggio

Erion e Epron, un anno di gemellaggio

I due maggiori Sistemi di EPR per la gestione dei RAEE in Italia e in Nigeria fanno il primo bilancio della loro partecipazione al Twinning Programme promosso dal WEEE Forum per sostenere l’economia circolare nei Paesi emergenti

Erion ed Epron “insieme per l’ambiente”. È stata questa l’idea che, nel gennaio 2021, ha portato al gemellaggio fra i due maggiori Sistemi di EPR per la gestione dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) in Italia e in Nigeria. Oggi, a quasi un anno di distanza, Erion WEEE ed Epron fanno il punto sulla collaborazione nata nell’ambito del Twinning Programme promosso dal WEEE Forum (l’associazione internazionale dei Sistemi RAEE) per favorire lo sviluppo di modelli efficienti di raccolta e trattamento dell’e-waste.

Il primo incontro fra Erion ed Epron
La strategia del Twinning Programme, che coinvolge membri del WEEE Forum in diverse parti del mondo, è quella di favorire lo scambio di know-how e best practices tra i Sistemi EPR più esperti e le nuove realtà del settore. Impegno che Erion ed Epron hanno cercato di portare avanti in quest’anno attraverso iniziative e momenti di confronto. Tra questi, la partecipazione di Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion, a una sessione di onboarding dedicata ai nuovi membri del consiglio direttivo della PRO (Producers’ Responsibility Organization) nigeriana. L’incontro ha rappresentato un’occasione per affrontare alcune importanti tematiche riguardanti il settore dei RAEE e fornire ai nuovi dirigenti informazioni dettagliate sui ruoli, le responsabilità e le aspettative in carico alla struttura di governo di una PRO funzionale ed efficace. I membri del board di Epron hanno inoltre avuto l’opportunità di scoprire alcune best practices relative alle Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE) a fine vita. Nel corso di questo primo anno di gemellaggio, Erion ha inoltre fornito a Epron un supporto tecnico per lo sviluppo di un software informatico per la gestione delle informazioni riguardanti i Produttori di AEE e per la rendicontazione dei prodotti immessi sul mercato a livello nazionale.

Ancora insieme per l’ambiente
“Il gemellaggio con Erion ha contribuito a migliorare la gestione del fine vita delle AEE in Nigeria dandoci nuovi strumenti per garantire che i rifiuti elettronici vengano smaltiti in modo ecologicamente corretto”, ha dichiarato Ibukun Faluyi, Segretaria Esecutiva di Epron. “Grazie a una comunicazione coerente e allo scambio di conoscenze – ha proseguito la dirigente – Epron continua a comprendere ogni giorno di più le complessità legate allo sviluppo delle migliori pratiche di EPR e ad applicare quanto appreso dal suo partner internazionale Erion.”

Costruire una filiera efficiente in Nigeria
Questo gemellaggio è nato e ed è cresciuto come un reale contributo allo sviluppo dell’economia circolare”, ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion. “Collaborare con i colleghi di Epron è un modo per mettere a disposizione di un altro Paese la nostra esperienza nel settore del riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici e del recupero delle Materie Prime Seconde. Ci auguriamo che lo scambio di esperienze serva a costruire una filiera efficiente, in grado di contrastare la pratica di gestione illegale dei RAEE che riguarda da vicino entrambi i nostri Paesi”. La Nigeria è ancora oggi uno degli stati africani più colpiti dalle esportazioni illegittime di rifiuti elettronici provenienti dall’Europa. Epron lavora costantemente con consumatori e produttori per promuovere lo sviluppo di una gestione dell’E-Waste che garantisca il rispetto delle norme e la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

Ecodesign the future, al via la fase progettuale del workshop per la sostenibilità del packaging

Ecodesign the future, al via la fase progettuale del workshop per la sostenibilità del packaging

Dopo la parte didattica, si apre ora la seconda fase per il percorso formativo di eco-progettazione realizzato da Economiacircolare.com in collaborazione con Erion Packaging: i partecipanti lavoreranno a dieci nuovi concept eco-progettuali

di Silvia Santucci per EconomiaCircolare.com

 

Inizia una nuova fase di Ecodesign the Future: packaging edition – Workshop progettuale di design per la sostenibilità”, il corso di alta formazione e introduzione al mondo del lavoro, finalizzato alla pratica e alla cultura dell’eco-progettazione in un’ottica di economia circolare.

Dopo una prima parte teorica in cui 30 studentesse e studenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con i massimi esperti di discipline relative o complementari all’eco-progettazione all’interno della green e circular economy, inizia ora la fase in cui i partecipanti avranno la possibilità di mettersi alla prova, sotto la guida di Marco Pietrosante, designer e docente universitario, ed Elisa Delli Zotti, service and graphic designer, docente dell’ISIA Roma Design.

Il corso, gratuito per i partecipanti, è finanziato da Erion Packaging e patrocinato dall’ISIA Istituto universitario di design italiano e dal Poliarte di Ancona.

Il percorso fatto fin qui
Le lezioni, che si sono contraddistinte per una grande partecipazione e interazione da parte delle studentesse e degli studenti, sono iniziate lo scorso 19 ottobre: da allora con una cadenza bisettimanale, i partecipanti si sono immersi nella parte teorica del percorso formativo, grazie alla testimonianza di dieci professionisti e docenti di discipline inerenti al tema del workshop.

Molteplici le tematiche affrontate: dal service design alla logistica del packaging, da economia e circolarità al green marketing e comunicazione, dalla filosofia e sociologia dei consumi ai materiali per il packaging, fino ai casi studio raccontati da importanti aziende del settore, con un occhio particolare rivolto alle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE). La multidisciplinarità del corso vuole portare avanti una visione trasversale del design, in grado di accentrare diverse prospettive e competenze. Non a caso, i partecipanti, studentesse o studenti e neolaureate e neolaureati, hanno background anche molto diversi fra loro, e percorsi di studio che vanno dalla filosofia, al design, all’economia.

In queste settimane, sulla nostra rivista abbiamo affrontato alcuni temi sollevati durante le lezioni con approfondimenti specifici: in particolare abbiamo parlato di modelli di business sostenibili e di service design, del green marketing e di come evitare il greenwashing, come aziende e come consumatori, e delle procedure per rendere più sostenibili gli imballaggi.

Il workshop progettuale
Il workshop si dividerà a sua volta in una fase di ricerca, in cui si andrà ad approfondire teoricamente ciò che si farà in seguito, e in una fase progettuale, in cui si andrà a ragionare a far emergere delle idee a partire da quanto appreso nelle lezioni precedenti. Si procederà attraverso la metodologia del design thinking: si coinvolgeranno all’interno delle attività progettuali delle competenze che non sono strettamente legate al design del prodotto ma che sono fondamentali per riuscire ad arrivare a delle soluzioni innovative e coerenti con il tema.

Si succederanno sessioni di brainstorming collettivo in cui si individueranno moodboards e keywords, idonei allo sviluppo del processo creativo ed individuare dei macro-concept.

Saranno poi selezionati i temi emersi più congeniali da assegnare a gruppi di lavoro composti da tre partecipanti: ogni gruppo approfondirà il concept scelto e inizierà la fase progettuale vera e propria, che si concretizzerà con l’ideazione di prototipi innovativi e di proposte legate al design di prodotto e alla sua distribuzione e comunicazione.

In particolare, i dieci nuovi concept eco-progettuali saranno ideati con l’obiettivo di implementare modelli di distribuzione più sostenibili nel settore delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) e potranno poi essere oggetto di approfondimenti e sviluppi successivi.

I prototipi saranno valutati da una commissione composta dagli esperti che si sono succeduti in queste settimane nella didattica del corso, attraverso diversi criteri, che includono l’innovazione del concept e la coerenza progettuale rispetto al brief e rispetto ai criteri di circolarità e di sostenibilità.

Saranno oggetto di giudizio anche le capacità di rete e di evidenziare gli stakeholder e, naturalmente, la coerenza progettuale rispetto al settore e all’applicabilità; infine, ma non per ultima, la qualità estetica e la comunicazione.

Gli autori dei tre progetti più meritevoli avranno poi accesso a colloqui con le aziende del sistema Erion per l’attivazione di tirocini.

Bilanci e aspettative
“È necessaria – ha detto Marco Pietrosante, designer e docente universitario – una presa di coscienza collettiva del problema ambientale, è l’unica strada percorribile per condividere le problematiche e poterle quindi affrontare con serenità e profondità. L’economia circolare è possibile purché tutti gli attori economici contribuiscano realmente alla transizione, e in questo processo i designer possono e devono essere parte attiva.

 “Nel corso di questa nuova fase – prosegue Pietrosante – mi aspetto che emergano delle idee, che rappresentano i giovani componenti del gruppo in virtù della loro età, e delle competenze scientifiche, umanistiche e tecniche che sono in grado di mettere in campo”.

 “Fare sostenibilità – ha dichiarato invece Maurizio Bernardi, Presidente di Erion Packagingè una sfida nuova per le aziende, un terreno dove tutto è ancora da esplorare e sperimentare. A questo proposito, sono convinto che i ragazzi ci sorprenderanno con idee originali e geniali: è più facile che una mente non contaminata da metodi tradizionali possa trovare soluzioni innovative e fuori dagli schemi. Le soluzioni che verranno proposte, seppur in una forma grezza, potranno costituire degli spunti importanti per le aziende, su cui poter lavorare insieme per renderle concrete e fruibili”.

 Il Presidente di Erion Packaging ha poi aggiunto: “Quello del packaging è un ambito importante su cui le aziende stanno lavorando per sviluppare strategie e modelli di business sostenibili. Si parla spesso di sostenibilità come business del futuro, ma in realtà questo futuro è già oggi. Per questo, occorrono già figure in grado di comprendere un contesto in forte e continuo cambiamento e di orientare con sensibilità e competenze le decisioni aziendali per sfruttare le opportunità che la sostenibilità può offrire”.

 “Penso – ha concluso Bernardi che questo corso possa rappresentare per i ragazzi un’ottima palestra per il loro futuro. Una mente aperta e creativa, il confronto con le realtà aziendali come ancoraggio di concretezza e fattibilità, il lavoro in team per sfruttare al massimo le diversità culturali e le varie competenze: sono queste le abilità che i ragazzi hanno l’opportunità di allenare, per poter fare la differenza negli ambiti in cui andranno ad operare; a loro vantaggio e a vantaggio dell’ambiente”.

 

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RENEW, la nuova sfida di Erion sul riciclo dei circuiti stampati

RENEW, la nuova sfida di Erion sul riciclo dei circuiti stampati

Dal 1° gennaio 2022 il nostro Team Projects and Innovation sarà impegnato nel progetto sostenuto da EIT RawMaterials per sviluppare un avanzato processo di trattamento delle Printed Circuit Boards. Il Manager Luca Campadello: “con RENEW da un lato diventerà più facile disfarsi dei RAEE nascosti nei cassetti di casa, dall’altro sarà possibile migliorare la filiera di riciclo delle schede”

Erion è ancora in prima fila sul versante dell’innovazione tecnologica nel settore dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE). Il nostro Sistema sarà uno dei sei player internazionali che dal 1° gennaio 2022, per i prossimi tre anni, parteciperà a RENEW: Re-cycling of Epoxies and metals from Non-ferrous E-Waste, progetto promosso da EIT RawMaterials per sviluppare un avanzatissimo processo di trattamento dei circuiti stampati (PCB – Printed Circuit Boards) e di riciclo delle materie plastiche e dei metalli in essi contenuti.

Il progetto RENEW
Finanziato con oltre 4 milioni di euro, RENEW si presenta come una iniziativa rilevante per chi in Europa è impegnato nel miglioramento del trattamento dei PCB. Diventati uno degli oggetti più iconici della tecnologia moderna, i circuiti stampati rappresentano il cervello artificiale dei nostri dispositivi: li troviamo nei nostri smartphone, nei pc, nelle tv, fino agli smartwatch e alle memorie usb. Una volta giunti a fine vita, i PCB contengono risorse fondamentali per l’attività del settore industriale che, da tempo, ne lamenta una progressiva scarsità sul mercato. Migliorare il loro processo di riciclo è dunque fondamentale, anche se complicato dall’alto contenuto di resine epossidiche (30%) e di ritardanti di fiamma bromurati (3%). Nella maggior parte degli attuali processi di trattamento, eseguiti tramite pirolisi, questi composti vengono bruciati all’interno dei forni di fusione provocando alcuni effetti indesiderati. Tra questi, nel caso delle resine epossidiche, si contano la limitazione della capacità di riciclaggio dei metalli preziosi e l’emissione di importanti quantità di CO2 che, oltre a essere dannose per l’atmosfera, ostacolano il raggiungimento da parte dei Paesi membri dell’Ue del target di riduzione imposto dal Green Deal europeo. Infine, la gestione dei bromurati – composti innocui durante il funzionamento dei PCB – diventa un vero e proprio problema di sicurezza per l’ambiente e la salute nel momento in cui vengono esposti ad alte temperature.

La nuova tecnologia
Il progetto RENEW punta a superare questi rischi attraverso lo studio, lo sviluppo e la validazione di una tecnologia che consenta di separare – mediante il pretrattamento dei RAEE e le successive fasi di valorizzazione dei materiali – le resine epossidiche e i bromurati dai circuiti stampati, di incrementare (+6%) la quantità dei metalli destinati al riciclo e di abbassare il livello delle emissioni inquinanti legate al processo di trattamento. Il capofila del progetto è l’azienda spagnola Atlantic Copper (AC), specializzata nella lavorazione del rame e attualmente impegnata nella costruzione di un impianto di trattamento dedicato ai rifiuti elettronici dalla capacità di 60.000 tonnellate all’anno. La struttura, che sorgerà nella città andalusa di Huelva, permetterà il pretrattamento dei RAEE e il riciclo di rame e metalli preziosi. La tecnologia pilota sviluppata nel corso del progetto verrà invece testata presso il centro di ricerca AICIA dell’Università di Siviglia, con il quale AC collabora sui temi legati all’innovazione.

Gli impianti pilota di Siviglia e Tallin
Sempre a Siviglia sorgerà anche un impianto sperimentale dove sarà testato un innovativo processo di trattamento basato su un mix di tecnologie come macinatura a diverse temperature, flottazione e separazione pneumatica, magnetica ed elettrostatica. Un secondo impianto pilota targato RENEW, che verrà sviluppato a Tallinn (Estonia), opererà sotto la gestione del partner TalTech (Tallin University of Technology). Le resine epossidiche in uscita dagli impianti pilota verranno inoltre valorizzate attraverso l’eliminazione dei ritardanti di fiamma e nuovi processi di riciclo chimico ideati dal partner Fraunhofer, che partecipa a RENEW coinvolgendo ben tre istituti (IVV, UMSICHT e ICT). Il progetto prevede ulteriori fasi che vanno dalla progettazione ingegneristica delle soluzioni testate, alla stima dei costi di realizzazione di nuove strutture su scala industriale; dalla valutazione dei benefici ambientali delle modalità di riciclo proposte – analisi condotta dall’università belga KU Leuven – alla caratterizzazione dei PCB presenti nei RAEE e allo studio delle fasi di disassemblaggio, step portati avanti grazie alle competenze del partner TREEE.

Il ruolo di Erion nel progetto RENEW
Parallelamente all’implementazione della nuova tecnologia di RENEW, il progetto prevede attività complementari come il lancio di campagne di sensibilizzazione per la promozione di una cultura della sostenibilità; la pubblicazione di due linee guida, una rivolta ai Produttori di AEE sull’Eco-design  e una dedicata agli impianti di trattamento RAEE incentrata sullo smontaggio dei prodotti; e, infine, l’avvio di un progetto pilota per la realizzazione di Eco-point per l’incremento della raccolta dei piccoli RAEE. A capo di questa fase del progetto ci sarà il Team Projects and Innovation di Erion guidato dal Manager Luca Campadello. “L’obiettivo del progetto RENEW è anche quello di incrementare la raccolta dei piccoli RAEE. Con il termine ‘eco-point’ ci immaginiamo un particolare punto di raccolta presente negli spazi pubblici cittadini altamente frequentati; rappresenterà quindi un’alternativa ai tradizionali centri di raccolta comunali. Oltre all’attività di raccolta, presso l’eco-point verranno realizzate iniziative complementari di comunicazione, formazione e informazione sui temi della sostenibilità, della corretta gestione dei rifiuti e delle pratiche di riuso.”

La partecipazione a RENEW conferma Erion come leader europeo del settore dei RAEE per il suo modo di reinterpretare il ruolo di Sistema EPR impegnato nel processo di transizione ecologica e di sviluppo dell’Economia Circolare. L’applicazione di RENEW, infatti, promette non solo di innovare i processi di trattamento dei circuiti stampati, ma anche di apportare benefici concreti sul versante della formazione professionale, della creazione di green jobs e del riciclo della plastica dei RAEE, così come richiesto dalla Strategia Europea sulla Plastica.

“Smaltirli è un gioco da Ragazzi” arriva a Bergamo e Brescia

“Smaltirli è un gioco da Ragazzi” arriva a Bergamo e Brescia

La fortunata campagna di sensibilizzazione sui RAEE e RPA lanciata a giugno da Erion e Amsa si allarga ad Aprica, società del gruppo A2A che gestisce i rifiuti in oltre 110 comuni della Lombardia e della Liguria. Intervista a Saverio Zetera, Responsabile dell’Ufficio Relazioni Clienti e Sviluppo RD

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Migliorare anche a Bergamo e Brescia la qualità e la quantità della raccolta differenziata dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) e dei Rifiuti di Pile e Accumulatori (RPA). È questo l’obiettivo principale della campagna “Smaltirli è un gioco da ragazzi”, lanciata lo scorso giugno a Milano da Erion e Amsa, che ora si allarga ai due importanti capoluoghi di provincia lombardi grazie all’adesione di Aprica, società del gruppo A2A che gestisce la raccolta dei rifiuti in quei territori. Come la campagna milanese, anche quella dedicata a Bergamo e Brescia, sarà totalmente digitale e si concentrerà su alcune categorie di rifiuti maggiormente soggette all’errato conferimento: sigarette elettroniche, giocattoli e strumenti musicali elettronici, orologi a batteria, smartband, smartwatch e pile portatili a fine vita. Erion ha intervistato Saverio Zetera, Responsabile dell’Ufficio Relazioni Clienti e Sviluppo RD.

Perché Aprica ha deciso di aderire alla campagna “Smaltirli è un gioco da ragazzi”?
La dimensione che ha raggiunto Aprica nel ruolo di gestore dei rifiuti in oltre 110 comuni, per un milione di abitanti serviti, è tale che il tema della raccolta dei RAEE e dei RPA è diventato un aspetto quotidiano e centrale. Comunicare ai cittadini, e alle imprese naturalmente, le corrette modalità di conferimento di questi rifiuti e indicare loro i servizi attivi nei diversi territori, è per noi una priorità. Farlo con chi, come Erion, è deputato al destino finale di questi rifiuti è sicuramente un valore aggiunto al messaggio. Ci auguriamo che questa collaborazione possa aiutarci non solo a essere rigorosi nella comunicazione ai cittadini e alle imprese, ma anche più capillari possibili. Ci rivolgiamo a due grandi città come Brescia e Bergamo, due importanti clienti, per i quali gestiamo tutti i servizi di igiene urbana.

Come giudicherebbe l’andamento raccolta dei RAEE ed RPA in queste zone?
Molte case del territorio sono ancora piene di oggetti obsoleti che vengono abbandonati nelle soffitte e nelle cantine e che aspettano solo di essere tirati fuori e smaltiti correttamente. Dalle telefonate e dalle e-mail che Aprica riceve quotidianamente si evince che c’è ancora chi non ha le idee chiare su dove conferire questi rifiuti. Manca consapevolezza diffusa e, anche se in molti fanno la cosa giusta con i loro RAEE e i RPA, crediamo che esistano ampi spazi di miglioramento.

Come si può migliorare?
Credo che l’obiettivo principale sia quello di dare maggiori informazioni sui servizi che Aprica offre sul territorio e sul corretto smaltimento. Le analisi merceologiche che svolgiamo periodicamente sui flussi dei rifiuti indifferenziati indicano che la percentuale di errore nel conferimento non è significativa. Mi riferisco soprattutto ai rifiuti di pile, il classico esempio di ciò che una volta veniva erroneamente gettato nel sacco nero. Questa pratica oggi è diventata davvero rara, anche perché i contenitori per la raccolta sono presenti e numerosi sui territori dei comuni serviti. È più facile, invece, che nell’indifferenziato finiscano rifiuti di giocattoli con parti elettroniche e piccoli RAEE. Su questi rifiuti bisogna fare informazione per evitarne la dispersione.

Quanto pesa il comportamento dei consumatori sulla raccolta dei RAEE e dei RPA?
Pesa molto, ma credo che sia tutta una questione di consapevolezza. Se c’è una corretta informazione, i cittadini rispondono bene. Quando, viceversa, le idee non sono chiare essi tendono a fare scelte non ponderate e ciò comporta il rischio che qualche RAEE possa essere smaltito impropriamente. Il comportamento del cittadino è dunque fondamentale, perché è lui che decide il destino dei rifiuti elettronici. Una volta che questi vengono introdotti nel sacco dell’indifferenziato, noi non abbiamo chances di cambiare tale destino.

Qual è il miglior modo per sensibilizzare coloro che non solo continuano a gettare i RAEE e i RPA nel sacco nero e nel bidone della plastica, ma che addirittura ignorano l’esistenza di questi rifiuti?
Abbiamo diverse possibilità. La prima è quella di sfruttare i canali di comunicazione istituzionale che rendiamo disponibili 24 ore su 24, mi riferisco ai siti web, ai canali social alla APP PULIAMO e agli opuscoli informativi che spiegano come fare correttamente la raccolta differenziata. Ci sono, poi, le campagne di educazione ambientale condotte nelle scuole e che sono molto efficaci perché i messaggi arrivano alle famiglie attraverso i loro figli. Infine c’è il ruolo dei negozi di AEE che sono obbligati dalla normativa a ritirare i RAEE degli acquirenti e informarli sulle modalità di ritiro “uno contro uno” e “uno contro zero”. Il sistema di raccolta deve cercare di offrire alle persone una molteplicità di opportunità per agire in modo corretto.

Quali sono gli strumenti che Aprica mette a disposizione degli abitanti di Bergamo e Brescia?
In entrambi i territori sono presenti le piattaforme ecologiche. In questi centri di raccolta, che sono presidiati e controllati, i cittadini possono conferire RAEE di grandi e piccole dimensioni. In entrambi i comuni ci sono anche centri mobili che fanno il giro delle zone più frequentate per il ritiro di rifiuti elettronici di misura ridotta. Infine, per i RAEE voluminosi, considerati rifiuti ingombranti, è attivo in entrambe le città il servizio di ritiro a domicilio su prenotazione.